Editoriali Intelligence Corso di perfezionamento Recensioni Summaries in English Scienze dell'Investigazione Bibliografia Forum Strumenti Cineteca Mappamondo Ultime notizie

9) D. J. Langum, William M. Kunstler. The Most Hated Lawyer in America, New York University Press, New York 1999, $34.95.

Dicono i sondaggi che la fiducia degli italiani nei magistrati sia in preoccupante declino. Ma i loro sostenitori possono in qualche modo consolarsi: difficilmente in Italia i magistrati, che sono i protagonisti del sistema giuridico italiano, potranno mai essere disprezzati come negli Stati Uniti sono disprezzati gli avvocati, che sono i protagonisti del sistema giuridico americano.

L'odio, la paura, la disistima che gli americani ostentano nei confronti degli avvocati, ha assunto dimensioni leggendarie, ben rappresentate da quella sconfinata collezione di barzellette che in un certo senso ricorda quella, altrettanto sconfinata e devastante, creata a suo tempo in Unione Sovietica contro il comunismo.

Una delle più celebri, anche perché ripresa in un film di Spilberg, dice pressappoco: <<-Adesso nei laboratori di ricerca, per gli esperimenti, non usano più i sorci ma gli avvocati.

-Perché?

-Perché gli avvocati sono facilmente disponibili a fare cose che neanche i sorci sono disponibili a fare>>. Ma ce ne sono anche altre molto significative:

<<-Come fate a sapere che un avvocato mente?

-Muove le labbra>>. Significativa anche questa: <<-Come potete avere la certezza che l'Iddio onnipotente, il quale ha creato il mondo dal caos e dalle tenebre, era un avvocato?

-Proprio perché aveva creato tenebre e caos>>.

William J. Langum per molti versi fu un americano quintessenziale e la quintessenza dell'avvocato americano. I suoi clienti variavano dagli assassini più abietti ai dirigenti politici ideologicamente più fanatici e pericolosi, diversi gli uni dagli altri sotto ogni profilo tranne che nella loro caratteristica fondamentale: la marginalità politica, sociale, morale, legale. Il cliente ideale di William J. Langum era l'abitante, il rappresentante, il simbolo dell'estremo margine, dell'estremo confine. Non il reietto nel senso cristiano del termine, ma l'estremo lembo statistico di una curva gaussiana. Per il paese della frontiera, più il pazzo è pazzo più è degno di considerazione: può dare pienamente il senso della sfida e del limite. Da avvocato, William J. Langum fu il rappresentante più noto della difesa legale dei pazzi maggiormente pazzeschi.

Personaggio leggendario fra gli addetti ai lavori, perché abilissimo difensore ad oltranza di tutte le cause perse e invise, l'avvocato Kunstler sfidò quanto più possibile la tolleranza e la pazienza dei suoi connazionali. Ma non in spregio al suo paese o per sete di danaro, si adoperò tanto e tanto forsennatamente in favore degli ultimi e degli infimi: aveva raccolto una Bronze Star nella Seconda guerra mondiale e morì quasi povero. Non era né un venduto né un traditore, anzi. Si credeva un interprete autentico del sogno americano; anche se per molti invece è stato un interprete autentico dell'incubo americano: la moralizzazione del mondo affidata ai giuristi, giudici o avvocati che siano.

Da questo punto di vista gli Stati Uniti sono un’esperienza enormemente significativa. E' il paese in cui si è maggiormente sviluppata quella acuta consapevolezza dei diritti che prima è penetrata nell’ambito dei rapporti sociali, fino ai rapporti di intimità, anzi <<fin dentro il midollo delle ossa della gente>>( L. Friedman, Total Justice, Russell Sage Foundation, New York 1985, p. 152. ), poi è esplosa nelle aule di tribunale. Il sistema della giustizia negli Stati Uniti è sottoposto a tensioni formalmente e soggettivamente assai diverse da quelle italiane (da una parte sono preminenti le corti civili; dall’altra sono preminenti le corti penali), ma che alla radice sono simili, almeno per quanto riguarda aspetti quali il ricorso collettivo al legalismo come autorità suprema, le continue controversie sulla sensatezza di questo forsennato ricorso al legalismo, i timori relativi alla parziale trasformazione del sistema della giustizia in una lotteria, in uno spettacolo e in un’arena.

Da questo punto di vista è interessante l’osservazione contenuta in uno splendido volume. Per quanto benemerito, <<il sistema istituzionale americano non ha il valore di un modello da imitare, ma è come un giacimento di teorie, di esperienze e di possibili soluzioni>>, e, al limite, di contro-esempi e di scogli da evitare (L. Cohen-Tanugi, La métamorphose de la démocratie francaise. De l'Etat jacobin à l'Etat de droit, Folio, Paris 1993, p. 71). Osservazioni di questo tipo non sono rare nelle opere di cultura francese, che, seguendo una tradizione blasonata (da Montesquieu a Tocqueville), sono attentissime a quanto avviene nel mondo anglosassone. Michel Crozier in un altro splendido volume che gli editori italiani (per meglio dire, i loro consulenti) si sono ben guardati dal tradurre (Le mal americain, Fayard, Paris 1980, pp. 227 ss) ha descritto la preminenza delle professioni giuridiche come massima espressione dei malanni americani.

 

Editoriali Intelligence Corso di perfezionamento Recensioni Summaries in English Scienze dell'Investigazione Bibliografia Forum Strumenti Cineteca Mappamondo Ultime notizie