|
|
L'uomo
ha sempre avuto un rapporto privilegiato col sottosuolo, fin dagli albori
della sua civiltà. Le cause sono molteplici, ma possono ricondursi forse
alle due motivazioni più importanti che sono legate a problemi pratici,
quali la necessità di trovarsi un rifugio sicuro nel quale ripararsi e
riposarsi e di culto col seppellimento dei suoi cari coi riti connessi.
Ma, con l'evolversi dello stesso, con una vita più articolata e
complessa, i primi ripari sotto roccia, o le grotte naturali, sono stati
sostituiti da una serie di altre cavità artificiali, ovvero non più
trovate già pronte all'uso in natura, ma appositamente scavate.
L'approvvigionamento idrico, bisogno primario, la conservazione del
prezioso liquido, lo smaltimento dopo l'uso, i luoghi di culto,
d'inumazione, le cave, le cantine, le prigioni, le abitazioni sotterranee,
le opere militari e via di seguito, sono state scavate nel corso di
millenni lasciandoci tracce indelebili su un particolare modo di vivere
dei nostri predecessori. Queste tracce sono le cavità artificiali, alla
cui conoscenza potrebbe contribuire questo lavoro. Per definizione le
CAVITA' ARTIFICIALI sono tutte quelle opere sotterranee ricavate dall'uomo
per fare fronte a varie necessità. Per la cronaca, fa parte della ricerca
di queste la SPELEOLOGIA URBANA, termine oramai in disuso, ma che indica
lo studio di quelle cavità artificiali che, pur non essendo fisicamente
ubicate sotto i centri urbani, sono state funzionali a questi. Ad esempio
un ' acquedotto , pur essendo una cavità artificiale scavata anche a
decine di chilometri dal centro abitato, rientra tranquillamente nella
speleologia urbana, perché è fuori dubbio che servisse agli abitanti.
Ma forse tutte queste definizioni sono destinate a cambiare, poiché
ulteriori studi potranno porre problematiche nuove e definizioni nuove.
Congressi, convegni, stages , corsi, in poche parole il flusso delle idee
e delle esperienze, saranno la garanzia dell'evolversi di questa
disciplina e di eventuali nuovi concetti e definizioni.
|