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1. Le idee e le persone che hanno fatto nascere questa rivista

(1 gennaio 2000)

 

Alle origini di questa rivista c'è la decisione nel 1997 della Università di L’Aquila di organizzare un Corso di specializzazione e di aggiornamento in sicurezza e criminologia. Questo corso ha ottenuto un successo rilevante sotto vari profili, dal numero di iscritti all'alta qualificazione degli intervenuti. Fra gli altri, il Capo della Polizia, i sottosegretari alla Giustizia e agli Interni, specialisti appartenenti alle più prestigiose istituzioni, docenti provenienti da varie università hanno partecipato a vari incontri di studio. Nel 1999 questa iniziativa ha avuto una prosecuzione ancora più rilevante. Infatti, il Consiglio Nazionale Universitario ha approvato l'istituzione nell'università di L'Aquila del primo Diploma universitario in Scienze dell'Investigazione. Nell'anno accademico 1999-2000 è attivato l'indirizzo economico finanziario, in convenzione con la Guardia di Finanza.

Queste iniziative sono nate all'interno di una Facoltà di Scienze della Formazione e sono dunque sin dall'inizio caratterizzate dalla volontà di mettere in piena evidenza gli aspetti sociali della criminalità. Il primo aspetto sociale della criminalità è la sua definizione, che varia grandemente a seconda dei punti di vista. Tra forcaioli e garantisti, tra indulgenzialisti e giustizialisti esistono differenze notevolissime di linguaggio e di programma. Quale che sia la scelta personale, è sicuramente importante che ci sia chiara consapevolezza in merito ai condizionamenti che ognuno anche inconsciamente si porta addosso. E' soltanto un esempio relativo ai vari temi che molti di noi insegnano frequentemente, ma che potrebbero sembrare esterni ad una tematica strettamente criminologica.

La criminologia può dare importanti consigli per decisioni e strategie di difesa di proprietà, interessi, informazioni. L'insegnamento della criminologia applicata è ovviamente di grande importanza per forze di polizia, investigatori, operatori della sicurezza. Ma da questo punto di vista varie istituzioni (dai Carabinieri alla Guardia di Finanza, dalla Polizia di Stato al Sismi e al Sisde) hanno già le loro scuole, largamente finanziate e frequentate.

Se per certi aspetti non pensiamo di poter essere competitivi, tuttavia ci appare chiaro che possiamo offrire qualcosa in più rispetto a queste scuole: una serie di competenze tipicamente accademiche, relativamente a discipline, dalla sociologia alla psicologia, dall'antropologia alla metodologia, che nelle università vengono insegnate giornalmente.

Soprattutto una Facoltà di Scienze della Formazione può offrire un supporto assai rilevante sotto un profilo: per la prevenzione generale del crimine, oltre la mera intimidazione è assai rilevante l'intervento morale e pedagogico, svolto sulla base di competenze metodologiche e specialistiche. Sulla base delle qualificazioni accademiche e della esperienza accumulata in anni di lavoro, un gruppo di professori universitari e di operatori nelle istituzioni della sicurezza ha voluto promuovere una serie di iniziative che vanno da quelle sopra descritte a questa rivista telematica, che in parte funzionerà da supporto alle iniziative promosse dall'università dell'Aquila, in parte ne rappresenta uno sviluppo importante, perché vuole aprisi all'esterno, sottoporsi al confronto e al controllo.

Insieme ad una documentazione su quelle che sono le nostre attività accademiche, questa rivista propone strumenti e temi di riflessione. Tra gli strumenti, sottolineiamo in primo luogo le sezioni sulla bibliografia e sulle recensioni. Una bibliografia di centinaia di volumi, ordinata in più di cento voci tematiche era indispensabile per poter offrire indicazioni sia agli studenti sia a tutti coloro che sono interessati ad approfondire temi specifici. Un impegno di questo tipo, su questi temi, è stato tentato per la prima volta in Italia. Sicuramente ci saranno errori ed omissioni, ma speriamo di colmare almeno le lacune e gli errori più gravi con il tempo e con l'aiuto dei lettori. Un altro strumento per noi importante e qualificante è la sezione dedicata alle recensioni, che comincia illustrando dieci volumi pubblicati all'estero e non tradotti in Italia. Riteniamo sia importante offrire ai lettori una finestra su quel che viene pubblicato fuori d'Italia e la maniera classica ci sembra l'informazione libraria, che può risultare utile sotto molti profili. Abbiamo voluto cominciare provocatoriamente e proprio in riferimento alle pubblicazioni: molti di noi vengono da esperienze non provinciali e non settoriali e ritengono che l'apertura sul mondo sia una precondizione importante di un lavoro significativo. Attraverso una imponente bibliografia e una serie di recensioni di volumi stranieri, vogliamo subito dimostare la nostra apertura e il nostro impegno in termini scientifici.

Al tema della collaborazione con i lettori è integralmente dedicata la sezione Forum, dove alcuni temi di discussione sono proposti allo scopo di sollecitare il dialogo e la crescita reciproca. La sezione Articoli e note sarà presto suddivisa in varie sezioni specializzate.

Anche se programmaticamente nata per sollecitare il dialogo, questa rivista non sarà tuttavia un mero raccoglitore di fatti e di informazioni. Sarebbe assurdo ignorare che su argomenti spesso incandescenti ognuno ha le sue personali opinioni; saranno evidenti di volta in volta. Alcuni punti sono però fondamentali. Per cominciare, in questa rivista c'è programmaticamente un pregiudizio favorevole alle istituzioni e a chi le incarna, perché riteniamo  che fino a prova contraria chi ricopre responsabilità istituzionali svolge una funzione pubblica necessaria, quindi deve essere sostenuto e difeso. Contemporaneamente, una cultura che rinunciasse allo spirito critico sarebbe anche servile e insignificante. Sulla base del tentativo di fare coesistere le due tendenze (che possono diventare assai contrapposte, ma che possono anche coesistere benissimo), questa rivista incoraggia lo spirito critico e i punti di vista personali, anche se rifiuterà quelli ideologici o faziosi. Confidiamo che chi lavora nelle istituzioni saprà apprezzare sia il sostegno, sia gli interrogativi e le perplessità.

   Esempi delle nostre caratteristiche programmatiche sono la sezione dedicata all'intelligence e la volontà di mettere le tematiche sulla devianza sin dalla prima pagina. Nel caso della devianza, abbiamo voluto mettere subito in evidenza che molta parte di ciò che viene definito con il termine criminalità dovrebbe invece più benignamente essere definito come devianza: non merita un tentativo forte di stigmatizzazione attraverso l'abuso di un termine carico di condanna morale. Non tutti i devianti sono criminali, anche se tutti i criminali sono anche devianti. Per quanto riguarda l'intelligence abbiamo deliberatamente deciso di dare spazio nell'ambito universitario ad un tema che deve essere sottoposto ad un controllo democratico quanto più ampio possibile, a cominciare dunque dal controllo scientifico ed accademico. E' vero che nel passato episodi oscuri e vergognosi sono avvenuti nelle organizzazioni dell'intelligence, ma sarebbe assurdo lamentarsi di quei fatti e poi non favorire il controllo e la crescita anche di questo settore attraverso un confronto pubblico, come avviene nelle democrazie più mature.

Insomma, parleremo di criminalità, ma senza farci relegare nell'angolo: parleremo di Tangentopoli, di Lombroso, di spie, di molestie sessuali, di immigrazione, di potere, e così via, in termini soltanto scientifici, ma senza negare una replica (o un tentativo di replica) a quelle domande che quotidianamente ci vengono poste durante le lezioni universitarie e alle quali non possiamo sottrarci, anche se a volte sembra consigliabile rifugiarsi nella socratica ignoranza sapiente: confessare di non sapere, è preferibile all'arroganza supponente e pericolosa.

Un ringraziamento al preside della Facoltà di Scienze della Formazione, professor Claudio Pacitti e al rettore dell' Università di L'Aquila, professor Luigi Bignardi. Una gratitudine particolare per l'attenzione prestata alle nostre iniziative al Comandante della Scuola sottoufficiali della Guardia di Finanza, col.Walter Cretella; al questore di L'Aquila, dott. Policappelli; al comandante provinciale dei carabinieri di L'Aquila, ten. col. Mariano Angioni. Un ultimo ringraziamento, last but not least, ai molti autori che ci hanno dato i loro testi per la pubblicazione, a cominciare dal sottosegretario di Stato alla Giustizia, on. Marianna Licalzi e dal Capo della Polizia, prefetto Ferdinando Masone.

Il primo numero è stato preparato con la collaborazione di Francesco Donato, Giancarlo Neve, Mariateresa Gammone, Rossana D'Angelo, Fabio Blasioli.

(F.S., 1-1-2000)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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