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di Carlo Luigi Abbenda A cavallo tra due secoli Tra
il 1897 e il 1915 i cosiddetti "paesi della Palude", nel loro
evolversi civile e sociale, subirono una radicale trasformazione sia nel
loro assetto urbano che nella società civile. La
condizione delle Paludi Pontine, nei primi anni del 1900, non era diversa
da quella osservata sotto il pontificato di papa Pio IX. Sotto tale papa
fu costituito, con notificazione del ministro P.D. Costantino Cialdini, il
"Consorzio degli Enfiteusi Pontini e dei possidenti dei terreni
ricadenti nella Pianta Salvati del 1793". Di
fatto si protraeva un solido regime di perenne Enfiteusi che vedeva le
terre recuperate dalla bonifica di Pio VI ancora in mano a grandi
proprietari terrieri ed enfiteuti che, negando le stesse terre ai
coltivatori, riscuotevano lauti affitti senza impiegare congrui capitali
per migliorarne la produttività e le condizioni di prosciugamento. Il
sistema dell’appoderamento colonico era un sogno ancora irrealizzabile. D’altra
parte i comuni stessi del comprensorio pontino non mostravano grandi
attenzioni verso gli sforzi del consorzio di bonifica e quindi in tutto il
territorio la situazione era stagnante e stazionaria. Le
opere di demolizione vennero limitate allo stretto indispensabile per non
gravare gli oneri comunali degli espropri e per non compromettere la
conservazione degli antichi impianti urbani ed architettonici. Le
Amministrazioni Comunali di questi nostri centri, con cautela prima e con
una certa determinazione poi, si lanciarono in opere tecnico-urbanistiche
sempre più moderne: Ulteriori conquiste della modernità dei comuni furono l’ampliamento degli uffici postali e telegrafici nonché il rifacimento del servizio per il trasporto della corrispondenza e dei viaggiatori dai centri urbani agli scali ferroviari, introducendo prima la carrozza poi l’automobile al posto della "cavalcatura". Tutti i Municipi si videro costretti anche ad installare il telefono per collegarsi con il capoluogo di Circondario, cioè con Velletri, e con Roma Capitale del Regno. I vari Comuni concepirono poi dei programmi di risanamento urbano, assicurando spazio e decoro alle sedi municipali, realizzando qualche edificio scolastico nonché delle abitazioni popolari. Ai
primi del 1900 insomma tutto il territorio pontino era in enorme fermento
di vita sociale anche se economicamente la situazione non era proprio
florida. Un restrittivo provvedimento di governo, applicato dal 1901 in
poi, aveva portato all’abolizione dei dazi sui farinacei e ciò non
venne favorevolmente accolto dalle Amministrazioni locali nei paesi della
palude. La manovra economica imposta dal governo riduceva enormemente le
entrate comunali mentre il rimborso, calcolato forfettariamente, non
risarciva le singole amministrazioni del cessato introito. A giudizio dei
vari sindaci comunali l’eliminazione di quell’entrata non si traduceva
in un proporzionale vantaggio per la popolazione perché l’operazione
finanziaria era stata concepita e realizzata dal governo soltanto per un
maggior gettito erariale. La politica del governo però non fu sempre negativa anzi, nel 1906, lo Stato alimentò sentimenti di speranza per una politica sociale a favore del Mezzogiorno. A Roma venne a costituirsi un Comitato centrale di agitazione che sosteneva strenuamente l’inclusione del Lazio, delle Marche e dell’Umbria nell’area degli interventi speciali. Tale rivendicazione, per tutti gli amministratori della zona pontina, sembrò offrire una occasione insperata per poter far inserire la palude pontina tra le aree più depresse. Le locali amministrazioni ritenevano difficile che, al momento di varare e localizzare gli interventi di sviluppo, il governo potesse escludere l’Agro pontino che era notoriamente gravato di mille necessità. Per
tale motivo i vari nostri comuni aderirono senza riserve al Comitato
centrale romano. Il comune di Sezze, sulla scia di tale politica
economica, già nel 1906 si adoperò attivamente per l’istituzione nel
paese di una Cattedra ambulante di agricoltura. Dopo due anni, senza
adeguati risultati, l’amministrazione setina rinnovò la richiesta alla
provincia di Roma, dichiarandosi disposta a mettere a disposizione il
dovuto locale e i relativi contributi economici per il suo funzionamento. Con
delibera della Provincia Romana - deputazione del 30.03.1908 - "Sezze
e Monterotondo: istituzione di Cattedre di Agricoltura" l’impresa
vide l’atteso successo e il buon inizio d’opera. La cattedra, a giugno
del 1908, fu affidata alla direzione di Raffaele Vita. Vedasi,
a tal proposito, l’iniziativa culturale del Comune di Sezze ( delib.
Consiglio n° 12/1906) per la divulgazione del volume di Pacifico Croci
"Dell’Agro Pontino e dei luoghi abitati e più illustri fra
Terracina, Monte Circello e l’Isola Sacra". In questi primi anni
del ‘900, nella vita delle singole amministrazioni pontine, fu presente
un costante atteggiamento a favore dell’elevazione della qualità della
vita di tutta la popolazione. Gettando
un approfondito sguardo sulle deliberazioni consiliari risalenti a quel
periodo si può notare il modo di governare degli amministratori di quel
tempo, la cultura e il loro senso di responsabilità, la loro capacità di
prevedere e provvedere ai bisogni della collettività. Le delibere
consiliari, nel loro insieme, fanno pensare ad una classe dirigente
sufficientemente consapevole dei problemi che aveva davanti a sé e
abbastanza adeguata ai tempi di allora. Per
scovare il sentimento e l’animo della civiltà comunale pontina possiamo
indagare, a titolo esemplificativo, su alcuni "frammenti" di
delibere consiliari del comune di Sezze. Anno
1907: (mese di febbraio) l’ufficio comunale "è sempre pieno di
persone che richieggono il nulla osta per il rilascio del passaporto per
l’estero", la giunta rafforza il servizio e ne stabilisce il
rilascio "solo nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì" (delib.
n. 19/1907). L’emigrazione abbassa ma non elimina la disoccupazione e,
tanto meno, la miseria che tormenta i ceti più poveri. Il comune non
resta a guardare e non si sottrae all’invito del governo di "...far
eseguire lavori ove possano prendere parte i contadini". Per superare
le aspettative del governo il comune stesso, con mezzi propri, finanzia
dei progetti aggiuntivi di opere pubbliche. Sezze
21.11.1905 :Congresso dei sindaci e dei consiglieri provinciali del
Circondario per discutere "la bella idea di un impianto circondariale
di una rete telefonica". In
conclusione nei primi decenni del secolo, l’interesse della popolazione
dei paesi della palude per la politica era notevole, anche se molti
cittadini, per ragioni di censo, erano esclusi dall’esercizio del voto. (
pubblicato su "Nuova Informazione" - marzo 1998 - N°
3, pag. 220 ) << TORNA ALL'INDICE << ARTICOLO PRECEDENTE ARTICOLO SUCCESSIVO >> |
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