di Marcello Polastri

Cenni su Tuvixeddu

 

Tuvixeddu è un colle (M. 99 s.m.l.) dalla superficie piana - irregolare delimitato dalle vie Montello, Vittorio Veneto, viale Sant'Avendrace e dalla via Is Maglias che lo separa dal limitrofo colle Tuvumannu.

Raggiungibile da via Falzarego e dalla scalinata del vico II Sant'Avendrace, Tuvixeddu è il rilievo collinare urbano con maggiore concentrazione di ipogei scavati nella roccia ed il suo nome dialettale, dal sardo "tuvu" (vuoto), sottolinea la natura cavernosa della stessa collina, ovunque caratterizzata da profondi crepacci, fronti di cava, imponenti latomie d'età antica e affascinanti ambienti sotterranei creati dai popoli colonizzatori.

Di straordinario interesse è la Necropoli fenicio-punica che, essendo costituita da migliaia di tombe risalenti al periodo compreso tra il VI e il III secolo a.C., fa di questo sito una delle più vaste aree storico-archeologiche e monumentali del Mediterraneo.

Le sepolture ipogeiche erano raggiungibili attraverso un pozzo di varia profondità (fino a 10 - 12 metri all'origine) che, oltre a possedere degli appositi incavi laterali chiamati "pedarole" per facilitare la discesa dei necrofori, presentavano sul fondo una o più stanzette rettangolari note come "celle sepolcrali". L'accesso a questi ambienti sotterranei veniva chiuso con una grande pietra squadrata detta lastra sepolcrale ed il pozzo ricoperto di terra in modo che defunto e relativo corredo funerario, fossero protetti. Alcuni corredi rinvenuti nel corso di numerose campagne di scavo nella necropoli, sono costituiti da anfore, bicchieri, coppette, ampolle portaprofumi, lucerne, rasoi, armi, monete, pendenti in oro e in argento, collane, amuleti, scarabei, statuine e altri oggetti, tra i quali meritano particolare attenzione le uova di struzzo dipinte, alcune statuette del Dio Bes (divinità maschile risalente al V sec. a.C.), e tanti altri reperti che parzialmente sono esposti nel Museo archeologico di Cagliari (piazza Arsenale) e, in massima parte, nel British Museum di Londra.

Fin dall'antichità le tombe di questo colle sono state danneggiate e depredate: gia nel 140 d.C. i Romani scavarono un lungo tratto del loro acquedotto (attualmente visibile nell'area archeologica), che intersecò alcune delle sepolture fenicio-puniche attualmente raggiungibili dalla strada sterrata di via Falzarego. Successivamente, ricercatori di reperti senza scrupoli, depredarono illegalmente le altre cavità, privando centinaia di tombe dei loro beni archeologici riposti con amorevole cura dalle civiltà del passato.

Anche in questo secolo a Tuvixeddu sono stati arrecati danni irreparabili sia dalla selvaggia espansione urbanistica della città, sia dalla scellerata attività estrattiva che la vicina Cementeria di Santa Gilla e la Calceidrata di via Is Maglias, praticavano per estrarre il calcare, agendo indisturbate per oltre mezzo secolo, occultando una miriade di tombe fenicio-puniche ed eleganti colombari romani scenograficamente allineati al viale Sant'Avendrace, antica arteria stradale e vestibolo occidentale d'accesso a Cagliari.

L'attività dei cantieri locali "Italcementi" è praticamente passata alla storia poiché ha creato un profondo canyon, lungo oltre un chilometro, che da via Falzarego giunge alla via Is Maglias (fronte incrocio con via A. Castelli). Inoltre, gli insistenti sbancamenti provocati dai mezzi pesanti della stessa Cementeria di Santa Gilla, ha creato una cava, cosiddetto "Catino", esteso quanto l'area dello Stadio cittadino intitolato a Sant'Elia.

Fortunatamente, nei pressi di via Falzarego, si sono salvate alcune tombe con singolari decorazioni risalenti al IV sec. a.C. Queste cavità sono: la "Tomba dell'Ureo" e la "Tomba del Combattente".

La prima è decorata, nell'arte dell'ocra rossa, con palmette, maschere gorgoniche e il cobra sacro della religione egizia, noto come serpente Urèo dal quale trae origine il nome del medesimo ipogeo che possiede la più grandiosa pittura funeraria del mondo punico.

La seconda tomba invece, presenta la raffigurazione di un guerriero mentre scaglia la lancia e per questo motivo è detta "del Combattente".

Un sepolcro molto conosciuto nell'Isola è sicuramente la "Grotta della Vipera", scavata ai piedi del colle e purtroppo vistosamente danneggiata nel corso degli ultimi due secoli.

Altro monumento locale degno di nota è la "Tomba di Rubellio", sepolcro romano che presenta una suggestiva iscrizione nella roccia, situato nella parte in cui il colle Tuvixeddu degrada verso la chiesa di Sant'Avendrace.

Ormai da decenni, le persone di buon senso chiedono la valorizzazione di quest'area. Valorizzazione che potrebbe giungere nel 2004, con il termine dei lavori per la realizzazione del tanto discusso "Parco archeologico di Tuvixeddu"... chissà se la maggior parte delle preesistenze archeologiche, le particolari emergenze floro-faunistiche ancora presenti nell'area, le straordinarie cavità ed i percorsi sotterranei che si dipanano nelle viscere della terra, saranno realmente valorizzati.

 

Cagliari 04.03.2002