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S'imperdau |
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Il più antico sistema di
rivestimento stradale adottato a Serramanna è stato sicuramente s'imperdau,
cioè l'acciottolato o selciato, che per secoli è stato,
assieme alla strada bianca (mac-adam) l'unico sistema di manto
stradale. Era più resistente della strada bianca, durava di
più, con la sua cunetta centrale allontanava dai muri l'acqua piovana e non provocava tanta polvere
d'estate e fango d'inverno.
Con una delibera del 1866 il comune di Serramanna
aveva deliberato di affidare all'aiutante ingegnere Giovanni Onnis di
Cagliari lo studio per la totale sistemazione delle strade
interne del paese. Merita almeno un cenno, perché ci riporta alle
condizioni non certo floride in cui
ci si trovava allora come è capitato spesso nella travagliata
esistenza del paese, l'opportunità segnalata nella relazione
al progetto, di
accelerare l'esecuzione delle opere "ora specialmente che,
mancando di lavoro i nostri operai trovansi in procinto di
essere costretti dalla sempre crescente miseria, quale è quella
della fame, ad essere trascinati a mal fare".
Dalla relazione si attingono
dei dati interessanti: il numero totale delle
strade dell'abitato (che nel progetto vengono richiamate solo
con un numero e mai con il nome) era nel 1866 di 16, di cui 10 a
selciato e 6 a mac-adam. La lunghezza complessiva della strade
era di km 6.637, di cui 3664 a selciato.
Se, come è da presumere, la situazione delle strade è rimasta
invariata sino al 1949, anno in cui si procedette all'asfalto
della Via Roma (seguito negli anni '50 e '60 del secolo scorso dall'asfalto delle
altre strade), le strade bianche erano il lungo stradone che
partendo dalla periferia verso Villasor arrivava a quella verso
Samassi dopo avere attraversando tutto il paese, la strada che
dalla chiesa di San Leonardo portava alla fontana pubblica
(attualmente all'acquedotto), e sa 'ia
noba (ora via Costituzione).
La spesa prevista in progetto per la realizzazione delle opere
era di £ 76.510.
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Nel 1954 fu
fatto a Serramanna l'ultimo vero acciottolato:
fu rifatto completamente il manto stradale
dell'intera Via Serra. Ho parlato di vero acciottolato
perché ben diversi sono gli acciottolati costruiti anche di recente
più che altro per non far dimenticare il vecchio modo di
pavimentare: nella
strada che fiancheggia la chiesa di san Sebastiano,
in quella che lambisce il Monte Granatico ed ora
attorno alla chiesa di san Leonardo. Danno solo una vaga idea
del vecchio nostro acciottolato. Innanzitutto l'acciottolato veniva
in passato costruito con le due falde aventi una
pendenza sufficiente per convogliare le acque
alla cunetta posta al centro della
strada, che
aveva proprio la funzione di allontanare le
acque dai muri
delle abitazioni. Con l'eliminazione di questa cunetta centrale,
quando
è arrivato l'asfalto, moltissimi fabbricati pur essendo stati
protetti dalle
cunette cosiddette alla francese sono stati rovinati
dall'umidità derivante dall'acqua che scorre a fianco dei muri e
che da
questi viene assorbita. I ciottoli usati per la pavimentazione erano di pietra
nera, selce, e non di pietra arenaria che, sottoposta alla dura
sollecitazione delle ruote dei carri, si sarebbe in breve tempo
sbriciolata. Tutto il peso dei carri e del loro carico veniva
infatti trasmesso sul selciato dalle due ruote di legno, molto
strette e rivestite nella circonferenza esterna da "su
lamoi", una grossa lamina di metallo larga all'incirca
7 cm. Chi ricorda i sobbalzi dei carri, sa a quali forti
sollecitazioni era soggetto l'acciottolato, soprattutto quando
non era più in ottime condizioni, e capisce la
necessità dell'impiego di idonei materiali e
metodi costruttivi.
Le pietre dell'acciottolato venivano poggiate, affiancate tra di
loro nel senso dell'altezza su un letto di
sabbia; non coricate, come si tende a fare oggi, e
senza l'uso di alcuna malta (talvolta oggi si vuole rendere
più stabile il rivestimento usando la malta di
cemento).
Il rifacimento dell'acciottolato nella via Serra fu fatto con un
Cantiere di Lavoro e con personale, non specializzato,
addestrato dagli istruttori. Ricordo ancora la rivalità ed i bisticci tra i due
istruttori "imperdadoris" Battista Pilloni e ziu Bissenti che volevano avere
ognuno il primato nella loro professione e che con le loro
discussioni suscitavano spesso ilarità tra gli altri operai. |
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Un particolare
della cunetta della via
Serra, prima dei lavori di rifacimento
dell'ultimo acciottolato (1954)
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Un deposito di ciottoli
per il rifacimento della Via Serra,
incautamente disposto attorno alla cosiddetta Croce Santa,
che ne uscì piuttosto malconcia, a pezzi, e che è stata in
seguito malamente restaurata. |
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