SULLE CULTURE '77 |
La crisi delle politiche precedenti,il bisogno di ricercare nuovi strumenti di analisi e di intervento,soggettività diffuse finirono col produrre un’ondata rivoluzionaria senza precedenti,innovativa e singolare rispetto ai movimenti precedenti.Nel breve periodo che và dall’inverno ’75 alla fine del ’77 una vasta ondata creativa e comunicativa attraversava i diversi universi del movimento.Energia,intelligenza collettiva. E
a chi ci chiede dove intendiamo andare rispondiamo che le soluzioni
sappiamo trovarle solo quando le situazione ha maturato la loro
possibilità Rottura dei tradizionali schemi comunicativi.Inversione di marcia.Alla ricerca di nuovi orizzonti comunicativi,di nuove possibilità di espressione. Sperimentare nuovi linguaggi,a partire dal linguaggio primo del ’77,la politica.Fogli,gesti,segni,riviste,giornali,parole,idee.
Frastagliate componenti culturali ed esistenziali concepirono un rapporto completamente differente tra politica e vita.Dalla vita alla politica,dalla politica alla vita.Il comunismo è a tavola,nella vita di tutti giorni pensava Majakovskij.Cercando di risolvere questa contraddizione si persero alcuni universi del movimento.I carceri,l’eroina,i vuoti,fecero il resto.
Tematiche,idee,contenuti
alieni ed estranei rispetto al periodo rivoluzionario del sessantotto e
dell’ala extraparlamentare.La comunicazione avrebbe assunto una
valenza strategica,importante,altamente sovversiva.Tra le iniziative
culturali ed editoriali Squi/libri s’intrecciò profondamente con la
componente creativa del movimento.Pubblicherà estratti dalla
rivista<<A/traverso>>( Finalmente il cielo è caduto sulla
terra),i materiali dei Circoli del proletariato giovanile milanesi ( Sarà
un risotto che vi seppelirà ),testi letterari e autobiografie di
movimento.
La rivista A/traverso nacque dal gruppo che si riuniva a Bologna attorno
a Bifo Berardi e conteneva al suo interno una lunghissima riflessione
sulla fine del valore d'uso e la teoria del soggetto. A/Traverso è
battuto a macchina, con titoli composti da lettere ritagliate dai
giornali e poi fotocopiato, tant'è che il primo numero della rivista,
per un errore, riporta la data del 1972 e ancora ci sono collezionisti
che cercano le annate fantasma dal 72 al 75...
A/traverso, che tira pochissime copia del primo numero, va a
ruba, perché ha correttamente interpretato un mutamento reale ed è una
via di mezzo tra una rivista politica e una rivista underground, una
fusione delle esperienze della rivolta esistenziale, della
controcultura, del modello politico.Squi/libri pubblicherà
“L’ideologia francese”,una dura polemica contro i <<nouveaux
philosophes>>,Clavel,Glucksmann,Bernard-Henry Lèvy.Nelle teorie
di questi emergeva il ruolo dell’intellettuale come la figura di
protezione e di copertura del capitale.Inoltre fu fondamentale
l’analisi del lavoro intellettuale tecnico-scientifico.Compresero che
il lavoratore intellettuale( sia che esso operasse nell’Università o
nell’industria culturale e del consenso,sia che esso lavorasse nei
servizi ) sarebbe diventato un soggetto importante per la strategia del
capitale. Sottrarre il sapere come
lavoro vivo dell’intelligenza,come forza creatività,al dominio del
sapere sociale accumulato come capitale.Rompere questo dominio significa
anche acquisire la coscienza che il sapere non può più essere(non deve
essere) una polizza di assicurazione per garantirsi il lavoro
salariato,ma lo stesso terreno,la stessa determinazione delle possibilità
della soppressione del lavoro salariato.
Allo
stesso tempo ipotizzarono che il lavoro intellettuale sussunto al
processo produttivo potesse essere <<liberato>> per far
diventare la scienza,la cultura,la creatività in genere,il terreno su
cui fondare i nuovi conflitti sociali.Lo sviluppo delle tecnologie e dei
sistemi informatici è intuito come un campo d’intervento
strategico:l’intelligenza tecnico-scientifica può cambiare di segno
verso una soggettività alternativa,i <<sistemisti competenti>>
in grado di creare le condizioni per un uso liberante dell’informatica
ed indirizzarle verso un diverso uso sociale finalizzato alla
soppressione del lavoro.Dietro queste riflessioni, lo scenario della
ristrutturazione,del lavoro nero,dello sfruttamento,della fabbrica
diffusa suggerì al movimento un agire politico sul territorio
metropolitano.Un movimento che non voleva il potere bensì cambiare
continuamente sé stesso e il mondo.La scomposizione di classe
determinata dalla ristrutturazione produttiva è posta come terreno sul
quale impostare le nuove lotte.Questa scomposizione finirà per liberare
corpi,teorie,soggetti,creatività,culture,riflessioni del tutto
innovative rispetto alle esperienze rivoluzionarie precedenti.Tra le
tante indicazioni culturali come Sartre e la figura
dell’intellettuale,Foucalt,Marx e i manoscritti il movimento
approfondirono la ricerca di Deleuze e Guattari, “L’Anti
Edipo”,che individuava il soggetto desiderante
<<sottrarsi>> al dominio delle forze materiali per
a/traversare tutti i possibili soggetti sociali in separ/azione ( i
precari, i gay,le donne , i giovani operai,i
disoccupati,l’assenteismo,il sabotaggio).Ricomporsi in
divenire,sottrarsi alla prestazione lavorativa comandata e il mutare di
continuo.Una costante mutazione che necessita di linguaggi nuovi e
innovativi.Da qui deriva la creazione di forme espressive e comunicative
de/liranti e molteplici le uniche in grado di dare senso al desiderio e
alla liberazione sottratti alla sfera del politico e della produzione.
Una
pratica della festa urbana,collettiva,tanto ironica quanto sovversiva
mescolava l’esperienze dada,surrealiste,futuriste,provos,hippie,underground,situazioniste
e pratiche artistiche come
il teatro di strada,happening,performance. Non
da meno fu l’influenza del situazionismo,dei suoi saperi,della sua
esperienza,dei suoi autori Debord e Vanegeim,che alimentarono
notevolmente alcune componenti del movimento.I linguaggi mutano
radicalmente,si fanno fulminei e creativi. “Dal
Lirico all’Epico(evitando il tragico )” recitava
un volantino dell’aprile del ’77.Se l’epico è la dimensione
collettiva che si desidera,il tragico può essere rappresentato
<<dall’ipotesi che punta a una radicalizzazione armata dello
scontro con lo stato >>. La ricomposizione non è un
imperativo morale,un dogma politico;è un desiderio del
movimento;occorre trovare una macchina-comportamento che interpreti
questo desiderio.Proviamo sul terreno della scrittura (trasformazione
del quotidiano,studio collettivo,autocoscienza,violenza,scrittura ). Non
una sintesi esterna,ma una disponibilità a sopportare la curva del
processo,facendosi soggetto pratico della tendenza,sul piano di una
teoria /scrittura, di
una scrittura/ pratica trasversale che dà in sé dia corpo alla tendenza. Mentre
nella battaglia di artiglieria ci logoriamo e perdiamo uomini, forze e
sopratutto intelligenza e vita,sul terreno dell’organizzazione
tecnico-informativa è
possibile vincere sottraendola alle sue funzioni di controllo
dell’intelligenza accumulata.
Il
movimento del’77 intuisce dunque che il capitale sta mutando pelle e
che occorre abbandonare il terreno della politica-politica. Capisce che
esiste la crisi della militanza ed è un fenomeno che va molto al di là
della fine dei gruppi verticali e arriva dentro il consumarsi delle
esperienze collettive, dove i militanti hanno la percezione che le
segreterie siano ormai solo gruppi di potere.Sposta l’asse del
conflitto altrove: sul terreno della rivolta creativa desiderante per
aprire un nuova stagione di lotte che facesse tesoro delle lotte
precedenti e sopratutto superasse i loro fondamenti teorici e
ideologici.
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