L'ABITATO DI SORGENTI DELLA NOVA
L'insediamento di Sorgenti della Nova, risalente alla fine dell' età del Bronzo ( 1.00 a.C. circa presenta spiccati caratteri di monumentalità e di evoluzione culturale da poter essere definito protourbano ".
Sorgenti della Nova sorge su uno sperone, costituito da tufo e pomice, modellato dalla confluenza di due fossi e prende il nome da una ricca sorgente da cui nasce il fosso " La Nova " nel Comune di Farnese ( Viterbo ), al limite del confine con la Toscana ( territorio di Pitigliano Una via d'accesso, ma forse non l' unica, è stata rintracciata nel settore sud-orientale dello sperone e coincide con uno dei percorsi ancora utilizzati per salire all' abitato.
seguendo questa strada, incassata nel tufo, si giunge nella parte alta dello sperone roccioso, volto a sud , all' inizio di un' ampia zona rimaneggiata e ristrutturata in epoca medioevale e rinascimentale, quando fu costruito un piccolo castello " La Roccaccia ".
Le pareti scoscese dello sperone fungevano da confine naturalmente fortificato ad un insediamento esteso per circa quindici ettari e formato da abitazioni in grotte ricavate artificialmente nel tufo e da capanne con fondazione più o meno incassata nella roccia e pareti realizzate in legno e paglia.
Della " Roccaccia " invece restano alcuni avanzi della torre ed una serie di grotte ottenute ampliando in parte quelle di epoca preistorica.
I fianchi della rupe appaiono terrazzati in antico, con l' impiego di una notevole forza-lavoro, allo scopo di ottenere ampi piani sui quali costruire le capanne e le aree attrezzate antistanti alle
grotte.
In tempi recenti una cava di pomice, poi bloccata, ha parzialmente distrutto alcune aree d'insediamento, per cui è difficile attualmente stabilire il numero complessivo delle abitazioni e quello degli abitanti, che comunque era probabilmente superiore al migliaio.
In tutta l' area fino ad oggi scavata, il suolo in roccia appare completamente lavorato, il che rivela un' intensa urbanizzazione e porta ad escludere l' esistenza di spazi destinati all' allevamento e all'agricoltura.
Le abitazioni, le strutture di uso comune ( grotte adibite a cucina, forni in cotto, sentieri, canali per lo scolo delle acque ecc. ) erano a ridosso le une delle altre, cosicché nessuno spazio era utilizzabile per la produzione primaria: tutte le attività relative all' agricoltura, all' allevamento e in genere alla produzione primaria dovevano essere espletate nel territorio con tutti i problemi relativi ai rifornimenti alimentari e alla necessità di spostamenti quotidiani e per periodi lunghi, dal centro abitato verso i campi e i pascoli circostanti.
Le ricerche fino ad oggi effettuate non hanno portato ancora alla individuazione di un ambiente che potesse presentare le caratteristiche di una sede di potere, ma sicuramente un abitato di questo tipo doveva avere avuto un riferimento del genere e un ambiente o uno spazio all' aperto per le riunioni e per le cerimonie relative al culto.
Sorgenti della Nova si configura pertanto come un centro egemone di un territorio popolato da villaggi più piccoli e abitato probabilmente da un elite gentilizia che basava il suo potere e la sua ricchezza sulle mandrie e sulla produzione e commercio di metalli.
I MATERIALI
Fra i reperti rinvenuti nelle campagne di scavo condotte a Sorgenti della Nova, una grande quantità di materiali appare legata alla conservazione delle derrate alimentari, alla preparazione e alla cottura dei cibi e al loro consumo, in misura minore sono presenti gli oggetti legati alla produzione artigianale, scarsi e frammentari i monili e gli oggetti di uso personale o legati alla sfera ideologica e rituale. Se, infatti, l'insediamento è stato abbandonato lentamente, quelli che si rinvengono nello scavo sono solo gli oggetti smarriti o rotti, e quindi gettati via, durante la vita dell'abitato e quelli che, per le grandi dimensioni, come i doli, o lo scarso valore, come la ceramica domestica, non era possibile o conveniente trasportare. Gli strumenti di lavoro. invece, ad eccezione di quelli generici e facilmente riproducibili come i pesi da telaio, non furono lasciati nelle abitazioni abbandonate. senza contare che gli oggetti in bronzo non più in uso potevano essere rifusi e di loro è quindi raro trovare traccia.