A.S.S.E.Psi.
web site (History of Psychiatry and Psychoanalytic Psychotherapy )
A.S.S.E.Psi.NEWS
(to subscribe our monthly newsletter)
Ce.Psi.Di. (Centro di Psicoterapia
Dinamica "Mauro Mancia")
Maitres
à dispenser (Our reviews about psychoanalytic congresses)
Biblio
Reviews (Recensioni)
Congressi
ECM (in italian)
Events
(our congresses)
Tatiana Rosenthal
and ... other 'psycho-suiciders'
Thalassa.
Portolano of Psychoanalysis
PsychoWitz - Psychoanalysis and Humor (...per ridere un po'!)
Giuseppe Leo's Art
Gallery
Spazio
Rosenthal (femininity and psychoanalysis)
Psicoanalisi
Europea Video
Channel
A.S.S.E.Psi. Video
Channel
Ultima uscita/New issue:
"L'uomo
dietro al lettino" di
Gabriele Cassullo
Prefaced
by/prefazione di: Jeremy
Holmes
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Collection/Collana: Biografie
dell'Inconscio
Anno/Year:
2015
Pagine/Pages:
350
ISBN:978-88-97479-07-9
Prezzo/Price:
€ 29,00
Click
here to order the book
(per Edizione
rilegata- Hardcover clicca qui)
"Neuroscience
and Psychoanalysis" (English Edition)
Edited by/a cura di: Giuseppe Leo Prefaced by/prefazione
di: Georg Northoff
Writings by/scritti di: D. Mann
A. N. Schore R. Stickgold
B.A. Van Der Kolk G. Vaslamatzis M.P. Walker
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Collection/Collana: Psicoanalisi e neuroscienze
Anno/Year: 2014
Pagine/Pages: 300
ISBN:978-88-97479-06-2
Prezzo/Price: € 49,00
Click
here to order the book
Vera
Schmidt, "Scritti su psicoanalisi infantile ed
educazione"
Edited by/a cura di: Giuseppe Leo Prefaced by/prefazione
di: Alberto Angelini
Introduced by/introduzione di: Vlasta Polojaz
Afterword by/post-fazione di: Rita Corsa
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Collana: Biografie dell'Inconscio
Anno/Year: 2014
Pagine/Pages: 248
ISBN:978-88-97479-05-5
Prezzo/Price: € 29,00
Click
here to order the book
Resnik,
S. et al. (a cura di Monica Ferri), "L'ascolto dei
sensi e dei luoghi nella relazione terapeutica"
Writings by:A.
Ambrosini, A. Bimbi, M. Ferri, G.
Gabbriellini, A. Luperini, S. Resnik,
S. Rodighiero, R. Tancredi, A. Taquini Resnik,
G. Trippi
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Collana: Confini della Psicoanalisi
Anno/Year: 2013
Pagine/Pages: 156
ISBN:978-88-97479-04-8
Prezzo/Price: € 37,00
Click
here to order the book
Silvio
G. Cusin, "Sessualità e conoscenza"
A cura di/Edited by: A. Cusin & G. Leo
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Collana/Collection: Biografie dell'Inconscio
Anno/Year: 2013
Pagine/Pages: 476
ISBN: 978-88-97479-03-1
Prezzo/Price: €
39,00
Click
here to order the book
AA.VV.,
"Psicoanalisi e luoghi della riabilitazione", a cura
di G. Leo e G. Riefolo (Editors)
A cura di/Edited by: G. Leo & G. Riefolo
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Collana/Collection: Id-entità mediterranee
Anno/Year: 2013
Pagine/Pages: 426
ISBN: 978-88-903710-9-7
Prezzo/Price: €
39,00
Click
here to order the book
AA.VV.,
"Scrittura e memoria", a cura di R. Bolletti (Editor)
Writings by: J.
Altounian, S. Amati Sas, A. Arslan, R. Bolletti, P. De
Silvestris, M. Morello, A. Sabatini Scalmati.
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Collana: Cordoglio e pregiudizio
Anno/Year: 2012
Pagine/Pages: 136
ISBN: 978-88-903710-7-3
Prezzo/Price: € 23,00
Click
here to order the book
AA.VV., "Lo
spazio velato. Femminile e discorso
psicoanalitico"
a cura di G. Leo e L. Montani (Editors)
Writings by: A.
Cusin, J. Kristeva, A. Loncan, S. Marino, B.
Massimilla, L. Montani, A. Nunziante Cesaro, S.
Parrello, M. Sommantico, G. Stanziano, L.
Tarantini, A. Zurolo.
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Collana: Confini della psicoanalisi
Anno/Year: 2012
Pagine/Pages: 382
ISBN: 978-88-903710-6-6
Prezzo/Price: € 39,00
Click
here to order the book
AA.VV., Psychoanalysis
and its Borders, a cura di
G. Leo (Editor)
Writings by: J. Altounian, P.
Fonagy, G.O. Gabbard, J.S. Grotstein, R.D. Hinshelwood, J.P.
Jimenez, O.F. Kernberg, S. Resnik.
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Collana/Collection: Borders of Psychoanalysis
Anno/Year: 2012
Pagine/Pages: 348
ISBN: 978-88-974790-2-4
Prezzo/Price: € 19,00
Click
here to order the book
AA.VV.,
"Psicoanalisi e luoghi della negazione", a cura di A.
Cusin e G. Leo
Writings by:J.
Altounian, S. Amati Sas, M. e M. Avakian, W. A.
Cusin, N. Janigro, G. Leo, B. E. Litowitz, S. Resnik, A.
Sabatini Scalmati, G. Schneider, M. Šebek,
F. Sironi, L. Tarantini.
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Collana/Collection: Id-entità mediterranee
Anno/Year: 2011
Pagine/Pages: 400
ISBN: 978-88-903710-4-2
Prezzo/Price: € 38,00
Click
here to order the book
"The Voyage Out" by Virginia
Woolf
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
ISBN: 978-88-97479-01-7
Anno/Year: 2011
Pages: 672
Prezzo/Price: € 25,00
Click
here to order the book
"Psicologia
dell'antisemitismo" di Imre Hermann
Author:Imre Hermann
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
ISBN: 978-88-903710-3-5
Anno/Year: 2011
Pages: 158
Prezzo/Price: € 18,00
Click
here to order the book
"Id-entità mediterranee.
Psicoanalisi e luoghi della memoria" a cura di Giuseppe Leo
(editor)
Writings by: J.
Altounian, S. Amati Sas, M. Avakian, W. Bohleber, M. Breccia, A.
Coen, A. Cusin, G. Dana, J. Deutsch, S. Fizzarotti Selvaggi, Y.
Gampel, H. Halberstadt-Freud, N. Janigro, R. Kaës, G. Leo, M.
Maisetti, F. Mazzei, M. Ritter, C. Trono, S. Varvin e H.-J. Wirth
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
ISBN: 978-88-903710-2-8
Anno/Year: 2010
Pages: 520
Prezzo/Price: € 41,00
Click
here to have a preview
Click
here to order the book
"Vite soffiate. I vinti della
psicoanalisi" di Giuseppe Leo
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Edizione: 2a
ISBN: 978-88-903710-5-9
Anno/Year: 2011
Prezzo/Price: € 34,00
Click
here to order the book
"La Psicoanalisi e i suoi
confini" edited by Giuseppe Leo
Writings by: J.
Altounian, P. Fonagy, G.O. Gabbard, J.S. Grotstein, R.D.
Hinshelwood, J.P. Jiménez, O.F. Kernberg, S. Resnik
Editore/Publisher: Astrolabio Ubaldini
ISBN: 978-88-340155-7-5
Anno/Year: 2009
Pages: 224
Prezzo/Price: € 20,00
"La Psicoanalisi. Intrecci Paesaggi
Confini"
Edited by S. Fizzarotti Selvaggi, G.Leo.
Writings by: Salomon Resnik, Mauro Mancia, Andreas Giannakoulas,
Mario Rossi Monti, Santa Fizzarotti Selvaggi, Giuseppe Leo.
Publisher: Schena Editore
ISBN 88-8229-567-2
Price: € 15,00
Click here to order the
book |
"un pensiero... si trasforma
invece in un oggetto
cattivo, indistinguibile dalla cosa
concreta, per il
quale l'unico uso possibile è
l'evacuazione"
(Bion,
1967, 173)
Il
film.
Quando
la vita di relazione fallisce allora i soggetti soli
sono confinati in un hotel di lusso, organizzato come una
prigione, dove hanno 45 giorni di tempo per trovare l’anima gemella.
Se non ci riusciranno saranno trasformati in un animale a scelta.
David deve fingersi spietato per somigliare all’anima gemella, ma
lei ne scopre gli affetti e vuole denunciarlo. Lui riesce a
fuggire nel bosco e si unisce a un gruppo di “resistenti”,
i Solitari. Ora, però, le
regole si capovolgono in modo simmetrico, ovvero bisogna essere single
evitando l’accoppiamento. David si innamorerà, trasgredendo alle
regole. Lui e la compagna saranno scoperti e lei punita con la cecità.
David troverà comunque il modo di somigliarle fino in fondo.
Il
film fa pensare ad un registro di relazioni estremamente concreto come
concreto e bidimensionale è il registro della psicosi. Lo sforzo dei
protagonisti può essere quello sterile di fuggire da un registro
concreto ad un altro simmetrico, oppure quello di rendere soggettiva
la realtà attraverso la menzogna
La concretezza e le regole
Il
film che mi trovo sullo schermo è un sogno che ti respinge, ma che ti
viene offerto perché possa farti sognare. Immediata la
reazione a fuggire da un sogno angosciante. In quel momento non lo
sai, cerchi qualcosa di
familiare che ti tenga in quel sogno respingente. Per me è stato
recuperare la mia dimensione di analista invitato tante volte a
condividere il luogo della psicosi dei miei pazienti. Sullo schermo mi
si è presentato Diego che oggi mi ha detto: "dottore,
sull'autobus ad una signora anziana ho chiesto se voleva sedersi
e sono stato attento a non dire "si vuole sedere" per
evitare di parlare del "sedere"! Poi vedo Luigi che,
adolescente, partì con un amico in Olanda "perché lì le donne
sono disponibili!" Però di fronte alla prova di realtà, l'amico
andò da una prostituta, mentre Luigi tornò in Italia e da allora ha
avuto numerosi ricoveri perché sente
che nel cibo e nelle stesse medicine ci mettono qualcosa che lo
rende impotente! Intanto sullo schermo c'è David che viene mandato
via dalla propria casa e l'impiegata che alla reception l'accoglie:
"età... attività... orientamento sessuale.."; “sono
orientato verso le donne, ma al college
ho avuto una storia con un amico... potremmo dire bisex?". Questo
evento incrina la linearità del discorso psicotico che, come per
Luigi, non vuole eccezioni: "non è prevista questa opzione o
omosessuale o etero!"; "quanto tempo ho per decidere?"
"due minuti!". Le possibilità infinite della vita non
possono essere contemplate dalla psicosi. Quindi: "allora direi
etero!" Nel momento in cui, nel cinema ho richiamato la mia
identità di psicoanalista, il sogno respingente è improvvisamente
diventato un luogo che mi invitava perché io avevo i dispositivi per
permettermelo e, quindi, quel film diventava un'occasione inattesa. Io
so che la psicosi è una fredda dimensione di vita potenziale che ha
bisogno di muovere emozioni in un’altra mente disposta a funzionare
in parallelo e da schermo su cui proiettare fatti concreti che
diventino emozioni. Gli analisti chiamano questa disposizione révérie
e, quando accade, nella stanza di analisi (come nella vita) ti coglie
un piacevole senso di scoperta e di leggerezza. Ma ci sono gli
enactment e gli errori che sei chiamato a mettere a disposizione di un
processo intersoggettivo che da quell’incontro prende vita. Ho
guardato, quindi la sala curioso delle reazioni. Il film vivo, quindi,
era nella interazione di ciò che scorreva sullo schermo e le
reazioni della sala, mai vista così attiva, anzi, reattiva.
Ho cominciato a notare che qualcuno si allontanava (eppure era piena
ed, evidentemente molti erano venuti lì per permettersi un sogno, ma,
evidentemente come direbbe Ogden, 2005, non è sempre possibile
permettersi un sogno). Qualcuno ad alta voce, commentava le scene e
proponeva la propria irritazione. Se uno psicotico ti passa immagini
che non puoi sognare, allora puoi solo scappare o lanciare un grido di
dolore. Il film propone delle rigide regole, elementari, per
sopravvivere: i percorsi hanno tutti una precisa scadenza dopo di che,
se la trasformazione non è avvenuta, allora non puoi sopravvivere e
sei morto come progetto e sarai l'animale che preferisci essere! David
si sente un'aragosta. Le
tue immagini vanno subito a commentare quella dichiarazione bizzarra;
le mie immagini ne hanno colto immediatamente la violenza: le aragoste
quando vengono pescate e mangiate. Simultaneamente (Janet) ho visto, però, le aragoste di quest'anno a
Boston in una bella serata con Andrea, Daniela e Annamaria. Ma David
ha una sua versione grandiosa dell'aragosta: "le aragoste vivono
più di 100 anni, hanno il sangue blu e rimangono fertili per tutta la
vita!". Se ti fermi a seguire il film che è solo sullo schermo,
ovvio che questa versione di David ti fa solo ridere, ma se ti porti
sullo schermo, sai che la tua immagine ha due vertici, quello
simmetrico con la descrizione grandiosa del paziente, ma anche una
piccola breccia che introduce calore e vita: il ricordo di una bella
serata con persone che ami. Questa piccola breccia uno psichiatra
contemporaneo di Freud la chiamava "dissociazione creativa",
(Janet, 1889; 1929) ovvero elementi nuovi che la mente è chiamata ad
accogliere nel proprio "Io". Da qualche tempo anche un buon
gruppo di analisti accoglie questo suggerimento e vede la mente
continuamente organizzata da un movimento dissociativo che può essere
un processo vivo, oppure può
bloccarsi in una struttura
dissociativa che congela i movimenti del Sé (Bromberg, 1998;
2006; 2011). Ma la
dichiarazione di David di sentirsi, nel fondo, un'aragosta non
sorprende la direttrice che lo interroga. Lui stesso ha portato con se
il cane Bob che sappiamo sin dall’inizio (in verità ho fatto fatica
a capirlo all’inizio… non è una immagine possibile da
accettare…) essere il fallimento del fratello quando, una delle
ospiti, "la donna che non ha cuore" l'ammazzerà per
verificare fino a che punto David le stia mentendo mostrandosi
insensibile come lei.
Elogio della bugia
Il
film propone esattamente l'idea che Luigi ha per sentirsi vivo: se la
vita procede per regole precise, troverai le donne che ti aspettano e
saranno come ti è stato promesso! Infatti, nell'Hotel la progressione
è dalla solitudine all'accoppiamento; e l'accoppiamento avviene per
identità speculare. Ciò che nella vita è la continua ricerca di
sintonizzazione con la dimensione soggettiva dell'altro (Stern, 1985,
168; Boston Change Process Study Group, 2010, 8) o la continua
curiosità per il funzionamento di un altra mente (Bateman, Fonagy,
2004), nel film diventa specularità concreta: potrai trovare una che
zoppichi come te, ma purtroppo scopri che non zoppica, ma "era
semplicemente una distorsione e l'ho vista che già cammina come se
niente fosse!". Alla fine cercherai ad ogni modo di coartare la
realtà pur di sopravvivere e trovare fuori di te il tuo doppio.
L’uomo che zoppica, cercherà il suo doppio procurandosi il sangue
dal naso per essere speculare alla “donna che sanguina” e David
che prende a calci la bambina per dimostrarsi freddo e crudele alla
“donna senza cuore”. A questo punto il film diventa caldo. Nella
ripetizione fredda e violenta, dove il mondo si muove in due
dimensioni entra la dimensione della "bugia", ovvero il
bisogno di affermare una propria soggettività. Ogni genitore conosce
la bellezza tenera della bugia dei propri figli. Senti che c'è un
progetto molto personale di voler esistere a modo proprio fuori delle
regole rigide dell'Hotel. Anche gli analisti sanno che la bugia è una
visone originale dei pazienti, quando cercano di esistere evitando il
rischio di non esistere perché bloccati nelle regole perfette
dell'hotel: "i bugiardi diedero prova di coraggio e di precisione
nella loro opposizione agli scienziati che con le loro dottrine
perniciose minacciavano di privare le loro vittime di ogni minima
possibilità di autoinganno... affinché la loro salute mentale fosse
preservata dall'impatto della verità" (Bion, 1970, 137). Rivedo
Barbara, con la sua psicosi nella borgata dove vive: “dottore nel
bar dove passo le mie serate ho detto che sono incinta, così mi
rispettano!” Infatti quando il film descrive la spedizione punitiva
da parte dei “solitari” contro “quelli dell'Hotel”, la
violenza non è quella delle armi, che pure imbracciano, ma è la
violenza della verità assoluta, il disvelamento della bugia che fino
a quel momento ha permesso finalmente i legami. Ho pensato che è
proprio vero: i nessi sono possibili solo attraverso una
soggettivazione della realtà dell'altro, una felice forma di bugia
rispetto al testo che l'altro ci impone e che ci permette di sentire
che, nonostante la realtà concreta, noi abbiamo e scambiamo nessi con
l'altro. Nel diventare un soggetto bisogna passare per quella che
Lacan chiamava alienazione
dove il soggetto, sostenuto dal desiderio, perde contatto con la
propria immagine speculare orientandosi finalmente all'Altro
(maiuscolo) come luogo dei significanti:
"nell'alienazione... c'è un elemento che comporta che,
quale che sia la scelta operata, essa ha come conseguenza un né
l'uno, né l'altro. La scelta, dunque è solo quella di sapere se
si intende conservare una delle parti, mentre l'altra scompare in ogni
caso" (Lacan, 1964, 215).
A
questo punto il film fa un passo avanti: quando David si introduce
nello yacht in cui sono "l'uomo che zoppica" e "la
donna che sanguina" per le ultime due settimane di prova
(ovviamente i due e la piccola bambina, vestono la stessa maglia a
strisce orizzontali, perché, se sono insieme, allora sono uguali!) e
David svela che "l'uomo che zoppica" non sanguina veramente,
ma si procura in modo falso il sangue dal naso.
Lei, che attraverso quella bugia condivisa aveva trovato un
legame, lo schiaffeggia e David, sconfitto dalla bugia, fugge. Quando
David fugge dall'Hotel, come nelle psicosi, il film ci dice che la
fuga non porta a nulla, ma solo ti fa passarenella dimensione
simmetrica: ora la regola sarà il trionfo e la negazione verso il
bisogno dell'accoppiamento. Nelle risposte vive della sala, a cui
peraltro io stesso appartengo, si sviluppano quelle emozioni che il
film decisamente nega. Mi trovo bene a sentirmi appartenente al
pubblico in sala perché lì colgo le infinite risposte emotive di
quando mi trovo con pazienti psicotici dai quali vorresti fuggire o
che (ma è la stessa cosa...) ti annoiano o ti fanno addormentare. Se
mi guardo intorno trovo tutti questi personaggi: chi è irritato, chi
guarda il proprio cellulare o chi dorme. Ad un certo punto sono colto
persino da un gran rumore. Vedo alle mie spalle una signora che, nel
tentativo di andare via senza dover importunare gli altri della fila
(ovvero: senza volere essere vista), trovandosi all'ultima fila, ha tentato di andar via
scavalcando la poltrona, ma rovinando rumorosamente per terra!
Capisco, quindi, perché sin dall'inizio ho continuato a ricordare la
mia visione di "Salò"
di Pasolini. Per la prima volta mi trovavo in una sala, piena del fumo
delle sigarette, dove il pubblico inveiva contro il regista
identificato con lo schermo e molti, rumorosamente si alzavano ed
uscivano. Allora pensai che erano delusi per non aver trovato il film
porno che si aspettavano, mentre oggi so che si trovavano di fronte ad
un sogno che non era possibile sognare. Io mi sento tranquillo ed
interessato al film e trovo
che la sala accoglie tutte le mie configurazioni più conflittuali,
vive, e turbolente. Comincio, quindi, sempre più a trovare nel film,
piccole brecce di emozioni che cercano spazio. David e la "donna
miope" (quella che chiede conigli come pegno d’amore) che si
guardano ed organizzano un proprio linguaggio intimo fatto di segni
che solo loro conoscono. Quel linguaggio supera l'isolamento mortifero
e propone finalmente accoppiamento caldo. Il racconto fuori campo, che
poi scopri essere la narrazione che ne fa “la donna miope”, ti
propone una dimensione di futuro e, quindi sai che quelle scene non
moriranno lì e quei personaggi poi riusciranno a sopravvivere e puoi
immaginare un lieto fine. Poi scopri che negli interstizi delle regole
che impongono la solitudine, protetti dal codice della finzione, David
e la nuova compagna possono permettersi un momento di amore sensuale
sul divano a casa dei genitori della “direttrice dei solitari”:
sono gli adolescenti che, per toccarsi, inventano giochi in cui ci si
tocca per finta! Forse è per questo che lei sarà resa cieca e il
nostro lieto fine si incrina perché in quella fuga d'amore, narrata
da lei nella voce fuori campo, non avevamo previsto che una storia
d'amore potesse essere narrata anche se ti hanno accecato.
In fine
Il
film, in realtà ha un suo percorso evolutivo e, come nelle terapie,
lo cogli se sei riuscito, magari con l'aiuto del paziente o delle
immagini, a rimanere curioso per quello che accade e che potrebbe
ancora accadere. La cecità nel registro psicotico sostenuto dalla
direttrice e dall'oculista propone il blocco di ogni processo vitale,
ma tu sai che se le cure procedono, la cecità sarà solo un diverso
modo di poter essere vivi. Più volte, il regista ce lo propone:
"la perdita di una sensibilità, accresce le capacità di altre
sensibilità!". Infatti lei imparerà un nuovo linguaggio del
corpo e il corpo sarà quello di David. Fuggiranno insieme nonostante
lei sia cieca, ma lui la guida e la nasconde dal ritorno del pulman di
quelli dell'Hotel. Che strana immagine: se qualcuno è con te nel
percorso puoi nasconderti pur essendo cieca! Si troveranno in un pub
dove lui cercherà ancora di potersi sentire simile a lei attraverso
l'identità concreta. Ancora la sala si agita (ed anch'io, questa
volta) quando la tua idea di lieto fine deve fare i conti col progetto
di David di accecarsi per essere come la sua donna. Però io mi
sostengo guardando alle loro spalle dove, stranamente c'è una
superstrada con un gran traffico di macchine e di camion che passano
(mi trovo ad incuriosirmi e
sorprendermi per il passaggio di una bisarca con tante altre auto
sopra...). E' la perfetta posizione che ti fa sopravvivere quando
incontri uno psicotico: vedere la scena come se fosse un cubo in cui i
lati posteriori non sono segnati con trattini, ma con un tratto
continuo che ti permette di
“…vedere sia il diritto che il rovescio di ogni situazione”(Bion,
1961, 94). Ovviamente
il film si interrompe sul crinale delle possibilità infinite che da
quella scena possono tracciarsi. E' una fine onesta e bella proprio
perché non ti costringe a nulla e ti da possibilità (come sempre più
fanno i film da quando hanno sospeso il cartello "The
end"...) di tenere un tuo proprio film con cui uscire dal
cinema. Sei riuscito a seguire con interesse un film che
apparentemente ti respingeva solo perché, ad un certo punto e per
caso, l'hai sentito tuo, altrimenti se rimane il film del regista è
giusto uscire irritati dal cinema. Per questo io ho messo un mio
finale che era quello che proprio questa sera e in questo momento
della mia vita mi serve.
"una
persona incapace di sognare si trova bloccata in un
mondo
immutabile e senza fine riguardo a ciò che è"
(Ogden,
2007, 25),
|