BIASE PASCAL
 


 


VITA
Blaise Pascal (1623 - 1662) nacque a Clermont da una famiglia agiata.
Fin dalla giovinezza dimostrò un particolare interesse per la fisica e la matematica.
Fu una persona dotata di un profondissimo spirito religioso, entrando in contatto con il movimento giansenista.
Morì all'età di trentanove anni.

 


 

PENSIERO
Pascal accetta il metodo matematico cartesiano (vedi Cartesio) come una delle maggiori conquiste nel campo dell'indagine scientifica della natura. Lo spirito geometrico ha infatti "il dono di comprendere un gran numero di princìpi senza confonderli". Lo spirito geometrico, però, non è sufficiente per farci comprendere a fondo la natura dell'uomo e del suo destino. Solo lo spirito di finezza, che è intuito, istinto, discrezione, sentimento, cuore, esperienza, può condurci ad una tale comprensione. Questo è in grado di condurci ad una certezza assoluta, di carattere diverso rispetto a quella razionale: il suo è un sentire più che un vedere, risultando perciò in grado di cogliere sfumature della realtà che sfuggono alla ragione.
L'uomo, posto tra essere e non essere, che è un qualcosa di mezzo tra il tutto ed il nulla, è dotato della facoltà di pensare e della coscienza e, di conseguenza, della consapevolezza della propria miseria infinita. A distrarre l'uomo dalla comprensione di questa sua miseria contribuiscono vari fattori: l'immaginazione, la quale genera errori e falsità; l'abitudine, che dà origine alla confusione tra princìpi naturali e princìpi abituali; l'amor proprio, che lo spinge lontano dalla verità dei suoi difetti. L'uomo persegue la sua felicità attraverso i divertimenti, vale a dire impegnando il proprio tempo in attività di qualsiasi genere, nel tentativo di distrarsi dalla noia e dalla contemplazione del proprio infimo stato.
L'uomo può però sollevarsi dalla sua miseria con la fede nel Dio della tradizione cristiana, che è amore e consolazione. La fede è un dono di Dio e non può essere garantita con prove di tipo razionale, non trovando nessuna giustificazione per tramite dello spirito geometrico. La fede, perciò, comporta un fattore di rischio, poiché ci conduce ad una sorta di gioco "in cui uscirà testa o croce". La ragione ci dice di non puntare su nessuna delle due possibilità e, al contempo, non ne esclude nessuna delle due, lo spirito di finezza, invece, ci dice che "bisogna scommettere sull'esistenza di Dio", poiché chi vince guadagna la beatitudine eterna, mentre chi perde non perde assolutamente nulla.

 

[Scheda tratta da Appunti di storia della filosofia occidentale di Adriano Virgili
Sito di riferimento: Accademia dei Dubbiosi]


 

OPERE

-- Saggio sulle coniche (1640)

-- Nuove esperienze sul vuoto (1647)

-- Le Provinciali (1656)

-- Pensieri (pubblicati postumi nel 1669).