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MINIERA CORONGIU

  Parlare di carbone in Sardegna significa, il più delle volte, parlare del carbone del Sulcis, dimenticandosi che nell'isolata Barbagia per numerosi decenni ha prosperato una miniera di antracite, il più pregiato tra i combustibili solidi.
  L'antracite fu scoperta nel 1827 da Alberto La Marmora, che seguendo alcuni racconti popolari individuò il carbone nella regione di San Sebastiano nel territorio di Seui. Fece scavare una galleria di oltre 90 metri e iniziò a delimitare l'estensione del giacimento.
  La concessione della miniera di Corongiu fu assegnata nel 1877 a un gruppo di imprenditori, ai quali subentrò la Società di Correboi del barone e parlamentare Andrea Podestà. L'imprenditore fu promotore in Parlamento della realizzazione della ferrovia ogliastrina, ottenendo una stazione nei pressi della miniera che in questo modo riduceva il più grande problema che ostacolava il suo sviluppo, quello dei trasporti a causa del forte isolamento.
  La miniera passò sotto il controllo della Società di Monteponi, che intendeva utilizzare l'antracite nelle caldaie dei suoi impianti. I costi del trasporto del carbone da Corongiu a Monteponi non risultarono, però, mai convenienti.
  Il problema era l'aggravio di spesa causato dai differenti scartamenti dei tronchi ferroviari: Seui-Cagliari e Cagliari-Monteponi; il primo era infatti a scartamento ridotto e costringeva ad una fase di trasporto su carri assai costosa.
   Era infatti più conveniente per la Monteponi acquistare il carbone all'estero ed affidarsi ai trasporti marittimi. Un buon incremento dei lavori produttivi si ebbe durante la prima guerra mondiale, quando fu anche costruita un'imponente laveria che ancora oggi caratterizza l'ambiente, in contrasto con le diverse tipologie costruttive montane di quel territorio mai coinvolto da attività industriali.
  Nel 1936 la miniera di Corongiu fu ceduta alla Compagnia Mineraria Veneto-Sarda, che riuscì a incrementare le produzioni, grazie al favorevole momento dettato dall'autarchia. Tutta l'area mineraria fu interessata da nuovi lavori, si fecero numerose ricerche, si approfondirono le discenderie.
  L'antracite si estraeva non solo nella zona di Corongiu ma anche a Ingurtipani nel Comune di Seulo, inviando le produzioni a Cagliari per essere impiegate sulle navi da guerra. Conclusasi la guerra e terminata la fase di emergenza che aveva reso conveniente la coltivazione di un giacimento così disagiato, iniziarono subito le difficoltà per la miniera.
  La Veneto-Sarda ottenne dei finanziamenti per migliorare la laveria nel tentativo di aumentare la produttività, ma i costi dovuti all'isolamento e l'esaurimento dei cantieri più ricchi la costrinsero alla chiusura, che fu definitivamente sancita con la revoca della concessione nel luglio del 1964.
  Oggi della miniera di Corongiu non rimangono che pochi ruderi vicino alle gallerie e la grande laveria, svuotata di tutti i macchinari, vicino alla ferrovia che continua a percorrere quelle tortuose curve unendo la Barbagia col Campidano.

La laveria
La miniera

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