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L'Unione Sarda

lunedì 2 settembre 2002, pagina 13

Bindua.
Via ai lavori nella rampa
Inaugurate le pensiline nella grotta millenaria assediata dai visitatori

Si abbellisce la grotta di Santa barbara. I minatori dell’Igea hanno realizzato un altro progetto per salvaguardare la spelonca da qualsiasi degrado. In questi giorni hanno ultimato l’installazione delle passerelle, che consentono di convogliare i visitatori verso le zone più belle della grotta, senza che si disperdano nel grande salone d’ingresso. «Ora i gruppi - spiega Roberto Sarritzu, uno degli esperti che si occupa dell’accompagnamento dei turisti - si muovono in modo più ordinato, non hanno la possibilità di toccare le concrezioni di calcare che altrimenti resterebbero danneggiate e bloccate nella crescita ancora in atto».
Alcune zone della grotta sono infatti “in attività” (come si suol dire) per cui, nel tempo, sono destinate ad allungarsi. La mano dell’uomo potrebbe bloccare questo processo. Ma non è tutto. I minatori che curano la grotta hanno anche realizzato un altro scambio ferroviario (raggiungere Santa Barbara significa indossare casco e tuta, salire su un trenino, percorrere cinquecento metri in galleria, risalire a 180 metri sul livello del mare in ascensore e, infine, superare una scaletta a chiocciola per immettersi nel gioiello naturale che risale a circa 35 milioni di anni fa), hanno messo in mostra uno scavatore che risale alla fine del secolo scorso e stanno lavorando per aprire anche la rampa di San Giovanni, oltre alle sale che si trovano ad una profondità di 55 metri sotto il livello del mare. «Sale - raccontano i minatori - che sembrano dipinte a mano». Un altro gioiello della natura che nessuno ha ancora visitato. «Ma presto si potrà arrivare anche in quella zona», assicurano dall’Igea. E, intanto, i visitatori crescono sempre più di numero. Anche ieri (domenica) sono stati 104 i turisti arrivati da ogni parte dell’Isola. «Tra i visitatori - spiegano gli addetti al servizio - abbiamo avuto anche una comitiva arrivata da Oristano e alcuni emigrati in Germania rientrati per le vacanze. «Bellissimo, non pensavo che questa grotta fosse davvero un gioiello così prezioso - ha detto Gianni Pilleri, insegnante di Quartu -. Ne ho visitato tante altre, anche all’estero, ma con questa non c’è paragone».

A.M.