BREVE STORIA DI PRIMA LINEA
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L'organizzazione
Prima Linea viene costituita
nell'autunno del 1976 in due riunioni tenute rispettivamente a Salò (BS) e a
Stresa (NO). I
quadri che daranno vita a Prima Linea
iniziano a separarsi dal gruppo extraparlamentare Lotta
Continua nella primavera del 1974 e poi, in modo massiccio, nell'autunno del
1974. Essi provengono da due aggregazioni principali - la “Corrente”
e la “Frazione” - che in Lotta
Continua avevano portato avanti la battaglia politica "per
l'armamento di massa". Tali aggregazioni erano composte, oltre che da
membri dei servizi d'ordine, da molte situazioni territoriali e operaie di
Milano, Bergamo, Torino, Napoli e della Brianza. Dal
rapporto di quest'area con militanti provenienti da Potere
Operaio (Milano, Roma, Torino, Veneto), nascono la rivista Senza
Tregua ed i Comitati Comunisti
per il Potere Operaio. Di qui prendono vita successivamente i Comitati
Comunisti Rivoluzionari, le Unità
Comuniste Combattenti e Prima Linea.
Il
nucleo centrale che promuove il processo aggregativo da cui nasce PL proviene da Sesto S. Giovanni, mentre nella zona di Bergamo,
intorno a Senza Tregua si formano, nel 1975, i Collettivi Politici Autonomi, da cui nasce la prima rete bergamasca
di Prima Linea. La
prima azione rivendicata da Prima Linea
è l'irruzione nella sede del Gruppo Dirigenti Fiat a Torino il 30 novembre
1976. Nel volantino di rivendicazione si legge: “Prima
Linea non è un nuovo nucleo combattente comunista, ma l'aggregazione di vari
nuclei guerriglieri che finora hanno agito con sigle diverse”. Effettivamente,
fino a quel momento, a Prima Linea
sono riconducibili molte sigle. Queste le principali: -
Squadre Operaie Combattenti; -
Comitati Comunisti Combattenti; -
Ronde Annate Proletarie; -
Ronde Proletarie Tiburtino; -
Collettivo Studenti Operai dei
Castelli Romani; -
Nuclei Combattenti per il
Contropotere del Territorio; -
Reparti Comunisti Combattenti; -
Reparti Proletari per l'Esercito
di Liberazione Comunista; -
Proletari Organizzati per il
Comunismo; -
Brigate Comuniste Combattenti; -
Lotta Armata per il Comunismo. Il
29 aprile 1976, a Milano, prima dunque che la sigla PL
appaia ufficialmente, viene compiuto un attentato mortale contro Enrico
Pedenovi, consigliere provinciale del Movimento Sociale Italiano. Questa
azione di rappresaglia, seguita all'accoltellamento di Gaetano
Amoroso, studente ucciso da militanti di destra gravitanti intorno al MSI,
va qui registrata poiché in sede processuale verrà attribuita a Prima
Linea. Va
detto in proposito che questa organizzazione sceglie, inizialmente, di non
rivendicare con la propria sigla gli attentati con conseguenze mortali. Nell'aprile
1977 si tiene a San Michele a Torri (FI) il primo congresso dell'organizzazione.
Partecipano rappresentanze di Milano, Bergamo, Torino, Firenze e Napoli. Viene
stilato lo Statuto. Un
principio fondativo di PL è “l'univocità politico-militare del quadro d'organizzazione”,
ovvero la non separatezza tra ruoli e pratiche politiche e militari. Altro
principio basilare del suo impianto organizzativo è quello della bipolarità,
ovvero la presenza simultanea di due livelli distinti all'interno
dell'organizzazione: -
una struttura diffusa interna ai movimenti di massa (le
Squadre o le Ronde); -
una struttura centralizzata operante sia a livello locale che nazionale. - Secondo
lo Statuto, vertice di PL è “la
Conferenza di organizzazione”, massima autorità dell'organizzazione
stessa, “di fronte alla quale il Comando nazionale deve rispondere del proprio
operato”. A
norma di statuto la Conferenza si riunisce con periodicità annua. Il
diagramma organizzativo ed operativo essenziale di PL
è così composto: -
Gruppo di direzione; -
Settore tecnico-logistico; -
Settore informativo; -
Squadre di combattimento; -
Gruppi di fuoco (che differiscono dalle Squadre per il loro carattere
autosufficiente anche a livello decisionale); -
Ronde proletarie. Queste
strutture vengono anche definite: “aree
di combattimento proletario”. Militarmente
PL si muove, ai suoi inizi, in
un'ottica prevalentemente giustizialista e di supporto ai “momenti alti” della lotta dentro le fabbriche. Molte delle azioni
armate dei primi anni consistono infatti nel ferimento di capi reparto e
dirigenti aziendali. Gli interventi sul territorio sono interni al dibattito del
movimento del
'77 a cui essa si propone come avanguardia. Il
19 luglio 1977, a Tradate (VA), viene ucciso, dal proprietario di un’armeria
appena “espropriata”, il militante Romano
Tognini “Valerio”. 1l
23 luglio 1977 Prima Linea compie un
attentato contro il negozio dell’armiere, rivendicando a sé il militante
ucciso che non era stato ancora identificato. Nei
primi mesi del 1978, verificata una sostanziale “vicinanza
politica” con le Formazioni
Comuniste Combattenti, viene costituito un Comando nazionale unificato sotto la cui direzione sono poste tutte
le articolazioni delle FCC e di PL
operanti a Milano, Torino, Bologna, Firenze, Roma, Cassino e Napoli. Nel
corso del 1978 Prima Linea attua diversi interventi “contro
la repressione”. Il dibattito politico interno, in questo periodo, si
interessa in modo particolare alle strategie rivoluzionarie basche e
sudamericane e ne rielabora alcuni orientamenti nella prospettiva
dell’innalzamento del livello dello scontro. L'11
ottobre 1978, a Napoli, viene colpito mortalmente Alfredo
Paolella, docente di antropologia criminale in servizio presso il carcere di
Pozzuoli. E’ questo il primo omicidio politico rivendicato ufficialmente da Prima
Linea. Il
19 gennaio 1979, a Torino, viene colpito mortalmente l'agente di custodia Giuseppe Lorusso. Il
29 gennaio 1979, a Milano, Prima Linea
rivendica l'attentato mortale contro il giudice Emilio
Alessandrini. L'analisi da cui scaturisce questa azione ritiene che i
magistrati della sinistra istituzionale portino competenze, credibilità e
conoscenza dall'interno dei movimenti alla riorganizzazione intelligente delle
strutture repressive. Il
28 febbraio 1979 vengono uccisi dalla polizia, intervenuta su segnalazione
anonima, nel bar dell'Angelo, a Torino, due militanti di PL,
Barbara Azzaroni e Matteo
Caggegi. L'8
marzo 1979, a Torino, per rappresaglia, PL
attacca una pattuglia di polizia e nel corso dei conflitto a fuoco muore un
giovane passante Emanuele Iurilli,
colpito accidentalmente. Il
18 luglio 1979, in base alla convinzione che il proprietario del bar dell'Angelo
fosse responsabile dell'arrivo della polizia, viene ucciso Carmine Civitate. Rivendica l'azione il Gruppo di fuoco Barbara Azzaroni ‘Carla’ e Matteo Caggegi ‘Charlie’. Questa
sequenza di fatti luttuosi apre un dibattito che si protrae per oltre un anno
all'interno dell'organizzazione. Nel
settembre 1979, a Bordighera (IM), si tiene una Conferenza d'organizzazione, per
discutere sulle campagne dell'autunno-inverno e sulle ristrutturazioni
organizzative. Nodo della battaglia politica è la scelta fra le due anime
storiche di PL: radicarsi nuovamente
nel territorio e combattere dall'interno del movimento o radicalizzare lo
scontro con gli apparati istituzionali. Il nodo tuttavia in questa sede non si
scioglie. Sul
piano organizzativo la Conferenza porta alla scelta di affiancare al Comando
Nazionale un Esecutivo nazionale al quale fanno capo tre Commissioni centrali: -
Commissione tecnico-logistica; -
Commissione cellule; -
Commissione sull'antiguerriglia. - La
Conferenza è anche sede della prima scissione interna a PL.
I dissidenti ritengono che le contingenze politiche e le attività repressive
impongano una ritirata ed una stasi dell'operatività militare e di conseguenza
escono dall'organizzazione. Alcuni
militanti delle Squadre torinesi e di
PL, formano il gruppo Per
il Comunismo ed espongono il loro progetto in un documento intitolato "Tracce
interpretative economiche politiche di capitale e movimento monetario".
L’intero gruppo da lì a poco ripara in Francia, dove i militanti vengono
arrestati e successivamente estradati. Interno
alla riflessione sugli effetti del processo di ristrutturazione produttiva in
atto nelle fabbriche è l'attentato mortale contro l’ingegner Carlo Ghiglieno, responsabile del settore pianificazione e
presidente del Comitato guida del settore logistico della Fiat, compiuto a
Torino il 21 settembre 1979. L'11
dicembre 1979, con intenti dimostrativi e deterrenti, e per commemorare Barbara Azzaroni e Matteo
Caggegi, Prima Linea irrompe
nella Scuola di Formazione Aziendale di via Ventimiglia a Torino, occupa
militarmente la scuola e tiene un discorso nell'auditorium in cui vengono
riuniti circa 190 studenti, mentre in un’aula attigua dirigenti Fiat ed
Olivetti e 5 studenti vengono feriti intenzionalmente alle gambe. Di
analogo valore dimostrativo è l'occupazione, evacuazione e distruzione di una
palazzina, ai Colli Aminei di Napoli, che ospitava il Centro di Servizio Sociale
e dei semiliberi per i minorenni, del ministero di Grazia e Giustizia. La
riflessione da cui scaturisce questo intervento concerne l'illegalità di massa
ed il livello di repressione presente in quel territorio. Il
14 dicembre 1979, a Rivoli (TO), un nucleo di PL
viene sorpreso dalla polizia mentre prepara un attentato alla fabbrica
metalmeccanica Elgat. Nello scontro a fuoco la polizia uccide il militante Roberto
Pautasso. Nei
primi mesi del 1980, PL inizia
ufficialmente la sua esperienza romana. E’ un tempo di espansione territoriale
dettata da esigenze logistiche conseguenti all'intensificarsi delle operazioni
repressive oltre che dalla volontà di diffondere l'intervento politico. Nel
gennaio 1980, a Morbegno (SO), viene tenuta una Conferenza che sancisce di fatto
il prevalere delle posizioni favorevoli alla radicalizzazione dello scontro e
inizia una riflessione sulla tendenza della magistratura, e particolarmente
quella milanese, a farsi sempre più strumento di repressione oltre che delle
organizzazioni armate anche delle aree di movimento e della conflittualità
sociale. Da
questa riflessione matura l'attentato mortale contro Guido
Galli, docente di Criminologia all’università Statale (Milano, 19-3-80).
L’azione viene rivendicata dal Gruppo
di fuoco Valerio Tognini. Il
5 febbraio 1980, a Monza, nell'ambito degli interventi sulla qualità della vita
nel territorio, PL inizia una
campagna sulla sanità e in questo quadro rivendica l'attentato mortale contro Paolo Paoletti, responsabile della produzione all'Icmesa, la
fabbrica
di Seveso da cui, il 10 luglio 1976, si sprigionò la nube tossica di
diossina. All'inizio
del 1980 PL affronta per la prima
volta il problema posto dalla collaborazione di alcuni militanti con le forze
dell'ordine e la magistratura. Il 7 febbraio 1980, a Milano, colpisce
mortalmente un suo militante, William
Waccher, accusato di aver fatto rivelazioni agli inquirenti. E’ questo il
primo ed unico omicidio interno alla campagna contro
militanti "pentiti" compiuto da questa organizzazione. A
seguito dei duri colpi inferti dalle forze di polizia, a causa della
collaborazione di Roberto Sandalo,
nell'agosto del 1980, PL tiene a
Rimini (FO) una Conferenza d'organizzazione in cui il nodo politico fondamentale
è la riflessione sulle implicazioni della repressione e dell'estendersi del
fenomeno del "pentitismo". In quell'occasione alcuni militanti escono
dall'organizzazione. Poco
dopo, sempre nell'estate 1980, si tiene un'altra Conferenza d’organizzazione a
Senigallia (AN). Nel dibattito si confrontano posizioni critiche riguardo alla
capacità di PL di rispondere
adeguatamente ai nuovi problemi. Chi vuole mantenere attiva PL
e chi, ritenendola ormai inadeguata, vuole sospenderne l'operatività, per
ricomprendere modi e tempi degli interventi. Perciò, nel settembre del 1980,
alcuni militanti
escono, una parte per cercare un rapporto organizzativo stretto con le Brigate Rosse, mentre altri danno successivamente vita al Nucleo
dei Comunisti. Tra
il 1978 ed il 1980, in una serie di incidenti nel corso di espropri di
autofinanziamento, disarmi, e in conflitti a fuoco per sottrarsi all'arresto,
restano uccise per responsabilità di PL
cinque persone: -
l'agente Fausto Dionisi
(Firenze 20-1-78); -
il carabiniere Antonio Chionna (Martinafranca 3-6-80); -
i carabinieri Ippolito Cortellessa e Pietro
Cuzzoli (Viterbo 11-8-80); -
l'agente Filippo Giuseppe (Bari
28-11-80). Nel
dicembre 1980, con l'ondata di arresti determinata dalle confessioni di Michele Viscardi, viene riproposto, in modo pressante, il problema
della “desolidarizzazione interna”. Tra
il dicembre 1980 ed il gennaio 1981, a Barzio (CO), si tiene una Conferenza
d’Organizzazione che affronta la questione dell'aumento dei militanti
prigionieri e dei latitanti. L'attenzione viene concentrata sul carcere e viene
formalizzato un comando con le seguenti strutture operative: -
contro l'antiguerriglia; -
tecnico logistica; -
stampa e propaganda; -
teorica. A
Pasqua dei 1981 si tiene a Barzio (CO) una nuova Conferenza di Organizzazione
che decreta lo scioglimento di Prima
Linea e la nascita del “Polo
Organizzato”, che si
propone di essere, principalmente, un punto di riferimento per i
militanti ricercati. Alcuni dei quali, nel corso del 1981, danno poi vita ai Comunisti Organizzati per la Liberazione Proletaria (COLP). In
carcere la chiusura definitiva dell'esperienza di PL
prende l’avvio da un dibattito collettivo durante il processo di Firenze nei
primi mesi del 1983 e viene ratificata in una Conferenza interna
d'Organizzazione tenuta nel carcere di Torino (primavera-estate 1983) in
occasione del processone per i “fatti specifici”. Questa
Conferenza produce un documento-manifesto dal titolo “Sarà
che avete nella testa un maledetto muro” nel quale viene sancita la
rinuncia alle armi e la ricerca teorico-pratica - all'interno del carcere ma, più
in generale, nella lotta politica esterna - di strumenti di "mediazione
conflittuale". Dibattito
e ricerca sono continuati a Milano, nel carcere di S. Vittore, a cavallo tra il
1983 ed il 1984. Una sintesi di questi ultimi sviluppi è stata
pubblicata da Il Manifesto il 17
gennaio 1984. Il
movimento che promuove la legge a favore della dissociazione matura
all’interno di quest'ultimo dibattito e vede coinvolta, salvo rare eccezioni,
la totalità dei militanti di Prima Linea. Per
l’attività di Prima Linea sono state inquisite 923 persone.
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