Home page

" Sgurgola  a 384 metri sul livello del mare, si affaccia dai suoi spalti naturali, sull' ampia e incantevole vallata del Sacco.  La ferrovia Roma-Napoli, (via Cassino) e gli autoservizi giornalieri la mettono in rapida comunicazione con la capitale (Km. 67) e con gl'importanti centri industriali e culturali di Colleferro, Anagni (centro diocesano)Vedi mappa e Frosinone (capoluogo di provincia ). L' autostrada del sole che passa a breve distanza dall' abitato, riduce il tempo di percorrenza Sgurgola - Roma a meno di un' ora. Il suo nome non è facile trovarlo nelle correnti guide turistiche, eppure Sgurgola è qui, nel fulgente sole di primavera, tra il verde dei suoi colli pittoreschi, tra la montagna rinverdita e la vasta piana che si perde nel lontano orizzonte. Ci si arriva, seguendo la rotabile che dal suo scalo ( Km. 4 appena ) sale tortuosa. Ti fan compagnia, lungo il cammino, rustiche casette, villini civettuoli, chiome di olivo, festoni di viti messi lì come una parata di gala ' mo di richiamo e smerlo, a corona e ornamento dei nostri colli ubertosi. Le prime cose che colpiscono il visitatore, una volta giunto in paese, sono l' arduo scoglio su cui, come nido d' aquila s'ergeva l' antico castello feudale, del quale rimangono tuttora modesti ruderi col basamento poggiato sulla viva roccia. Ma soprattutto, l’ospite è preso dalla vastità panoramica, insospettata e impressionante, che gli si para davanti ". (A cura dell'Amministrazione comunale) 

Ciociaria
" E' il territorio a sud-est di Roma, oltre i Colli Albani, ai confini del Lazio con l' Abruzzo e
Un pastore della Ciociaria in un'incisione di fine Ottocento (da Guida insolita del Lazio - Rendina C.)il Molise, tra i monti Ernici e Lepini; corrisponde perlopiù alla provincia  di Frosinone, con i suoi 86 Comuni. Livio Jannattoni la definiva " ...avvincente cornice naturale sulla quale le millenarie vicende umane hanno addensato tale somma di memorie storiche e artistiche da rendere universalmente conosciuti i nomi di Segni e di Anagni, di Sgurgola, di Fumone, di Ferentino ". Il toponimo deriva dall' antica ciocia, la rozza calzatura a forma di sandalo, formata da una suola di cuoio trattata in modo da esser sollevata sui lati e sulla punta; la tiene stretta un laccio di cuoio che si fa passare per 13 volte intorno al polpaccio, protetto da una pezzuola bianca sovrastante il calzettone. Classica calzatura di pastori e zampognari in giro per i paesi, oggi è usata solo in certe manifestazioni folcloristiche che si svolgono nei paesi della provincia ". (Rendina C.¹)