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su forru

Su forru - il forno

Il forno veniva costruito scavando una ampia fossa  nel terreno nel quale si sarebbe fatta ardere la legna.

Il forno per la cottura delle tegole era una costruzione a forma di parallelepipedo, cava all’interno e scoperta, realizzata con soli mattoni crudi che, però, alla prima cottura delle tegole, a loro volta diventavano “mattoni cotti”, decisamente duri e resistenti.

Le dimensioni del forno variavano ma, normalmente, quelli operanti a Segariu potevano contenere dalle 12 alle 14.000 tegole. Esso aveva una parte inferiore costituita da una serie di archi in mattoni crudi, quello più esterno era in mattoni cotti. Su questi archi alti m. 1,40 ca, poggiava un piano di mattoni crudi disposti in modo da lasciare tra loro fori sufficientemente ampi per consentire il passaggio della fiamma e del calore prodotto dalla combustione della legna. Questa veniva spinta dagli uomini con forconi, uno a Y (sa froccidda) ed uno a T (su cadradori), muniti di lunghi chiodi o bulloni a testa piatta, su una discesa che portava alla parte inferiore del forno. La parte superiore del forno era costituita da un’unica camera di circa m. 3,50x3,50x3,50. A questa parte superiore si accedeva da una porta, di m. 2 di altezza e di cm 80 di larghezza, situata nella parte opposta alla imboccatura della camera di combustione.

Le tegole venivano collocate sul ripiano che separava le due parti del forno (sobariu a graticcio). Al “caricamento” del forno provvedevano sei persone; una di esse, di solito su tébaiu stesso, riceveva le tegole dagli altri e le disponeva verticalmente in ordine sul ripiano e poi sui piani successivi. Completata la collocazione delle tegole, il forno veniva protetto con tegole cotte disposte come sui tetti, per garantire la copertura e la tenuta del calore.

La porta laterale, per la quale si accedeva al forno, veniva murata. Si lasciava solo uno spioncino alla base, ottenuto murando un perno di ruota di carro (sa bushua), spioncino che all’occasione veniva aperto per verificare il punto di cottura delle tegole e per accertare se il calore raggiungeva uniformemente tutte le parti del forno.

La cottura iniziava  all’imbrunire e durava per buona parte della notte. Se il fuoco era vivace bastavano anche sette ore di cottura, se, invece,  era debole erano necessarie 10 ore di lavoro. Le tegole dovevano diventare roventi.



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