La chiesa dei Santi Cosma e Damiano risale quasi
certamente alle origini del primo nucleo abitato, verso l’VIII – IX secolo, ma
la documentazione non inizia prima del 16° secolo. La fabbrica, iniziata nel
1695, fu ultimata e benedetta nel 1705. Essa fu costruita in sostituzione di
una preesistente chiesa del 1500, irrimediabilmente danneggiata da un incendio
nel 1675 e dai terremoti del 5 giugno 1688 e dell’8 settembre 1694. Il
Parlamento popolare nel 1695 decise la costruzione del nuovo edificio e alle
sue spese contribuirono l’Università di Secondigliano, il popolo con le sue
offerte e la Congregazione del S.S. Sacramento. I lavori vennero finanziati da
fondi “civici”.
I primi atti, che testimoniano la presenza di un centro
di culto nel Casale di Secondigliano, risalgono al 1542. La chiesa era allora
una Rettoria, cioè affidata ad un Rettore e, solo tra gli anni 1544 – 1591 venne eletto il primo parroco:
Don Cosmo Vulpicella. Dopo un restauro del 1862 – 67, essa venne consacrata nel
1875.
La
facciata è a due ordini, nella parte inferiore, reca le statue in stucco dei
Santi Cosma e Damiano. Il portale, fiancheggiato da tre lesene per lato con
capitelli di tipo ionico, è sormontato da un timpano triangolare spezzato al
centro su cui risalta lo stemma dell’Università di Secondigliano sorretto da
due graziosi putti.
Il vecchio campanile del 1500 era posto alla destra del
sagrato, poi in seguito al terremoto fu ricostruito alla sinistra dell’ingresso,
nel 1721.
In
origine la chiesa era di linea semplice, ad una navata, dopo cominciarono a
costruire le varie cappelle. La prima fu quella di Santa Maria Libera che fu
costruita dopo il 1523. Seguirono altre cappelle:
L’incendio del 1673 distrusse la vecchia icona
dell’altare maggiore rappresentante il Salvatore al centro ed al lato destro S.
Cosma e al lato
sinistro S. Damiano. IL nuovo quadro che oggi si ammira
fu commissionato nel 1675 dal parroco Don Giuseppe De Rosa al Cavaliere Giacomo
Farrelli
L’interno ad una navata con la volta a botte, transetto e
cupola, mostra le forme
ricevute nel restauro del 1862 – 67 quando furono rifatti
gli stucchi, il pulpito,
la cantoria con l’organo.
Furono anche pesantemente ridipinti gli affreschi nella
volta con i Santi Cosma e Damiano eseguiti nel 1705 da Giuseppe Simonelli. “La
gloria dei due santi” nella cupola e
“Le virtù cardinali” nei peducci furono fatti da G. Bocchetti nel 1935, mentre
la Trinità nella volta dell’abside, è opera di Alfonso Simonetti.
Di particolare pregio sono le acquasantiere di marmo grigio a forma di conchiglie ondulate sostenute da volute di marmo bianco e sormontate da decorazioni policrome floreali. La sagrestia è del “700” e durante il lavori seguiti all’ultimo terremoto del 1980 è stato scoperto un affresco del “500” raffigurante Gesù che caccia i mercanti dal tempio.
Alla sinistra della chiesa c’è la Congrega dell’Assunta e
alla destra la Congrega del Santissimo Sacramento.
Una porta a sinistra della facciata permette l’accesso
alla cripta che contiene un ossario dove un tempo venivano seppelliti i morti
del Casale e anche i giustiziati del Piazzale di Capodichino. Lo spazio
antistante la chiesa è limitato da una cancellata verde, fatta negli anni “30”
dell’artigianato napoletano Gargiulo.
Prima tra l’edificio sacro e la piazza non c’era alcuna
barriera e la chiesa è oggi la
testimonianza concreta di una tradizione religiosa da custodire e tramandare
per conservare la memoria storica della
comunità.