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Da
molti anni c'è un interesse generalizzato in Italia verso il sottosuolo
dei centri abitati, confortato dalla constatazione che le nostre città,
ricche di storia come d'altronde il resto del Paese, presentano
interessanti aspetti sotterranei che si sono formati ed ampliati con
l'evolversi della storia dei singoli luoghi, quasi a voler trovare altre
testimonianze, particolari, che rivelino aspetti nuovi o possano
confermarne altri in parte conosciuti.
Pensandoci bene, ancora oggi, il sottosuolo viene quotidianamente
utilizzato per il passaggio di cavi, tubature e tutto quanto possa servire
al centro abitato: si continua, anche se con metodologie e scopi diversi,
sulla falsariga di quanto è stato fatto per millenni.
Così come oggi gli attuali scavi e messe in opera sono la risultante
della civiltà attuale, ed in futuro saranno la testimonianza di una
determinata epoca, allo stesso modo lo studio del sottosuolo, di quanto è
stato scavato in passato, costituisce un tentativo di ricostruzione
storica, un'analisi delle esigenze, delle soluzioni che venivano date a
certi problemi. Significativo lo studio dei diversi contenitori idrici
artificiali, siano essi cisterne, fontane, pozzi od altro, che mostrano
come il problema, nelle diverse civiltà, venisse affrontato e magari
risolto. Credo sia questo il
criterio ispiratore che mi ha guidato, unicamente alle altre persone o
gruppi che si interessano dello stesso argomento.
Ritengo che il rispetto totale di questi documenti sia un altro
aspetto di primaria importanza: mai toccare o manomettere alcunché.
Basta semplicemente fornirsi di qualche fotografia, qualche
disegno, qualche osservazione scritta.
In casi di esplorazioni più difficoltose, quali laghetti, pozzi od
altro, occorre fornirsi soltanto degli strumenti indispensabili per
procurarci i dati. Questo
rispetto deve permetterci di lasciare l'ambiente esplorato così com'era
prima di essere visitato.
Devo comunque, a malincuore, precisare che nella maggior parte, se non
nella quasi totalità, questi preziosi ambienti sotterranei presentano
segni indelebili di presenze umane che, a più riprese, li hanno in
qualche modo alterati: sporcizia, rifiuti, qualche crollo, sono una
costante negativa che pone, a mio giudizio, l'esigenza improcrastinabile
di una tutela che protegga prima, ed eventualmente valorizzi poi, questi
documenti che, non dimentichiamolo, sono parte della nostra memoria
storica, e contribuiscono a renderci maggiormente edotti sul nostro
passato.
In Italia lo studio del sottosuolo ha assunto in questi ultimi anni una
veste di disciplina, legata in qualche modo alla speleologia: si chiama
Speleologia Urbana, termine inizialmente nato per giustificare una sorta
di attività speleologica in città che oggi assume delle specificità:
intende sì lo studio delle cavità artificiali presenti sotto i luoghi
abitati, ma non soltanto in termini strettamente geografici.
Un acquedotto che anticamente portava in città le acque da molto
lontano, oppure una serie di catacombe anch'esse fuori dal centro urbano,
sono opere che devono essere messe in relazione con l'insediamento umano.
In fin dei conti il lontano acquedotto doveva portare l'acqua nel centro
abitato, nella città, come d'altronde le tombe scavate nella roccia,
ospitavano i defunti di qualche luogo abitato.
Gli orizzonti si sono quindi notevolmente allargati e questa
disciplina darà senz'altro validi contributi culturali.
(A
cura di Antonello Floris)
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