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Il Territorio e l'Ambiente


La posizione geografica di Selegas è di 39' e 41° di latitudine e di 0° e 1° di longitudine ad ovest di Cagliari, da cui dista 45 Km.. L' abitato, a 234 metri sul livello del mare, è situato in una leggera pendice posta fra due valli, protetto dai venti di levante, tramontana e ponente-maestro, grazie ad alcune prominenze fra le quali, la più importante è il colle di Guasila posto ad ovest-nord-ovest, che, situato a circa 2 Km. in linea d'aria, spicca, rispetto alle alture circostanti.


Il paesaggio che circonda Selegas è quello tipico della Trexenta, modellato dalle erosioni sui terreni marnoso-arenacei miocenici. Dominano le forme dolci, ad ampie groppe poco pronunciate, dovute al prevalere dei sedimenti dei terreni marnosi e marnoso-argillosi. Entro le morbide forme collinari si aprono, frequenti ed ampie, conche da svuotamento erosivo, un tempo sede di acquitrini e paludi: come la gran palude detta "Bangiu", che si trovava ad appena un Km. a sud-est del centro abitato. Questa palude, oggi del tutto prosciugata, influiva sul clima, piuttosto caldo in estate, ma umido, nonostante la posizione elevata del paese in rapporto alle valli circostanti, essendovi l'aria mescolata, nella stagione calda, ai miasmi che trasportava il vento. Entro il territorio di Selegas, che scarseggia di sorgenti e di boschi, scorrono due flumicciattoli nelle sue due valli principali, provenienti, uno da nord e l'altro, maggiore, dalle sorgenti di Gesico. I due rii, oggi bonificati e integrati nel sistema irriguo della zona, si riunivano alle pendici del colle su cui sorge il paese, presso la strada che porta a Ortacesus.

Dal punto di vista dell'organizzazione dello spazio, il territorio di Selegas, come del resto quello di gran parte della Trexenta, potrebbe essere identificato come un paesaggio a "campi aperti": un paesaggio collinare ancora poco segnato, nonostante la sua accessibilità, dalla viabilità, dalle cave, dai rifiuti e dal cemento. Sulle colline e sui pianori si stendono a perdita d'occhio verdi e geometrici campi di cereali, che lasciano il posto, in prossimità dell'abitato, ai vigneti e ai meno frequenti mandorleti e oliveti. La nota dominante di questo paesaggio resta la cerealicoltura, con una fisionomia dinamica dovuta alle stagioni, col variare dei toni cromatici dal verde al giallo con la maturazione delle colture.

La Trexenta costituiva nel Medioevo una regione tra le più ricche di villaggi, ed a ciò deve collegarsi la citata leggenda relativa all'origine del suo nome, forse da rifiutare, anche se non priva di senso reale, in quanto stà a dimostrare la feracità della regione.


In Trexenta, come si è detto, predominano le arenarie mioceniche, con le frequenti alternanze ben cementate e dure, costantemente orizzontali. Pur essendo abbastanza diffuse le marne, il paesaggio mostra tratti collinari con sommità pianeggianti simulanti sistemi di terrazzi con scarpate talora ripide e scoscese: esemplificativo è il monte S. Mauro alto 500 metri, con cima piatta. E' identica la struttura dei piccoli pianori più bassi, ad esso attigui a sud; mentre arenarie e siltiti quarzose, in banchi sottili, coronano le alture e i ripiani di Selegas e Senorbì. Nel settore meridionale della Trexenta, però, numerose, colline hanno costituzione diversa. Interposta, con la Marmilla, tra la piana del, Campidano ed i monti periferici, trova in povere colture non specializzaie l'espressione della sua fisionomia.

Per quanto riguarda la fauna(] 2), tra i mammiferi, le specie più comuni sono: la volpe, la donnola, la lepre sarda -non molto abbondante- ed il coniglio selvatico. Poco note alla maggior parte dei sardi per la loro vita riservata o notturna, alcune specie animali sono, invece, assai note agli agricoltori per i danni che arreccano alle derrate alimentari. Esse sono, tra i roditori: il surmolotto, il ratto bruno, il topolino delle case, il topolino campestre, il topo selvatico, il riccio; tra gli insettivori: la crocidura odorosa, la crocidura rossiccia ed il mustiolo; inoltre, il ghiro e il quercino, che rischiano l'estinzione a causa del degradarsi degli ambienti naturali. i1 pipistrelli sono, in genere, considerati utili nella lotta contro le zanzare e le mosche.


I tipici uccelli presenti in Trexenta sono quelli che si sono adattati alle colture erbacce che vi predominano -la più caratteristica è la pernice sarda- e si cibano di granaglie e di bacche. Altro comune uccello, tipico abitatore degli erbai e dei campi di grano è la quaglia, che, grazie alla sua tendenza migratoria, non corre gli stessi rischi di estinzione della pernice sarda, che è, invece, stanziale. Anche la tortora, che nidifica in zone limitrofe a colture agrarie e a vigneti, anch'essa presente nella collina trexentesc, non corre pericola d'estinzione, per le stesse ragioni della quaglia. Un'altra specie caratteristica è la cornacchia grigia. Il gruccione arriva in primavera dall'Africa e riparte in agosto-settembre per il sud. 1 pochi rapaci diurni presenti sono la poiana, il gheppio, e qualche grillaio. Infine, oltre al passero sardo e allo storno nero, numerosi anche nei centri abitati, esistono numerosi altri piccoli passeriformi come la calandrella, la calandra, l'allodola, lo strillozzo, il fanello, l'upupa, l'averla capirossa, il saltimpalo, l'occhiotto. Endemica della Sardegna e della Corsica è la magnanina sarda.

Fra i rettili sono da ricordare: il geco, la lucertola campestre, la lucertola sarda, il colubro sardo, il colubro e la biscia d'acqua.