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L'Unione
Sarda
martedì
30 aprile 2002, pagina 26
Scoperta
della federazione speleologica: «L’acqua potrebbe
bastare per un bacino di 175 mila persone» |
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C’è
un mare sotto su Gologone |
L’immensa
riserva potrebbe risolvere la crisi idrica |
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C’è un vero e proprio patrimonio
idrico sotto la sorgente di Su Gologone che potrebbe
risolvere molti dei problemi di emergenza della provincia.
Si tratta di circa cento milioni di metri cubi d’acqua
che costituiscono il bacino d’alimentazione della famosa
sorgente di Oliena. Attualmente l’acqua di Su Gologone
serve gli abitati di Oliena, Dorgali, Cala Gonone e altri
centri della Baronia grazie anche all’acqua del Cedrino.
Questa quantità, che per ora è minima,potrebbe aumentare
spostando più a valle l’attuale punto di raccolta delle
acque.
La scoperta è stata fatta dalla Federazione Speleologica
Sarda, che a partire dal primo maggio, effettuerà una
serie di rilevazioni in punti strategici per stabilire con
maggiore precisione i volumi della riserva idrica.
Tre anni fa la stessa associazione aveva sottoposto la
zona ad un’attenta ricerca e in quell’occasione
dimostrò la comunicazione diretta tra i torrenti del
Supramonte di Urzulei e la riserva di Su Gologone e tracciò
il “sentiero” ( la circuitazione) che l’acqua compie
dalle pendici del Gennargentu attraverso i calcari del
Supramonte di Oliena-Orgosolo-Dorgali e Urzulei prima di
emergere alla luce nelle sorgenti di Gorroppu, Su Gologone,
San Pantaleo e la grotta Giuseppe Sardu.
Ora resta da stabilire la volumetria ossia a quanti
milioni di metri cubi ammonta questa grande riserva
idrica: la nuova ricerca, in collaborazione con il
consorzio acquedotto sul Rio Govossai, si avvale di
sofisticate apparecchiature messe a disposizione dal
Politecnico di Torino e di più di cento esperti tra
speleologi, geologi, chimici e naturalisti provenienti
dalle università dell’isola.
I dati verranno messi a disposizione del consorzio per
studiarne lo sfruttamento più idoneo:
Ottimista il geologo Francesco Murgia:«Utilizzando
l’acqua delle sorgenti si potrebbero approvvigionare più
di 175 mila persone e deviando la corrivazione in modo da
escludere il congiungimento col Cedrino, gli abitanti
della Baronia avrebbero un’ acqua ancora più pura, con
un equilibrio di sali eccellente: l’unico trattamento
sarebbe quello della clorazione, obbligatorio per legge,
ma sarebbe minimo». Sulla ricerca aggiunge Murgia: «La
federazione mette a disposizione finanziamenti propri, i
nostri esperti lavorano gratuitamente, quasi un volontariato
, ma di alta qualità».
L’impatto ambientale dei nuovi impianti? «Chiaramente
la zona, di alto valore naturalistico, non verrà in alcun
modo intaccata o modificata in quanto le apparecchiature
saranno spostate più a valle».
Tutto pronto o quasi, dunque per dire finalmente basta al
problema dell’acqua in provincia di Nuoro.
Roberta Dui
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