PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA A.S. 1999/2000

INDICE GENERALE

Premessa: P.O.F. come strumento dinamico

Caratteristiche del documento

1. CONDIZIONI GENERALI DI SVOLGIMENTO DEL SERVIZIO SCOLASTICO

1.1. Contesto sociale, culturale, economico del territorio: Il territorio; La popolazione ; L’attività Economica; Altre iniziative del territorio; Rapporti fra situazione socio economica e bisogni formativi

1.2. Identità, struttura e servizi della scuola: identità; Strutture e servizi della scuola

1.3. Regole e statuti della scuola: Carta dei Servizi; Diffusione del P.O.F.

1.4. Strutture e servizi che gli enti mettono a disposizione della scuola

1.5. Strutture e servizi che la scuola mette a disposizione degli enti locali

1.6. Collegamenti e rapporti con il territorio e con l’utenza

2. SCELTE CULTURALI E PERCORSI PER MIGLIORARE L’OFFERTA FORMATIVA

2.1. Richieste/bisogni degli utenti e degli insegnanti

2.2. Finalità della scuola e obiettivi culturali - formativi generali: Le finalità primarie; Itinerari educazionali;

2.3. Curricoli, opportunità educative e percorsi didattici: Le discipline; I percorsi didattici e gli ambiti; Le attività integrative; Le attività opzionali; Le attività per favorire esperienze di educazione permanente;

2.4. Strategie per migliorare l’offerta formativa

3. AZIONI PER LA REALIZZAZIONE DEL SUCCESSO FORMATIVO

3.1. I progetti accoglienza, continuità, orientamento

3.2. Attività di sostegno, recupero, promozione delle eccellenze: L’insegnante di sostegno come risorsa dell’Istituto; L’insegnate di sostegno rispetto all’integrazione degli alunni con difficoltà; Obiettivi generali; Metodologie e modalità di lavoro dell’insegnante di sostegno

3.3. Tutoring

3.4. Interventi per la realizzazione dell’elevamento dell’obbligo

4. SCELTE DIDATTICO-ORGANIZZATIVE

4.1 Modello orario

4.2 Modelli organizzativi flessibili del tempo scuola: Articolazione flessibile dei gruppi classe; Ore a scambio materia su materia o fra discipline affini; Differenziazione delle tipologie di lezione; Moduli di studio guidato; Didattica modulare (Matematica, Scienze; educazione artistica; educazione musicale); Settimane intensive; Laboratori

 

 

5. VALUTAZIONE

5.1. La valutazione degli alunni: Premessa; Organi preposti (Il Collegio Docenti; i Consigli di Classe; Gli Insegnanti; Questioni aperte: la valutazione delle competenze);

5.2. L’autovalutazione: Il controllo dei processi interni: La valutazione dell’offerta formativa e dei risultati ottenuti;

6. AGGIORNAMENTO E FORMAZIONE

6.1. Finalità, ambiti e modalità organizzative: Finalità; Ambiti; Modalità organizzative

6.2. I corsi attivati nell’anno scolastico 1998/99

6.3. I corsi attivati per l’anno 1999/2000

7. GESTIONE DELLE RISORSE UMANE E VALORIZZAZIONE DELLE PROFESSIONALITA’

7.1 L’esperienza dell’anno scolastico 1998/99 ( lo staff di supporto alla presidenza)

7.2. L’anno scolastico 1999/2000 e le figure obiettivo

 

Il PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA

della Scuola Media Statale di Romagnano Sesia e della sezione staccata di Ghemme

A. Premessa: P.O.F. come strumento dinamico

Nel corso delle attività di questi primi mesi, durante le successive fasi di elaborazione del P.O.F., il Collegio Docenti ha maturato la consapevolezza che il Piano dell’offerta formativa non potrà essere un documento rigido e immutabile nel tempo, andrà modificato ogni anno e costantemente aggiornato nel corso dell’anno, sulla base della situazione e delle esperienze maturate, secondo il principio della ricerca- azione.

Sicuramente, se questa scuola sarà "verticalizzata", come ipotizzato dal piano di dimensionamento provinciale, il P.O.F. dovrà essere adeguato alle nuove condizioni e subirà ulteriori sostanziali modifiche nella prospettiva del riordino dei cicli.

La commissione di lavoro del Collegio ha redatto questo documento cercando di costruire uno strumento utile all’organizzazione del lavoro interno ma chiaro anche per leggere dall’esterno la vita della scuola. Documento pensato per le famiglie ma anche da usarsi come riferimento per tutti gli insegnanti della scuola, in particolare per i nuovi colleghi che si devono confrontare con realtà scolastiche complesse dal punto di vista didattico - organizzativo, dopo l’introduzione dell’autonomia.

Il P.O.F. è dunque uno strumento ulteriore per garantire la trasparenza nei rapporti con l’utenza e una carta di identità dell’istituto nei confronti delle istituzioni del territorio.

B. Caratteristiche del documento

Il P.O.F. Nasce dalla rielaborazione del progetto "Autonomia Pensante dell’anno scolastico trascorso, primo anno di sperimentazione dell’autonomia elaborazione della Carta dei Servizi e del P.E.I.

Le singole voci dell’INDICE, capitoli, paragrafi e sotto paragrafi. sono "campi di possibilità e di progetto", in parte sviluppati nella presente stesura ed in parte da completare e aggiornare nel corso dell’anno.

Gli ALLEGATI risultano essere occasioni dinamiche di conservazione della documentazione e spazi di confronto specifico intorno alle singole problematiche gestionali ed organizzative.

La presente copia è aggiornata al mese di novembre 1999.

 

 

 

1. CONDIZIONI GENERALI DI SVOLGIMENTO DEL SERVIZIO SCOLASTICO

1.1. Contesto sociale, culturale, economico del territorio

 

1.1.1. Il territorio

L’istituto è formato dalla sede centrale, di Romagnano e dalla sezione staccata di Ghemme.

Il bacino di utenza è costituito principalmente dagli abitanti del territorio dei comuni di Romagnano e di Ghemme ai quali si aggiungono Sizzano, Prato Sesia e in questi ultimi anni Cavallirio e Maggiora. Sono iscritti alla scuola inoltre alunni provenienti dai comuni di Grignasco, Gattinara.

Dal punto di vista delle comunicazioni si individua una direttrice principale, la strada statale Novara-Varallo che collega in direzione sud-nord Sizzano, Ghemme, Romagnano Prato Sesia.

Romagnano è collegata inoltre a Borgomanero e quindi al laghi, Orta e Maggiore e al Sempione attraverso la statale Biella- Arona.

La costruzione della autostrada Voltri - Sempione con l’apertura del casello nel territorio comunale di Romagnano alla fine del 1988 ha dato nuovo impulso alla economia locale modificando anche l’assetto urbanistico lungo la strada statale tra Ghemme e Romagnano con la costruzione di capannoni che ospitano attività legate all’artigianato, al commercio e all’industria.

I collegamenti ferroviari non sono particolarmente efficienti, Romagnano tuttavia costituisce lo snodo di linee locali ; le direttrici principali sono la linea Novara - Varallo, perlopiù utilizzata da una utenza scolastica per raggiungere gli istituti superiori, e la linea che collega Romagnano e Borgomanero e Arona. ed a Santhià.

Sono presenti inoltre linee di autoservizi private che costituiscono una rete capillare di collegamento.

Il territorio servito dalla scuola copre una estensione di 6.957 ettari costituti per il 55% dai comuni di Romagnano e di Ghemme.

 

 

 

1.1.2.La popolazione

Esaminando la situazione territoriale già emerge che siamo in presenza di comuni di piccole dimensioni, se ne ha ulteriore conferma esaminando i dati forniti dalle amministrazioni comunali e relativi al censimento del 1991 riguardo la popolazione residente.

 

 

Ecco quanto risulta:

Comuni

Numero abitanti

Romagnano

4.329

Ghemme

3.816

Sizzano

1.439

Prato

1.922

Maggiora

1.626

Cavallirio

1.012

La densità di popolazione varia da comune a comune, mediamente è di 215 ab/Kmq, ed è più elevata per il comune di Romagnano.

I nuclei familiari sono prevalentemente di piccole dimensioni, variano da 1 a 3 unità, le famiglie con 4 componenti rappresentano circa il 17% del totale mentre le famiglie più numerose costituiscono una percentuale irrisoria. L’incremento demografico annuo medio, negli anni dai 1981 al 1991, presentava un indice negativo. Negli ultimi anni si è registrata una lieve controtendenza.

I giovani fino ai 24 anni costituiscono circa il 25% della popolazione, gli anziani oltre i 65 anni circa il 20%.

1.1.3. L’attività economica

Il sistema produttivo dei due principali comuni, fino a pochi anni or sono, ruotava attorno a poche grandi aziende (cartiera, pettinatura lane, tessitura, acetificio, distilleria ) che occupavano la maggior parte degli abitanti con continuità all’interno degli stessi nuclei familiari. La presenza del posto di lavoro entro il territorio comunale consentiva inoltre di mantenere il legame delle famiglie con il lavoro agricolo, che restava, quale seconda occupazione, una significativa fonte di reddito aggiuntivo.

Negli ultimi anni le imprese di maggiori dimensioni hanno mutato il loro assetto gestionale e produttivo, la cartiera è stata assorbita da una multinazionale, le altre ditte, in particolare la distilleria e la tessitura, hanno ampliato il loro raggio di azione a tutto il territorio nazionale e hanno rapporti commerciali significativi con il mercato estero.

L’introduzione di una maggiore automazione nei processi produttivi ha generato una flessione dell’offerta lavorativa . E’ comparso il fenomeno del pendolarismo e l’instabilità della relazione con il lavoro ha favorito lo sviluppo di piccole e medie imprese legate all’artigianato e al terziario. Gli addetti al settore agricolo sono notevolmente diminuiti anche a Ghemme nonostante la presenza di una agricoltura specializzata, la viticoltura, con la produzione dell’omonimo vino a D.O.C.G.

 

1.1.4. Altre iniziative del territorio

Ognuno dei comuni che costituiscono il bacino di utenza della scuola è sede di scuola materna ed elementare.

A Romagnano sono presenti inoltre: il liceo Artistico Statale, e gli istituti privati Iviglia (Tecnico commerciale e professionale per il commercio), e Sacro Cuore ( elementare). Delle numerose associazioni presenti sul territorio, poche sono quelle che si occupano del tempo libero dei ragazzi.

ALLEGATO 1. ASSOCIAZIONI ATTIVE SUL TERRITORIO

Proprio in considerazione delle scarse opportunità di offerte di aggregazione per i giovani, il Comune di Ghemme, in collaborazione con il Servizio socio- assistenziale e di educativa territoriale e la scuola, che si è costituita parte attiva sia in fase di elaborazione sia in fase di realizzazione, sta attuando un progetto ai sensi della L.285/1997 ( Disposizioni per la promozione di diritti e opportunità per l’infanzia e l’adolescenza) denominato PROGETTO RAINBOW.

In ciascun comune sono inoltre presenti :

ALLEGATO 2. STRUTTURE PER I RAGAZZI PRESENTI SUL TERRITORIO

1.1.5. Rapporto tra situazione socio - economica del territorio e bisogni formativi

Dalla descrizione della situazione produttiva e dalla lettura dei dati forniti dalle amministrazioni comunali si può affermare che la qualità della vita è complessivamente soddisfacente: non sussistono problemi gravi legati alle condizioni strutturali delle abitazioni, nè a fenomeni di sovraffollamento o sotto utilizzo dei vani, il reddito familiare è generalmente adeguato ai bisogni nonostante il grado di istruzione sia medio- basso, laureati e diplomati rappresentano il 17% circa della popolazione totale.

Esistono tuttavia fattori che favoriscono situazioni di disagio e "sofferenza" per la fascia giovanile, ad esempio:

In conseguenza di questi fattori esistono situazioni familiari nelle quali i ragazzi non sempre sono adeguatamente seguiti dai genitori e si trovano a gestire spazi di autonomia eccessivi per la loro età trovando spesso riferimento solo nel gruppo dei pari.

All’interno della scuola elementare e media il disagio si manifesta sostanzialmente con uno scarso successo scolastico, obiettivi cognitivi non pienamente raggiunti, e, in alcuni casi, difficoltà nei rapporti interpersonali con compagni e insegnanti. Non esiste invece il fenomeno dell’abbandono.

1.2. Identità, struttura e servizi della scuola

1.2.1. Identità

La scuola è presente nelle due sedi in modo autonomo fin dall'istituzione della scuola media unica con la legge 1859/62. Fino all'anno scolastico 1994/95 le attuali sede centrale e sezione staccata erano due realtà autonome, in quell’anno Ghemme divenne sezione staccata di Romagnano.

Dopo una iniziale fase di assestamento, non priva di difficoltà ma necessaria per integrare le diverse esperienze, negli ultimi anni il Collegio dei Docenti ha elaborato progetti comuni, che tuttavia permettono alle due sedi di conservare una propria fisionomia.

In particolare con la presentazione del progetto di sperimentazione dell’autonomia le caratteristiche dell’offerta formativa si sono sostanzialmente uniformate.

1.2.2. Struttura e servizi della scuola

Nelle due scuole esiste: un laboratorio multimediale, con connessione a Internet, un laboratorio audiovisivi e video, un laboratorio fotografico, aule speciali per Scienze, educazione musicale educazione artistica ed educazione tecnica, un aula di cucina

ALLEGATO 3: dotazione delle aule speciali ed aule di laboratorio

1.3. Regole e statuti della scuola

1.3.1. Carta dei Servizi

La carta dei servizi riassume l'insieme dei regolamenti, delle procedure, delle forme della partecipazione e della comunicazione, i percorsi decisionali e le modalità per la diffusione delle informazioni ivi comprese quelle relative al P.O.F.. L'aggiornamento ed adeguamento della Carta dei Servizi è fra i compiti affidati dal Collegio dei docenti alla Figure Obiettivo

ALLEGATO 4: Carta dei Servizi

1.3.2 Diffusione del P.O.F.

La diffusione dei diversi componenti del P.O.F. avviene:

si procede

( vedi cap. 5.1. VALUTAZIONE par. "Il Consiglio di Classe")

( figure obiettivo vedere cap. 7. GESTIONE DELLE RISORSE UMANE)

(http://corp.intercom.it/ghemme/) - web.tiscalinet.it/scuolaghemme

1.4. Strutture e servizi che gli enti mettono a disposizione della scuola

I comuni sede della scuola garantiscono il servizio di mensa.

Il comune di Romagnano assicura il servizio di trasporto per gli alunni residenti; gli alunni fuori sede fruiscono delle linee pubbliche di trasporto che garantiscono un servizio capillare.

Entrambe le sedi fruiscono del sevizio della biblioteca comunale con un orario di apertura privilegiato , così come vedono assicurata la connessione alla rete internet, il servizio di posta elettronica, nonché spazio nel sito web grazie all'intervento del comune di Ghemme.

1.5. Strutture e servizi della scuola messi a disposizione degli enti locali

Il supporto che la scuola fornisce riguarda la messa a disposizione sia dei locali (palestra, laboratorio di informatica…) sia di alcune attrezzature ( impianto audio, lavagna luminosa…)

ALLEGATO 5: elenco delle attrezzature e strutture messe a disposizione degli enti e associazioni

1.6. Collegamenti e rapporti con il territorio e con l’utenza

Considerate le caratteristiche del territorio costituito nella maggior parte da piccoli comuni, la scuola si propone di stimolare il più possibile la partecipazione dei ragazzi alle diverse attività che gli enti locali e le agenzie private propongono per potenziare da un lato il radicamento storico-culturale, dall'altro sviluppare l'educazione alla cittadinità.

L'attenzione che gli enti locali riservano alla scuola è la prova dell'apprezzamento e del riconoscimento di questa "presenza".

ALLEGATO 6: manifestazioni e collegamenti con il territorio

2. SCELTE CULTURALI E PERCORSI PER MIGLIORARE L’OFFERTA FORMATIVA

2.1. Richieste/bisogni degli utenti e degli insegnanti

 

L'ampliamento, l'arricchimento e la diversificazione dell'offerta formativa della scuola tengono conto del polverizzarsi dei bisogni/desideri, della bassa offerta formativa, del bisogno di radicamento nel territorio e di apertura culturale/interculturale

Il Collegio Docenti, tenendo conto:

ha sintetizzato una serie di richieste - bisogni degli alunni e delle rispettive famiglie, delle comunità e del territorio oltre che degli insegnanti componenti il Collegio stesso.

Eccone l’elenco suddiviso per gruppi .

Gli alunni, che a causa della giovane età, spesso esprimono in modo inconsapevole o indiretto le proprie necessità chiedono di:

Le famiglie chiedono che :

Il territorio, inteso come realtà economica, in considerazione della molteplicità di tipologie produttive presenti e delle trasformazioni del mercato del lavoro chiede di formare giovani che abbiano:

La comunità, intesa come rete delle relazioni umane, chiede alla scuola di:

Gli insegnanti sentono l’esigenza di creare condizioni che consentano loro di operare in modo più efficace :

 

Il P.O.F. di questo istituto, nato dal percorso di ricerca - azione di questi anni intende fornire una risposta adeguata a tale complesso di esigenze.

 

2.2. Finalità della scuola e obiettivi culturali-formativi generali

 

La scuola come finalità primaria si prone di qualificare la propria azione orientativa sviluppando nei ragazzi la capacità di misurarsi con se stessi, con la realtà, con i cambiamenti. Sviluppare, in ragione delle singole individualità, capacità di analisi e di uso dei linguaggi e degli strumenti della comunicazione, nell'ambito delle competenze disciplinari e dell’operativizzazione dei saperi trasversali.

Il contesto culturale e gli utenti a cui si rivolge il nostro istituto, presentano caratteristiche proprie della società attuale, contraddistinta da crisi e contraddizioni profonde ma anche da significative aspettative di apertura verso le proposte di innovazione .

 

 

2.2.1. Le finalità primarie

Le finalità primarie di tutti gli interventi educativi articolate in chiave educativa e didattica sono pertanto:

 

Conoscenza di sé come Consapevolezza

Capacità di lettura/interpretazione della Realtà

Capacità di interazione con i cambiamenti

 

CONOSCENZA DI SÉ COME CONSAPEVOLEZZA:

CAPACITA’ DI LETTURA/INTERPRETAZIONE DELLA REALTÀ

che richiede:

CAPACITÀ DI INTERAZIONE CON I CAMBIAMENTI:

La scuola, con il proprio Piano dell’Offerta Formativa, intende:

Intende quindi privilegiare la qualità rispetto alla quantità, usando al meglio il proprio tempo e puntando:

 

 

 

 

Ponendo attenzione l’attenzione

 

2.2.2. Itinerari educazionali

Tale finalità generali trovano applicazione in un insieme specifico di obiettivi culturali formativi organizzati attorno ad altrettanti itinerari educazionali generali:

alla socializzazione

alla autonomia

alla comunicazione

alla operatività/manualità                    EDUCAZIONE

al pensiero critico

alla creatività

alla conoscenza di sé

all'Autovalutazione

 

 

 

 

EDUCAZIONE ALLA SOCIALIZZAZIONE:

intesa come sviluppo di capacità comportamentali ed intellettuali di collaborazione con i pari e gli adulti anche attraverso l’assunzione di responsabilità

EDUCAZIONE ALLA AUTONOMIA:

intesa come processo guidato che renda il preadolescente consapevole dei processi di conoscenza (capacità di comprendere ed elaborare) e lo avvii all’autonomia dell’apprendimento avvicinandolo al principio dell’educazione permanente.

EDUCAZIONE ALLA COMUNICAZIONE:

intesa come necessità di dotare gli allievi di competenze verbali e non verbali che li rendano capaci di decodificare e produrre messaggi nel rispetto delle forme e delle funzioni utilizzando le tecniche più opportune

EDUCAZIONE ALLA OPERATIVITA’E MANUALITA’:

intesa come percorso guidato che partendo da situazioni ludiche conduca alla capacità di comprensione di concetti di tecniche e tecnologie attraverso il saper fare.

EDUCAZIONE AL PENSIERO CRITICO ED ALLA CREATIVITA’:

intesa come sviluppo di capacità logiche e di pianificazione per la soluzione di problemi nonché la lettura del "fatto" artistico ( letterario, pittorico, grafico, musicale) e creazione di opportunità per favorire esperienze di produzione

EDUCAZIONE ALLA CONOSCENZA DI SE’ ED ALLA AUTOVALUTAZIONE:

intesa come introduzione nel curricolo di momenti specifici dedicati all’orientamento scolastico ed alla valorizzazione della potenzialità orientativa delle discipline sia per i contenuti specifici sia per le metodologie che da essi derivano, conoscenza degli obiettivi e dei criteri di valutazione e conseguente comprensione ed accettazione della valutazione disciplinare.

A partire dalle finalità e dagli obiettivi culturali - formativi sopra elencati, il Collegio ha elaborato ed approvato graduandoli per ogni classe:

ALLEGATO 7: Obiettivi di Istituto

ALLEGATO 8: Obiettivi di Istituto graduati per fasce di livello

Intende inoltre elaborare nel corrente anno criteri di valutazione generale da definire in termini di standard di istituto coerenti con finalità primarie e obiettivi culturali formativi. Si sta inoltre lavorando, con compiti affidati alle Figure Obiettivo ed allo Staff, per adeguare e rendere maggiormente coerenti gli strumenti di valutazione come finalità e obiettivi come formulati dal presente P.O.F.

2.3. Curricoli, opportunità educative e percorsi didattici

Alla costruzione dei curricoli di apprendimento al raggiungimento delle finalità e degli obiettivi contribuiscono:

ed inoltre:

 

 

 

2.3.1.Le discipline

Tutte le discipline, raggruppate in aree affini, sulla base di riflessioni e di elaborazioni successive legate all’analisi del "Documento dei Saggi sulle conoscenze fondamentali della formazione di base" e tenendo conto della realtà territoriale hanno definito:

ALLEGATO 9 : Schede di sintesi delle discipline

 

2.3.2 I percorsi didattici e gli ambiti

Le discipline perseguono il raggiungimento degli obiettivi specifici e generali anche attraverso percorsi didattici che tendono all’attuazione della trasversalità dei saperi mediante l’integrazione di conoscenze e competenze privilegiando l’organizzazione laboratoriale delle attività e la metodologia della ricerca.

ambito della comunicazione e dei linguaggi

ambito delle tecnologie e delle scienze e storiche

ambito delle radici culturali

ambito della persona e della società

 

Ad ogni ambito sono collegati i singoli progetti/percorsi cui si collegano le singole attività (Es: Ambito della comunicazione e dei linguaggi: Progetti: Segno, suono, gesto e parola: Attività: Laboratorio fotografico, Laboratorio Video, Coro e orchestra della scuola…)

Ogni attività è collegata poi alle singole discipline che costituiscono riferimento fondamentale di ogni progetto ed ambito.

ALLEGATO 10: grafo circolare degli ambiti, progetti, attività e discipline e tabella delle relazioni fra discipline ed ambiti e interpolazione ambiti/percorsi/discipline

Le esperienze maturate all’interno degli ambiti hanno portato anche alla sperimentazione di nuovi modelli organizzativi di alcuni insegnamenti curricolari

 

2.3.3. Le attività integrative

Le attività integrative sono costitutive del curricolo di formazione, non sono opzionali e sono soggette a valutazione, comprendono:

2.3.4. Le attività opzionali

Le attività opzionali costituiscono la parte elettiva del curricolo, nella quale gli alunni e le famiglie possono esercitare

una libera scelta ad esempio:

2.3.5. Le attività per favorire esperienze di educazione permanente

Rientrano nell’educazione permanente

per gli alunni :

per gli adulti:

ALLEGATO 11: Elenco/prospetto delle diverse attività / progetti

2.4. Strategie per migliorare l’offerta formativa

Per migliorare l'offerta formativa la scuola dispone attualmente delle seguenti strategie:

I progetti, elaborati da commissioni di lavoro interne al Collegio, sulla base della disponibilità e delle competenze professionali dei docenti che ne fanno parte, vengono sottoposti a valutazione da parte dell'ente proponenti.

A titolo esemplificativo, negli ultimi anni sono stati ottenuti fondi impiegati per introdurre innovazione e modificare la metodologia anche attraverso l’acquisto di strumenti e ausili didattici con l’elaborazione e l’attuazione dei seguenti progetti:

  1. maggio 1997, Programma di sviluppo delle tecnologie didattiche del M.P.I. ( progetti 1 B)

  2. maggio 1998, Programma di sviluppo delle tecnologie didattiche M.P.I. ( progetto 1A)

  3. settembre 1998, progetto di sperimentazione dell’autonomia scolastica " Autonomia Pensante"

  4. riconosciuto dal nucleo di supporto tecnico del Provveditorato progetto di particolare complessità

  5. gennaio 1999, Educazione alla salute "Gustando si impara"

  6. dall’a.s.1995 con cadenza annuale Progetti di sperimentazione metodologica e didattica finalizzati all’integrazione scolastica degli alunni portatori di handicap

  7. Progetti di attività legati all’ambiente svolti su richiesta di collaborazione degli enti locali

  8. 100 prodotti multimediali per la scuola ( prossimamente verrà comunicato se approvato o no)

ALLEGATO 12: Elenco dei progetti con finanziamento esterno

(vedi capitolo 6 AGGIORNAMENTO E FORMAZIONE)

Sono inoltre stati elaborati entro il mese di novembre 1999:

  1. progetto musica (C.M.198/ 99)

  2. progetto Perseus

  3. progetto lingue 2000 M.P.I. (C.M. 197/ 99)

3. AZIONI PER LA REALIZZAZIONE DEL SUCCESSO FORMATIVO

L’innalzamento del successo formativo rimane ambito di intervento implicito sotteso a tutto il P.O.F. e risulta attuato sia attraverso una maggiore individualizzazione dei curricoli e delle offerte, sia attraverso l’attenzione alla costruzione di relazioni interpersonali positive. Tuttavia al proprio interno il P.O.F individua alcuni spazi specifici di realizzazione del successo formativo individuabili in:

3.1. progetti accoglienza, continuità, orientamento nell'ambito del progetto "Dispersione -Orientamento" che prevede l’utilizzo di docenti ai sensi del D.I. 132/94 punti F e G art.3, e viene attuato nelle due sedi dall'anno scolastico 1995/1996

3.2 le attività di sostegno, recupero, promozione delle eccellenze condotte dagli insegnati di sostegno che operano come risorsa di Istituto in relazione stretta con l'insieme delle attività di ciascun consiglio di classe e dagli insegnati delle diverse discipline con modalità definite nel capitolo 4. SCELTE DIDATTICO ORGANIZZATIVE

 

ALLEGATO13: Programmazione e modalità di conduzione delle attività di Sostegno

3.3. il tutoring Come risorsa atta ad individualizzare gli interventi finalizzando risorse e sforzi intorno a singoli alunni, gruppi di alunni in fasi specifiche del lavoro didattico lungo l'anno.

3.4. gli interventi per la realizzazione dell’elevamento dell’obbligo, legati al lavoro di orientamento condotto in questa scuola dalla classe prima come attività di conoscenza di sé, del rapporto con gli altri ed infine come occasione di confronto delle scelte, attività aggiornata a partire dallo scorso anno in relazione all'elevamento dell'obbligo scolastico.

ALLEGATO 14: Attività per l'orientamento e la realizzazione

dell'elevamento dell'obbligo scolastico

 

 

4. SCELTE DIDATTICO-ORGANIZZATIVE

Il modello organizzativo che una scuola propone alla sua utenza potrebbe sembrare in prima analisi secondario rispetto al delicato rapporto insegnamento - apprendimento e poco influente sulla metodologia e sulla didattica. In realtà i due aspetti sono strettamente interdipendenti e spesso il modello orario e la sua concreta articolazione, strumento fondamentale dell’organizzazione di una scuola, possono essere più eloquenti delle enunciazioni degli obiettivi o delle indicazioni teoriche metodologiche e didattiche.

Elaborando il progetto di sperimentazione dell’autonomia si era constata la rigidità dei modelli di scuola imposti, Tempo Normale e Tempo Prolungato, creavano disorientamento nelle famiglie e negli alunni generano difficoltà a volte nel raggiungimento degli obiettivi nella misura attesa. In relazione agli obiettivi attesi e risultati in particolare questa scuola, ha raccolto una serie di dati e documentazione grazie alle attività del docente utilizzato sul progetto "Dispersione -orientamento " ( D.I.132/94) quali ad esempio: comparazione di risultati per materie e classi parallele, rilevazione dati in uscita, indagine su successi/insuccessi ex alunni nel biennio post -obbligo.

Il Collegio Docenti pertanto nell’utilizzare le possibilità offerte dall’autonomia suggerite dalla nuova normativa

ha puntato in particolare a :

attraverso una maggiore flessibilità dell’orario che consenta:

4.1. Modello Orario

Il modello applicato prevede unità di lavoro di 50 minuti nella mattinata dal lunedì al venerdì, con rientri pomeridiani di due unità da 60 minuti, al fine di garantire 30 moduli alle classi a tempo normale e 36 a quelle a tempo prolungato al fine anche di offrire curricoli personalizzati attraverso una articolazione opzionale dei rientri pomeridiani, da definire, nel contratto formativo di ciascun alunno, in ragione dei desideri/bisogni.

Questa scelta di tempo- scuola risponde a precise esigenze dell’utenza, che interpellata attraverso un questionario ha optato quasi all’unanimità per questo modello.

Le flessibilità orarie dei docenti risultano completamente utilizzate (comprese quelle degli insegnanti di sostegno): ogni docente infatti svolge un numero di unità di lavoro settimanali corrispondenti alle 18 ore di servizio, attuando in qualche caso la gestione plurisettimanale dell’orario, ivi comprese le sostituzioni e supplenze.

Le risorse "liberate" da tale modello organizzativo consentono

Tale complesso di iniziative garantisce nel complesso il rispetto del monte ore annuo degli alunni.

In tal modo ogni docente recupera mediamente 3 unità di lavoro settimanali investite come risorse e tempi per tutte le attività di seguito descritte.

In questo modo la flessibilità oraria dei decenti permette una differenziazione ed una intensificazione degli interventi consentendo una organizzazione complessiva delle attività della scuola maggiormente legata ai bisogni didattico/educativi dei ragazzi come risulta dal quadro orario seguente.

 

Tempo Prolungato

 

Lezione disciplinare frontale

50%

Lezione disciplinare non frontale

15%

Studio guidato

15%

Attività integrative obbligatorie

10%

Settimane intensive/apertura al territorio

7%

Interscuola

3%

Tempo Normale:

 

Lezione disciplinare frontale

75%

Lezione disciplinare non frontale

10%

Studio guidato

10%

Settimane intensive/apertura al territorio

5%

ALLEGATO 15: prospetto orario delle due scuole

4.2. Modelli Organizzativi flessibili del tempo scuola

4.2.1. Articolazione flessibile dei gruppi classe

In tale ambito si attua la conduzione delle attività (spiegazioni, recupero, approfondimenti) a classi aperte in orizzontale per gruppi (di livello, di interesse ecc.) ed in verticale.

Per la formazione dei gruppi di livello si considerano normalmente tre fasce, recupero, consolidamento approfondimento che vengono formate tenendo conto dei seguenti criteri:

vedi cap 5 VALUTAZIONE

Ogni alunno nel corso di ciascuna attività e dell’intero anno scolastico potrà essere inserito in fasce di livello diverse a seconda della rilevazioni nelle diverse fasi della valutazione.

4.2.2. Ore a scambio materia su materia o fra discipline affini;

Le prime prevedono la compresenza di insegnanti della stessa disciplina, per il consolidamento delle abilità e la valorizzazione delle eccellenze, permettendo di operare su piccoli gruppi in caso di necessità.

Le seconde prevedono attività laboratoriali con la presenza contemporanea di due insegnanti che consenta sempre di lavorare a piccoli gruppi trattando temi pluridisciplinari e interdisciplinari per contribuire al superamento effettivo della visione settoriale dei saperi.

 

4.2.3. Differenziazione delle tipologie di lezione

Alternare lezioni disciplinari frontali e non frontali, formare gruppi di apprendimento, favorire l’operativizzazione delle discipline, incentivare in modo diffuso l'utilizzo dei supporti multimediali nella conduzione delle lezioni/attività, valorizzare le competenze professionali legate alle discipline ma anche alle esperienze nell'uso delle strutture laboratoriali.

Sono finalizzati all’acquisizione di abilità trasversali: imparare a studiare, ad eseguire le consegne.

La loro attuazione si differenzia nelle tre classi in ragione dei diversi bisogni/necessità degli alunni:

Vengono attuati con la presenza, a rotazione, degli insegnanti di tutte le discipline quando sono finalizzati allo studio ed alla applicazione individuale e quando si strutturano appositi percorsi o attività volte sia al recupero sia all’approfondimento e alla valorizzazione delle eccellenze.

Da quest’anno con l’impiego del lettore di madrelingua verranno svolte atttività di approfondimento della lingua straniera (PROGETTO LINGUE 2000)

 

 

 

 

 

 

4.2.5. Didattica modulare

4.2.5.1 MATEMATICA

suddivisione degli alunni delle classi parallele in 3 gruppi omogenei per livello di apprendimento e stili cognitivi, rotazione settimanale dei gruppi. E’ importante segnalare che l’appartenenza ai diversi livelli non è rigidamente predeterminata, sulla base delle verifiche al termine del modulo di lavoro ogni alunno potrà passare dal terzo al primo livello o viceversa;

1 ora settimanale curricolare di tipo frontale (spiegazioni di carattere generale) rapporto 1 insegnante / intero gruppo classe

3 ore settimanali curricolari di tipo modulare rapporto 3 insegnanti / 2 classi ( una delle ore per il gruppo con maggiori potenzialità è dedicata all’approfondimento);

I gruppi di approfondimento sono sempre affidati all’insegnante che per quel segmento di lavoro possiede, per la sua formazione, le maggiori competenze;

Sono predisposte dall’insegnante di classe sulla base di quanto svolto effettivamente dal gruppo, concordate con le colleghe, proposte al termine del lavoro del gruppo di livello, indipendentemente dagli altri gruppi;

per la valutazione resta responsabile il docente titolare sulla classe

richiede riunioni periodiche a scadenza mensile e brevi incontri settimanali che consentono di regolare l’azione didattica, a seguito del confronto per il controllo del processo di insegnamento/apprendimento.

4.2.5.2. SCIENZE

gruppi fissi di alunni misti non omogenei

1 ora settimanale curricolare di tipo modulare rapporto 3 insegnanti / 2 classi per il percorso disciplinare;

1 ora settimanale curricolare di compresenza rapporto 3 insegnanti / 2 classi per l’educazione ambientale;

utilizzo costante del laboratorio;

predisposte dall’insegnante che conduce il gruppo, indipendentemente dalla titolarità

l’insegnante che conduce il gruppo è responsabile anche della valutazione indipendentemente dalla titolarità sulla classe

richiede riunioni periodiche a scadenza mensile e brevi incontri settimanali che consentono di regolare l’azione didattica, a seguito del confronto per il controllo del processo di insegnamento/apprendimento.

4.2.5.3 EDUCAZIONE ARTISTICA/MUSICALE

gruppi fissi di alunni per livelli/abilità/interessi

Primo quadrimestre:

classi seconde, (nel primo quadrimestre in ragione del bisogno di consolidare una serie di abilità/competenze fondamentali presentate ma non completamente acquisite nel corso della classe prima) utilizzando le due ore di Educazione Musicale e le due ore di Educazione Artistica, dividendo la classe, lavorando in piccoli gruppi che svolgono attività differenziate in ragione dei diversi livelli di abilità. Conduce il gruppo sempre l’insegnate della disciplina

Secondo quadrimestre:

la stessa cosa sulle classi prime che, costruito il gruppo classe nel primo quadrimestre e definito un quadro comune di competenze di base, iniziano un percorso di sviluppo delle abilità anche differenziando offerte/richieste

predisposte dall’insegnante della disciplina

4.2.6. Settimane intensive

Dedicate a tematiche/progetti specifici, come indicato dal Ministero (ambiente, beni culturali, sicurezza, educazione alla salute, sport….) o su iniziativa autonoma della scuola.

Ogni "settimana" viene programmata prevedendo attività intensive sulla tematica con modifiche all’orario settimanale delle lezioni. Le attività possono essere comuni a tutte le classi o coinvolgere in modo differente a seconda delle esperienze e del curricolo già percorso dagli alunni .

In alcuni casi c’è stato il coinvolgimento delle famiglie e degli Enti Locali

 

4.2.7 Laboratori

Per semplificare possiamo dire che possono essere sostanzialmente di due tipi:

Per l’anno scolastico in corso :

Romagnano: chitarra, cucina, atletica, nuoto, videocamera, falegnameria, giornalino;

Ghemme: bricolage, fotografia, murales, nuoto, scacchi, coro - orchestra.

 

5. VALUTAZIONE

Per questo Collegio Docenti la valutazione attiene principalmente due ambiti:

5.1. La valutazione degli alunni

5.1.1. Premessa

Il collegio docenti, consapevole delle molteplici variabili che interagiscono nel determinare i successi o gli insuccessi del processo di insegnamento- apprendimento, non tutte controllabili dalla scuola, ritiene comunque che la valutazione degli apprendimenti non sia solo un obbligo istituzionale con valore certificativo, ma sia una fase necessaria e importante della professionalità docente.

La valutazione è indispensabile:

agli insegnanti:

agli alunni:

alle famiglie:

Come diffusamente spiegato nel capitolo SCELTE DIDATTICO-ORGANIZZATIVE il P.O.F. prevede l’utilizzo dell’articolazione flessibile dei gruppi classe e della didattica modulare, questo concretamente si traduce :

perciò particolare attenzione andrà posta alla:

valutazione in ingresso o diagnostica dell’intero gruppo classe

valutazione finale

 

 

5.1.2. Organi preposti

5.1.2.1. Il collegio Docenti

5.1.2.2. I Consigli di classe,

tenendo conto delle indicazioni e degli strumenti predisposti dal Collegio:

ALLEGATO 16: SCHEDA PER IL PASSAGGIO DELLE INFORMAZIONI

ALLEGATO 17: SCHEDA RIASSUNTIVA DEL CONSIGLIO DI CLASSE

ALLEGATO 18 : SCHEDA RIASSUNTIVA PER L’INSEGNANTE

ALLEGATO 19: CONTRATTO FORMATIVO

Tutti gli strumenti citati e allegati sono parte integrante dei verbali del Consiglio di classe e del registro personale degli insegnanti.

5.1.2.3. Gli insegnanti

Sulla base dei programmi ministeriali, della programmazione di istituto, degli obiettivi del Consiglio di classe, degli obiettivi concordati per aree, della caratteristiche degli alunni:

 

Le tipologie di verifica sono legate alla programmazione e alle specificità disciplinari, nonché alle scelte dell’insegnante

 

5.1.3. Questioni aperte: la valutazione delle competenze

Dalla rilevazione e analisi dei dati in uscita relativi agli esami di licenza, dalle osservazioni e riflessioni del gruppo IRRSAE di monitoraggio dell’autonomia proposte durante i tre incontri avvenuti nell’a.s.1998/99, è emerso che l’attuale sistema di valutazione e gli strumenti imposti a livello nazionale sono strutturati per rilevare il "sapere" e in parte il "saper fare" disciplinare, non riescono invece a fare emergere le "competenze" acquisite.

Queste osservazioni e riflessioni sono state riprese all’interno del corso di formazione avviato quest’anno dalla nostra scuola in forma consorziata con altre due scuole medie

( vedere cap. AGGIORNAMENTO E FORMAZIONE)

La valutazione delle competenze rimane pertanto un problema aperto e come tale oggetto di riflessione, motivo di formazione e aggiornamento nonché di ricerca progettuale.

5.2. L’autovalutazione ovvero la scuola valuta se stessa

Nell'ottica del miglioramento della qualità del servizio e avendo scelto quale area forte di qualità il rapporto insegnamento/apprendimento, il Collegio ha cercato e cerca strumenti che gli permettano di condurre riflessioni sulla qualità degli insegnamenti e sull'adeguatezza degli interventi educativi in relazione alle finalità e ai bisogni individuati.

Le finalità sono:

5.2.1. Il controllo dei processi interni

Durante l’anno scolastico 1998/99 la scuola aveva aderito ad una iniziativa del gruppo NOVE dell’OPPI attraverso la somministrazione a tutti i suoi membri di un questionario sulla qualità della lezione, la tabulazione dei dati è disponibile presso l’istituto ed è stata discussa in una apposita seduta del Collegio dei Docenti.

Il Collegio dei docenti ha inoltre dedicato alcune sedute alla valutazione complessiva del progetto autonomia individuandone aspetti positivi e negativi

Le osservazioni emerse sono state utilizzate nella progettazione delle attività di questo anno scolastico.

5.2.2. La valutazione dell’offerta formativa e dei risultati ottenuti

Spetta sempre al Collegio Docenti e al Consiglio di Istituto, misurare:

Riguardo le scelte didattico organizzative attuate vi è stato un ritorno significativo e positivo da parte dell’utenza coinvolta con modalità diverse:

Nel corrente anno scolastico si sono inoltre iscritti alla nostra scuola alunni provenienti da comuni che normalmente non costituivano tradizionale bacino di utenza .

5.2.3 Strumenti e documentazione

Una organizzazione scolastica flessibile come quella adottata dalla nostra scuola impone controlli costanti dei processi di apprendimento degli alunni ma anche delle attività e dei progetti, si di quelli disciplinari che di quelli diversamente connessi agli "ambiti di intervento" definiti più sopra. Per questo, come si dirà più avanti, il Collegio ha deciso di assegnare alle due "Funzioni obiettivo" compiti di coordinamento centrati in particolare al controllo delle coerenze didattiche e progettuali complessive. Le singole funzioni obiettivo, all’interno delle attività dello Staff definiscono periodicamente i propri compiti ed attività che al momento attuale sono:

6. AGGIORNAMENTO E FORMAZIONE

L’aggiornamento e la formazione sono state citate, in questo P.O.F., al primo posto tra le strategie di cui il Collegio Docenti dispone per migliorare l’offerta educativa.

Negli anni precedenti, il Collegio ha progettato e realizzato iniziative autonome o consorziate di aggiornamento a cui ha sempre partecipato un numero congruo di docenti. Naturalmente a queste si aggiungevano le partecipazioni a corsi esterni proposti da diversi enti e/o organizzazioni culturali.

Con l’anno scolastico 1998/99 e la sperimentazione dell’autonomia il Collegio ha stabilito sia le finalità cui devono rispondere aggiornamento e formazione, sia gli ambiti di contenuto prioritari.

ALLEGATO 20: ELENCO CORSI DI AGGIRONAMENTO E RIMANDI

6.1. Finalità, ambiti e modalità organizzative

6.1.1. Finalità

6.1.2. Ambiti

6.1.3. Modalità di organizzazione

La metodologia adottata dal Collegio prevede in genere la delega della partecipazione ad un gruppo di insegnati che si impegnano poi a gestire momenti di ricaduta interni all'istituto.

6.2. Corsi attivati nell’anno scolastico 1998/99

Corso di secondo livello legato al Progetto Multimedialità denominato" Corso Mallory" e realizzato in forma consorziata con la scuola media di Borgomanero e con il Circolo didattico di Borgomanero. Il corso è stato in parte dedicato alla progettazione ed organizzazione delle attività scolastiche in rapporto a contesti didattici multimediali, flessibili e rinnovati e all’uso di SW per la costruzione di Ipertesti.

6.3. Corsi attivati per l’anno scolastico 1999/2000

Intervento formativo collegato con il progetto autonomia, realizzato in forma consorziata con le scuole medie di Oleggio e Galliate. Per il nostro istituto è prevista la partecipazione di docenti del collegio con particolare attenzione per le Figure Obiettivo e lo Staff.

 

7. GESTIONE DELLE RISORSE UMANE E VALORIZZAZIONE DELLE PROFESSIONALITA’

7.1. L’esperienza dell’anno scolastico 1998/99

Nell’anno scolastico 1998/99 con l’attuazione del progetto di sperimentazione dell’autonomia

era parso evidente che gli elementi di flessibilità e di innovazione introdotti avrebbero reso più complesso il controllo dei processi. Si era sperimentata quindi una struttura gestionale e organizzativa che, tenendo conto anche del disegno di legge di riforma degli organi collegiali a livello di istituto, aveva previsto:

aspetti di ordinaria amministrazione e di collegamento con i coordinatori dei consigli di classe della sede

- secondo collaboratore del preside con le stesse funzioni del primo per la sezione staccata della quale era anche il responsabile;

- due referenti, uno per sede, con la funzione di curare gli aspetti relativi all'orario, alla gestione dei laboratori, all'intersecarsi delle attività e i rapporti con i docenti "nuovi", ai fini del loro inserimento nelle attività della scuola;

- responsabile amministrativo dell'Istituto, come referente per gli aspetti gestionali amministrativi.

Le riunioni di staff non avvenivano secondo una periodicità prefissata, ma flessibilmente, in relazione alle esigenze verificate.

7.2. L’anno scolastico 1999/2000 e la determinazione delle figure obiettivo

L’esperienza gestionale prima descritta è risultata molto utile all’inizio di questo anno scolastico quando nelle prime sedute di Collegio ci si è confrontati sulle "Figure Obiettivo" previste all’art.37 del C.C.N. integrativo del 3/8/ 1999.

Il Collegio ha così nominato una commissione che sulla base della normativa di riferimento, dei bisogni dell’istituto e dell’esperienza dell’anno precedente :

 

Il Collegio Docenti nella seduta del 29/10/99 ha così designato:

  1. come collaboratore vicario la prof. Renolfi Raffaella

  2. come responsabile della sezione staccata per la parte organizzativa la prof. Cottura Daniela

  3. funzione di coordinatore delle attività di piano il prof. Lovatto Alberto

  4. funzione di coordinatore didattico la prof. Fagnani MariaPatrizia

Dai lavori della commissione e dal dibattito interno al Collegio è tuttavia emerso che, vista la complessità dei compiti attribuiti, in modo particolare alle funzioni obiettivo, sarà indispensabile la costituzione di una rete di collaboratori.

Durante il Collegio si sono raccolte le seguenti disponibilità:

  1. collaboratore per la didattica nell’ambito continuità - orientamento e documentazione dei processi la prof. Fortina Piera (utilizzata su progetto ai sensi della C.M. 257 /94 art.3 D.I.132 lett. F/G)

  2. collaboratore organizzativo per la sezione visite e viaggi di istruzione prof. Iviglia Fabrizio

  3. collaboratori organizzativi per la gestione dei laboratori di informatica :

  4. -a Romagnano prof. Fornara Maura e Renolfi Raffaella

    -a Ghemme prof. Lovatto Alberto e Gabellieri Mino

  5. referenti per la Protezione Civile:

  6. -a Romagnano prof. Didò Norberto

    -a Ghemme prof. Gabellieri Mino

  7. collaboratore organizzativo per la gestione della biblioteca

-a Romagnano prof. Ferrari Barbara

 

 

La preside

Professoressa
Albertina Motta