FRANCO BERARDI BIFO “DELL’INNOCENZA”    

                            1977: L’ANNO DELLA PREMONIZIONE

 

77 come punto di transizione,come punto d’arrivo dei tumultuosi avvenimenti che hanno caratterizzato il ventesimo secolo:la rivoluzione proletaria,i totalitarismi,le promesse democratiche.’77 come spartiacque tra società industrialista e proletaria e una nuova società da disegnare,da inventare a partire dalle potenzialità della rivoluzione digitale ,allora in fase embrionale.”Interpretare il ’77,dunque,significa porsi di fronte alla transizione che porta l’umanità intera fuori dalla sfera del moderno,verso una prospettiva che non si delinea chiara,leggibile,unitaria,ma infinitamente sfrangiata”( p.11) In questo senso ’77 come premonizione,come visione anticipata di un mondo in fase di sviluppo e non ancora interamente dispiegato.’77 come fine della storia:nel senso che dopo di esso s’assiste ad un proliferare di prospettive storiche.Il divenire non si ferma,anzi si moltiplica al punto da impedire uno schema interpretativo univoco”Ciascuno di noi entra in una pluralità di prospettive microstoriche..”( p.11) Il movimento del ’77 e la sua intelligenza collettiva seppe porre una serie di domande,di problemi,di quesiti che sono rimasti ancora in sospensione.” 77 come presagio dell’attuale,profezia del moderno.Percezione tragica,sentore diffuso di catastrofe imminente.La catastrofe è adesso un cocktail di Pippo Baudo-Studio Aperto-Bruno Vespa-rimbecillimento televisivo,impoverimento del sociale,competizione sfrenata,neoliberismo.”Venti anni di soffocamento,di persecuzioni,di rimbecillimento sistematico hanno sortito su tutti noi l’effetto di una droga potentissima. L’intollerabile ci sembra così normale che a malapena riusciamo a notarlo” ( p.17 ) Riproporre,parlare del movimento del ‘’77 è un operazione politica,di agitazione.Tuttavia manca una proposta o quantomeno è difficile disegnare un’alternativa.Ecco il ritorno all’innocenza.Innocenza come dissociazione,indisponibilità.”Innocenza è dissociazione dell’esistente in assenza di alternative all’esistente.Innocenza significa indisponibilità ad assumere l’intollerabile come criterio,anche se non esiste alternativa all’intollerabile...Dunque innocenza è sottrazione e diserzione rispetto a tutte le forme che assume la politica. Estraneità radicale.” ( p.25 ) Nel ‘’77 esisteva la consapevolezza di una trasformazione che oggi interessa la vita,la cultura,le attività umane in genere nella fase di transizione post-industriale.Il ’68 aveva individuato la possibilità di vivere senza la costrizione del lavoro,senza ingurgitare disciplina-caserma,competitività selvaggia. Chimere,illusioni. Il “77 come momento storico in cui queste illusioni scoppiano,si rovesciano in altre di segno completamente opposto.”77 come ritorno aggressivo,prepotente della disciplina e della competitività in virtù del mutamento sociale.Dopo il”77 le idee di gratuità dell’esistente,di egualitarismo,di libertà vennero colpevolizzate e perseguitate.Carcere,follia,emarginazione,eroina.....il premio per chi non aveva accettato la restaurazione,il ritorno dell’ordine.Il movimento esprimeva dunque la consapevolezza di un passaggio,di fase di transizione ad un’epoca –post-.Concetti come post-moderno,post-industriale,post-sociale,propri delle analisi di Jean-Francois Lyotard e Jean Baudrillard,cominciarono a circolare dopo il 1977.Due furono le correnti ,mai completamente distinte,nelle culture che animarono il movimento.La prima riproduceva il modello classico d’azione politica proprio delle rivoluzioni del ventesimo secolo:inserimento nello strato del proletariato,operai,studenti,giovani disoccupati,per farne l’avanguardia del processo rivoluzionario,per farne soggetto rivoluzionario.Progetto intriso di modelli organizzativi,politici,ideologici propri dei gruppi rivoluzionari sorti sull’onda del ’68 e dell’ideologia terzointernazionalista.La seconda corrente,pur avendo come terreno di agibilità politica il proletariato giovanile,ne approfondisce le potenzialità,le tematiche,le caratteristiche:la cosiddetta corrente trasversale si fondava sul processo di liberazione del tempo umano dalla necessità del lavoro industriale.Concepiva il movimento come consapevolezza di un processo:”Il processo di estinzione del lavoro industriale e di generale trasformazione dell’attività umana” (p.38).”Questa corrente era consapevole del mutamento essenziale dell’attività lavorativa e della composizione sociale a cui il proletariato giovanile era destinato.Il sapere,l’attività creativa erano sussunti,letteralmente succhiati dentro il processo di produzione ;si crea così un sistema di sottomissione del lavoro mentale.I processi essenziali della transizione post-industriale sono connessi con la sottomissione reale al dominio della produzione capitalistica del lavoro mentale in tutte le sue forme” ( p.38 ).Per comprendere appieno il movimento “77 occorre far riferimento alla trasformazione del processo produttivo e conseguentemente della composizione del lavoro.Dalla metà degli anni settanta l’Italia è interessata da un vasto processo di ristrutturazione della produzione che vide come conseguenza la graduale sostituzione del lavoro umano con le macchine.Robotizzazione del processo lavorativo,sostituzione del lavoro operaio in interi cicli di produzione.Ovviamente questo processo ridusse occupazione e culminò nei licenziamenti di massa del ’79-’80.Il lavoro umano risulta così sempre meno necessario nella produzione o meglio si sposta verso nuove capacità,nuove competenze.”L’attività umana che il sistema produttivo richiede tende a diventare l’attività intellettuale,in tutte le sue forme,da quello della progettazione e gestione delle tecnologie automatiche nei cicli industriali classici,a quello dell’informatica e della telematica e dello spettacolo” ( p.43 ) Il mutamento dell’offerta di lavoro implica dunque lo spostamento dal settore industriale al settore dei servizi. L’organizzazione postindustriale stimola le funzioni intellettuali grazie anche i grandi canali di comunicazione di massa:il lavoro mentale viene sussunto nel processo di produzione capitalistico,l’attività umana e creativa finiscono per rispondere alle logiche di profitto e di competizione. ”Il’77 si manifesta come prima consapevolezza di una trasformazione in senso –mentale- dell’attività lavorativa.” ( p.43 ).Il corpo sociale viene attraversato da un processo di smaterializzazione.Il processo di produzione delle merci si smaterializza dal momento che l’attività di manipolazione pratica dei materiali viene sostituita dall’elaborazione e dalla gestione dei programmi atti a far compiere alle macchine la trasformazione materiale.La relazione tra gli individui si smaterializza grazie alla telecomunicazione che riduce drasticamente il rapporto fisico fra i corpi nello scambio comunicativo.Il commando sociale si smaterializza,viene esercitato sotto forma di controllo-manipolazione delle informazioni o sotto iniezione coatta di eroina televisiva.Abolizione del contatto tra i corpi.La città,prodotto fondamentale della civiltà umana,luogo di scambio di merci e idee tra uomini nell’epoca borghese,raggiunge l’apice dell’espansione con la forma metropolitana.”La forma metropolitana determina il collasso delle forme di comunicazione e di organizzazione politica che la città aveva prodotto. L’interconnessione tra le diverse molecole sociali- individui o gruppi – non può più darsi materialmente,concretamente.Gli individui devono diventare dunque terminali delle reti di comunicazione,di scambio,di interconnessione.” ( p.44 ).Il ’77 si colloca dunque  sull’onda di questo processo di smaterializzazione,rivelando la sua anima,lacerata e contraddittoria.’77 come punto d’arrivo e di sintesi di tutti i movimenti di controcultura giovanile,eros collettivo,sperimentazione di forme di creatività artistica connessa all’interazione con l’ambiente,creazione di luoghi urbani erotizzati.Tutto ciò rappresenta un disperato aggrapparsi al contatto tra corpi,un sussulto di resistenza della cultura urbana,del concreto.Allo stesso tempo il movimento’77 fu capace di avanzare sul terreno della sperimentazione tecnologica e comunicativa, di scoprire l’importanza delle specificità linguistiche delle forme comunicative.”Il movimento del’77 percepisce l’imminenza di una trasformazione profondissima nell’organizzazione sociale dell’attività umana,percepisce la smaterializzazione del modo produttivo e dei rapporti comunicativi tra gli uomini.” ( p.45 ). Il terrorismo s’inserì in questa fase di smaterializzazione ,adottò l’azione spettacolare e la clandestinità .”Clandestini in una città in cui ognuno è clandestino per ciascun altro-dunque ugualmente spersonalizzati,atomizzati,privi di vita concreta.”( p.46 )L’effetto spettacolare dell’azione terroristica entrò in contatto con la società dell’informazione e quello che sembrava un successo si rivelò una tragica sconfitta.Il terrorismo divenne lo strumento della -macchina- di cui non comprendevano il funzionamento.Chi cominciava  a capire il funzionamento delle nuova forma di dominio,l’ala di movimento che aveva sviluppato la sua azione nel campo dell’arte e della comunicazione,propose la pratica di guerriglia nella circolazione dei segni.Guerriglia comunicativa e semiologica .Furono coloro che seppero comprendere ed interpretare il mutamento nella composizione sociale del lavoro ma mai riuscirono a concretizzarsi in un’esperienza autonoma di produzione ,consapevole del nuovo soggetto del lavoro mentale .Questa incapacità si tradusse in un processo di sottomissione del lavoro mentale alle leggi del capitale.Il’77 avvertì questo pericolo,senza riuscire ad evitarlo.Uno sguardo al mutamento sociale odierno mostra gli effetti di un processo di smaterializzazione.Concreto residuale.Il concreto è residuale.Oggigiorno la concretezza della fame di centinaia di milioni di uomini è del tutto irrilevante,residuale.”L’economia infatti è un effetto planetario simulato che nulla a che vedere con le reali condizioni di vita delle sterminate masse del terzo mondo.Nel sistema dell’organizzazione politica del consenso,i fatti reali,gli eventi,le azioni,le mobilitazioni,le rivolte anche violente non hanno alcun potere determinante ,perché non esiste evento determinante che non sia quello suscitato ,prodotto,veicolato dall’informazione.” ( p.47 ).Il concreto si svaluta,concreto e reale si allontanano.Giugno ’77.La rivista <<ZUT-A/traverso>>annuncia:<<La rivoluzione è finita,abbiamo vinto>>.Sembrerebbe pura ironia eppure lasciava trasparire un senso ben preciso.I movimenti rivoluzionari del ventesimo secolo pensarono di poter cambiare e superare la forma sociale capitalista.Il movimento autonomo invece si mosse lungo un ‘idea di liberazione che non prevedeva  la rottura del sistema di politico bensì la creazione di un area che incarnasse l’utopia di una comunità  che vive e si organizza fuori dal modello di scambio economico del lavoro e del salario.La rivoluzione è finita nel senso che è impossibile applicare il modello della rivoluzione politica.<<Abbiamo vinto>>? Con questa frase si cercavano di creare le condizioni per affrontare in forma di sperimentazione collettiva il processo di estinzione del lavoro.La tematica del lavoro è oggetto di studio e discussione durante gli anni sessanta-settanta: “Quaderni rossi ”nel ’60,l’area operaista nel ’70,la rilettura dei Grundrisse di Marx e le sue indicazioni sulla forma immateriale di produzione.”Il lavoro è la forma alienata dell’attività umana:entro la forma del lavoro l’uomo non può scegliere il senso della sua attività,ed il prodotto della sua attività non gli appartiene” ( p.50 ) Il capitalismo realizza la sottomissione dell’attività umana che non produce oggetti per il loro bisogno o il loro uso bensì simulacri del valore.Il capitalismo trasforma il tempo umano in astratta unità di misura del valore.Il tempo regolato dalla macchina.In proposito venne elaborato il concetto di<<tempo liberato>>,il problema della liberazione di tempo di vita dal dominio del lavoro alienato.”Ma ecco che,a partire dall’immensa trasformazione delle tecnologie moderne,dalla sussunzione del lavoro tecnico-scientifico entro il processo produttivo,diventa possibile pensare la sostituzione del lavoro umano,l’estinzione del lavoro come modello d’attività.” ( p.50-51 ) Il movimento tuttavia si trovò di fronte un paradosso.La scienza e la tecnologia possono diventare gli strumenti attraverso cui l’uomo può liberarsi dalla schiavitù del lavoro.Il principio che sta a fondamento della tecnica è  la sottomissione della natura,dell’uomo in quanto essere naturale,della mente.La tecnica però è lo strumento del potere,s’identifica in esso.”Ecco allora che,pur essendo la condizione per la liberazione dell’uomo dalla necessità del lavoro,la tecnica finisce per agire come creazione di altre necessità,di altre schiavitù,di altre forme di sottomissione dell’uomo,perché il paradigma costitutivo della forma capitalistica,che si è incorporato sulla tecnica,può così continuare a funzionare,cioè a produrre e a riprodurre dominio.” ( p.52 ) Liberazione del tempo di vita dal dominio del lavoro.Si cerco di attuare questa intuizione teorica in tre direzioni.La prima individuava il soggetto sociale portatore dell’estinzione del lavoro industriale in alcuni soggetti del proletariato giovanile.In questo senso il concetto di<<proletariato giovanile in liberazione>>La seconda indicava la linea comune su cui movimento operaio e movimento del proletariato in liberazione potessero convergere:la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro,lavorare tutti lavorare meno.La terza direzione  scorgeva nell’attività artistica,creativa,tecnico-scientifica,un nuovo terreno sociale su cui si sarebbero sviluppati i nuovi conflitti e le nuove lotte.Direzioni,indicazioni che non si attuarono mai sul piano pratico.In merito alla questione del lavoro occorre spostarsi dalla dimensione economica a quella antropologica.”Il dominio è la sussunzione della vita e dell’attività umana entro il modello di funzionamento economico(entro la legge del valore) e di conseguenza è la sottomissione del mondo naturale ed umano da parte della tecnica.” ( p.72 ).Qui emerge il problema del tempo di vita ,della qualità della vita quotidiana.Quanto la vita è povera e misera sotto il profilo dell’intensità e della qualità tanto il dominio del capitale può affermarsi sul tempo di vita.”Insomma,il predominio dell’economia sulla vita presuppone una condizione antropologica che si realizza attraverso lo svuotamento e la colonizzazione del tempo di vita”( p.73 ). Un analisi critica del capitalismo deve farsi analisi critica del moderno.”Questo terribile accadimento, che rende possibile concepire la vita degli uomini come semplice serbatoio di tempo uguale,senza intensità e differenza,è il <<moderno>>” (p 73 ).E proprio sulla riflessione delle condizioni antropologiche in cui il rapporto di dominio si svolge s’innesca la tematica del <<desiderio>> elaborata da Felix Guattari e Gilles Deleuze che il movimento fece propria.”In primo luogo il capitalismo viene riconosciuto come sistema di espropriazione del tempo umano.Il dominio economico viene fondato su una condizione antropologica,quella definita come mancanza.” ( p.74 ).Solo quando il tempo di vita  è vuota estensione ,senza concretezza ,intensità,ricchezza  il sistema capitalistico può instaurarsi e sottometterlo.In secondo luogo la riflessione di Deleuze e Guattari intorno la marginalità,intorno a ciò che si autoemargina ,si sottrae.Nella metà degli anni settanta il movimento di creatività e di comunicazione trova la sua espressione massima nell’esperienza delle radio libere.La costruzione di una emittente da parte di un gruppo politico andava oltre la semplice costituzione di uno strumento attraverso cui far veicolare il proprio messaggio ideologico.Le radio libere rappresentarono la moltiplicazione delle fonti di trasmissione ed aprirono le porte ad un intero movimento creativo sul terreno della comunicazione e della creatività. S’avvertiva l’estrema importanza dell’informazione e della comunicazione,presagio azzeccato,se si pensa che  l’oggetto principale della produzione capitalista nell’epoca post-industriale è l’informazione.Radio libere come incrocio tra linguaggi,ideologici,underground,creativi.Radio libere come radio Alice.”Radio Alice fu una mistura di neomarxismo del “general intellect”,buddismo zen e dada-futurismo.” ( p.26 )L’idea fondamentale della analisi di Radio Alice fu la tendenza verso l’eliminazione del lavoro,costruita attorno la riflessione sui Grundisse di Marx.Piacere-ozio-pigrizia.”Lavorare con lentezza, senza fare alcuno sforzo....pausa pausa...pausa ritmo...” ( p.27 )Liberarsi dal lavoro,dalla sua incombenza ansiogena,dal ritmo produttivo,dall’ansia della storia.Questa concezione antistorica entrava in contatto con la meditazione senza oggetto,rilassamento psico-fisico,ricerca di rapporto armonico tra corpo e cosmo.”La storia ci uccide.Trasmigriamo nelle storie.” ( p.27 )

 

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