SCUOLA "VIVA" - Home Page di Lucia Calogiuri                                   Certificato Attestato sito di qualità

Il metodo FEUERSTEIN
Feuerstein                 Intelligenti si diventa                Un momento sto pensando

di Lucia Calogiuri
R. Feuerstein a Torino
Intervista a R. Feuerstein
Che cos'è il metodo Feuerstein?
Domande-Risposte sul Metodo Feuerstein
Esempio1 in una Scuola Elementare
Esempio2 Scuola Elementare
Metodologia-sistemi applicativi
Il programma di arricchimento strumentale
Finalità
Contenuti
Linee metodologiche
Condizioni di somministrazione
Successione degli strumenti
Interazione
Schema di una lezione
Natura degli esercizi
Valutazione
Motivazione
Bibliografia essenziale

Un giorno all'uscita di scuola fui attratta da una locandina con su scritto: Corso di formazione di 40 h "Potenziamento delle abilità cognitive", ovvero modi e metodi per organizaare l'attività cognitiva, secondo il Metodo Feuerstein.Questo corso, a cui ho partecipato fu tenuto a Lecce da Prof. Fulvio D'Amato e Prof.ssa Renata Florian, formatori e coordinatori autorizzati dal grande scienziato. Il metodo è veramente qualcosa di straordinario e cambia la vita di ogni persona.

Il programma nasce in Israele negli anni '40-'50 quando Feuerstein (si pronuncia Foierstain) torna in Israle da Ginevra dove è collaboratore di Piaget, per interessarsi dei bambini ebrei che arrivando da ogni parte del mondo avevano bisogno di elementi unificanti e integranti dopo la formazione del nuovo Stato.

Lavorando con questi bambini a rischio Feuerstein e i suoi collaboratori, si accorse delle diffoltà che i bambini manifestavano dal punto di vista dell'apprendimento, dovuto anche al fatto che questi bambini erano figli di deportati scampati alla morte nei campi di concentramento, con tutti i traumi psichici immaginabili.

Ciò indusse Feuerstein a eleborare un sistema di diagnosi (LPDA) allo scopo non di misurare le conoscenze e le abilità presenti, ma il modo con cui un individuo è in grado di apprendere. Egli accertò che i bambini avevano difficoltà di apprendimento perchè mancavano di alcune abilità cognitive oppure non utilizzavano quelle presenti.

Feuerstein e la sua equipe, elaborò così un sistema d'intervento (Enrichement Instrumental che è il metodo che può essere definito come la psicologia cognitiva applicata alla pedagogia.
Il metodo è corredato da una serie di strumenti che hanno lo scopo di sviluppare e potenziare le abilità cognitive, a condurre ad una vera e propria ristrutturazione cognitiva.

Uno dei paletti per l'applicazione di questo programma è l'Ottimismo dell'educatore poichè egli imposta la sua azione sulla convinzione che in ogni alunno è possibile modificare le abilità cognitive; per es. molti bambini che funzionano a livello basso non riescono a superare le difficoltà di apprendimento perchè sono sottoposti a interventi ripetivi e meccanici. Di frequente gli insuccessi derivano dal fatto che molti educatori non credono a sufficienza di poter suscitare delle modificazioni cognitive.

Durante il corso ci siamo accorti subito che con il metodo Feuerstein non esistono più atteggiamenti negativi o frasi come "Marco non ce la fa" oppure "Marco più di questo non può fare" ecc.Questo programma invece ci consente di essere abbastanza ottimisti, ci consente di essere dal punto della mediazione, così decisi e sicuri tanto da trasmettere questa nostra intenzione agli alunni che poi è sicuramente il primo passo della comunicazione. Qusto ottimismo unito all'intenzionalità che ci devo riuscire, trasmette all'alunno la voglia di collaborare.
Se invece noi siamo già insicuri, se pensiamo che il bambino non cela farà perchè in famiglia ha questa o quella situazione, che i genitori sono separati ecc. noi non riusciremo mai a fare alcun tipo d'intervento.  (Lucia Calogiuri)

Intervista apparsa su "Tuttoscienze, La Stampa, il 27 Ottobre 1999

È identico a Pizarro, con la barba bianca che gli scende sulla camicia e il basco tondo. Reuven Feuerstein, che il 26-10-1999 ha ricevuto dall'Università di Torino la Laurea Honoris Causa in Scienze dell'educazione, ha un curriculum e una bibliografia sterminati. Ma ciò che colpisce di più è il miracolo continuo che produce il suo lavoro. Lo incontriamo a Gerusalemme, nel suo Intemational Centre for the Enhancement of Leaming Potential. L'energia del vecchio professore provoca un riverbero abbagliante sui collaboratori, circa 200, tutte persone che soffrono di gravi difficoltà cognitive legate a malattie genetiche come la sindrome di Down.

C'è qualcosa nella sua esperienza di vita, professor Feuerstein, che l'ha portata a sviluppare un metodo che parte dalla convinzione teorica che l'individuo è modificabile a livello intellettivo quasi senza alcun limite, a prescindere sia dai danni ambientali, per quanto terribili, sia da quelli genetici?

"Sì, l’intelligenza non è un'abilità immodificabile la cui evoluzione avviene secondo stadi prefissati. E' un potenziale dinamico sul quale è possibile intervenire in qualunque momento, non solo quando il bambino è piccolo, per favorire lo sviluppo e recuperare le carenze."

Come è nata questa convinzione che poi ha sviluppato in una teoria e in un metodo ormai diffusi in tutto il mondo?

"La vita mi ha messo in tante situazioni apparentemente insuperabili che poi si sono risolte con esiti positivi e imprevedibili. L’olocausto, la tubercolosi, le guerre... Sono nato nel 1921in Romania da una famiglia di rabbini, il quinto di nove figli. La mia famiglia era sionista, socialista, ultra-ortodossa, un coacervo di ideologie molto attive e anche in contrasto tra di loro... Ho imparato a leggere a tre anni, e subito mi sono trovato nella condizione di insegnare agli altri a leggere e scrivere. A otto anni mi è stato affidato un allievo di quindici anni che non riusciva ad imparare niente. Suo padre mi disse: ti prego aiutalo perché non posso morire se non impara a leggere il kaddish ( la preghiera che i figli recitano quando seppelliscono i genitori ndr ). Sin da ragazzo ho insegnato in situazioni impossibili, prima nei campi di preparazione sionista quando i tedeschi stavano per invadere Bucarest, poi in Transilvania dove venivano raccolti bambini scampati ai campi di concentramento. Poi sono stato a mia volta internato e sono stato liberato solo per un miracolo, un errore di persona. Ho insegnato in Romania a Bucarest, e finalmente il 20 aprile del ’44 si è compiuta la mia aliyah sulla nave Milka, ovvero il mio passaggio in Israele: in quel coacervo di esperienze quasi impossibili, di sforzi inauditi di sopravvivenza ma anche di immense speranze e entusiasmo, ho cominciato il mio lavoro con i bambini che arrivavano dai campi di sterminio e più tardi dai Paesi del Maghreb. Situazioni intrattabili, psiche e corpo che apparivano rovinati definitivamente. Qui ho cominciato a sviluppare la mia teoria, approfondita negli studi in Svizzera. Può un trauma psichico ritenuto insanabile essere sanato? Quando riesci ad avviare ad una vita normale un bambino come Noah che si era aperto in un campo di concentramento la strada per uscire sotto una montagna di morti, quando vedi che riesci ad arrivare al servizio militare, al lavoro normale, un ragazzino che a dodici anni ha contratto una malattia alla pelle che lo rende inavvicinabile agli altri, che è violento e non ha nessuna abilità lavorativa, che ha vissuto sempre senza genitori negli interstizi della società, capisci che l’intelligenza umana è una macchina in movimento continuo, che deve trovare solo un guidatore capace di indirizzarla. "

Può sintetizzare la sua teoria ?

"La mia teoria si chiama "Modificabilità Cognitiva" . La sostanziale plasticità dell’intelligenza si conserva ben oltre l’infanzia, e non esiste quoziente d’intelligenza basso che ci possa scoraggiare. Abbiamo aiutato a diventare normali bambini con quozienti 70, 60, 50. Il quoziente d’intelligenza ci racconta solo quello che il ragazzo ha appreso, non ci dice nulla su quello che potrebbe essere messo in grado di imparare con la giusta mediazione degli insegnanti. Perché è questa mediazione che è indispensabile nel mio metodo. Il cambiamento che il loro lavoro può indurre nei disabili non si limita a comportamenti, alla superficie, ma interessa direttamente la struttura dei processi mentali, e quindi resta stabile nel tempo. Il metodo richiede tutta la dedizione, tutta la capacità selettiva dell’educatore, tutta la sua pazienza nel selezionare le nozioni e i principi utili al bambino e nel regolare i tempi dell’apprendimento, che per esempio nei bambini Down sono più lenti. Comparazione, classificazione, percezione analitica, relazioni spazio temporali sono per noi materie di apprendimento. Ci aiuta un’autentica industria di giocattoli speciali che produciamo per aiutarci con l’aiuto di disegnatori, artigiani, educatori. Sono giocattoli complessi, pensati in modo specifico per superare certe disabilità: ho visto spesso i nostri ragazzi diventare più veloci e abili dei ragazzi normali nel rimettere insieme i pezzi di un qualche speciale puzzle. L'insegnante accompagna il ragazzo non solo nel regno della conoscenza, ma in quello dello sviluppo del suo stesso cervello, che si modifica nel tempo.

E’ sicuro che più che degli insegnanti non servano persone dotate di particolarissime doti umane, di carisma e di pazienza, persone quasi introvabili?

" Non direi: certo la formazione del maestro è la colonna portante indispensabile di tutto il nostro lavoro, ma l’esperienza è straordinariamente positiva. Solo qui da me ci sono 160 insegnanti, ma la volontà di apprendere è gigantesca e riceviamo richieste di formazione da tutte le parti del mondo: il nostro programma detto IE (Instrumental Enrichment) è tradotto in tutte le lingue europee e in molte lingue asiatiche, inclusi cinese e l'arabo. Circa 30 mila studenti imparano il programma, i nostri metodi, le scuole, la formazione, stanno diventando sempre più diffusi. Anche in Italia si e cominciato a capire quello che sembrava impossibile fino a pochi anni fa. Nessuno deve essere messo da parte."

La parte che colpisce di più nel suo lavoro è quella del recupero dei bambini affetti da Sindrome di Down. Per lei i cromosomi sono un'opinione...

"Non è proprio così: ma anche per loro vale il principio che tutti si possono modificare con un lavoro di comportamento, conoscenza, comunicazione. Sono i tre principi del metodo in generale, e anche con loro il metodo modifica il cervello, lo sviluppa, crea nuovi circuiti. "

Pensa che una società del profitto come la nostra sia disposta a mettere a disposizione dei bambini Down quasi un insegnante a testa? E in definitiva anche per quel che riguarda loro, non si crea sofferenza in queste persone che crescono in consapevolezza e acquistano via la percezione che comunque non saranno mai uguali agli altri?

"I ragazzini Down imparano di non essere eguali, ma anche di non valere di meno: e il nostro metodo li conduce sempre a uno sbocco in cui siano apprezzate le loro qualità, cosa che accade invariabilmente perché sono dolci, impegnati, sensibili, dotati di senso dell’umorismo... Adesso che vivono molto più a lungo che nel passato riescono a raggiungere risultati davvero utili alla società. Per esempio sono molto dotati nella cura degli anziani, o come aiuto degli infermieri negli ospedali. Curandoli la società non va incontro a nessuno svantaggio economico, ma a due vantaggi: mette in condizioni migliori sia chi soffre di Sindrome di Down sia tante persone che essi possono assistere veramente bene" .

Quindi continuerà la sua guerra contro i geni.

" Non è una guerra: io non credo che possiamo accettare un doppia ontologia: esiste un solo essere umano, con la sua parte genetica e la sua parte socioculturale. Tutta la vita siamo protagonisti di una interazione costante fra la prima e la seconda di queste zone della nostra mente. Non siamo nella jungla, Tarzan è lontano. La musica, l'arte in generale, il senso morale e le norme etiche non sono genetiche: la cultura è destinata a cambiare senza tregua quello che la natura ha fatto. Saperla indirizzare vuol dire lavorare per il meglio a costruire un buon essere umano.

Professore, lei appare in gran forma, ma a ottant'anni sente la fatica di un'impresa ciclopica come quelli di cambiare l'essere umano?

" Con tutto quello che ho passato, non mi sarei certo aspettato di arrivare a quest'età. Nessuno me l'aveva promesso e quindi sento come un dono meraviglioso di poter ogni giorno seguitare a lavorare a qualcosa di utile. Quindi prego di continuare quanto più posso, e finora ho ricevuto questo dono di Dio. Mi sento come lo shohet (il macellatore rituale ndr) della storia di Shai Agnon che la Morte ha deciso di portarsi via: lo incontra mentre di Shabbat va al suo lavoro e quando la Morte lo invita ad.andare con lei, lo shohet risponde di essere pronto. "Solo c’è un problema " aggiunge, "la comunità non avrà la carne per preparare la cena di shabbat" La Morte visto che il mondo ha bisogno del suo prescelto, si ferma. Ogni tanto mi cullo nell’illusione che possa accadere anche per me".
CHE COS'E' IL METODO FEUERSTEIN ? Nato come sistema di recupero delle abilità cognitive e relazionali in ragazzi normodotati, ma a forte rischio di emarginazione, il Programma di Arricchimento Strumentale trova attualmente larga applicazione in diversi contesti: dalla didattica rivolta ai portatori di handicap, alla formazione degli adulti a bassa e media scolarità, all'utilizzo nei programmi di riconversione industriale, per la qualificazione del personale, ivi inclusi i quadri dirigenti: aziende come la Pirelli, la Michelin, la Motorola ne hanno fatto la base dei loro corsi di formazione interni. E' conosciuto e diffuso ormai in decine di paesi, dalla Nuova Zelanda, alla Cina agli Stati Uniti, al Canada, applicato in molti stati dell' America Latina, dell' Africa e dell'Europa ( Belgio, Francia, Spagna, Gran Bretagna, Olanda, Italia) tradotto in 16 lingue e studiato in almeno 26 istituti universitari nel mondo. La Spagna, nell’ambito della riforma educativa che ha recentemente varato, lo cita come primo fra i 6 metodi che i docenti devono conoscere per esercitare il loro ruolo.

METODOLOGIA – SISTEMI APPLICATIVI

La proposta del prof. Feuerstein si basa sulla Teoria della Modificabilità Cognitiva Strutturale.
Questa postula, per ogni individuo, anche se affetto da handicap, o fortemente deprivato sul piano psico-sociale, o anche se in età ormai avanzata, la possibilità di modificare strutturalmente i suoi processi di pensiero e cambiare il modo con cui si accosta alla conoscenza. Tale possibilità, che si manifesta a condizione che si realizzino certe esperienze, è una caratteristica tipicamente umana e dipende dalla plasticità di cui sono dotate le cellule neuronali; plasticità ormai documentata da numerose evidenze scientifiche, variabile da individuo ad individuo e in rapporto alle varie situazioni, ma pur sempre presente. In altre parole, i neuroni del nostro cervello, in determinate condizioni, possono potenziare la loro rete di connessioni, con un conseguente incremento della quantità e della qualità degli apprendimenti realizzabili. L’ entità del progresso cognitivo a cui ogni persona può accedere, non è delimitabile a priori, e non è preconizzabile sulla base delle carenze che inizialmente il soggetto manifesta. Tale progresso dipende in larga misura, nella prospettiva di Feuerstein, dalla forza della Mediazione Educativa.

Se la Teoria della Modificabilità Cognitiva costituisce la base teorica del Programma, il concetto di Mediazione Educativa ne rappresenta senz'altro la componente metodologica. Partendo dagli studi di J. Bruner al riguardo, Feuerstein e la sua equipe hanno messo a fuoco 12 Criteri di Mediazione, ossia 12 tipologie di comportamenti che l'educatore impara ad elicitare per dar vita intenzionalmente ad un rapporto educativo efficace, che dissolva gradualmente i blocchi del discente e crei le condizioni psicologiche e cognitive migliori per l’apprendimento. Lavorando con l’allievo, il Mediatore promuove l’acquisizione di paradigmi cognitivi che diverranno il patrimonio metodologico e strumentale attraverso cui il discente in seguito affronterà autonomamente la realtà e la conoscenza. Si tratta in sostanza della messa a punto di un efficace metodo di studio e di approccio alle situazioni problematiche.

La metodologia della mediazione ha dunque come fine la modificazione cognitiva e si avvale, per il lavoro con i discenti, di una strumentazione concreta e strutturata che Feuerstein indica con il termine: Sistemi Applicativi, proprio perché non si tratta di un semplice strumento, ma di un insieme articolato e organico di strumenti.
I sistemi applicativi "storici" a cui si deve la notorietà del metodo sono: il L.P.A.D. ( Metodo per la Valutazione Dinamica del Potenziale di Apprendimento), con finalità prevalentemente diagnostica; il P.A.S. (Programma di Arricchimento Strumentale) con funzione essenzialmente didattica.

IL PROGRAMMA DI ARRICCHIMENTO STRUMENTALE : P.A.S.

Si tratta di un insieme di 500 schede (esercizi carta-matita) suddivise in 14 Strumenti, il cui obiettivo è quello di sviluppare i processi di pensiero dell'individuo, rendendolo capace di selezionare e rispondere in modo attivo e personale agli stimoli ambientali, aumentando soprattutto la sua capacità di anticipare mentalmente le azioni ed il loro possibile esito (pensare prima di agire, progettare interventi complessi).
Ogni Strumento ha un contenuto diverso da quelli tipici delle materie scolastiche; contenuto che non ha importanza in sé, ma in quanto veicolo di situazioni problematiche atte a mettere in gioco, di volta in volta, gruppi di funzioni cognitive differenti.
Ciò consente all'allievo di sperimentare un'ampia gamma di operazioni mentali e all'insegnante di poterne osservare efficacia e carenze, in modo da compiere una scelta oculata degli Strumenti e delle schede da proporre in seguito.
La finalità essenziale del lavoro non è l'ampliamento dell'insieme delle conoscenze del discente, ma del repertorio degli strumenti per conoscere, oltre al consolidamento delle abitudini cognitive migliori ( osservare con attenzione, individuare gli obiettivi, abbandonare l'impulsività nel raccogliere i dati e nel fornire le risposte, fare ipotesi anziché procedere per prove ed errori, ecc.).
All'interno di ogni Strumento le schede sono sistemate in progressione, in base a diversi criteri, e suddivise in unità; esiste inoltre una progressione logica anche nella sequenza dei 14 Strumenti che compongono il Programma e che sono di seguito elencati:

1) Organizzazione di Punti

2) Orientamento Spaziale 1°

3) Confronti

4) Percezione Analitica

5) Immagini

6) Orientamento Spaziale 2°

7) Classificazioni

8)Istruzioni

9)Relazioni Familiari

10) Relazioni Temporali

11)Progressioni Numeriche

12)Sillogismi

13)Relazioni Transitive

13)Relazioni Transitive

Per un'applicazione completa del P.A.S. che ne realizzi appieno gli obiettivi sono necessari 2 - 3 anni scolastici con una frequenza rispettivamente di 5 o 3 applicazioni settimanali di un'ora ciascuna. Sono state effettuate sperimentazioni del Metodo, applicato per la durata suddetta, conclusesi con esito positivo, sia in Israele che in Francia.

In Italia, in modo particolare, si stanno provando applicazioni più limitate nel tempo ( 40 ore annue, per 1-2 anni consecutivi), con una riduzione comprensibile degli obiettivi raggiungibili.

Per ulteriori informazioni sul Programma di Arricchimento Strumentale consigliamo di seguito alcuni testi in lingua italiana. Esiste inoltre una ricca produzione di volumi e articoli sull'argomento in lingua inglese e francese sulla quale, se interpellati, possiamo dare indicazioni.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

D'Amato, Florian, Il Programma Feuerstein Giunti Lisciani 1989
G. Bonansea, S. Damnotti, A. Picco Oltre l’ Insuccesso scolastico SEI , 1986
S. Damnotti Come si può insegnare l'intelligenza Giunti Lisciani 1993
R.Feuerstein e coll. Non accettarmi come sono Sansoni, 1995
P. Vanini Un Metodo per la Valutazione Dinamica del Potenziale di Apprendimento in Innovazione Educativa, n 5/96
P. Vanini La modificabilità Cognitiva – Strutturale in Innovazione Educativa, n 6/99.
P. Vanini I Concetti dell’ Educazione Cognitiva: la Mediazione in Innovazione Educativa, n 6/99.
P. Vanini Il Metodo Feuerstein: una strada per lo sviluppo del pensiero Editcomp, 2001

Finalità
Modificare l’individuo in maniera durevole, in modo tale che l’esposizione a stimoli ricchi e variati lo renda capace di rispondere attivamente, aumentando soprattutto la sua capacità di anticipare l’azione (pensare prima di agire)

Obiettivi specifici
Il PAS è stato concepito per assicurare ad adolescenti e adulti dal funzionamento cognitivo ridotto un trattamento che, grazie a una serie di esercizi, li porti a: utilizzare in maniera effettiva capacità mentali virtuali insufficientemente esercitate consolidare gli strumenti verbali e le operazioni logiche necessarie all’apprendimento e alla comunicazione prendere coscienza delle proprie capacità e della loro messa in atto assumere una condotta autonoma e riflessiva nelle situazioni sociali e lavorative.

Contenuti del Programma
Il corso si divide in due parti. Nella prima fase vengono approfondite le problematiche dell’educabilità cognitiva e le premesse teoriche che sottostanno al concetto di Mediazione, per arrivare poi all’analisi dei Criteri di Mediazione nell’elaborazione proposta da Feuerstein. Nella seconda fase si passa all’uso degli Strumenti. E’ prevista anche una supervisione, nel momento in cui i docenti, al termine di ogni fase della loro formazione, applicheranno gli eserciziari. Questa attività, che è necessaria per una corretta applicazione del PAS, corrisponde del resto a una precisa esigenza dell’applicatore: nel momento in cui si cimenta per la prima volta con un’esperienza profondamente innovativa, egli avverte il bisogno di trovare risposte nel confronto che l’attività in gruppo permette.

Le due parti del Programma però non sono in successione temporale, al contrario si intrecciano in un continuo feedback tra teoria e pratica.

Linee di Metodo
Il corso per docenti-applicatori del PAS è impostato secondo modalità in larga misura riproducibili nel rapporto didattico tra il docente e i suoi allievi. Esso propone una parte teorico-sistematica che non andrà ovviamente riproposta agli allievi. Per il resto la realizzazione del PAS avviene secondo un’impostazione didattica induttiva, che punta attraverso l’uso degli Strumenti, alla scoperta, all’apprendimento e all’applicazione di relazioni, regole, principi, operazioni, strategie utilizzabili nelle situazioni più diverse.

Condizioni di somministrazione
Si lavora in piccoli gruppi, con la guida di un formatore specializzato nell’uso del Programma. Si affrontano degli esercizi carta-matita divisi in Strumenti, ciascuno dei quali è centrato su alcune funzioni cognitive particolari.

Successione degli Strumenti
Esiste una gradualità - dal più facile al più difficile - tra gli Strumenti e tra gli esercizi all’interno di uno Strumento; la ripetizione dei principi e delle operazioni orienta verso regole e strategie da applicare in diverse situazioni che richiedono la ricerca della soluzione.

Interazione
Il corso si sviluppa, attraverso momenti di lavoro individuale e momenti di elaborazione collettiva, in continua interazione con il formatore. Questi coinvolge i discenti nella definizione del problema, nella partecipazione a proposte di soluzione il più possibile numerose e divergenti e sollecita la discussione di gruppo per un’interpretazione approfondita delle attività e delle prove generali o specifiche del PAS.

Schema di lavoro
Ogni sessione del Programma prevede i seguenti momenti: presentazione del compito, spiegazione dei termini, preparazione a un lavoro autonomo, ricerca di processi e strategie, orientamento verso - e produzione di - una capacità di giudizio e di riflessione, insegnamento di un contenuto specifico i cui elementi sono necessari al PAS, sollecitazione di funzioni cognitive carenti e di difficoltà di anticipazione nei compiti, produzione di motivazione attraverso il rinforzo delle iniziative di interazione tra discenti e creazione di collegamenti tra differenti ambiti e con l’esperienza di vita in generale.

Natura degli esercizi
Gli esercizi del PAS mancano di uno specifico contenuto, nel senso che il loro contenuto non è un obiettivo in se stesso, ma un veicolo per puntare l’attenzione sulle funzioni cognitive che devono essere corrette, sviluppate e arricchite.

Valutazione
Il PAS prevede per alcuni Strumenti un sistema di autocorrezione; il formatore contribuisce alla ricerca della natura del processo mentale, all’interpretazione dei microcambiamenti; stimola il feeback reciproco tra i discenti; promuove l’autocritica e lo sviluppo delle capacità di giudizio e di autonomia dei discenti.

Il Programma mira, in ultima istanza, a promuovere un atteggiamento e una capacità di autovalutazione, basata sia su criteri oggettivi misurabili, come la velocità, la precisione, le risposte positive, la diminuzione dell’impulsività evidenziata dalla riduzione delle cancellature, sia su criteri soggettivi in rapporto al percorso del soggetto.

Motivazione
Questa impostazione dell’attività didattica sviluppa una forte motivazione intrinseca al compito, il rinforzo del formatore mira a creare nel discente la comprensione e la consapevolezza dei risultati raggiunti. Ciò determina, insieme a cambiamenti di natura cognitiva, un risveglio dell’autostima, un rinforzo della motivazione e, di conseguenza, un significativo cambiamento della partecipazione alla vita scolastica rilevabile dall’assiduità alla frequenza, dal comportamento in classe e in altre situazioni.

Supervisione e riconoscimento
È necessaria al termine di ogni modulo di formazione, una fase di supervisione (4 o 6 ore). Essa consente l’approfondimento delle tematiche affrontate nel corso, la sperimentazione dei criteri di mediazione tramite molteplici proposte di simulazione, la visione di video sulla base dei quali puntualizzare l’utilizzo dei criteri di mediazione, impratichirsi nella gestione delle lezione e confrontarsi con mediatori diversi. La pratica delle supervisione non è comunque intesa unicamente come fase finale di un iter formativo, bensì come un’occasione continua di ricerca sulle potenzialità e sulla trasferibilità del Metodo. Possono farne parte anche la creazione di nuovi strumenti, più adeguati alla mediazione cognitiva con popolazioni in gravi difficoltà, nonché la preparazione di una programmazione scolastica, relativa alle materie curriculari, attenta allo sviluppo delle abilità cognitive sottese ai contenuti.

Alla fine di ogni modulo vengono rilasciati un attestato di partecipazione e un diploma a firma congiunta del prof. Feuerstein e del responsabile dell’Ente italiano che ha curato la formazione.

Organizzazione di una lezione Le lezioni del metodo Feuerstein hanno una particolare organizzazione. Ogni parte della lezione ha la sua importanza e non dovrebbe essere mai tralasciata.

Ripasso
All'inizio gli allievi sono invitati a fare un riassunto di quello che è accaduto durante la lezione precedente. Questo rinforza i concetti espressi in precedenza e favorisce un inizio attivo della lezione da parte dello studente. Si crea inoltre un collegamento fra le azioni passate e quelle presenti.

Presentazione ed osservazione del nuovo problema Dopo che l'insegnante ha consegnato il materiale per il nuovo lavoro, l'allievo deve osservare ogni minimo particolare e riflettere sulle informazioni che ha a disposizione.

Maggiore è il numero di osservazioni fatte inizialmente, più facile diventerà trovare delle strategie per risolvere il problema.

Discussione sulle osservazioni fatte Dopo avere riflettuto sul nuovo problema, vengono verbalizzate e confrontate le osservazioni fatte dai vari allievi. Si formulano poi possibili ipotesi di lavoro.

Esecuzione del compito
Gli allievi provano ad eseguire il compito assegnato. Durante questa fase tipicamente ci si accorge di particolari che non si erano osservati in precedenza, inoltre si mettono a punto nuovi metodi di soluzione.

Discussione sull'esecuzione
Terminato il compito, gli allievi devono comunicare ai compagni ed al formatore i ragionamenti effettuati durante la soluzione.

È importante inoltre mettere in evidenza quali sono stati i problemi incontrati e quali le cause che hanno provocato tali problemi. I metodi utilizzati per risolvere il problema vanno poi scomposti in operazioni mentali elementari. In questo modo gli allievi aumentano la consapevolezza delle azioni svolte.

Ragionamento per analogia, generalizzazione regole
In questa fase della lezione occorre trovare situazioni diverse in cui poter applicare i metodi di soluzione adottati precedentemente. Risulta molto utile il confronto con esperienze diverse in quanto ogni allievo tenderà a traslare le problematiche incontrate su di un campo a lui famigliare.

Il ragionamento per analogia è tanto più semplice quanto più chiari sono i meccanismi mentali utilizzati nel risolvere i problemi.

Una volta trovate le analogie, bisogna determinare una o più regole di carattere generale che possono essere applicate nelle varie situazioni.

Sintesi finale La verbalizzazione finale di quello che è accaduto durante la lezione permette di evidenziare eventuali concetti non chiari e di interiorizzarli meglio.