Sindrome di Down

 

 

 

 


Cos'è la sindrome di Down?
La sindrome di Down (detta anche trisomia 21 è la più frequente causa identificata di ritardo mentale. Prende il nome dal dottor John Langdon Down, che per primo la descrisse nel 1866. Tra i vari caratteri fisici delle persone affette dalla DS sono più riconoscibili e ben noti alla maggior parte delle persone: gli occhi inclinati verso l’alto, il naso corto, il ponte nasale stretto, la bocca spesso aperta con lingua tozza e protundente, le dita corte. La DS è molto comune: in Italia si stima che le persone affette siano circa 40mila.
La DS è causata dalla presenza nel patrimonio genetico di un intero cromosoma 21 in più o di parte di esso. Normalmente, nell'uomo sono presenti 46 cromosomi in ogni cellula, 23 di origine materna e 23 di origine paterna. Ogni persona possiede quindi, in ogni cellula, due copie di ogni cromosoma (con l'eccezione dei cromosomi sessuali X e Y). Nelle persone affette da DS il cromosoma numero 21 o comunque la parte principale di esso è presente invece in triplice copia. Per questo si parla di trisomia 21.

- Nella maggior parte dei casi (quasi il 95% la DS è dovuta ad un meccanismo chiamato non disgiunzione meiotica.

- In un numero molto più basso di casi la DS è dovuta ad un processo chiamato traslocazione o ad una condizione chiamata mosaicismo.

Durante la formazione dei gameti (ovuli e spermatozoi) le coppie di cromosomi uguali fra loro devono separarsi e ogni cromosoma deve andare in un gamete diverso. In questo modo ogni ovulo avrà così 23 cromosomi (che sommati ai 23 dello spermatozoo del padre daranno un embrione normale con 46 cromosomi).
La non disgiunzione ha origine quando questo meccanismo non funziona correttamente: in uno o più gameti le coppie di cromosomi 21 non si separano. Questo succede soprattutto negli ovuli materni e molto più raramente negli spermatozoi. L'ovulo o gli ovuli che ne risultano avranno così una copia in più del cromosoma 21 rispetto al normale.
Non si conoscono le cause della non disgiunzione e l’unico fattore di rischio noto ad oggi è l’età materna avanzata.
Nella DS dovuta a traslocazione le persone affette hanno apparentemente un numero normale di cromosomi. In realtà possiedono tre copie del cromosoma 21, ma una di queste (o una parte importante) è fusa ad un altro cromosoma.
Il processo di fusione di due cromosomi (o parte di essi) si chiama traslocazione.
Nel 40% dei casi di traslocazione uno dei due genitori è “portatore sano” della traslocazione che viene trasmessa al figlio. I genitori non hanno nessun sintomo perché possiedono una traslocazione di tipo bilanciato: hanno cioè una copia normale del cromosoma 21 più una copia fusa ad un altro cromosoma, perfettamente funzionante. Hanno quindi una quantità di materiale genetico normale, anche se distribuita in modo anomalo.
In questo caso il rischio che il genitore abbia dei figli con DS dipende dal tipo di traslocazione (ve ne sono di vario tipo e la probabilità va dal 5 al 100%).
Nel restante 60% dei casi la traslocazione non è presente in uno dei due genitori. In questo caso non ci sarà rischio nelle successive gravidanze perché nessuno dei due genitori è portatore.
Il mosaicismo è una rara condizione nella quale durante lo sviluppo fetale una delle cellule del feto diventa trisomica e dà luogo ad un gruppo di cellule anch’esse trisomiche. In questa situazione quindi non tutte le cellule dell’organismo saranno trisomiche ma solamente quelle originate dalla cellula che per prima ha presentato l’alterazione. In questo modo l’organismo sarà appunto un mosaico di cellule normali e di cellule con un cromosoma 21 in più.
Il mosaicismo non è una forma ereditaria.
Il mosaicismo ha dei sintomi diversi dalla trisomia 21 libera completa?
Generalmente no. Alcune persone però che hanno un numero di cellule con tre cromosomi 21 particolarmente basso, possono presentare la DS in forma “sfumata”.
Si tratta comunque di casi rarissimi.
Quali sono i geni che provocano la DS?
Non esiste ancora una risposta certa a questa domanda. Quello che si sa è che il cromosoma 21 contiene numerosi geni importanti per il funzionamento dell'organismo, la cui presenza in triplice copia potrebbe causare alcuni sintomi della DS. Da poco tempo ed in successione sono stati identificati i geni presenti sul cromosoma 21, e si è scoperto il collegamento tra alcuni geni e le alterazioni presenti nella DS. Questo è un primo importante passo per capire i meccanismi che determinano la DS e pone le basi per un futuro ancora comunque lontano nel quale si potrà pensare ad un intervento terapeutico.
Oltre al caratteristico aspetto fisico, le persone Down possono presentare diversi problemi, che si possono manifestare in modo più o meno grave:

Il ritardo mentale e il ritardo nella crescita sono sempre presenti, ma in forma molto variabile.

Nel 50% delle persone con DS sono presenti difetti cardiaci che possono richiedere una correzione chirurgica.Altre patologie piuttosto frequenti sono l’ipotiroidismo, presente in circa il 30% delle persone con DS, l’epilessia (6% delle persone), la celiachia (4% delle persone), e nei soggetti in età avanzata una forma di demenza simile all’Alzheimer.
L'esame diagnostico per la DS, come per tutte le anomalie cromosomiche, consiste nell'analizzare e fotografare al microscopio, con particolari tecniche, i cromosomi di alcune cellule prelevate al paziente (di solito cellule del sangue). E' così possibile evidenziare la presenza di trisomia primaria oppure di traslocazioni. Questo tipo di analisi è detta analisi del cariotipo. Spesso viene indicata anche con il nome più generico di analisi citogenetica.
Attualmente, non esiste alcun trattamento in grado di guarire o prevenire la DS. I due fattori che permettono di ottenere uno sviluppo armonico e un buon inserimento scolastico, sociale e lavorativo sono la terapia riabilitativa ed i regolari controlli medici, codificati a livello internazionale, sia per i bambini che per gli adulti con DS. La terapia riabilitativa deve essere iniziata fin dai primi mesi di vita e può dare risultati estremamente positivi. I primi tre anni, infatti, sono molto significativi per quanto concerne la successiva organizzazione delle abilità cognitive e di socializzazione delle persone Down.
Un tempo, le persone affette da DS avevano una prospettiva di vita molto inferiore (in qualità e durata) rispetto alle persone sane. Oggi la situazione è notevolmente migliorata: gli interventi cardiaci (quando necessario), il trattamento delle infezioni e in generale le cure migliori che oggi sono disponibili permettono alle persone Down di vivere sempre più a lungo, anche se l'aspettativa di vita è ancora statisticamente di 10-15 anni inferiore alla media.
Anche la qualità della vita è notevolmente migliorata: oggi è chiaro che molte persone Down, se correttamente seguite fin dai primi mesi di vita, possono sviluppare numerose capacità, essere in certa misura autonome, lavorare ed avere un vita di relazione più che soddisfacente. Nonostante le limitazioni nelle capacità cognitive e i problemi dovuti alla malattia, i bambini che nascono oggi affetti da DS hanno davanti a sé la possibilità di un'esistenza serena, fino alla vecchiaia.
Nelle forme DS da trisomia 21 libera completa e in mosaicismo e nelle forme da traslocazione non trasmesse dal genitore, la DS non è ereditaria, cioè i bambini affetti nascono da genitori perfettamente normali. Questa situazione si verifica nel 98% dei casi.
Il fattore di rischio più importante identificato finora riguarda l'età della madre.
Numerosi studi sulla popolazione hanno permesso di valutare le probabilità di dare alla luce figli Down in funzione dell'età materna. Anche le donne più giovani possono avere figli Down, ma con una probabilità molto più bassa rispetto alle donne di età superiore ai 35 anni: una donna fra i 35 e 40 anni ha una probabilità di avere un figlio Down 10 volte superiore rispetto ad una ragazza con meno di 19 anni.
Per chi ha già un figlio con DS le probabilità di ricorrenza (cioè le probabilità di avere un altro figlio Down), calcolate su base statistica, dipendono dalle cause della trisomia e dall'età materna e possono essere definite dal medico o dal consulente genetico.
Nel caso di trisomia 21 libera completa ad esempio l’eventualità di ricorrenza è statisticamente pari al rischo legato all’età materna al momento del concepimento più un 1% aggiuntivo. Questo 1% in più si “diluisce” però nel rischio dell’età materna sopra i 30 anni e diventa irrilevante.
Per cui una donna con più di 30 anni che ha avuto una precedente gravidanza con DS non ha un rischio aggiuntivo significativo di avere una nuova gravidanza con DS.
Come è già stato detto prima se invece la DS è dovuta a traslocazione presente in uno dei due genitori la probabilità di avere un altro figlio Down varierà a seconda del tipo di traslocazione dal 5 sino al 100%.
Le persone portatrici di una traslocazione bilanciata del cromosoma 21, come si è detto, sono assolutamente sane. Il sospetto quindi può nascere solo se si hanno figli Down. L'analisi del cariotipo eseguita sulla persona Down potrà dire se esista o meno una traslocazione.
In caso positivo, i genitori potranno sottoporsi a loro volta all'esame del cariotipo, per stabilire se sono portatori della traslocazione. 
Esiste un esame specifico che permette di stabilire se la gravidanza è a rischio per la DS. Si tratta del cosiddetto tri-test, che si basa sul fatto che la quantità di alcune sostanze presenti nel sangue materno (per la precisione: alfa fetoproteina, estriolo non coniugato e betagonadotropina corionica) si modifica significativamente, nel II trimestre di gravidanza, se il feto è affetto da trisomia 21.
La combinazione di questi valori, dell'età materna e dell'epoca di gestazione si chiama tri-test, e consente di valutare la probabilità di avere un feto affetto da DS.
E' importante sottolineare che il tri-test non ha valore diagnostico, ma fornisce una percentuale statistica di rischio.
Solo se il rischio risulta più alto della media il medico procederà eventualmente -seguendo il volere dei genitori - all'esame del cariotipo fetale (v. scheda sulla diagnosi prenatale).

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