DICEMBRE '79
Gli uomini della sabbia
hanno profili
da assassini rinchiusi nei silenzi
d'una prigione
senza confini..
"Il
ritorno di Giuseppe", da La buona novella
LIndiano
più alto gli prese il cappuccio e liberò i suoi polsi. Era
massiccio e forte come un giovane tronco, più rude e minuscolo
laltro.
L'uomo bianco
ebbe gli occhi offesi dall'improvviso divampare di stelle. Pensò
alla sua donna, liberata la sera prima: erano biondi entrambi,
lui d'un colore al di qua, lei al di là del grano mature.
Di là dai cespugli appariva la strada, un
fiume lungo e largo d'asfalto, invaso da latte di luna. L'indiano
più alto lo guardò con gli occhi scuri, uno sguardo che lo
raggiunse diritto e aguzzo, come una freccia. Disse: "E ora,
ci scusi", con una voce orizzontale, senza rimorso e senza
apprensione. L'uomo bianco si avviò verso la serpe lattea che
era la via del ritorno. I due indiani stettero a vederlo sparire
lento, con andatura d'incertezza e di fame, prima di occultarsi a
loro volta in chissà che ombra arcaica o in che mistero
terragno.
L'uomo, con la
sua barba incolta e il viso solcato dai tic, s'incamminò dunque
tra le spire del grande rettile amico, i tronchi delle sugare
erano, nel buio decembrino, fantasmi vestiti a metà, l'inverno
aveva pettinato i rami inducendoli a tendere dita adunche nel
blu.
Sentiva
risvegliarsi il sangue, con spasmi pungenti nelle gambe
disavvezze da mesi al cammino. Reinventò i modi del movimento,
le sue regole e le sue abitudini con passi stenti e poi,
gradualmente, più saldi. Immaginò che lei gli fosse accanto e
che si stringessero, per riscaldarsi e per donarsi vigore, come i
due animali infreddoliti che per quattro mesi erano stati, e ora
due naufraghi, due scampati alla guerra. E ripartì più tenace,
il suo incedere ondivago.
Fu così ché
prese a rammentare. Con dolcezza golosa e curiosità bambina,
adesso che davanti ai suoi occhi arrossati tornava a profilarsi
il futuro e ad attrarlo nel suo volo di farfalla neonata. Presero
a riformarsi singulti di memoria e brividi di consuetudini, si
ripresentò in vari spicchi di ricordo e in frammenti di luce il
passato che là sul monte, nel loro letto di foglie sotto la dura
testiera di pietra, lui e lei non si erano ricordati di ricordare
- ristretti com'erano nell'assillo del presente, come in un
carcere senza finestre.
E così, fino a
che le luci dell'ospitalità non posero fine al lungo ritorno
dagli inferi, l'uomo continuò a riemergere, un soffio alla
volta, dalla palude della smemoratezza, e a ricordare....