TUVIXEDDU
, UN COLLE DA TUTELARE !
di
Franco
Randaccio
Da
molto tempo il nostro gruppo speleologico SPECUS, assieme ad altre
associazioni culturali ed ambientaliste, si occupa di un argomento di
interesse economico-ambientale, e molto spesso discusso all'interno delle
pagine dei due maggiori quotidiani dell'isola.Si tratta della salvaguardia
di un sito archeologico, di notevole interesse storico, che copre gran
parte dell'area di una collina, di roccia calcarea, che si erge
all'interno della città di Cagliari; l'area archeologica è conosciuta
col nome del colle: Tuvixeddu.
Il
sito archeologico, noto agli studiosi già dal XVIII secolo, è per lo più
costituito da tombe scavate nella roccia e realizzate in varie epoche.
La roccia di cui è composto il colle di Tuvixeddu, nota come pietra
"cantone", venne utilizzata, in diversi periodi, in blocchi, per
la costruzione delle case e successivamente, col sorgere di una cementeria
alla base del colle, per la fabbricazione della calce pozzolana.
Terminata l'attività estrattiva, l'intero colle, compreso il sito
archeologico, è stato venduto ad un consorzio di Imprese edili, le quali
hanno richiesto al Comune di Cagliari la concessione edilizia per la
realizzazione di un quartiere residenziale.Il fatto di per sé non avrebbe
destato un interesse così vivo nell'opinione pubblica, se l'opera in
questione non fosse destinata a sorgere nelle immediate vicinanze
dell'area archeologica.
Il sito archeologico, una volta ultimata l'attività di cava, si
presentava in un totale stato di abbandono e con urgenti problemi di
restauro e tutela.L'industria estrattiva oltre ad avere creato dei danni
irreparabili al sito ed in molti casi aver distrutto per sempre delle
tombe come quelle scoperte, all'inizio del secolo, dall'archeologo
Taramelli, ha sconvolto completamente l'aspetto naturale del colle; sia in
superficie, con lo scavo di una immensa voragine, (grande quanto un
moderno stadio) e di un orrido canyon, che nel sottosuolo con lo scavo di
lunghissime gallerie.
Lo scempio arrecato al sito archeologico e il degrado ambientale in cui si
trova l'intero colle sono stati per così dire abilmente "usati"
dai nuovi proprietari del colle i quali, nel richiedere l'autorizzazione
alla costruzione del centro residenziale, hanno messo in evidenza che con
il sorgere delle costruzioni si sarebbero creati dei spazi verdi e
salvaguardato il sito archeologico.
Il discorso portato avanti dall'imprenditore è stato subito contestato,
perché l'area secondo gli archeologi è ancora tutta da indagare,
compresa quella interessata alle costruzioni.
Inoltre fatta salva l'area archeologica, non siamo d'accordo a vedere che
una delle poche aree libere all'interno della città di Cagliari,
desiderosa di spazi verdi e soffocata da un traffico stradale, venga
sacrificata per un interesse di natura economica.
Pensiamo, che la creazione di nuovi insediamenti residenziali non possa
che arrecare danno alle già precarie condizioni del colle.
Il voler a tutti i costi occupare aree così interne alla città non può
che creare danni: uno perché il centro residenziale diventerebbe un
captatore di traffico e di conseguenza aumenterebbero i problemi della
circolazione stradale e all'aria che respiriamo, due perché si andrebbe
ad insistere su un'area che dal punto di vista paesaggistico è forse una
rarità più che mai irrinunciabile. Riteniamo che l'interesse mostrato
dal nostro gruppo speleologico SPECUS, dalle associazione culturali e
ambientaliste ed anche dalla popolazione di Cagliari, verso i problemi che
affliggono il sito archeologico di Tuvixeddu debba continuare; affinché
l'intero colle diventi patrimonio della cultura della città di Cagliari.