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IMPORTANZA
DELLE CARATTERISTICHE GEOLOGICHE PER LO STUDIO DELLE CAVITA' ARTIFICIALI di Paolo
Bassi - Fabrizio Perletti - Roberto Berto La
conoscenza delle caratteristiche geologiche del territorio in cui
l'archeologo opera riveste una grande importanza a diversi livelli di
ricerca. Nell'ambito
di uno studio preliminare,i dati geologici sono significatii perl'individuazione
dei siti e nelle fasi di accesso ai manufatti. Nella
successiva fase di studio di reperti e siti archeologici,l'analisi
geologica puo' fornire delle rilevanti indicazioni nell'interpretazione
della loro eta' e delle condizioni ambientali in cui essi sono stati
prodotti. Inoltre
,la stima dei rischi naturali a cui le opere possono essere soggette e la
previsione di eventuali interventi di protezione e conservazione non
possono prescindere da una dettagliata conoscenza del territorio e del suo
sottosuolo. Occorre
precisare come,l'ambito geologico in cui le ricerche archeologiche si
muovono rimanga quasi sempre ad una scala locale,non interessando,nella
maggior parte dei casi,problematiche geologiche coinvolgenti porzioni del
territorio o a sviluppo regionale. Lo
studio morfologico del territorio rappresenta una tappa fondamentale nella
ricerca delle aree che possono essere state più favorevoli agli
insediamenti umani.La stima dell'evoluzione geomorfologica e l'analisi dei
depositi sedimentari e delle forme a loro correlate consentono la
ricostruzione paleogeografica delle zone investigate.In questo contesto è
utile precisare quale sia l'importanza,nella ricerca di antichi
insediamenti umani all'interno di valli fluviali,dell'esatto
posizionamento dei paleoalvei.Infatti,le sponde dei corsi d'acqua hanno da
sempre rappresentato dei siti preferenziali per la nascita di agglomerati
urbani,costituendo una importante fonte di approvvigionamento idrico ed
alimentare,grazie alla pesca. L'evoluzione
di una valle fluviale,anche nell'arco di pochi secoli,può essere
estremamente complessa (fig.1). Tra
i processi evolutivi che maggiormente possono avere un'incidenza nello
studio di queste aree a fini archeologici si hanno: a)
configurazione dei terrazzi alluvionali; b)
fenomeni di salto del meandro; c)
stima delle variazioni dell'energia idraulica subite dal corso d'acqua. a)
I terrazzi alluvionali segnano la posizione della piana fluviale formatasi
in seguito allo scorrimento del fiume ad un livello più alto.In genere
essi assumono l'aspetto di coppie di gradoni riconoscibili su entrambi i
lati della valle fluviale e correlabili altimetricamente (i terrazzi
topograficamente più elevati sono i più antichi e quelli più bassi sono
i più recenti).Questo consente di limitare l'area di ricerca di antichi
siti ai terrazzi che rappresentano cronologicamente il periodo storico di
interesse nello studio.Lo sviluppo più o meno simmetrico di questi
terrazzi consente di risalire agli spostamenti laterali nel tempo del
corso d'acqua all'interno della sua vale. b)
Il fenomeno del salto di meandro si sviluppa a partire da una curvatura
del corso d'acqua che può gradualmente accentuarsi in seguito a
contemporanei processi di erosione spondale sul suo lato concavo e di
deposizione su quello convesso.Quando il meandro raggiunge un grado di
curvatura particolarmente spiccato,è possibile che,in occasione di piene
eccezionali,si possa giungere al taglio e all'isolamento del meandro
stesso (fig.2). c)
Durante la storia,un corso d'acqua può subire delle variazioni di portata
anche molto significative,nel giro di poche decine di anni.Quindi,un corso
d'acqua che attualmente si presenta a carattere torrentizio,può avere
avuto nel passato ben altra importanza e questo può avere influito sul
tipo di attività umana insediatasi nelle sue vicinanze.Da questo punto di
vista,lo studio delle variazioni granulometriche e delle strutture
sedimentarie caratteristiche dei depositi fluviali può chiarire il quadro
dell'evoluzione idrodinamica del fiume. Altri
siti preferenziali per la ricerca delle tracce di antichi insediamenti
umani,soprattutto nelle zone montane,sono i conoidi alluvionali.Questi
depositi sedimentari si generano allo sbocco dei corsi d'acqua in una vale
dove,a causa di una riduzione di pendenza dell'alveo,i materiali
trasportati tendono ad essere deposti.Le forme che ne derivano sono,in
genere,debolmente inclinate e si aprono a ventaglio.Il loro riconoscimento
ai fini archeologici può essere molto importante. Infatti,la stabilita
dei conoidi alluvionali,la possibilità di ritrovare in essi falde
acquifere a bassa profondità e la facilità con la quale si innescano su
essi i processi pedogenetici costituiscono degli elementi particolarmente
favorevoli allo sviluppo di attivita' antropiche. La
conoscenza delle caratteristiche geologiche del territorio nel quale
l'archeologo opera assume una grande importanza anche nelle fasi di
accesso ai manufatti,in quanto l'effettuazione di scavi e cunicoli deve
avvenire nelle migliori condizioni di sicurezza possibili.In un terreno
interessato da uno scavo si generano delle spinte interne (spinte di
Rankine) che possono portare alla perdita della capacita' di
autosostentamento,con conseguenti fenomeni di franamento.Esiste un'altezza
critica oltre la quale non e' possibile proseguire lo scavo.Essa
e'funzione del tipo di materiale presenmte e dell'angolo di inclinazione
con cui si esegue lo scavo.E' importante anche la ricostruzione
dell'assetto idrogeologico della zona,al fine di potere prevedere gli
eventuali afflussi di acque sotterranee verso l'area di intervento.Infatti,esistono
determinati materiali (argille e sabbie) che,a seconda del grado di
umidita',modificano le proprie capacita' di resistenza in modo
significativo,influenzando la stabilita' dello scavo stesso. Le
conoscenze geologiche possono aiutare l'archeologo anche in fase
d'interpretazione e datazione dei reperti.La valutazione della provenienza
delle rocce adottate nella costruzione dei manufatti consente di intuire
l'area di influenza ed il grado di egemonia raggiunto da una civilta'. Lo
studio idrogeologico del territorio permette di capire l'utilizzo di
alcuni manufatti,quali pozzi,acquedotti,fognature e canali.Ad esempio,in
un area caraterizzata da assenza di corsi d'acqua e sorgenti e nella quale
il sottosuolo e' strutturato in modo da non consentire la presenza di
falde superficiali,il ritrovamento di un pozzo puo' essere interpretato
come testimonianza di una cisterna e non come un'opera di captazione di
acque sotterranee. L'analisi
mineralogica e petrologica dell'ammasso roccioso entro cui e' stata
scavata un'antica miniera,puo' permettere di risalire al tipo di materiali
estratti, quali pietre da costruzione, ornamenti
o metalli pregiati. Lo
studio sedimentologico e stratigrafico delle successioni sedimentarie
fornisce la possibilita' di effettuare di effettuare datazioni assolute o
relative.Le prime attribuiscono delle vere e proprie eta',espresse in
anni,agli eventi.Le seconde,invece,confrontano due o piu' eventi che si
cerca di ordinare semplicemente,in successione temporale l'uno rispetto
all'altro. Per
quanto riguarda la cronologia relativa si applica la legge della
sovrapposizione (Stenone 1669) secondo la quale "in una successione
di corpi rocciosi di origine sedimentaria ogni intervallo stratigrafico e'
piu' recente di quello che esso ricopre,e piu' antico di quello da cui e'
ricoperto (fig.3). Questa
legge seppur datata rappresenta ancora oggi uno dei concetti fondamentali
su cui si basa uno dei concetti fondamentali su cui si basa la moderna
indagine stratigrafica.Essa introduce in geologia l'idea di tempo e di
successione ed evidenzia come ogni singolo strato sedimentario rappresenti
un intervallo di tempo piu' o meno esteso.Se la cronologia relativa
consente di stabilire come i singoli strati si siano succeduti nel tempo
gli uni rispetto agli altri,i metodi della cronologia assoluta permettono
di determinare con esatezza l'eta' di ogni singolo strato e
conseguentemente dei reperti archeologici in esso presenti. Oltre
alle classiche tecniche di datazione radiometrica specifiche per
l-archeologia si possono utilizzare metodi alternativi.Tra questi
ricordiamo: a)
lichenometria b)
dendrocronologia c)
metodo delle varve d)
palinologia a)
La lichenometria si basa sullo studio del diametro dei talli dei
licheni.La crescita di questi vegetali e' influenzata da diversi
fattori,quali il tipo di roccia su cui crescono,l'esposizione al sole
della zona di ritrovamento,eventuali variazioni climatiche e
l'inquinamento atmosferico.Con questo metodo si possono effettuare
datazioni fino a circa 4000 anni fa. b)La
dendrocronologia fonda le sue basi sullo studio degli anelli di
accrescimento degli alberi.Partendo dall'osservazione per cui in un albero
vivo si individuano delle sequenze caratteristiche degli anelli di
accrescimento,e'possibile risalire all'eta' anche di antichi reperti
realizzati in legno. Questa tecnica permette datazioni fino a 8000 anni
fa. c)Le
varve sono sedimenti lacustri annuali,tipici di laghi periglaciali,caratterizzati
da coppie di lamine chiare e scure che si ripetono ciclicamente.Le lamine
piu' chiare sono formate da silt e rappresentano la sedimentazione
estiva,quelle di argilla scura la sediementazione invernale.L'argilla si
depone in condizioni di calma riconducibili alla presenza di ghiaccio,che
ricoprendo la massa d'acqua,favorisce la decantazione dei materiali piu'
fini.L'utilita' di questo metodo e' rilevante per periodi a noi vicini,poiche'
permette di distinguere con precisione intervalli temporali annui.Per
periodi piu' antichi )oltre 12.000 anni fa) e' preferibile adottare il
metodo del radiocarbonio. d)
La palinologia consiste nello studio micropaleontologico di parti di
vegetali quali spore e pollini fossili che si ritrovano nei sedeimenti.L'importanza
dello studio di quesyto tipo di organismi e' legata alla loro ampia
diffusione areale,alle loro ridottissime dimensioni ed alla rapidita'
della loro dispersione.In particolare lo studio dei pollini e' utilizzato
nel campo della ricerca archeologica applicata.Lo studio viene condotto
scegliendo tipi di pollini indicativi di condizioni climatiche opposte
registrando le variazioni relative lungo una sezione verticale.I diagrammi
cosi' costituiti sono utilizzati per interpretazioni paleoclimati- che.Nell'ambito
delle ricerche condotte su cavita' artificiali (quali ad esempio:cunicoli
suburbani e miniere),nel caso in cui esse siano state colmate da materiali
superficiali,la palinologia puo' essere utilizzata per stimare,con un
certo margine di approssimazione l'epoca fino alla quale il manufatto e'
rimasto accessibile.Infatti l'eta' dei pollini piu' recenti riscontrati
nei terreni di riempimento provenienti dalle zone soprastanti,testimonia
il limite cronologico prima del quale la cavita' era sicuramente aperta. Anche
la paleoclimatologia e' di supporto al lavoro dell'archeologo.Per esempio
ha consentito di spiegare l'architettura dei coni di Urgop in Cappadocia,grandi
strutture a forma conica di materiale tufaceo,nelle quali sono state
scavate abitazioni e luoghi sacri.La curiosa forma conica di queste
strutture non e' stata realizzata dall'uomo ma e' il frutto dell'azione
combinata delle acque incanalate e meteoriche.Infatti,dallo studio
paleoclimatico e' stato possibile stimare come,in passato,questa zona sia
stata soggetta a precipitazioni copiose,in una situazione ben diversa
dall'attuale clima arido.Le ricerche archeologiche
necessitano,inoltre,della previsione di un'ampia gamma di rischi naturali
ed artificiali,a cui le opere possono essere soggette.La geologia puo'
offrire la possibilita' di affrontare problrmi di stabilita' dei
versanti,di cedimenti dei manufatti e di alcune problematiche connesse
all'antropizzazione recente del soprassuolo. Tra
le tematiche che l'archeologo deve affrontare nell'ambito degli interventi
su architetture rupestri collocate o scavate in corrispondenza di pareti
rocciose (ad es.Matera dei Sassi,Petra,Telmessos,Dongolo) si ha,senza
dubbio,la valutazione della stabilita' del pendio in cui l'insediamento si
colloca.A questo scopo,e' necessario effettuare un'attenta
caratterizzazione dell'ammasso roccioso,considerandone gli aspetti
litologici e le proprieta' fisico-meccaniche..L'esecuzione di rilievi
strutturali,(individuazione delle famiglie di fratture prevalenti nella
roccia) e lo studio della circolazione idrogeologica dell'area
investigativa rappresentano alcuni tra gli strumenti piu'
idonei,finalizzati alla determinazione della stabilita' dei
pendii,permettendo di distinguere tra problematiche legate a grandi frane
in roccia o a piu' ridotti fenomeni di crollo e ribaltamento di cunei
rocciosi. Tali
indagini possone essere dirette alla messa a punto di interventi di
difesa,quali ad esempio opere di drenaggio delle acque superficiali e
sotterranee e metodi di consolidamento dei versanti.D'altra parte,la
conoscenza delle caratteristiche strutturali ed idrogeologiche del
sottosuolo riveste un'importanza notevole anche nella previsione di
problemi di crollo ed allagamento in cunicoli sotterranei,fornendo un
utile ausilio alle attivita' della speleologia in cavita' artificiali.Le
venute d'acqua in cavita' sotterranee rappresentano anche un fattore di
alterazione e di deterioramento dei manufatti in esse presenti.A questo
proposito,e' importante la determinazione del chimismo delle acque
percolanti,al fine di valutarne il grado di aggressivita' sui diversi
materiali costituenti i reperti archeologici.Il chimismo delle acque
sotterranee risulta influenzato,in buona parte,dalle caratteristiche
mineralogiche delle rocce in cui esse hanno transitato. Le
conoscenze geologico tecniche delle aree in esame risultano fondamentali
per la stima dei cedimenti a cui le fondazioni delle opere antiche possono
essere soggette.In particolare,al fine della stabilita' dei manufatti,e'
importante discernere tra cedimenti assoluti e differenziati.Questi ultimi
si presentano come cedimenti di entita' diversa tra parti contigue della
struttura e costituiscono per tale motivo le condizioni di maggiore gravità
per la sua sicurezza e conservazione (fig.4 e 5). In
questo contesto,la stima quantitativa dei cedimenti e' funzione delle
caratteristiche granolumetriche dei terreni su cui le fondazioni delle
opere poggiano,della loro distribuzione areale e delle loro eventuali
variazioni di spessore.Tra i litotipi che piu' frequentemente tendono ad
innescare processi di cedimento delle strutture si ricordano certamente le
argille,specie se caratterizzate da basso grado di consolidazione. Negli
ultimi secoli,l'ampliamento delle aree urbane e lo sviluppo
dell'antropizzazione in esse verificatosi,modificando gli equilibri
chimico-fisici naturali,hanno avuto un importante impatto anche sullo
stato di conservazione dei siti archeologici.L'aumentato fabbisogno
idrico,sia per scopi civili che industriali,ha determinato un aumento dei
prelievi dalle falde sotterranee,con un conseguente approfondimento
generalizzato delle superfici freatiche delle aree ad alta densita'
antropica.L'abbassamento dei livelli di falda,se associato a particolari
condizioni geologiche,puo' favorire fenomeni di subsistenza
(sprofondamento verticale),che oggi sono riconoscibili in molte citta'.In
alcuni casi,questi processi costituiscono un fattore di rischio per il
patrimonio archeologico.Nel contesto italiano,esempi degni di nota sono
rappresentati dal centro storico di Como,sul quale incombe il costante
rischio di tracimazione del lago,e dal caso della città di Venezia,nella
quale buona parte delle opere di interesse storico ed artistico si trova
minacciata dall "acqua alta",fenomeno amplificato dallo
sprofondamento del territorio urbano.Gli abbassamenti delle superfici di
falda possono incidere sfavorevolmente anche sullo stato di preservazione
delle fondazioni in legno di antiche costruzioni.I pali in legno hanno la
caratteristica di conservarsi in maniera relativamente integra fino a
quando permangono sommersi in acqua;con l'abbassamento della falda,essi
vanno incontro a processi di rapido deterioramento,ad opera di batteri
aerobici.Il centro storico della citta' di Stoccolma costituisce un chiaro
esempio di questo tipo di fenomenologia:molti dei dissesti sviluppatisi in
gran parte degli edifici storici sono ad essa riconducibili. Per
ultimo,occorre precisare come l'antropizzazione sia una delle cause
principali dell'inquinamento delle acque superficiali e sotterranee,che
possono cosi' subire un incremento del loro grado di aggressivita' nei
confronti di reperti e manufatti con cui vengono in contatto. Gli
argomenti e gli spunti trattati in questo spazio costituiscono solo alcune
delle opportunita' offerte dall'intercorrelazione tra geologia e ricerca
archeologica di cui si avvale la speleologia in cavita' artificiali per lo
studio e la conseguente interpretazione delle opere ipogee. DESCRIZIONE
DELLE FIGURE Fig.1
Deviazioni del corso di pianura del fiume Astatico,secondo L.Milani. a-corsi
d'acqua dell'epoca preistorica; b-
" " " etrusco-romana; c-
" " " del Medio-Evo; d-
" " " attuali Fig.2
Variazioni di un tratto meandriforme del corso dell'Adda tra il 1894 ed il
1939. Il
limite di provincia (croci e punti) contrassegna i corsi anteriori. Fig.3
Legeg di Stenone:B e' piu' vecchio di C,ma ma piu' giovane di A. Fig.4
e Fig.5 Caratteristiche del sottosuolo che favoriscono il cedimento
differenziale dei manufatti. |