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Simonetta Faleri nasce il 16.2.1954 a Siena in toscana. Cresce, artisticamente, in un contesto, quello senese,  che in quanto ad arte non è seconda a nessuna città italiana. La produzione comincia in tarda età, in un momento difficile della propria vita. La pittura è stata, come molte volte accade, una bellissima ancora di salvezza che ha portato Simonetta, a conoscere un mondo totalmente nuovo.
 

Nel 1991, comincia a firmare e datare i propri quadri. Sono piccole tavolette dove per lo più copia i paesaggisti toscani. Negli anni seguenti comincia a frequentare l'ambiente artistico toscano. Nello stesso anno partecipa a Siena alla sua prima mostra collettiva. Così scriveva Gilberto Madioni nel "Corriere Senese":

Plastiche realtà solari

Paesaggi immersi nella calura, dominati da gialli e verdi con colori dei vicoli deserti, freschi ripari dall'afa.

Tra i numerosi pittori senesi ci occupiamo questa volta di una giovane pittrice che abbiamo avuto modo di vedere ed ammirare nel Chiostro di S. Cristoforo. Si tratta di Simonetta Faleri. Le sue opere si trovano esposte in permanenza presso la galleria "Il Camino" di Roma. Acquerellista nata, Simonetta ha avuto per molto tempo, come compagno di lavoro, quel Luciano Bichi che tanto successo sta riscotendo per i suoi acquarelli. Paesaggi da contorni ben delineati ci offrono plastiche e suggestive immagini della campagna senese, il cui cromatismo dominante dei gialli, dei verdi, scandisce il senso delle stagione il loro inarrestabile fluire. Tuttavia la gioia esuberante che sembra sprigionarsi dalla calura estiva di qui colori intensi e corposi, cristallizza le immagini di una dimensione che vede annullato ogni limite, per sottrarre cose ed oggetti ad una continua ed inarrestabile decadenza. La forza pregnante di questi paesaggi, al di là di un loro immediato realismo, la possiamo cogliere in questo senso riposto, in questo gioioso espandersi vitale che vuol trionfare sul nulla della morte. E' bello girovagare per i vicoli più reconditi di questa Siena dei "miracoli" e fissare con i colori nascosti pergolati che pendono da giardini interni alle vecchie vie e che nessuno potrebbe immaginare l'esistenza. E' la Siena di tutti i giorni ma che sfugge al ritmo convulso del "corso", è una Siena che Simonetta ci aiuta a scoprire con pennelli e colori. 

La dolcezza e la velatura dei suoi colori rendono tutto morbido, e una persiana socchiusa e un gruppo di panni stesi al sole, diventano profondamente lirici e poetici al tempo stesso, come lo può essere un campo di girasoli creati con un soffio di colore, con una grafica che nasce dal nulla.

Simonetta Faleri non è una pittrice che segue tecniche astruse, che "imbratta" le tele al solo scopo di potere dire che crea qualcosa di nuovo. Se attinge dai grandi maestri lo fa allacciandosi alla pittura verista che ci ricorda i macchiaioli toscani. Fare una critica dei suoi quadri non è cosa difficile; basta gustarne la bellezza cromatica, l'intelligenza con cui la giovane artista li realizza. Qualcuno dirà che Simonetta non dice nulla di nuovo; ma oggi in pittura non c'è più nulla di nuovo da dire. Quindi meglio è creare con l'impulso che proviene dal profondo dell'animo e del cuore, parlare al mondo con semplicità, creare poesie a colori. E questo compito Simonetta lo assolve con scrupolo e dignità, con amore e passione, con quella sicurezza che manca a tanti pittori che vanno per la maggiore. Acquerellista nata, Simonetta è più carente negli olii ma questo più per mancanza di esperienza che altro. Un'esperienza e una maturità che gli deriverà dal tempo futuro.

Nel 1992 ha occasione di vedere dal vivo le opere dei più grandi artisti italiani che la impressionano profondamente e le fanno fare l'ultimo salto di qualità come, negli stessi anni Luciano Bichi, durante la sua seconda mostra "Paesaggi Senesi", scriveva:

L'ingenuità, la passione, la semplicità è quanto questa pittura può riflettere all'occhio del viandante sbadato, ma la realtà è ben diversa, allorchè, scrutando a fondo i dipinti si Simonetta Faleri, ci accorgiamo a priori , che nei suoi paesaggi aleggia una magica atmosfera dove quasi sempre predominano i gialli. Quei gialli trasumanati dal nulla che attraverso i bruni color "frutti del gelso", intenzionati a salire sino agli albori dei cieli per poi amalgamarsi con essi e formare quegli immaginari e fantastici verdi smeraldo, ti fanno capire che c'è del lirismo in questa pittura, ed è proprio questo lirismo che fa di Simonetta una magnifica ed estroversa figura di donna e di artista.

1991 - 2000
Sono anni tra i più importanti della sua vita. Si trasferisce definitivamente a Follonica, dove comincia la vera produzione di opere. In questi anni nasceranno varie amicizie, che avranno un ruolo determinante nella sua crescita artistica. Sono gli anni degli straordinari acquarelli esposti.

2000 - 2003
Continua la straordinaria produzione artistica dipingendo paesaggi, nature morte e realizza  la sua opera più famosa "Venezia".
Nella sua pittura sono presenti temi sociali e di vita quotidiana, paesaggi di straordinaria intensità e nature morte.
Collabora con riviste italiane con scritti di teoria e critica d'arte, prendendo posizione nel dibattito sul realismo. Dipinge "Giardino" e scrive un'importante monografia su se stessa.
In questi ultimi anni dipinge: il bel quadro "Isola" e lo scorcio di "Puglia".

Ancora oggi risiede ancora  a Follonica dove incrementa la sua produzione. A tutto oggi si possono stimare in circa 250 le opere realizzate.

 

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Ultimo aggiornamento: 10-05-03