Circolo Speleologico Sesamo 2000 Specus News |
NEL CUORE DI NAPOLI (Fabrizio
Ardito) Oramai,
tutti l’hanno capito, da Chiusi a Trieste, da Milano a Orvieto. Sotto
alle vie delle città d’arte esiste una rete di sotterranei,
monumentali, storici o semplicemente curiosi. I napoletani, però, vantano
un rapporto del tutto particolare con il sottosuolo della loro città.
L’enorme dedalo di gallerie, acquedotti, cave e cisterne che ottiene
l’onore delle cronache solo nel caso di un crollo o di una sciagura,
infatti, ha salvato la vita di migliaia di cittadini durante i violenti
bombardamenti che hanno devastato la città e il suo porto nei mesi bui
del 1943. Nei
secoli dello splendore del regno di Napoli, per cercare di arginare la
crescita incontrollata di un centro sovraffollato, i vicerè vietarono a
più riprese l’importazione non autorizzata di pietra da costruzione
all’interno delle mura. Ma la città non smise di crescere in altezza e
in splendore: ad ogni palazzo che sorgeva in superficie corrispondeva un
vuoto di pari volume che, nel sottosuolo, veniva in seguito trasformato in
una cisterna collegata – più o meno onestamente – agli acquedotti
pubblici. Insomma, Napoli è una delle città italiane che ha più
dimestichezza con il suo sottosuolo storico (qui il Comune ha dato vita da
anni ad un “apposito” Ufficio Sottosuolo) e, anche in campo turistico,
questo ha dato i suoi frutti. Sulla
piccola e affollata piazza San Gaetano, nel cuore della Napoli più
antica, una strana cancellata è sovrastata dalla singolare scritta –
ovviamente incisa nel tufo – che indica l’accesso all’incontrastato
regno dell’Associazione “Napoli Sotterranea”. La fama di questo
itinerario misterioso cresce con il trascorrere degli anni e anche il
presidente Clinton, nel corso di un summit napoletano (con o senza
segretaria?) ha sceso gli stessi gradini che ci conducono verso il cuore
più antico della città. Giunti a una ventina di metri di profondità, ai
gradini consumati si sostituisce il pavimento dei grandi ambienti le cui
forme geometriche si perdono nell’oscurità. Lungo il percorso si passa
dalle sale agli stretti cunicoli degli antichi acquedotti che conducono,
finalmente ad una cisterna in cui ancora lo scorrere dell’acqua fa
risuonare le antiche volte. Larghi quel poco che permetteva il passaggio
di un uomo, i cunicoli degli acquedotti si diramano spesso in tutte le
direzioni, con lo scopo di alimentare fontane e abitazioni situate in
diverse aree della città superiore. A tratti, sulle pareti, si notano
ancora tracce dell'intonaco idraulico utilizzato dagli ingegneri
dell'antichità per impermeabilizzare le gallerie, mentre sulle pareti
sono ben visibili i solchi lasciati dagli scalpelli dei cavatori che,
giorno dopo giorno, crearono la città sotterranea. I detriti formano qua
e là delle piccole colline, a dimostrare l’abitudine che, per secoli,
ha spinto i napoletani a gettare materiali edili, immondizia nei
“provvidenziali” pozzi che si inabissavano dal piano stradale o anche
a svuotare le cantine facendo facilmente scomparire suppellettili
ingombranti e inutili. Oggi l’abitudine sembra essere meno diffusa,
anche se non mancano, in altri quartieri cittadini,
i sotterranei resi impraticabili dalle discariche. A
due passi dal cancello della Napoli Sotterranea, la basilica di San
Lorenzo Maggiore nasconde sottoterra una intera strada romana, su cui si
aprono gli archi delle antiche botteghe. In una di queste, in un angolo,
un antico forno d’epoca romana sembra ancora oggi pronto a sfornare il
pane. Se
le catacombe furono parte integrante della religiosità ufficiale delle
epoche passate, a Napoli rimangono, sparse nel tessuto caotico dei
quartieri popolari, tracce di culti diversi, compendio di elementi pagani
e cattolici. Il cimitero di Fontanelle, nella parte più alta del rione
Sanità, fa parte insieme al Vallone dei Vergini di una zona da millenni
adibita alla sepoltura ed al rapporto dei fedeli con l'aldilà. Oltre
le porte anonime che conducono nel cuore della collina si apre un mondo di
morti, creato con l'accumulo di migliaia di teschi che provengono da
cimiteri o dalle fosse comuni in cui vennero raccolte le vittime delle
grandi epidemie del passato. E'
proprio qui, nella simbolica scenografia del sotterraneo popolato di
morti, che per secoli le donne della Napoli popolare hanno intessuto il
loro dialogo con l'aldilà, il loro colloquio con le anime del purgatorio.
Ai teschi, che un tempo erano accuditi con cura dalle fedeli, venivano
chiesti grazie e favori. I rituali che facevano da contorno al contatto
tra vivi e defunti sono oramai abbandonati ed
il silenzio è sceso nuovamente sotto alle volte dell'ossario. Rimangono,
nella penombra, le tracce dei riti di un tempo: le casette costruite per
ospitare i teschi, le iscrizioni e le suppliche che i vivi, oppressi dalle
difficoltà della vita, rivolgevano, come 2000 anni fa, al misterioso
mondo ultraterreno. L'ossario,
oramai deserto della folla delle fedeli al suo culto particolare, è oggi
abbandonato e le volte dell'antica cava, sotto al peso degli anni,
stanno iniziando a mostrare cenni di cedimento. Aperto sempre più di
rado, questo cimitero misterioso sta scivolando lentamente nel silenzio. I
sotterranei di Napoli, con il loro eccezionale patrimonio storico e
culturale, stanno lentamente emergendo da un lungo oblio. Il turismo
inizia a mostrare curiosità per le cave e gli acquedotti, gli itinerari
sotterranei godono del favore del pubblico. Ma nel futuro di Napoli, i
grandi ambienti scavati nel tufo potrebbero avere anche una funzione
differente. Il
riutilizzo del patrimonio sotterraneo è una possibilità che, da anni,
affascina architetti e progettisti. E le possibilità non mancano, in un
mondo fatto di città affollate come le nostre, in cui sottoterra iniziano
ad aprire i battenti centri culturali, musei e negozi. IN
PRATICA L’Associazione
Napoli Sotterranea ha sede in Piazza San Gaetano 68 (tel. 081/449821) e le
visite ai sotterranei sono possibili ogni ora dalle 12 in poi (dal lunedì
al venerdì), mentre il giovedì si organizzano anche visite serali e il
sabato e la domenica i sotterranei sono aperti anche di mattina. Il
complesso di San Lorenzo Maggiore è aperto tutte le mattine (salvo il
lunedì). Per visitare l’ossario di Fontanelle bisogna chiedere
l’autorizzazione al parroco della chiesa omonima. |