Circolo Speleologico Sesamo 2000   Specus News 

Specus News numero due

 

LA GROTTA DEI SALESIANI A CAGLIARI

di Carlo Usai

Al di là di una ristretta cerchia di cavità, più o meno naturali,che ultimamente stanno conoscendo uno dei tanti periodi di riscoperta da parte di una utenza abbastanza eterogenea, Cagliari pos-siede un ricco numero, peraltro imprecisato, di cavità inaccessibili al pubblico, altrettanto degne di interesse. Se prendiamo in considerazione la trafficatissima Viale Merello, zona, guarda caso, ad "alta densità" di ambienti sotterranei e ci spostiamo in una delle sue traverse, precisamente Via Don Bosco,troviamo facilmente, all'incontro di quest'ultima con il Viale Fra Ignazio, l'Istituto Salesiano "Don Bosco" (*).Ed è proprio questo Istituto che, oltre ad essere un sicuro punto di riferimento per tanti ragazzi e non, possiede nelle sue viscere  un'interessante, quanto poco conosciuta, cavità cittadina.Sorta probabilmente come galleria mineraria (il cui scavo risale alla prima metà dell'ottocento (**)), ha in seguito ricevuto, non troppi anni orsono , quel "make-up" di cui, a causa di  un triste compito, sono stati fatti oggetto numerosi ambienti sotterranei "riscoperti" frettolosamente nei primi anni quaranta: i rafforzamenti strutturali per l'adibizione a rifugi anti- bombardamento.Esistono degli elementi che avvalorerebbero la tesisecondo  cui  si vorrebbe questa galleria come  una  prosecuzione della lunghissima cavità privata che corre lungo Viale Merello.In effetti, se ci soffermiamo sulla parete calcarea di Via Don Bosco - quella che guarda verso la Casa Di Cura " Maria Ausiliatrice"- , colpisce alla vista l'ingresso murato della già citata cavità privata non lontano da quella in questione, e il taglio netto della roccia.Aggiungi un po', a detta di chi le conosce entrambe, particolariquali  la  probabile  stessa  tecnica  di  scavo,  e  una   certa similitudine generale, ed allora sono gettate le basi per un'interessante ricerca.L'ingresso principale di quella che, nell'ambiente speleologico urbano di Cagliari, è nota come "Grotta dei Salesiani" , avviene attraverso un cancelletto nero sito in corrispondenza dell'ingresso dell'Istituto, e diventatone ormai parte integrante. Le pareti si presentano rivestite in cemento in diversi punti e, grazie a tre serie di gradini, è possibile scendere a diversi metri sotto il piano stradale.Una volta sotto, dove il cemento lascia il posto alla nuda roccia calcarea,  colpiscono  subito i resti di  un  rudimentale  impianto elettrico, con i portalampade in bachelite, che corre a tratti lungo tutta la galleria. I lunghi sedili, in mattoni e cemento, ricordano, ai rari visitatori, l'angoscia e la disperazione di quanti vi si soffermarono più di cinquant'anni fa  per attendere che la morte e la distruzione cessassero temporaneamente di cadere dal cielo.   A metà percorso circa, una diramazione sulla sinistra,con una rampa di scale, comunica con le cantine dell'Istituto. Una vecchia vasca da bucato piena d'acqua, riposa silenziosa frontalmente ad una stanzetta, usata forse quest'ultima come deposito di generi alimentari. Non mancano gli oggetti curiosi abbandonati lì da anni: una cassa

tipo militare completamente tarlata, un vecchio distributore di gomme americane, bottiglie d'ogni forma e misura , vecchie posate e poi ancora, una grossa trave di legno capitata lì chissà come.

Da segnalare, inoltre, la presenza in diversi punti di tracce di scavo di altri rami della galleria mai portati a termine.Alcuni muri in mattoni rossi inseriti prepotentemente nella

galleria in tempi probabilmente successivi alla guerra, per sostegno alla struttura sovrastante, presentano degli interessanti passaggi ad arco a tutto sesto.In corrispondenza di questi muri, dove i sopracitati sedili ri-sultano asportati, uno stillicidio dovuto a probabile perdita dello scarico delle acque nere, "profuma" questo breve tratto.Ricordo ancora, quando frequentavo le medie presso l'Istituto una dozzina di anni fa.Si aprofittava del cancello dal lato campo sportivo lasciato aperto per dimenticanza, e via! Giù per l'allora sporchissima galleria,accompagnati  dagli occhi dei gatti che scintillavano  alla  luce delle torce, e dal terrore che qualche superiore scoprisse queste nostre rapide incursioni. Fu questa galleria, con uno sviluppo a serpentina che supera i cento metri, a sancire per me il battesimo  con la Cagliari sotterranea, e proprio per questo,  ne sono particolarmente affezionato.Oggi la galleria si presenta più pulita: non ci sono più i gatti,ma qualche ragazzo, oggi più che mai, continua a subire il suo fascino.Alla fine di un ultimo tratto rettilineo leggermente in salita, un muro con una piccola feritoia per fucili, chiusa con alcuni mattoni, cela la vista  al campo sportivo. Ed è attraverso le grate del cancelletto verde, nella parete adiacente a questo muro, che il vociare dei ragazzi entra e si diffonde per buona parte della cavità.Grida di gioia che hanno ormai da anni preso il posto dei paurosi schianti delle bombe d'aereo...Dio voglia per sempre.   

       (*) Un sincero ringraziamento a Don Varese, direttore dell'Istituto Salesiano "Don Bosco", per aver permesso la visita della cavità, nonchè la pubblica- zione del presente. 

       (**) 1840, per la precisione: in base ad un dato  presente in un documento conservato all'Archivio di  Stato, gentilmente fornitami da Marcello Polastri.