SU NESSRAXIU

 

All’inizio dell’anno scolastico, il professore ci ha proposto di realizzare, nel cortile della scuola, un "nessraxiu", cioè uno sbarramento che a Ballao la gente costruisce sul fiume da molto tempo e che serve per catturare le anguille.

Noi abbiamo accettato la proposta e abbiamo subito parlato di come farlo, del punto migliore dove realizzarlo, dei materiali che servivano e su come dovevano essere assegnati gli incarichi di lavoro.

Dopo la discussione ci siamo divisi i compiti: Maurizio, Simone, Davide e Daniele dovevano andare a prendere dei rami di oleandro; Giuseppe Pilia e Giuseppe Dessì dovevano preparare i paletti; Laura doveva portare il fil di ferro.

Il primo giorno che siamo usciti abbiamo tentato di conficcare i paletti, ma non ci siamo riusciti, perché la terra era troppo dura e perché sotto c’erano delle pietre, che impedivano ai paletti di penetrare sul terreno. Il secondo giorno abbiamo scavato due solchi e li abbiamo riempiti d’acqua per ammorbidire la terra, così il giorno dopo saremmo riusciti a conficcare i paletti più facilmente.

L’indomani abbiamo piantato i paletti, seguendo un tracciato delimitato da due lenze, poi con i rami di oleandro abbiamo fatto un intreccio intorno ai paletti, rifatte le punte degli stessi con una roncola ed abbiamo infine portato le pietre, che si trovavano dietro la scuola, con una carriola .

Il giorno successivo il professore ha portato due teli impermeabili che dovevamo mettere nel fondo del nessraxiu, per non fare assorbire l’acqua e sopra il telo abbiamo messo delle pietre e della ghiaia. Finito di sistemare il fondo, abbiamo messo un paio di bastoni nella parte stretta dello sbarramento, che si chiama chiave, e che serve per mantenere la nassa nel fondo. Abbiamo fatto un muro di sostegno ai due lati del nessraxiu e la sabbia sopra. Per ultimo abbiamo parlato di come riuscire a far arrivare l’acqua: abbiamo scelto di procurarci un grosso bidone e di saldargli due saracinesche, che regolano il flusso dell’acqua.

Per avere più informazioni sul nessrraxiu, abbiamo deciso di intervistare il nonno di Simone, il quale ha detto subito che era disposto a venire a scuola.

Quando è venuto ci ha detto che il nostro "nessraxiu" non era adatto per catturare le anguille, ma le trote. Infatti uno sbarramento simile al nostro veniva costruito durante il mese di aprile nei punti in cui il fiume si restringeva, chiudendo tutto il corso. Nella parte stretta (sa cuba) veniva messa una specie di gabbia fatta di canna (su covunu), dove rimanevano intrappolate le trote.

Lo sbarramento per le anguille è un pò diverso: lungo la sponda destra del fiume, nei punti in cui la corrente è più forte viene costruito un muretto di pietre (su filu), tenuto da un intreccio di rami di oleandro (sa troccia), lungo circa 10 metri; all’inizio viene fatta, sempre con pietre, una piattaforma (sa cuba de forasa o de piscai), che serve come punto di appoggio per il pescatore, infine viene costruita la parte finale del muretto (sa coa). L’altro muretto(su filu) viene costruito trasversalmente al corso d’acqua, fino all’altra sponda. Alla fine si crea una strettoia, lunga circa 80 cm (sa cuba de aintru); sul fondo vengono fissati 3 grossi rami ( is crais ), dove tenere ferma la rete da pesca (sa nassa).

Alle prime forti piogge autunnali inizia la stagione della pesca alle anguille: i padroni dei nessraxius preparano le varie attrezzature e di notte si recano al fiume. Per prima cosa sistemano la rete (paranta sa nassa), poi aspettano che la forza dell’acqua spinga le anguille nella parte finale della rete ( su corittu de sa nassa ), da dove non riescono più a risalire. Tutto questo avviene nella più completa oscurità, perché le anguille non si muovono quando c’é luce.

Una curiosità: il nonno di Simone ci ha riferito che le anguille vanno a finire nella rete di coda, perché si muovono sempre all’indietro, contro corrente.

In passato ci ha detto che si pescava molto, qualcuno riusciva a prendere anche 25 starelli di anguille e molte pesavano oltre il chilo (satzaloras).

Le anguille in genere vengono arrostite allo spiedo accompagnate da un bel bicchiere di vino a da un bel pezzo di pane.

  

Gli alunni della terza media di Ballao

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