Psychomedia International Association of Group Psychotherapy
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Presentazione della SGAI

La Gruppoanalisi è una disciplina di derivazione psicoanalitica fondata da Trigant Burrow e successivamente elaborata teoricamente e metodologicamente da S.H. Foulkes.

Foulkes costituì negli anni '60 la "Group Analytic Society of London", sul cui modello sono state successivamente create in molti Paesi Associazioni Gruppoanalitiche, e tra queste in Italia si costituì nel 1974 l'Associazione Milanese di Analisti di Gruppo (AMAG).

Questa Associazione cambiò nel 1982 la sua ragione sociale in Società Gruppoanalitica Italiana (SGAI), nella quale confluì nel 1990 l'Istituto di Gruppoanalisi di Roma (igar), fondato nel 1968 da Fabrizio Napolitani.

La SGAI si qualifica all'interno del movimento gruppoanalitico, per aver dato alla teoria gruppoanalitica uno sviluppo originale, che è stato presentato da Diego Napolitani, nelle sue linee essenziali, la prima volta in sede internazionale, al VII Congresso Mondiale di Psicoterapia di Gruppo (Copenhagen, 1980).

Il modello gruppoanalitico che la SGAI ha linearmente elaborato ha le sue radici storiche nel filone relazionale del pensiero psicoanalitico, i cui vertici più rilevanti, già diffusamente presenti nella parte non deterministica dell'opera di Freud, sono principalmente rappresentati dai contributi di Ferenczi (con particolare riguardo alla sua elaborazione del concetto di identificazione introiettiva), da quelli di Fairbairn (l'investimento si sposta dall'oggetto alla relazione), di Winnicott (creatività e area transizionale), di Bion (con i concetti di protomentalità, degli assunti di base, e di trasformazione in rapporto al 'divenire O').

Il modello gruppoanalitico elaborato dalla SGAI ha dunque come suo fondamento un'aggregazione selettiva di segmenti teorici della psicoanalisi relazionale che trova nei concetti di transpersonalità e di matrice dinamica di Burrow e di Foulkes un suo peculiare momento sintetico.

Questi presupposti clinico-teorici si sono progressivamente strutturati grazie alle prospettive aperte dal paradigma della complessità, per il quale è stato possibile integrare in un modello unitario i fondamenti epistemologici ad orientamento eco-sistemico, la fenomenologia ermeneutica, le più recenti acquisizioni nel campo della biologia genetica centrata sul concetto di auto-poiesi, e alcuni specifici contributi dell'antropologia genetica.


Si possono indicare, pur se solo per accenni, nei seguenti tre punti gli assi clinico-teorici che caratterizzano il modello gruppoanalitico elaborato dalla SGAI:


a) la 'mente' è 'relazione', e i processi mentali, cioè il complesso di interazioni tra individuo e ambiente, sono fenomenologicamente distinguibili in tre tipologie fondamentali (gli universi relazionali, denominati Reale, Immaginario e Simbolico).

Tali interazioni sono strutturali (non è concepibile un individuo se non in rapporto con un ambiente, né è concepibile un ambiente a prescindere da un individuo che lo concepisce), e hanno il carattere della ricorsività (ogni modificazione che si produce coinvolge circolarmente lo stesso agente di tale modificazione).

L'identità individuale, con le medesime caratteristiche strutturali e ricorsive, è l'insieme di interazioni, tra l'ambiente internalizzato (l'idem) e un principio auto-riorganizzatore (l'autòs) di tale 'ambiente interno'.


b) la pratica gruppoanalitica è una pratica ermeneutica volta a costruire ipotesi di senso congruenti delle esperienze relazionali interne/esterne: questa prassi nella sua originalità auto-poietica sul piano simbolico si contrappone alla tendenziale replicatività (la "coazione a ripetere") dei dispositivi coscienziali e affettivi appresi dall'ambiente originario (le matrici famigliari).


c) il prefisso 'gruppo-' del termine 'gruppoanalisi' si riferisce al termine "gruppalità interna" che è pertinente al concetto gruppoanalitico di 'matrice'; ciò implica che questa pratica analitica non è vincolata a un setting gruppale, poiché l'analisi delle gruppalità interne può essere parimenti svolta sia in un contesto di gruppo che in quello duale.

 

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