Capitolo 8
Diego la notte che precedeva il quindici di agosto 1746 cessò di vivere
 

Muovere il pesante attrezzo per Mickil e Pad, robusti contadini poco più che ventenni, era sì monotono, ma non insostenibile. Nemmeno Peppe Masso, asciutto e forzuto, sentiva troppo la fatica; Diego invece, prossimo ai cinquantíanni, la sentiva tutta. Quando tornò a casa dopo la prima giornata di lavoro, lunga più per la sforzo che per il numero di ore, aveva le mani piagate da vesciche ed un forte, insopportabile dolore alla schiena.
-Ci abitueremo prestu a questo nuovo travagghio, Mastro Diego; eppoi la jurnata dura sulamenti novi uri, - tentò di consolarlo Peppe.

-Questo è vero ora che è inverno e le giornate sono più corte. Vedrai in estate cosa vuol dire muovere senza tregua quellíattrezzo che mi spezza la schiena, magari spingendo avanti la lama per quattordici ore con un caldo ancora più insopportabile di quello siciliano. Quasi quasi sarebbe stato meglio farsi incatenare ad un remo e sperare di essere abbordati da qualche nave cristiana, - fu la risposta del trapanese.

-Lassassi stari la galera, Mastro Diego, che già ne avemo avuto assai di cosi storti. Eppoi, sapìte comu si dici? "Domanda che Dio ti manda": non vulissi chi ci truvàssimo ëncatinati a un remo da un momento allíautro solo pirchiì vossìa ni ha parlatu. Certo, era cchiù pulitu e fine travagghiari i coralli, ma doppo li quaranta colpi di bastinado, preferiscio lassarmi mòriri dalla fatica che ire a rattàre coralli dai muri.

-Si vede che comincio a sentire nel corpo il peso degli anni se io, che dovrei essere un poí più giudizioso di te, faccio ragionamenti da asino stanco. Cambiando discorso, pensi che i due irlandes con cui lavoriamo siano persone a modo ? ? chiese Diego frugando nella sua sacca di tela.

-Troppu prestu pi dirlo. Sunnu picciotti forti e di pochi paroli. Quannu parlanu tra di loro nun si capisci nenti. Di unni vengono gli irlandes, Mastro Diego?

-Vengono da uníisola oltre il Gebel di Tareq, navigando poi verso tramontana e maestro. Parlano una lingua difficile da capire, diversa da tutte le altre, ma sono cattolici forti. Di sicuro più di noi. Pensa che hanno dei grandissimi santi navigatori: uno si chiama San Colombano, mentre il nome dellíaltro è San Brendano.

-Navigatori comu Santu Nicolau?

-A navigare questi santi erano bravi quasi come San Nicola; ma come predicatori i santi irlandes erano ancora più potenti.

-E a noiautri, ci ponno aiutari?

-Nella situazione in cui siamo, ci dobbiamo aggrappare a tutti i santi che ci capitano a tiro, anche i santi irlandes. E poi so per certo che la gente di quella grande isola va per mare con barche piccole e robuste fatte di niente.

-Comu, fatte di nenti? ? chiese il tonnaroto, stupito.

-Proprio così: qualche stecca di legno, un poí di tela incatramata tutto attorno, e loro affrontano il mare Oceano.

-Bisogna 'mparàri a farli, sti varcuzzi miraculusi,- suggerì Peppe.

-Si, ma prima di chiedere ai due irlandes come si fanno, dovremo segare assieme a loro per lo meno dodici dozzine di tavole, ed essere sicuri che non ci tradiranno con i turchi. Perché tra gli schiavi cristiani in captività il tradimento è peggio della schiavitù stessa, - sentenziò Diego, non senza qualche ragione.
 
 

Inverno 1744

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