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L'Unione
Sarda
mercoledì
26 giugno 2002, pagina 21
Emergenza
idrica, i pozzi placheranno la grande sete |
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«Noi stiamo facendo il possibile ma la
situazione è davvero critica». Non usa mezzi termini
l’assessore ai Lavori pubblici Giacomo Guadagnini nel
descrivere lo stato dell’emergenza idrica. Mezza città
a secco con otto autobotti che girano senza sosta da un
rione all’altro purtroppo, parlano da sole: «Ci stiamo
sforzando per limitare al massimo i disagi - ha detto - ma
davvero non si può fare di più». Dal febbraio scorso
l’amministrazione ha rispettato alla lettera
l’ordinanza della Regione che riduceva drasticamente i
metri cubi d’acqua a disposizione della città: «Da
quel giorno abbiamo iniziato una serie di studi per
gestire al meglio il razionamento - spiega - ma la nostra
rete, danneggiata nei punti più sconosciuti, ha fatto
saltare tutto». Nuove perdite e falle si sono aggiunte
giorno dopo giorno a quelle già note: «E così si è
passati da due a otto autobotti per far fronte alle
richieste della gente». Che fare ora che il gran caldo
non fa che aumentare il fabbisogno giornaliero? Dove
riempire le autobotti ora che la disponibilità dei pozzi
del campo sportivo è in calo «Al momento stiamo facendo
rifornimento a San Giovanni Suergiu - aggiunge Guadagnini
- è poi prevista la predisposizione di altri punti di
approvvigionamento presso la chiesa di Rosmarino (dove
sono stati già installati 14 rubinetti pubblici) e presso
l’Aias di Cortoghiana». Si tratta comunque di soluzioni
momentanee mentre procedono i lavori (quelli già
finanziati) per il rifacimento della rete molti dei quali
saranno consegnati entro settembre. Per questo il Comune
ha affidato all’Agenzia energetica uno studio che
permetta di capire quanta acqua sarà possibile ricavare
attivando nuovi pozzi nel territorio: «Attivando quelli
di Seddargia e Serbariu (località Is Perdas Biancas) sarà
possibile immettere in rete circa 30 litri al secondo - ha
spiegato il presidente dell’Agenzia - dopo aver
approfondito il nostro studio, siamo certi di poter
attivare altri pozzi per un apporto totale di circa 80
litri al secondo». A quest’acqua va aggiunta quella
delle miniere carbonifere: «Non darebbero acqua potabile
- aggiunge Manca - ma consentirebbero un apporto di un
milione di metri cubi d’acqua da dirottare per il verde
pubblico». E nel frattempo continuerebbero i lavori per
il rifacimento della rete visto che proprio ieri sono
arrivati i primi fondi messi a disposizione dal
Commissario straordinario.
Stefania Piredda
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