Circolo Speleologico Sesamo 2000   Specus News 

 

Novità

L'Unione Sarda

martedì 8 gennaio 2002,pagina 35

C’è una grotta che “soffia” . Speleologi al lavoro a Baunei

Una nuova e vasta grotta è allo studio sugli altopiani calcarei che circondano il Golfo di Orosei, precisamente nella piccola valle di Su Canale, nel territorio di Baunei. La scoperta della cavità - considerata di grande interesse - risale a quasi un anno fa, quando alcuni speleologi del Gruppo speleologico “Giovanni Spano” di Cagliari, dell’Unione speleologia cagliaritana e del Groupe Ulysse Spéléo di Lione individuarono una buca dalla quale usciva una forte corrente d’aria tiepida.
È fra le rocce, sulla collina che delimita ad est la piccola valle chiusa di Su Canale. A pochi metri di distanza alcuni ruscelli spariscono all’interno della montagna in corrispondenza con il contatto fra il basamento granitico e le dolomie basali della serie sedimentaria carbonatica che ricopre quasi completamente l’intera zona.
Gli speleologi si resero conto delle possibilità di penetrare nel profondo della montagna e di cominciare a delineare la fisionomia di quel grande sistema carsico che si capisce debba trovarsi all’interno dei calcari e che è compreso fra le cime più alte del Supramonte di Baunei e il mare.
Appariva evidente che i 930 metri di quota dell’ingresso rappresentassero un sicuro potenziale esplorativo della grotta, le cui acque devono per forza raggiungere il Golfo di Orosei, e probabilmente lo fanno, sfociando a mare poco a nord di Cala Sisine, attraverso la bellissima grotta sommersa del Bel Torrente, scoperta pochi anni fa ed oggi meta delle escursioni turistico-subacquee curate dai Centri di immersione di Cala Gonone e Santa Maria Navarrese. Messo a punto un progetto e risolti i problemi organizzativi, ha avuto inizio l’esplorazione.
La grotta - che non ha certo fra le sue prerogative l’ampiezza degli spazi o la stupefacente bellezza delle concrezioni che generalmente incantano il visitatore delle grotte sarde - è di difficile percorrenza, spesso invasa da frane instabili, fra le quali occorre cercare in passaggi angusti e strettoie le prosecuzioni. Ma finora gli speleologi sono riusciti a rilevare ben 3700 metri, scendendo di quasi 300 metri rispetto alla quota dell’ingresso. Un risultato molto importante che sperano di poter migliorare: non solo attraverso le ricerche all’interno della grotta, ma anche con studi a tavolino.
I geologi dei gruppi di speleologia hanno infatti avviato una serie di studi relativi alla tettonica, alla mineralogia e all’idrologia dell’area. A quest’ultima branca della geologia attribuiscono particolare importanza, in quanto la grotta è attraversata da un ruscello la cui portata, pur diminuendo, non cessa nemmeno in annate siccitose come quella in corso.
Approfondire le conoscenze dello scorrimento idrico sotterraneo potrebbe essere importante in un’area costituzionalmente povera d’acqua ma ricca di insediamenti pastorali. Proprio qui, per far fronte alle esigenze del mondo agropastorale, il Comune di Baunei sta realizzando un piccolo acquedotto che distribuirà acqua ai diversi abbeveratoi della zona.
Gli studi a tutto campo, quindi, agevolati dalla conoscenza della topografia della grotta (gli speleologi realizzano i rilievi topografici con l’ausilio di supporti informatici e rappresentazioni tridimensionali estremamente evolute), potrebbero contribuire ad alleviare la carenza di risorse idriche in questa piccola porzione dell’isola.
E a questo proposito occorre rimarcare la scarsità di finanziamenti pubblici a favore di un’attività di ricerca, inquadrata nei gruppi speleologi e nella Federazione speleologica sarda, del tutto volontaristica e individuale, ma che, per le sue ricadute possibili a favore delle comunità locali, dovrebbe essere guardata con più attenzione da parte degli enti pubblici.

Mario Pappacoda