Il Museo di Kamarina

IL PROMONTORIO DI CAMARINA (SICILIA SUD-OCCIDENTALE):

CONDIZIONAMENTI GEOLOGICI NELLA SALVAGUARDIA DELL’ACROPOLI

 Gioacchino Lena – Giovani Di Stefano*

La colonia di Camarina fu fondata dai siracusani nel 598 a.C. sulla costa meridionale della Sicilia su un promontorio limitato a nord e a sud rispettivamente dal basso corso dei fiumi Ippari e Oanis;  il versante  occidentale si protende sul mare mediante una ripida falesia  impostata su conglomerati e sabbie pleistoceniche poggianti su trubi che ne costituiscono la base poco sotto l'attuale livello del mare. E' stata questa situazione che ha creato fin dai primi decenni di vita della città problemi di instabilità della falesia che gli antichi greci tentarono di fronteggiare mediante la messa in opera di barriere frangionde, da poco scoperte in mare aperto. L'abbandono della città nella tarda età romana e il colmamento del bacino portuale ubicato nel tratto terminale del fiume Ippari, secondo il sistema del porto canale, hanno  arrestato in parte, con l’aumento della spiaggia, il problema. Oltre ai fenomeni generali di erosione, questa sembra essere stata accelerata dalla recente costruzione del porto di Scoglitti; nei primi decenni del XIX secolo, una commissione di inchiesta del Regno di Napoli ne aveva sconsigliato la costruzione temendo proprio i fenomeni  ora in atto. Il problema coinvolge ora anche il lato meridionale delle mura e la torre di età  ellenistica  costruita a guardia di una porta.

Tutto il complesso viene sottoposto alle frequenti mareggiate invernali che hanno scavato un evidente solco di battente al di sotto delle mura, con pericolo di crollo imminente di tutta questa parte del sistema difensivo della città antica. Nel XIV secolo d.C., sul settore più vicino al porto, fu edificata, a spese di analoghe strutture greche esistenti in posto, una torre di guardia alle strutture portuali che ancora sopravvivevano. Le scadenti caratteristiche tecniche dei terreni  che formano la falesia sono fra le cause che ne provocarono, insieme ad altre strutture monumentali di età greca sul terrazzo dell’acropoli, il crollo totale nel 1915. Alle caratteristiche tecniche si sommano oggi fenomeni veloci di erosione costiera che hanno portato di nuovo il mare a contatto con la falesia. Ne sono già state coinvolte le mura della città antica, frammenti delle quali si trovano ora sia lungo la battigia sia in mare aperto.  

 

* Soprintendenza ai BB.CC.AA di Ragusa , Museo di Camarina, Casella Postale aperta, Scoglitti, Vittoria (Ragusa)

 

 

 

 

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