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Falesie calcaree, panorami mozzafiato, organismi rari sia per la flora che per la fauna, fanno parte del territtorio seuese e sono un' importante punto di riferimento per il turismo mondano.
FLORA
Posizionato sulle pendici meridionali del complesso montuoso del Gennargentu, Seui risulta essere più conosciuto per i suoi incantevoli paesaggi e i lussureggianti boschi. Questo paesino immerso nel verde ha un territorio ancora in larga parte intatto, con vaste formazioni naturalistiche di leccio che rappresentano uno degli esempi più belli di foresta mediterranee.
Con affascinanti varietà floristiche, come l'orchidea che va protetta e valorizzata, infatti nel territorio seuese sono presenti circa 50 specie.
Il territorio seuese è per la maggior parte montuoso e roccioso, poche sono le zone coltivate e coltivabili, molte adatte al pascolo. Sino a poco più di un secolo fa era totalmente ricoperto di meravigliose foreste, dei quali adesso esiste solo il ricordo. Nella zona calcareo-dolomitica a 20 km dal paese soppravive una delle più belle oasi naturalistiche della Sardegna, la foresta demaniale del Montarbu, ricca di varie piante come: lecci, agrifogli, corbezzoli, biancospini e le rare peonie, dette "rose del Gennargentu", che fa parte dell'istituendo Parco Nazionale del Gennargentu.In passato per dare rimedio alla varie malattie, si faceva ricorso alla "farmacia della natura", cioè ad erbe, piante, bacche e varie sostanze in grado di produrre beneficio.
Questo paradiso è raggiungibile da Mandas e da Arbatax con il Trenino Verde, che ci permette di scoprire i paesaggi e le bellezze incontaminate tra le verdi montagne del Tonneri.
Percorrendo questa strada panoramica si arriva al lago dell'alto Flumendosa e al nuraghe Ardasai.
Tra le specie di erbacce di particolare interesse per l'erboristeria sono presenti:
l'AQUILEGIA, che presenta propietà antisettiche, astrigenti e calmanti;
la DIGITALE, le cui foglie contengono una sostanza che si usa per le malattie renali e cardiache;
la PEONIA, più comunemente chiamata "rosa di montagna", pianta protetta, anticamente usata come antiepilettica e attualmente come antispasmodica;
il COLCHICO AUTUNNALE, da cui bulbi e semi si estrae la colchina, da usare con cura perchè velenosa;
il GINEPRO, le cui bacche danno un olio dotato di triplice attività terapeutiche, diuretica, depurativa e balsamica;
l'EUFORBIA, che produce un lattice che contiene un anidride acida che si usa a scopo vescicatorio;
la SAPONARIA, il cui fusto e le radici producono la saponina, tonica e rifrescante;
il ROSMARINO, il cui olio si impiega come antisettico e stomachico;
il CARCIOFO SELVATICO;
il ROVO, i cui frutti (more) esercitano lieve azione astrigente e le cui foglie in infuso curano le infezzioni della bocca;
l'EDERA, usata come analgesico;
il FINOCCHIO selvatico, dalle cui radici e dai frutti si estrae un olio dotato di potere stimolante nelle funzioni digestive;
la MALVA, che ha poteri emollienti, calmanti e lassativi.
FAUNA
La foresta demaniale del Montarbu non è importante solo per la flora, ma anche per la fauna, infatti possiamo incontrare il Muflone e tante altre specie di animali.
I branchi vivono lontani dagli sguardi dell'uomo, sui monti vestiti di alberi. Il momento cruciale è quello della nascita dei cuccioli, quando l'aquila dall'alto e la volpe dal suo nascondiglio tendono agguati sempre mortali per i mufloni che non si possono diffendere.
Il Muflone è il simbolo del comune di Seui, perchè il nostro territorio è la casa di questo splendido esemplare selvatico.
Questo animale è una specie protetta, ma pultroppo esposta tutti i giorni al tiro dei cacciatori di frodo. Raggiunge i 90 cm di altezza e i 150 cm di lunghezza. Il mantello è di color miele, più lucente d'estate, e macchiato di bianco sui fianchi e sul ventre nella cattiva stagione, zoccoli piccoli e stretti, zampe lunghe e sottili. Soltanto i maschi hanno le corna, però può capitare che alcune femmine abbiano un accenno di cornomozzo.
Il muflone in libertà non si incrocia mai con pecore e capre, come invece avviene ai cinghiali con le scrofe domestiche, perchè essendo selvatico non si avvicina all'uomo come capita invece per il muflone cresciuto in cattività.
A Montarbu stanno ripopolando il daino e il cervo sardo ormai in via d'istinzione. Il numero delle volpi, stando a quanto dice chi vive in campagna, è aumentato a dismisura.
I rapaci sono tornati a volteggiare cupamente nel cielo della Sardegna interna. Come l'aquila reale, regina degli uccelli; l'avvoltoio degli agnelli, che raggiunge i due metri e mezzo di apertura alare; la poiana, il gheppio, il falco pellegrino; poi abbiamo la pernice sarda, il corvo imperiale, il picchio rosso, il merlo, il tordo e la gazzaladra.
Come animali selvatici oltre al muflone, ai cinghiali e alle volpi, la nostra foresta è popolata anche da: gatto selvatico, il ghiro, la donnola, la martora, il coniglio e la lepre.