IL CODICE GENETICO
RISIEDE NEL D. N. A. E NON NELLE PROTEINE
Gli esperimenti sui
batteriofagi
Nel 1940 ebbe inizio una serie di esperimenti fondamentali che
utilizzavano un altro «materiale adatto», destinato a diventare tanto
importante nella ricerca quanto la pianta di pisello e il moscerino della
frutta. Tale materiale era un gruppo di virus che attaccano i batteri e
sono pertanto detti batteriofagi. («mangiatori di batteri»). I
batteriofagi scelti inizialmente per questi studi furono quelli che attaccano Escherichia
coli uno tra i più comuni batteri dell'intestino umano.
L'analisi clinica dei batteriofagi rivelò che essi sono costituiti quasi
esclusivamente da DNA e proteine, le due sostanze che negli anni '40 erano i
principali concorrenti al ruolo di materiale genetico. La questione su quale dei due tipi di molecola contenga
i geni virali, cioè il materiale ereditario che dirige la sintesi di nuovi
virus all'interno della cellula batterica, fu risolta nel 1952 da Alfred D. Hershey
e da Martha Chase. Osservando la figura tenete presente che, mentre le
proteine contengono zolfo (negli amminoacidi metionina e cisteina), ma non
fosforo, il DNA contiene fosforo ma non zolfo. Grazie a questi
esperimenti è stato possibile dimostrare che solamente il DNA dei batteriofagi
era coinvolto nel processo di duplicazione e che le proteine non potevano
costituire il materiale genetico.