Sviluppo complessivo 16.000 metri

Da Dorgali, percorrere la SS 125 in direzione sud ed imboccare, a sinistra una galleria che, dopo alcuni chilometri ci porta a Cala Gonone. Dal porto un barcone in poco più di trenta minuti ci porta direttamente all'ingresso della grotta.

Perché bue marino? Perché fino a circa un decennio fa al suo interno si rifugiava un mammifero il monacus monacus, meglio conosciuto come foca monaca il cui guaire ricordava in noto animale domestico. L'attuale ramo turistico si sviluppa in direzione sud, percorrendo, un itinerario grandioso con due componenti essenziali per qualsiasi grotta: le concrezioni e l'acqua.Infatti il percorso si sviluppa lungo un fiume, percorrendolo per quasi 1000 metri a ritroso, per fermarci davanti alla spiaggiola nella quale una volta stazionavano le foche monache e che in seguito è diventato il ramo non turistico, quello percorribile dai più esperti. Oltre alla copiosissima acqua si vedono grandiose concrezioni che sono composte da grandi colate, vaschette, acqua un pò dolce ed un pò salata. Le passerelle permettono di percorrere il fiume e di ammirare il suo percorso in lunghezza, ma anche in profondità. Alla fine del percorso, nella spiaggia menzionata, una grande concrezione domina, quasi al centro, l'ambiente. Dopo questo percorso tanti altri chilometri, che forse un giorno non lontano andranno a comporre la grotta più grande d'Italia , sono a disposizione per gli esploratori. D'altronde qualche decennio fa questa grotta era già classificata come la più lunga , perché non immaginare lo stesso per il futuro? Il ritorno verso il barcone viene effettuato in senso inverso. Caratteristica del luogo, come quasi tutte le grotte imponenti è il fatto che nel percorso verso l'uscita sembra di ripercorrere un' altra grotta, completamente diversa. Da notare, la presenza di graffiti che testimoniano l'antica presenza umana in uno dei luoghi più affascinanti dell' Isola.