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L'Unione Sarda

sabato 13 aprile 2002, pagina 14

"Mai più senzatetto in grotta"

C’è una città che soffre, ma l’altra città, quella che può sorridere, non vuole ignorarla. Il caso delle famiglie che abitano nelle grotte di Tuvixeddu (e ce ne sono altre nei vari anfratti della Cagliari sotterranea) non lascia indifferenti: lo dimostrano le reazioni, soprattutto da parte dei politici, rispetto alla realtà di quei padri e quelle madri costretti a passare la notte in bianco per difendere i propri bambini dall’assalto dei topi. E intanto dal Comune arriva una buona notizia: l’amministrazione pensa a un mutuo consistente (in lire sono dieci miliardi, poco più di cinque milioni di euro), per acquistare nuovi alloggi da distribuire alle famiglie senzatetto.
Ma il problema casa resta più vivo che mai. «Quello delle famiglie di Tuvixeddu Ñ dice Marco Espa, consigliere comunale della Margherita Ñ è un grido di dolore che la città deve ascoltare. Non dobbiamo fare il callo a queste situazioni: le istituzioni hanno il dovere di affrontare le emergenze». Ma nel bilancio comunale in via d’approvazione, ha fatto notare Espa due sere fa in Consiglio, sono previsti tagli per 600mila euro proprio nel settore socio-assistenziale. «Colpa soprattutto delle scelte del governo, più che del Comune», ammette il consigliere, «ma chiediamo che quei fondi vengano recuperati, almeno in parte. È un fatto di priorità: al limite, preferisco che crolli lo stadio Sant’Elia piuttosto che lasciare una famiglia in una grotta».
All’invocazione risponde il sindaco Emilio Floris: «Certo, è un grido di dolore da ascoltare. Ho già chiesto al comando della polizia municipale l’elenco completo delle famiglie che abitano a Tuvixeddu». L’intenzione è provvedere in tempi brevi, «ma attenzione», avverte il sindaco: «Se liberiamo una grotta, subito sarà occupata da un’altra famiglia per avere titolo preferenziale nell’assegnazione delle case».
L’unica strada percorribile, insomma, è rispettare le graduatorie, e puntare a nuovi alloggi popolari. «Difficile reperire nuove aree per costruire», spiega Tonio Melis, assessore ai problemi della casa. «Contiamo però di attivare un mutuo da dieci miliardi di lire per acquistare altri appartamenti per placare la fame di alloggi». L’ultimo bando risale per le case popolari risale al 1994: in quell’occasione furono accontentate 323 famiglie. Ora però sono molte di più quelle che concorrono alla graduatoria. «Anche perché Ñ riprende Melis Ñ a cercare casa a Cagliari sono anche persone che risiedono nei centri vicini: per legge può partecipare al bando anche chi lavora in città».
Una boccata d’ossigeno potrebbe venire dai cosiddetti “buoni casa”, un’idea sostenuta fin dallo scorso anno dal gruppo consiliare del Cdu. «L’anno scorso Ñ spiega il consigliere Paolo Carta Ñ è stato votato un regolamento per concedere l’aiuto economico alle giovani coppie, sia per pagare l’affitto che per acquistare un appartamento. Quest’ultima possibilità sembrava però in conflitto con la legge sul mutuo regionale per la prima casa». Erano stati stanziati anche duecento milioni di lire, ma poi l’arrivo del commissario prefettizio fece saltare tutto. «Ora ripartiamo alla carica», assicura Carta: «Speriamo che a giugno, con gli assestamenti di bilancio, si possano trovare risorse a questo scopo».

G.M.