Negli Stati Uniti d'America
il Comitato consultivo nazionale di bioetica ha reso noto che il numero di
campioni di DNA stoccati supera i 282 milioni, di cui 2,3 milioni destinati
alla ricerca. Se si mettono a confronto i geni di persone malate con i geni
di persone sane, si possono identificare quelli associati alla patologia e
sperare così di realizzare una molecola che agisca contro i suoi effetti. |
In alcune occasioni il DNA
viene utilizzato come strumento di censimento. Questo è il caso dell'orso
bruno nell'Appennino centrale; per questa specie la valutazione della
consistenza della popolazione è particolarmente complessa, infatti, la bassa
densità, l'elevata mobilità, i ritmi di attività crepuscolari e le
caratteristiche morfologiche del terreno non permettono di usare le
convenzionali tecniche di ricerca. La mancanza di stime attendibili della
consistenza della popolazione, del tasso di riproduzione, del tasso e delle
cause di mortalità sono tra gli aspetti più critici della tutela di
quest'orso; per questo motivo il "censimento" della popolazione
viene condotto con metodologie innovative e non invasive, analizzando il DNA
contenuto nei peli (radice) e negli escrementi (nelle cellule di sfaldamento
della mucosa intestinale). Con questa tecnica ogni esemplare viene schedato e
sarà riconoscibile dagli altri per le caratteristiche peculiari del suo DNA,
proprio come se avesse un codice a barre. |
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Grazie all'identificazione
del DNA è possibile debellare una malattia. Dopo un secolo di tentativi
falliti, un team di 160 ricercatori ha messo a punto la mappatura genetica
del parassita e anche della zanzara che trasmettono la malaria. La comunità
scientifica, cioè, è in grado di studiare le debolezze genetiche
dell'organismo per accelerare lo studio di un vaccino contro questa malattia |
Grazie ad una recente scoperta, che permetterà di
sviluppare componenti elettronici sempre più veloci e più piccoli, si sono
creati motori che vanno a DNA invece che a benzina. Si tratta di dispositivi
nanometrici, tanto piccoli che nessun microscopio al mondo potrebbe vederli.
Per riuscire ad ottenere questo risultato, gli scienziati di Bell Labs e
dell'Università di Oxford, hanno sfruttato le proprietà del DNA, e, in
particolare, parte di una molecola di DNA sintetico che è in grado di
replicarsi autonomamente. Lo stesso DNA funge anche da carburante per questi
motori: ciò significa che sono completamente autosufficienti e non richiedono
altre sostanze chimiche per funzionare.
I ricercatori del MIT (Cambridge, MA, USA) hanno dimostrato che si può
comunicare col DNA usando le onde radio. Con le molecole radio-controllate, si
potranno un giorno realizzare strumenti composti da singoli atomi o singole
molecole che riescono ad attivare o disattivare i geni e controllare le
funzioni biomolecolari. I ricercatori hanno legato antenne con radiofrequenza
nanaoscopica al DNA e sono stati in grado di trasmettere segnali
elettromagnetici alle molecole provocando la denaturazione della doppia elica
ibridizzata del DNA.
Questa esplosione di scoperte
e applicazioni è stata resa possibile dalla tecnologia del DNA ricombinante.
Nelle ricerche sul DNA ricombinante, dette anche di ingegneria genetica,
segmenti di molecole di DNA prelevate da fonti diverse vengono modificati,
ricombinati e poi inseriti in altre cellule dove avviene l'espressione dei
geni portati dal DNA modificato. Per poter condurre studi sul DNA
ricombinante gli scienziati devono: avere segmenti abbastanza piccoli da
essere analizzati e manipolati, avere grosse quantità di questi segmenti,
conoscerne la sequenza nucleotidica, essere in grado di identificare i
segmenti specifici presi in considerazione. Queste quattro tappe non sono
necessariamente sequenziali, l'ordine di svolgimento dipende dagli obiettivi
dello specifico progetto. La tecnologia del DNA ricombinante utilizza i
meccanismi naturali (plasmidi, virus, ecc.) mediante i quali i geni possono
spostarsi da un sito all'altro. |
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Lo sviluppo delle tecniche
per tagliare le molecole del DNA in frammenti più piccoli e per produrre copie
multiple di quei frammenti rende possibili oggi, in linea teorica, la
determinazione della sequenza nucleotidica di qualsiasi gene isolato. |