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L'Unione Sarda

lunedì 22 aprile 2002, pagina 13

Turismo.
Mentre gli speleologi cercano il collegamento con un’altra grande cavità di San Giovanni
Tutto esaurito a Santa Barbara
Nella grotta cinquecento visitatori in appena tre giorni

In tre giorni cinquecento turisti hanno visitato la grotta Santa Barbara, mentre gli speleologi stanno studiando il ventre della montagna di San Giovanni per scoprire il passaggio che la collega alla cavità localizzata a circa duecento metri di distanza. E stamattina un gruppo di tour operator sarà in città per verificare le condizioni turistiche del territorio.
Anche senza grandi proclami, il territorio si sta riscoprendo area di notevole interesse per i visitatori. E la grotta aperta soltanto in via sperimentale sta già registrando un boom di presenze. «Non facciamo in tempo a soddisfare le richieste», raccontavano anche ieri mattina i minatori diventati guide turistiche, che accompagnano i visitatori col trenino nelle viscere della montagna e poi, attraverso l’ascensore, fin su alla grotta Santa Barbara. «Purtroppo - spiegano - l’apertura di un solo giorno la settimana ci costringe a rifiutare molte richieste da parte dei gruppi che vorrebbero ammirare le bellezze naturali custodite nella spelonca».
La cavità è ancora sotto controllo per cui l’associazione speleologica nazionale ha limitato il numero delle visite, almeno fino a quando gli studi di monitoraggio non consentiranno l’apertura quotidiana. «I risultati però sono favorevoli - ha spiegato Angelo Naseddu, responsabile regionale dell’associazione speleologica - per cui tra non molto dovrebbe arrivare il risultato finale e, quindi, l’apertura definitiva».
Nella prova effettuata il 7 aprile scorso (quando si è svolto il test più importante del mese) è stato verificato che la temperatura è salita di mezzo grado, ma dopo dodici ore era già ritornata a livelli standard. Dunque, una grotta che ha il suo ricambio d’aria (il punto esatto non è stato ancora scoperto) e quindi consente la presenza ogni giorno di un buon numero di visitatori.
Diventa febbrile, invece, il lavoro di studio dell’altra cavità, che è stata chiamata Santa Barbara due. È stato costituito un gruppo scientifico di speleologi (tra i migliori italiani) che ha già compiuto grandi passi in avanti nell’esplorazione. In più occasioni hanno controllato i cunicoli della montagna ed hanno già verificato 130 metri in risalita. Da una base di 57 metri sono saliti fino a 180 metri sul livello del mare. Oramai sono a 27 metri di distanza dalla grotta Santa Barbara. Nel giro di pochi giorni dovrebbero riuscire a individuare il passaggio che collega le due cavità. «Non è un lavoro facile - spiega ancora Naseddu -: gli speleologi hanno dovuto superare molte difficoltà perché hanno trovato una parete completamente piatta». L’ottimismo non manca e, quindi, la speranza è che presto sia individuato il passaggio. Poi si potranno studiare i percorsi da seguire per aumentare il numero dei siti da visitare. L’utilizzo anche di questa spelonca può favorire un maggior afflusso di visitatori, avendo a disposizione un altro ingresso raggiungibile addirittura in pullman. Un aspetto che non è stato curato è quello dei servizi: a San Giovanni non c’è un punto di ristoro, una cartolina, una cassetta video della grotta, un souvenier e, soprattutto, un ristorante o una tavola calda. Aspetti che occorrono per completare un discorso turistico. Oggi queste assenze saranno rilevate dai tour operator che visiteranno la grotta e sui quali si fa affidamento per cominciare ad introdurre la spelonca (ma anche gli altri gioielli minerari) nei circuiti internazionali.

Antonio Martinelli