Santuario
Nuragico di
Santa
Vittoria SERRI
Sull’estremità sud-occidentale della giara (altopiano)
di Serri, proprio a picco sullo strapiombo naturale che affaccia sul paese di
Gergei, sorge ora la chiesetta campestre di S.Maria della Vittoria che dà il
nome al grandioso complesso nuragico ad essa adiacente e che domina un largo
orizzonte tutto intorno; verso sud-est l’altopiano si restringe in una stretta
sella di circa 30 m di larghezza presso i ruderi della chiesetta di S.Sebastiano,
oltre la quale si allarga nuovamente accogliendo il moderno abitato di Serri,
l’unico che ancora occupi una di quelle giare che in età nuragica
erano luogo preferenzialmente deputato all’insediamento.
Gli scavi condotti dal Taramelli dal 1907 al 1929
hanno messo in luce un vasto complesso di edifici estesi in un’area di circa
quattro ettari, ai quali l’archeologo ha dato delle denominazioni basate su
caratteristiche strutturali o su rinvenimenti particolari.
Sorge isolata a nord, fiancheggiata da una
muraglia, la Casa del Capo, una grande capanna circolare con atrio lastricato
con banchine laterali; ad est di questa e quasi al centro del complesso, il
grande Recinto delle Feste, vasto recinto ellittico (m. 73x50) su cui
aprono diversi vani a partire dall’ingresso ad est: la Casa del Focolare, il
Recinto con Sedile, il Recinto dell’Ascia; segue sul lato nord una zona divisa
in piccoli vani quadrangolari aperti per un lato verso il centro, fino alla
Fonderia; lungo il lato sud si trova il porticato, fino alla Cucina: come si
vede, l’interpretazione del Taramelli era quella di una grande cumbessia ovvero
un complesso che avesse la funzione di accogliere i pellegrini convenuti per le
feste nel santuario.
Il gruppo di edifici intorno alla chiesetta di
S.Vittoria è anche quello dove visibilmente si sono succedute diverse fasi
edilizie, di non facile lettura. Dove ora sorge la cosiddetta Torre con Feritoie
era stato eretto un nuraghe a corridoio che, sulla base dei materiali rinvenuti
in recenti sondaggi di scavo in questo punto, ovvero frammenti di ceramica a
decorazione metopale, si inquadra nell’Età del Bronzo medio; da esso si
dipartivano cortine murarie, ora inglobate in altre strutture, delle quali
faceva parte la cinta difensiva che si prolunga fino alla Casa del Capo.
Di questo gruppo di edifici raccolto intorno allo
sperone sudoccidentale dell’altopiano fanno anche parte il Tempio Ipetrale a
pianta quadrata e struttura isodoma, la Capanna del Sacerdote, il Recinto
Cicolare con Sedile, la Via Sacra, il Muro di Cinta con la Capanna
dell’Ingresso. Il fulcro di questa parte del santuario è il Tempio a Pozzo,
racchiuso entro un recinto ellittico (m. 19 x 13) accuratamente costruito con
struttura isodoma con conci di basalto ben squadrati ed anche di calcare,
impiegati, come in edifici sacri simili, con intenti policromi decorativi; si
compone di una pianta circolare di m. 2,10 di diametro interno e m. 3 di altezza
con andamento leggermente conico per il progressivo lieve aggetto dei filari; vi
si accede attraverso una scala di 13 gradini, preceduta da un atrio rettangolare
con banchine laterali e lastricato in calcare, con una mensa o altare con un
foro per libagioni al centro, connesso ad una canaletta trasversale che
scaricava all’esterno.
Altre costruzioni si trovano raggruppate a
sud-est, a est, a nord-est, fra le quali il Recinto dei Supplizi o della
Giustizia, il Recinto delle Riunioni o la "Curia", l’Isolato del
Doppio Betilo, il Recinto della Mensa, eccetera.
Molti di questi vani, come i precedenti,
suggeriscono un uso non domestico di comune abitazione; i canoni costruttivi
sono senza dubbio quelli usuali dell’età nuragica, in maggioranza riferibili
all’Età del Bronzo recente e finale e prima Età del Ferro (circa XIII-VIII
secolo a.C.) e l’insieme tuttora non smentisce l’ipotesi che si tratti di un
grande villaggio-santuario federale che riunisse, intorno al luogo di culto, le
popolazioni circostanti.
E.
L. S.
Il complesso è raggiungibile attraversando il
centro urbano di Serri e proseguendo oltre, sull’altopiano. In paese, davanti
al Municipio, si trova l'Antiquarium allestito con pannelli didattici,
che funge da unità introduttiva per l’area archeologica. Il materiale
rinvenuto negli scavi del Taramelli si trova nel Museo Archeologico Nazionale di
Cagliari.
Responsabile
delle ricerche: dott.ssa Fulvia lo Schiavo, coadiuvata dalla dott.ssa Maria
Gabriella Puddu.
Bibliografia:
Taramelli A., 1909,
Serri. Scavi nella città preromana di Santa Vittoria, "Not.
Scavi", pp. 412-423.
Taramelli A., 1911,
Serri. Ricerche nell’acropoli di Santa Vittoria e nel recinto sacro, "Not.
Scavi", pp. 291-312.
Taramelli A., 1914,11
tempio nuragico e i monumenti primitivi di Santa Vittoria di Serri~ ~‘Mon.
Ant. Lincei", 23, colI. 3 13-440.
Taramelli A., 1922,
Serri. Nuovi scavi nel santuario nuragico presso la chiesa di Santa Maria
della Vittoria sull’altipiano della Giara, "Not. Scavi", pp.
296-334.
Taramelli A., 1931,
Nuove ricerche nel santuario nuragico di Santa Vittoria di Serri, "Mon.
Ant. Lincei", 34, colI. 5-122.
Puddu M. G., 1992, Recenti
sondaggi di scavo a Santa Vittoria di Serri, "La Sardegna nel
Mediterraneo fra il Bronzo Medio e il Bronzo Recente" Atti del III Convegno
di Studi, Selargius - Cagliari 19-22 nov. 1987, Cagliari, pp. 145-156.