Glossario

Abiorai

Ultimo atto della lavorazione delle tegole. Si faceva il mattino del giorno successivo allo scaricamento del forno e consisteva nell’innaffiare con cura particolare le tegole per evitare che si sfarinassero.

 

abioradura


 

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Barracca

Capanno abbastanza grande con scheletro in canne o tronchi lunghi; la copertura era fatta con il saracchio (craccuri).

Brazziga

Era una specie di pozzo scavato molto vicino al fiume; costituiva la  riserva d’acqua per la lavorazione delle tegole; vi si accedeva con 3\4 gradini.

 

 

 

 

 

 

 

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Bushua

Era lo spioncino dal quale si controllava la fase di cottura delle tegole. Spesso si usava il cilindro di ferro in cui si inseriva la parte finale dell’asse del carro a buoi, chiamata appunto bushua.

 

 

 

 

 

 

 

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Cadradori

Era così chiamato sia l’uomo che doveva cadrai  sia il forcone chiodato che veniva usato per quel compito.

 

 

 

 

 

 

 

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Cadrai

Operazione che consisteva nel cardare, smuovere il fieno o l’altra legna per dare ossigeno, perché la combustione avvenisse completa e più rapida. 

 

 

 

 

 

 

 

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Carriadoris

Erano le persone, generalmente sei, che portavano le tegole crude da sa barracca al forno. Le consegnavano al tébaiu che le collocava, dritte, nel forno in più strati chiamati sobarius. Le stesse persone collaboravano a scaricare il forno ed a formare con le tegole cotte la caratteristica spirale detta moba.

 

 

 

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Carriadrisci

Ciascuna delle sei donne che aiutavano a caricare e scaricare il   forno.

 

 

 

 

 

 

 

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Cibiru

Crivello per separare la paglia fine dalla grossa.

 

 

 

 

 

 

 

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Coidoris

Erano gli operai addetti alla cottura delle tegole, dovevano gestire il fuoco del forno. Erano sei ed operavano a turno in coppia: uno spingeva il fieno o l’altra legna giù per la discesa sotto il forno e l’altro doveva cardare quanto stava bruciando per una combustione più completa e rapida. Spesso avevano sulle spalle il peso di una giornata di lavoro in campagna. Dopo ogni turno di assistenza al fuoco riposavano, sostituiti da un’altra coppia. Tra una coppia e l’altra si accendevano delle simpatiche gare di bravura che si concludevano, non di rado, con delle bevute refrigeratrici e fonte di allegria.

 

 

 

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Craccadoris

Bastoni con i quali su tébaiu si sosteneva durante la preparazione de s’impastu

 

craccadoris
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Craccuri

Le foglie del saracchio, pianta erbacea che cresce a cespugli.

 

 

 

 

 

 

 

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Fastiu

Parte superiore del forno nella quale si concludeva il caricamento del forno e iniziava lo scaricamento.

 

 

 

 

 

 

 

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Fogaia

Buca, di forma quadrata o circolare, scavata nel terreno e profonda circa 50 cm. Vi si impastava, con i piedi,il fango con la paglia fine.

 

 

 

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Fogheri

Ciascuno dei buchi che si aprivano in su sobariu del forno. Da essi passavano le fiamme ed il calore per la cottura delle tegole.

 

 

 

 

 

 

 

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Forru, Forreddus

Costruzione scoperta a forma di cubo o di parallelepipedo. I muri erano in mattoni crudi. La parte sottostante il ripiano sul quale in più strati venivano poste le tegole, era cava e con tre archi divisi da un muro chiamato segamari

. Poteva contenere 12\14 mila tegole per cottura.

 

 

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Froccidda

Lunga forca che terminava ad Y; serviva per spingere la legna sotto il forno.

 

 

 

 

 

 

 

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Frucconi

Lunga forca che terminava a T e sulla quale erano posti tre chiodi arrotondati. Serviva per cadrai.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ghettadrisci

Era la principale collaboratrice del tébaiu; svolgeva diversi compiti: doveva tenere pulita sa prazza, procurare la polvere e la cenere, depositare ad essiccare in sa prazza le tegole appena preparate e posate su sa fromma dal tébaiu, prelevare l’acqua de sa brazziga, portava le tegole essiccate all’interno de sa barracca, aiutava a caricare e scaricare il forno, procedeva anche all’innaffiamento delle tegole sfornate (abioradura). Percepiva per il suo lavoro 600 tegole per ogni ciclo di produzione completato (forrada).

 


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Intacciai

Combaciare; le tegole non dovevano combaciare perfettamente perché prima della cottura non aderissero tra loro né dovevano distaccarsi troppo.

 

 

 

 

 

 

 

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Kabanza

Avveniva se le tegole, allo stato fluido durante la cottura, subivano un urto. Si formava una massa informe.

 

 

 

 

 

 

 

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Karrellu

Era un carrello, alto 20 cm ca, sul quale veniva posto l’impasto qualora sa mesa del tébaiu fosse distante da sa fogàia.

 

 

 

 

 

 

 

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Kuba

Pila di 5\6 tegole che si posava sulle tegole sistemate per la cottura. Le tegole messe di piatto  dovevano trattenere il calore. Su di esse si ponevano tegole cotte anche in frantumi e talvolta il forno veniva sigillato anche con del fango e paglia.

 

 

 

 

 

 

 

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Kukku

Era  il mucchio della argilla impastata; veniva ricoperto con dei sacchi bagnati.

 

 

 

 

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Manixiu

La parte di fango prelevata da su kukku e portata vicino a sa mesa per la lavorazione.

 

 

 

 

 

 

 

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Moba

Le tegole cotte venivano poste in uno spiazzo, ritte, a formare una spirale a piani sovrapposti.

 

 

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Pabia

Pala.

 

 

 

 

 

 

 

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Palla fini

Paglia di grano, setacciata più volte.

 

 

 

 

 

 

 

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Pikku

Piccone, veniva usato per scavare l’argilla per l’impasto.

 

 

 

 

 

 

 

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Prazza

Era la zona piana, bel livellata e pulita, nella quale venivano depositate le tegole per l’essiccazione.

 

 

 

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Seda

Spago che scorreva all’interno de su sestu per staccare l’impasto già poggiato sopra sa fromma.

 

 



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Sestu

Trapezio in legno sul quale veniva messo l’impasto per essere spianato  dal su tendidori, su tébaiu.

 

 

 

 

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Sobariu

Era la base del forno. Era fatta con mattoni ed a nido d’ape con fori quadrati di circa 10 cm attraverso i quali passava il fuoco della cottura.

 

sobariu

 

 

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Téba

Laterizio convesso usato per la copertura dei tetti.

 

 

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Tébaiu

Era l’artigiano protagonista e responsabile della produzione delle tegole. Nel corso dell’anno era un bracciante agricolo che prestava la sua opera a piccoli e grandi proprietari. Talvolta accudiva a dei terreni presi in affitto dai proprietari o dalla Cappellania. Dopo il raccolto e col venir meno dei lavori agricoli, da fine maggio o ai primi di giugno e fino a tutto settembre lavorava alla produzione delle tegole. La sua giornata di lavoro iniziava all’alba e durava 14\16 ore con una breve sosta per un pasto frugale consumato sul posto e per un breve riposo in barracca.

 

 

 

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Tébacciu

Frammento di téba.

 

 

 

 

 

 

 

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Tendidori

Era chiamato così su tébaiu quando stendeva e livellava l’impasto in su sestu.

 

 

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Tistivillu

Ciascuno dei due recipienti d’acqua, propriamente in terracotta, sistemati ai bordi de sa mesa a disposizione uno per su tendidori ed uno per sa ghettadrisci.

 

 

 

 

 

 

 

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