Circolo Speleologico Sesamo 2000   Specus News 

Specus News numero uno

 

LA STORIA SOTTO DI NOI

di

Antonello Floris  

Cagliari,il 10 ed 11 maggio u.s.,ha vissuto una giornata che senz'altro rimarrà impressa nella nostra memoria per diverso tempo.Organizzata da un'associazione giovane e dinamica,IPOGEO,sponsorizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari con la partecipazione diretta dell'assessore Gianni Filippini,ed il contributo di circa una trentina di altre associazioni di cultura operanti nel capoluogo,è stata organizzata una manifestazione dal titolo significativo "Cagliari Monumenti Aperti",durante la quale sono stati aperti al grande pubblico 35 siti,generalmente chiusi per i motivi più disparati.Al Gruppo Speleologico SPECUS sono state affidate le visite all'interno di una parte dell'Orto dei Cappuccini dove una cisterna di epoca cartaginese (27 secoli fa) è stata visitata da poco meno di 3000 persone,tutte incredibilmente entusiaste dell'evento.Non mi dilungo più di tanto sull'organizzazione perfetta da parte delle guide del gruppo in quanto,essendone anch'io parte interessata,non avevo dubbi:in alcuni momenti sono stati dirottate all'interno 400 persone contemporaneamente,senza creare il minimo imbarazzo a nessuno:ogni gruppo ha vissuto la propria visita nel migliore dei modi.Mi preme invece mettere l'accento su un'argomento che seguo da molti anni e credo meriti di essere riproposto:l'utilizzo del luogo,non tanto per visite guidate che abbiamo dimostrato si possono fare,ma quale fulcro di una iniziativa tendente a raccordare,rivitalizzandoli,alcuni luoghi che rivestono una straordinaria importanza culturale ed ambientale.Scendendo nei dettagli sono tre,tutti adiacenti:L'Orto appena accennato,l'Anfiteatro romano,l'Orto Botanico dell'Università degli Studi di Cagliari.Anche la zona, particolarmente suggestiva,è impregnata di spiritualità e sofferenza se pensiamo che nel colle si sono insediati i frati Cappuccini appena sbarcati a Cagliari,oppure se i nostri sguardi generalmente distratti si soffermano a notare gli altri tipi di insediamenti limitrofi:il carcere,l'ex istituto dei ciechi,l'ex istituto dei sordomuti,l'ex istituto dell'infanzia abbandonata,l'albergo del povero,la casa di riposo degli anziani,oltre a tre ospedali non lontani,credo costituiscano un'area ad alta sofferenza umana.Credo sia bene saperlo perchè un recupero in chiave culturale non può prescindere dal significato del luogo nel quale si deve operare.Dopo questa necessaria premessa cerco di spiegare cosa si potrebbe fare.L'orto della casa di riposo non custodisce soltanto la cisterna cartaginese ma altre cavità,tutte di natura idraulica,quasi a significare l'importanza data all'approvvigionamento idrico nei secoli:semplici cisterne,un pozzo con falda profondo 50 metri,fanno certamente da cornice alla cisterna più importante.Lo stesso orto dovrebbe uscire dal letargo ed essere recuperato:si tratta di un'oasi dentro la città sconosciuta ai più.Ma l'attenzione maggiore,il polo di attrazione,è la grandiosa cisterna.Larga una cinquantina di metri,alta sei o sette,con le pareti impermeabilizzate in coccio pesto,ha una particolarità straordinaria:dalla parte opposta all'ingresso,all'altezza della volta,si apre un condotto,completamente scavato nella roccia,largo circa 80 cm,alto due metri e venti,quindi facile da percorrere,che mette in collegamento,dopo un percorso di quasi novanta metri, la cisterna con l'arena dell'anfiteatro romano,anch'esso completamente scavato nella roccia.Il condotto,di origine idraulica,potrebbe essere interpretato come un cordone ombellicale che da quasi due millenni collega i due luoghi.Ecco perchè visitarlo è un po come ripercorrere un sentiero sempre esistito ed ecco perchè è naturale proporre un simile percorso.La cisterna e l'anfiteatro grazie al passaggio dell'acqua appositamente canalizzata,costituiscono un paesaggio unico che sarebbe oramai ora di cercare di ricongiungere.Se poi,una volta entrati nell'arena ci volgiamo verso l'orto botanico,uno dei più interessanti in Italia,notiamo che siamo all'interno di una vallata naturale,ed infatti si chiamava e viene ancora oggi chiamata vallata di Palabanda,attualmente artificialmente chiusa da un muro che separa i due luoghi,direi le due proprietà.L'orto botanico,a dimostrazione della continuità territoriale,custodisce un antico pozzo con falda,come nella casa di riposo,ed una bellissima cisterna punico-romana,alla quale si accede dalla base dopo aver percorso un condotto di poco meno di 50 metri.Mi domando,ma un progetto che veda coinvolti i vari gestori,leggi Comune ed Università,non potrebbe prevedere se non la visita con passaggio da una parte all'altra,almeno l'eliminazione di quel brutto muro e la sua sostituzione con una inferriata che,preservando le giuste esigenze degli studiosi dell'Università,riesca almeno a dare un'immagine unitaria del luogo? Mi sembra un'idea che meriti di essere articolata meglio sotto forma di progetto e che,se realizzata recuperi alla città tre siti affascinanti in uno dei luoghi più suggestivi:credo che le migliaia di persone presenti nella cisterna,unitamente alle altre migliaia presenti all'anfiteatro dimostrino come un simile progetto possa essere realizzato con un pò di buona volontà e come una cavità artificiale,una delle tante,possa dare un contributo allo sviluppo culturale e turistico.Dopo aver pazientemente servito per decine di secoli d'acqua la popolazione,oggi potrebbe raccontarci la sua storia fatta di scavi,canalette,condotti,pane quotidiano per chi si interessa di speleologia urbana.