La vita del nostro comune è
stata sempre regolata dall'esistenza nel suo territorio di due
corsi d'acqua importanti per le attività soprattutto agricole
della popolazione: Il fiume Mannu ed il torrente Leni. Il
primo è stato sempre una ricchezza per l'apporto di acque, utili
soprattutto per l'agricoltura e ricche, sino a quando gli scarichi
incontrollati e le devastazioni ne hanno notevolmente
ridotto la quantità e la qualità , di pesci quali le anguille,
le carpe e le tinche. Era una ricchezza anche il Leni, con la sua
ottima acqua potabile e con gli apporti di materiali utili per
l'agricoltura ma anche per tante altre attività.
Il Mannu, chiamato anche rio Samassi, nasce dal tacco del
Sarcidano e scorre in direzione nord-sud. Durante il suo percorso
riceve l'acqua di diversi affluenti di poca importanza e,
attraversata la Marmilla e costeggiato il lato ovest del centro
abitato di Samassi, divide in due le campagne di Serramanna
diretto a Villasor, dopo avere ricevuto le acque del Torrente Leni
(molto poche, ora che vengono catturate dalla diga costruita a
Villacidro). Più avanti, ad Assemini, riceve le acque del
rio Cixerri, l'affluente più importante, e poi va a sfociare
nello stagno di Santa Gilla nel Golfo di Cagliari. Sino a non
più di centocinquanta anni fa, forse proprio perché sfociava a
Cagliari, veniva in tutti i documenti comunemente chiamato
Caralita.
Le sue acque sono molto calcare e quindi non potabili, a
differenze di quelle leggerissime del torrente Leni, ma sono state
sempre utili per l'irrigazione delle colture praticate nei terreni
circostanti oltre che per la pesca.
L'attraversamento del fiume è stato di vitale importanza in tutti
i tempi, e solo da pochi anni avviene in condizioni di sicurezza.
Buona parte del territorio si trova, rispetto al centro abitato,
al di là del fiume; qui si trovano gli orti, i frutteti, gli
immensi pascoli, ed una volta le vigne come ci ricorda anche la
denominazione della località Santa Maria 'e Bingias. Si
doveva attraversare il fiume anche per la provvista dell'acqua per
bere, visto che solo in quelle zone si trova l'acqua
potabile. Il problema è stato sempre quello della mancanza di
ponti idonei a collegare con sicurezza le due parti del
territorio.
A Serramanna tanti anni fa il fiume Mannu si poteva superare solo
attraversandolo su uno dei due ponti in legno in Santa Maria o in
Bau Mannu. Non sempre però questi ponti erano praticabili,
bastava spesso un'alluvione per renderli inservibili,
distruggendoli o isolandoli quando le piene provocavano lo
spostamento e la divisione in mille rivoli del suo letto.
A Santa Maria, al termine della Bia s'acqua bella", venne
a un certo punto costruito un ponte a due luci con le spallette in
muratura (vedi foto a lato), collegate da tavoloni coperti
da uno strato della solita ghiaia del Leni che non legava, anche
perché sottoposta alle notevoli sollecitazioni delle strette
ruote metalliche dei carri, rendendo sempre difficile e pericoloso
il traffico, e richiedendo continui lavori di manutenzione.
Quando si procedette alla rettifica del Mannu e vennero
costruiti i nuovi argini, entro di essi venne eretto un piccolo
ponte in cemento armato, sommergibile e non praticabile in
occasione delle piene. Solo dopo qualche anno venne costruito il
lungo e solido ponte attuale che supera il fiume con le sue golene
ed i suoi argini.
Nel passato la strada per la Fontana Pubblica (bia
Matzalloi, o strada Regia) era priva di ponte sul Mannu, ed
il fiume veniva superato con una barca, mentre i carri
attraversavano il fiume a guado. Questo sino a quando venne
costruito un ponte in legno, di cui si ha notizia nella relazione
al progetto redatto dal Genio Civile nel 1859 relativo alla
sistemazione della strada che porta alla Fontana Pubblica,ora
pozzi dell'acquedotto. In un tempo successivo venne
costruito il "Ponti Nou" in pietrame, a due
arcate, solido e sicuramente molto moderno per quei tempi, anche
se piuttosto stretto. Quest'ultimo venne demolito, per far posto a
quello attualmente esistente, in occasione della costruzione degli
argini del fiume Mannu e di un tratto dell'affluente torrente
Leni, intorno alla fine degli anni '50.
A Ponti Anna Cossu, vicino al confine con Samassi, esiste
ora un ponte in cemento armato che è poco usato e serve solo per
il traffico delle campagne, utile quasi esclusivamente agli
agricoltori per superare il fiume. Una volta doveva essere
sicuramente un ponte solido e trafficato, poi diminuito
d'importanza: nel 1822 nacque una diatriba tra i vicini comuni che
si contendevano l'uso delle sue pietre (materiale che è sempre
mancato nel nostro territorio e che richiedeva notevoli mezzi per
portarlo da fuori, soprattutto da Serrenti, per cui nei tempi si
è sempre aggirato il problema demolendo nuraghi, ponti e chiese
di campagna per costruire qualcosa di nuovo). Il Superiore Governo
diede al Marchese di Samassi il permesso di potersi provvedere dei
materiali di questo ponte per costruirne un altro nel territorio
di Samassi. Il Consiglio Comunale di Serramanna, lamentando questo
in una delibera del 3 febbraio, ricordava che il vecchio ponte
sorgeva nel suo territorio e che il Governo aveva concesso in
precedenza l'uso dei materiali "a questa Comunità per
formare il ponte nel fiume esistente nella strada Reale, che
conduce da Serramanna a Villacidro ed ai possessi e vigne di
questo Villaggio, ... ed al salto detto Planu ove si tiene tutto
il bestiame...".
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Il vecchio Ponti Nou
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Il nuovo Ponti Nou, sulla strada per l'acquedotto (1962)
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Il ponte di S.Maria, e la confluenza del Torrente Leni nel
Fiume Mannu (1954). Sullo sfondo la chiesetta si
Santa Maria.
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Il vecchio ponte di Santa Maria (1953), prima della
confluenza del Torrente Leni nel fiume Mannu.
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Il ponte sommergibile sul Mannu, costruito dopo lo
spostamento della confluenza del Leni e la costruzione
delle dighe. Qui è ripreso nei giorni successivi
all'alluvione del gennaio 1957. Fu demolito quando venne
costruito il nuovo ponte che supera, oltre al fiume, gli
argini, ed abbrevia notevolmente la distanza con S. Maria.
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Il Ponti Anna Cossu, nei pressi del confine con Samassi
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