ANTONIO BRUNO

1891-1932

                          PROFILO BIOGRAFICO
Nasce a Biancavilla il 26 Novembre 1891, da Alfio Bruno e da Carolina 
Sciacca, e precisamente in quel palazzo di Via Vitt. Emanuele sito di 
fronte al plesso "G. Marconi" delle Scuoole Elementari inteso come "Il
palazzo Bruno", specificazione derivata dal padre, il noto e fattivo 
Sindaco Alfio Bruno.
A Biancavilla trascorre infanzia e adolescenza, rilevando grande
vivacit… di intelligenza e ad un tempo, un non  comune spirito di 
osservazione e una straordinaria ansia di esperienze sempre nuove, 
che, raggiunta la maggiore et…, lo spingono all'evasione verso lidi 
dai piu' vasti orizzonti del suo "natio borgo selvaggio", giusta 
quanto ha detto del proprio paese il Poeta, alla conoscenza amorevole 
del quale, il Bruno, per congeniale senso dell'arte poetica e per 
simiglianza di "forma mentis", profonde "studio e adorazione", come ha 
modo di dichiarare nella dedica del suo primo lavoro "Come amo' e non 
fu riamato Giacomo Leopardi".
Comunque, il paese natio sar… sempre oggetto del suo amore e argomento 
di notazioni bellissime per poetica coloritura, in virtu' di quella 
legge naturale da lui delineata come "inguaribile umore che lega al 
luogo natio e lo fa volere bene in un modo onell'altro, e quando ogni 
modo Š impossibile con la piu' appassionata avversione".
Icastico e dalle vivaci tinti, quasi un acquerello, Š, tra l'altro, il 
quadretto che presenta Biancavilla e dintorini nell'ora del tramento 
ove tutto parla musicalmente e materialmente, sia nell'aspetto urbano,
sia in quello agreste, e da esso stralciamo: "La lingua del fiume Š 
una serpe lucente: e le campane di Aderno' giungono come un sussurro 
d'aria a cui risponde la solennita' velata di quelle di Licodia, in 
cospetto dell'ostia d'oro del sole. E quelle di Biancavilla si 
sciolgono ad annunziare la benedizione. Dapprima Š la Matrice, e 
presto, in coro. l'Annunziata, la Badia il Convento, in un garrulo 
rimbalzo, di timbri che si smorano nel soffice abisso dell'aria. Il 
quartiere discende dal tergo del palazzo in una vecchiaia di tetti 
bassi e di tegole grigie ai Getsemani delle chiuse d'ulivi. E' l'ora 
in cui l'ombra si allunga nelgli orti delle case arabe, e le 
cedronelle e i melograni si chinanao alla brezza".
Frequento' a Catania le scuole medio-superiori presso il Reale 
Collegio "M. Cutelli" e vi consegui' la Licenza Liceale. Ma la vita 
del Collegio gli andava poco a genio se piu' tardi si espresse su di 
essa in questo modo: "I colori dei cartelli dei cinematografi mi 
esasperano e le ballerine dei variet… che ripetono le movenze crude 
dei balli d'apaches mi irritano piu' dei miei sei anni di Collegio". 
Ottenuto il diploma potŠ iscriversi all'Istituto Superiore di Scienze 
Sociali "C. Alfieri" di Firenze, scelta che ovviamente non era 
destinata a secondare le sue tendenze di intellettuale di altra natura
e pertanto abbandoner… progressivamente l'idea della Laurea e 
frequenter… caffŠ, redazioni, salotti, uomini gi… affermati (De 
Robertis, Prezzolini) e giovani in via di affermazione.
Il 7 maggio 1912 pronunzia all'Universit… di Roma un discorso del gi… 
accennato titolo "Come amo' e non fu riamato Giacomo Leopardi", nel
quale, con dovizia di citazionim argomenta che, piu che donne reali, 
Leopardi amo' delle bellezze muliebri dalla parvenza rispondente a 
quell'ideale di "eterno femminino" che rappresento' in lui un 
esaltante empito damore, e che i suoi amori naufragarono nella piu' 
amara delusione per una mancata virile intraprendenza del Poeta, che 
spingeva solo a un sentimento di compassione.
Ritorner… ancora a Roma negli anni 1913-1918-1920-1921. Ormai i viaggi 
sono frequenti e rispondono ad un insopprimibile bisogno del suo genio 
creativo: "Viaggiare, rinascere nello spazio degli artisti Š un 
istinto che si dichiara prima della stessa volont… di creare" 
(Rousseau); "e permane in intimo rapporto di'intensit… e durata con la
loro potenza creatrice (...). Ha radici nella necesst… di idealizzare, 
impellente, nel poeta sopratutti. E fa miracoli ...". Dal 1914 Š a 
Londra e l'anno seguente Š di ritorno a Catania, dove pubblica, 
insieme a Centorbi, Ittar, D'Arteni, il quindicinale letterario 
"Pickwick", al quale collaborano, tra gli altri, Soffici, Onofri,
Titta-Rosa, quindicinale che merito' dal De Robertis questo 
lusinghiero apprezzamento: "La sola rivista degna di considerazione 
che sia uscita in Italia in questi ultimi tempi, tra tutte l'altre che 
disonorano la letteratura e l'arte".
E' a Viareggio nel 1916, mentre l'anno seguente lo trascorre a 
Firenze, patria ideale dell'arte, immancabile soggiorno per un Bruno, 
tra l'altro, fine intenditore di opere di arti figurative, che in un 
diario annotava: "L'architettura mi ha soggiogato e tratto fuori dal 
tempo piu' della musica, piu' della poesia, piu delle donne che ho 
amato di piu'". E appunto un grande amore lo teneva legato a queta 
citt… per la fiorentina Ada Fedora Novelli, cui Š dedicata qualche 
nota poetica nella silloge "Fuochi di Bengala", che viene indicata con 
nome di "Dolly Ferretti" e che campeggia, con tutta la passione che
ispira al Poeta Biancavillese nelle "50 lettere d'amore alla Signorina 
Dolly Ferretti", destinate a vedere la luce nel 1928.
Nel 1918 Antonio Bruno Š diu nuov a Catania, donde di li a poco 
riparte per Roma.
Eccolo ritornare l'anno seguente a Catania e da qui ripartire alla 
volta della Metropoli francese, che magistralmente descrive nel 
"quaderno inedito del giugno 1923 - luglio 1924", nel brano dal titolo 
"Coloro a Parigi", dove, con sagace spirito di osservazione evidenzia 
come "Parigi cambia d'aspetto, di psicologia e di storia ad ogni 
quartiere", quando vi ritorna nel 1923 e per l'occasione visita una 
mostra di Daumier, in seguito alla quale appunta nel Diario: "Daumier 
mi ha fatto felice".
A Palermo, nel 1927, legge ad un pubblico scelto poesie e traduzioni.
Si spegne la notte del 28 agosto del 1932 a Catania, e da qui le 
spoglie mortali vengono traslate a Biancavilla.
Anche queste, purtroppo, hanno subito la stessa sorte di oblio del suo 
nome e delle sue opere: sulla tomba neppure il nome fino ad alcuni 
anni fa era stato segnato!
Solo nel 1966 l'Amministrazione Comunale essendo Sindaco l'Avvocato 
Dino Laudani, ha, con notevole senso civico deciso di apporre in 
cimitero una pietra tombale in memoria, e patrocinata la stampa di un 
libro, che ha riscosso notevole successo, curato dal Ch.mo Prof. 
Ermanno Scuderi dal titolo "Dal Salmista al maudits".
Per una serie di favorevoli coincidenze spetta ancora all'avv. Dino 
Laudani occuparsi di Antonio Bruno: l'11 novembre 1987, infatti, Š 
stato rieletto Sindaco di