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Le feste

Santissimo Salvatore

Le principali manifestazioni religiose riguardano la festa del patrono S.S. Salvatore, che si svolge in due periodi dell'anno: la seconda domenica di maggio e la prima decade di novembre.

La festa maggiore si svolge in primavera, con una processione che accompagna il simulacro del Santo per le vie del paese. I festeggiamenti vengono organizzati dal Comitato de is Obreris che si occupa dei riti religiosi, degli spettacoli in piazza e di quelli pirotecnici. Il lunedì, al simulacro del S.S. Salvatore si unisce quello di Sant'Efisio, patrono della Sardegna, il cui culto è vivo anche nel nostro comune.

La domenica successiva viene festeggiato Sant'Isidoro, protettore degli agricoltori. Il simulacro veste abiti da contadino e tiene in mano un mazzo di spighe.

Nella prima decade di novembre si ripetono i festeggiamenti religiosi in onore di Santu Sarbadoreddu. Abbinata a tale festa, da una decina d'anni , il gruppo folk organizza la "Festa dell'anziano" con il patrocinio del Comune. La manifestazione si conclude con uno spettacolo variegato, organizzato e interpretato con passione da parte di un gruppo di locali attori dilettanti che riescono, con gli anni, a trovare sempre nuovi spunti per intrattenere il pubblico. La serata del giorno dopo è imperniata su intrattenimenti musicali e sulla degustazione dei prodotti locali ed in particolare sulla favata.

La statua del S.S. Salvatore è disposta nella nicchia dell'altare nella chiesa omonima.La statua lignea, risalente al XIX secolo, alta 120 cm, rappresenta il Cristo benedicente, avvolto da un ampio manto scuro con bordi dorati e sulla mano sinistra sorregge una sfera simbolo della sua potenza creatrice.

Santa Maria di Sibiola


Una grande festa si celebra anche per la compatrona del paese, Santa Maria di Sibiola l'8 settembre. Tale ricorrenza in suo onore, viene considerata la più importante dell'anno, pur non essendo Santa Maria la patrona del paese.

Questa non é solo una manifestazione di carattere religioso,ma anche laico-folcloristica, in quanto al seguito della Santa, oltre ai cavalieri e ai vari gruppi folk, sono presenti le traccas che simboleggiano gli aspetti economici primari (agricoltura e pastorizia) della nostra zona.

Una volta la tracca, che deriva dall'antica parola italiana trabacca, cioè baracca o tenda da riparo, era come il carro barbarico, vale a dire una casa mobile con all'interno vesti, arredi, provviste e naturalmente la famiglia.

I riti della festa rievocano l'antico culto prenuragico del pellegrinaggio delle persone dal centro di insediamento ad un luogo sacro. Ancora oggi, si effettua una tradizionale processione propiziatoria attraverso i campi, per scongiurare le avversità atmosferiche e avere salvo il raccolto.

La Vergine venerata prende il nome dalla località campestre a circa 3 Km dall'abitato, dove sorge la chiesetta in cui avvengono i festeggiamenti che si protraggono per vari giorni.

All'imbrunire, il simulacro racchiuso in su cocciu sopra un carro trainato da una coppia di buoi, ritorna in paese. La Santa viene accolta con cascate di luce, mortaretti e spettacolo pirotecnico seguiti da numerose manifestazioni con balli e canti folcloristici.Viene inoltre allestita  una Mostra dell'artigianato e dei prodotti dell'agricoltura e un interessante mostra etnografica, finalizzata  alla valorizzazione della cultura e della tradizione locale.

La statua di  Santa Maria é custodita nella chiesa di San Salvatore e solo in occasione delle festa omonima, viene trasferita nella chiesa campestre.

La statua lignea, risalente al 1775, alta 130 cm., rappresenta la Vergine Assunta in cielo, assisa su un trono di nuvole. Ha una veste rosa ornata di motivi floreali ed un manto punteggiato di stelle; ai suoi piedi, sul lato sinistro ci sono due cherubini. Non si conosce con precisione l'autore ma l'ipotesi ne attribuisce la provenienza alla bottega artigiana del Lonis di Senorbì per le analogie stilistiche.