PRIGNANO CILENTO

POSIZIONE GEOGRAFICA E PANORAMICA

Prignano Cilento giace sopra un colle molto salubre e verdeggiante, dominante la valle della cittadina di Agropoli ad ovest e il fiume Alento a sud-est, in una zona ricca di uliveti, fichi e vigneti.

Prignano, ubicato nel cuore del Cilento, è circondato da ubertose campagne e da ridenti colline di ricca vegetazione, di querce e varia macchia di erica e di ginestra.

Di fronte, Prignano, ha una veduta incantevole costituita dal colle di Rocca Cilento, alla cui sommità si scorge lo storico castello feudale e il Monte Stella, svettante nell’azzurro del cielo.

Dalla sommità del caseggiato prignanese ,nelle calde serate d’estate e nei primi tepori autunnali, si osservano dei meravigliosi tramonti quando il sole, come una palla di fuoco, sembra letteralmente tuffarsi verso l’isola di Capri nel mar Tirreno.

Un panorama, insomma, ricco di poesia e di immensa bellezza.

Prignano dista da Salerno, capoluogo di Provincia, Km 55, con un’altitudine s/m di m. 425.

Nel punto più antico di Prignano troviamo resti di alcune antiche case, costruite con calcina e pietra locale. Questi materiali erano necessari per l’organizzazione difensiva del paese che , nei tempi antichi, era continuamente esposto a invasioni e saccheggi da parte di pirati, che invadevano le località marittime di Agropoli e di Paestum.

A Prignano, come in altri paesi del Cilento, si notano ancora delle antiche torri di difensiva, sviluppate specialmente in altezza per lo più ad un solo ambiente quadrangolare, con ponti levatoi e strette aperture alla sommità.

A Melito, frazione di Prignano, al vicolo degli Aranci, troviamo un’ antica torre molto ben conservata in tutta la sua struttura. Intorno alle mura vi sono delle mensole di pietra a forma di merlatura, nelle aperture laterali si vedono delle pietre incavate dove scorrevano, certamente ,i cardini del ponte levatoio. Quali mezzi di difesa, in caso di assedio, nei muri si scorgono molte feritoie attraverso le quali i prignanesi saettavano il nemico assalente.

Oltre le feritoie, vale la pena citare un rudimentale e caratteristico mezzo di difesa usato dagli assediati e tramandato fino ai nostri giorni. Esso è una specie di girandola situata alla sommità della torre che, messa in moto dalle braccia degli assediati, faceva roteare intorno alla stessa una serie di grosse palle di pietra attaccate a delle catene di ferro. Il roteare continuo degli ordigni di pietra intorno alla torre , serviva per distruggere i mezzi usati dal nemico per dare la scalata alla fortezza, mentre dall’interno attraverso le feritoie, con le armi da fuoco, venivano colpiti gli assalitori e spesso messi in fuga. I prignanesi, quando erano minacciati, suonavano le campane, le "tofe"(una specie di conchiglie marine o apparecchi fabbricati appositamente in terracotta ) o facevano dense fumate sia di giorno che di notte, con grandi lucerne alimentate da grassi animali o dall’olio di oliva. Questi mezzi difensivi risultavano efficaci per richiamare l’attenzione delle popolazioni dei paesi vicini e poter organizzare così interventi armati contro gli assalitori.

Esistono molte case di aspetto signorile, ubicate in punti più o meno elevati del paese, abitate tuttora da famiglie, che se pur risultano dimoranti a Prignano da epoca molto remota, non si può dire che in passato ne fossero stati i primi proprietari. Un antico caseggiato, ora diviso a più famiglie, si vede tuttora in una località elevata di Prignano denominata "Tempone". Secondo la tradizione questo antico palazzo fu la dimora dei primi feudatari di Prignano. Nella volta interna dell’ingresso ancora si scorgono tracce di affreschi con al centro un grande stemma dipinto. Nel corso degli anni molte altre dimore vennero costruite addossate alle vecchie costruzioni, man mano che il numero degli abitanti aumentava, determinando in tal modo la congiunzione fra un fabbricato e l’altro, dando origine così a delle strade interne:Corso Umberto I , Salita San Giuseppe e Salita Purgatorio.

Vicino alla Chiesa Madre si ammira il sontuoso castello di proprietà della famiglia Cardone, ultimi signori feudali di Prignano. La dimora fu costruita verso i primi anni del 1600.

Durante l’ultima guerra mondiale del 1940-1943, il castello dei marchesi Cardone venne adibito ad ospedale militare dalle truppe tedesche dislocate a difesa della costiera cilentana. Nella frazione di Melito, come a Prignano si ammirano delle antiche case signorili ornate di artistici portali, costruiti in pietra locale.

Le testimonianze di persone anziane prignanesi attesterebbero la straordinaria importanza che ebbe questo caseggiato nel servizio postale, effettuato con diligenze per i vari paesi del Cilento.

LE ORIGINI DI PRIGNANO

Secondo la tradizione il nome di Prignano deriva "dalla frequenza di piante di pero" .Altri scrivono che probabilmente, Prignano "fu fondato da superstiti agropolesi o pestani dopo l’occupazione di queste due città dalle orde dei Saraceni".

Che Prignano fosse uno dei più antichi casali del Cilento è cosa provata dalla testimonianza di alcuni documenti.

Nell’anno 796, Prignano venne donato da Agismondo, principe di Salerno, ai monaci della Badia di Cava. I Benedettini, a causa della loro ammirabile operosità e del fervore religioso, popolarono tutte le terre del Cilento durante il dominio Longobardo. Essi fissarono la dimora in rustiche celle solitarie, poi si dedicarono alla costruzione di molte chiese e conventi, trasformando così i secolari boschi di querce in fecondi vigneti e uliveti.

Da alcuni ritrovamenti di reperti archeologici, quali monete greche e romane, tombe con vasellame bianco e figure dipinte di nero, grandi tegoloni di tufo pestano, muriccioli di leggeri laterizi, si può desumere che le origini di Prignano potrebbero risalire a tempi antecedenti al796.

 

CENNI STORICI E FEUDALESIMO

Prignano fu soggetta alla signoria della casa dei Sanseverino principi di Salerno, ai quali seguirono molti altri feudatari, tra i quali l’ antica famiglia Prignano, che nel XIV secolo possedeva il casale in feudo.

 

PRIGNANO "SACRA"

La Chiesa parrocchiale di Prignano, dedicata a San Nicola di Bari, risulta edificata prima del secolo XIII.

L’ interno della chiesa è diviso in tre navate ed è notevole per la sua ampiezza e per i suoi cinque altari di finissimo marmo bianco di Carrara.

Dall’alto della torre campanaria, a cui si accede attraverso una scala di ferro di recente costruzione, si gode un panorama incantevole che si estende oltre il paese.

Questa nostra chiesa è una delle tante chiese del Cilento di semplice e snella costruzione, e pure ha in sé dell’attraente per il luogo dove è stata costruita: a cavalcioni di una ridente collina.

La chiesa di S. Antonio di Padova

Alla fine del Corso Garibaldi sorride allo sguardo del turista la chiesetta dedicata a S. Antonio di Padova. Questa chiesetta è quello che resta di un antico convento di Agostiniani, soppresso con bolla di Papa Innocenzo X.

L’interno si presenta piuttosto semplice e spoglio a causa di vari restauri. Esistono oggi cinque statue e un’ antica custodia di legno.

La chiesa di S.Caterina vergine e martire

A Melito, frazione di Prignano, la chiesa dedicata a S.Caterina è ubicata nella piccola piazzetta omonima. Non si conosce con precisione l’epoca della edificazione di questa chiesa, ma è da ritenere con maggiore probabilità che sia stata costruita prima del 500.

Nell’interno si ammira l’antico altare fabbricato in calcina e pietra e una antica tela che rappresenta il "Mistico sposalizio di S. Caterina con Gesù ".

 

L’ antica cappella di S. Giuliano

Si racconta che, nel 1300 circa, la Cappella di San Giuliano fosse stata una semplice cella oratorio. Oggi questa cappella è dedicata a S. Biagio.

 

La cappella SS.Annunziata

La Cappella fu edificata dalla famiglia Prignano, nel secolo XIV.

E’ ubicata al corso Garibaldi, adiacente a un antico palazzo signorile, dimora dei Prignano. Nell’ interno del predetto palazzo, si ammira un piccolo oratorio dedicato a S.Andrea.

 

L’oratorio dedicato a S.Giuseppe

Nel 1725 la famiglia Cernelli fece edificare un piccolo oratorio, all’angolo destro della loro casa ubicata in via S.Giuseppe, a devozione.

 

L’oratorio dedicato a S.Caterina

Questa cappellina occupa uno spazio di un angolo esterno di un caseggiato signorile, antica dimora della famiglia Vecchio.

 

La chiesa dedicata ai SS.Cosma e Damiano.

La chiesa fu eretta prima dell’ anno 1000 d.C.

Il suo interno, diviso a tre nevate è a pianta quadrangolare. La chiesa, di semplice struttura , è adiacente al cimitero.

Le principali festività- fiere e mercati

Le feste principali sono:

 

Molto nota è la festività in onore di S. Nicola di Bari, nella quale si rievocano, "nell’opera dei Turchi" due miracoli del Santo.

Nella prima parte della rappresentazione si narra il miracolo della resurrezione di tre fanciulli, trucidati barbaramente da un "tavernaro spietato", ridotti e messi in "salamoia" in un mastello.

Secondo una leggenda, la carne dei tre innocenti fanciulli veniva data in pasto dall’oste snaturato a persone che frequentavano la sua osteria.

Nella seconda ed ultima scena si rievoca la salvezza, per intercessione di S.Nicola, di un giovanotto barese, Diodato, schiavo dei Turchi nella città di Costantinopoli.

 

 

Prodotti tipici

I prodotti principali, facilmente acquistabili presso tutti i contadini, vanno dall’olio di oliva, ai cereali, ai fichi di qualità eccellentissima, ai vini e varia frutta. Di produzione artigianale sono ancora i salumi e i formaggi .In primavera si trovano asparagi e in autunno i funghi nei boschi e nelle macchie.

 

Un intervista a qualche contadino prignanese

D. Il vostro terreno è coltivato?

R. Una metà è coltivato e l’altra metà è incolto.

D. E’ fertile o ha richiesto molto lavoro per renderlo adatto alla coltivazione?

R.Si, ha richiesto molto lavoro, perché non è in pianura, ma è in collina.

D.Quali lavori ha richiesto?

R. Ha richiesto molti lavori : l’aratura, la potatura e il terreno è stato arrichito con del concime naturale.

D. Quale piante si coltivano?

R. Si coltivano : gli olivi, i fichi, le viti e gli alberi da frutto, come il pero e il melo.

D. Quali lavori richiedono?

R. Richiedono la potatura dei rami secchi, la concimazione per rendere le piante fertili e l’innaffiatura.

Classe IV elementare di Prignano

Docente: Maria Giovanna Bassi