• Presentazione

Serdiana ieri e oggi

L'economia
Su Stainu Saliu

    • Tradizioni

Le festeIl 

Gruppo Folk


    • Gastronomia

Ricette per le feste


    • Archivio fotografico

Tradizioni

Ambiente


    • Credits


Arte

La chiesa di Santa Maria di Sibiola

A circa 3 km. da Serdiana  in una zona piano-collinare circondata da oliveti sorge l'antica Chiesa di Santa Maria di Sibiola , uno dei capolavori di arte romanica costruiti in Sardegna dai monaci Vittorini, tra la fine dell'XI e i primi anni del XII secolo.

Ipotesi sul nome

Per quanto riguarda il nome é difficile stabilirne con certezza l'origine perché non ci sono documentazioni specifiche a riguardo. Tra le ipotesi c'è quella linguistica che fa derivare il nome Sibiola o Sipiola a qualche espressione latina, in seguito volgarizzata, facendo riferimento  alla terminazione olla da olea o dall'eroe Jolao; e quella storica che accomuna il nome Sibiola a quello della Sibilla ipotizzando la sacralità attraverso il culto della famosa profetessa. Comunque entrambi le ipotesi sono da ritenersi discutibili.

Stile

L'edificio, di modeste proporzioni è costruito in arenaria. Esso presenta una pianta a due navate diseguali, ognuna con la propria abside semicircolare e il proprio ingresso, divise da ampie arcate poggianti su pilastri cruciformi. Il prospetto, che un tempo culminava con un campanile a vela, é incorniciato da due paraste ai lati e da una serie di archetti pensili. Questa chiesa in stile romanico-provenzale è quella che meglio ha saputo conservare la sua struttura originaria.

Esterno: Facciata

La facciata è costituita  da conci squadrati di diverso colore; in uno di questi c'è una scritta, ormai consumata dal tempo in cui si ritiene che sia incisa  l'espressione latina "IN NOMINE DOMINI ET MARIAE" (Nel nome del signore e di Maria). Nella parte superiore della facciata sulla quale si aprono una monofora ed un elegante bifora che danno rispettivamente luce alle navate di sinistra e di destra, si notano delle listature trachitiche delimitate da una serie di coppelle circolari, un tempo rivestite in ceramica policroma secondo un gusto decorativo caratteristico di queste chiese, riscontrabile anche nel piccolo rosone, policromo e a disegno geometrico floreale, situato al centro della facciata stessa. Sempre nella facciata troviamo due portali ad arco.

Fianchi e parte posteriore

I lati e la zona absidale esterni sono molto semplici e rifiniti con paraste e con una cornice (ad archetti poggianti su peducci scolpiti a motivi zoomorfi, fitomorfi e geometrici) in tutto simile a quella della facciata. In particolare il lato sinistro presenta  una caratteristica scala in muratura che permette l'accesso al tetto, retta da mensoloni infissi nel muro che ricordano le scalinate interne dei nuraghi. Questo lato inoltre presenta una stretta monofora centinata. Il lato destro è contraddistinto da un portale sovrastato da una stretta monofora. Posteriormente si presentano due absidi: una maggiore e l'altra minore; la luce proviene da una monofora situata nell'abside maggiore e da due oculi disposti nel frontone. 

Interno

L'interno è suddiviso in due navate da ampie arcate poggianti su pilastri crociformi sui quali scaricano il loro peso le volte in pietra rimarcate da tipici archi traversi; cornici, mensole e lesene sottolineano l'articolazione delle masse con suggestivi chiaroscurali. Le mensole risultano variamente decorate: una con ovuli classicisti, un'altra con tre foglie d'acanto e l'ultima con due ucceli disposti frontalmente ad una coppa (iconografia tipicamente bizantina). Il rivestimento interno è in mattoni di arenaria. L'arredo è tipico delle chiese romaniche del XII secolo: nella navata maggiore è presente un unico altare sovrastato da un crocifisso ligneo; mentre nell'abside minore in una nicchia si ha la statua di Sant'Anna con Maria Bambina. In passato, all'uscita della chiesa, si trovava una pila acquasantiera originale ai canoni dell'arte romanica; ma dal 1898 è stata trasferita nella chiesa parrocchiale del S.S. Salvatore mentre dietro l'altare, era collocato un retablo del XV secolo intitolato "Il giudizio universale"; oggi si trova presso la Pinacoteca Nazionale di Cagliari.