DAL
VOI AL...TU!
Commedia brillante in due tempi di Mariaraffaella Cuomo
Lanzara
NOTA INTRODUTTIVA
Il tema del
contrasto, con tutte le sue sfaccettature e le sue varie forme espressive,
caratterizza questo testo scritto tra la fine del 93 e i primi del 94,
degnamente rappresentato dalla Compagnia dei Sognatori di Lucca alle Estivades
94, Rassegna Internazionale di Teatro Amatoriale in Belgio.
Tema
particolarmente interessante quello del contrasto, che ha consentito di poter
tessere una vicenda dai contenuti ricchi e profondamente umani, ove lazione
corre rapida e piacevole nella interpretazione dei vari personaggi, che vivono
i fermenti storico-naturali fin de sicle e la disinvolta rivoluzione dei
valori etico-sociali del Novecento.
Due
epoche a confronto, quindi; due mentalit contrapposte, nettamente distinte ma
anche diversamente rappresentate e interpretate nei due tempi; tuttavia,
vissute con pari emozione e sincera partecipazione sino alle battute finali.
la storia di una famiglia ricca e nobile (I atto), ove primeggiano e dominano
le figure di un nonno generale, che ha trasformata la propria casa in una
caserma, e di un padre diplomatico, attento conservatore dei privilegi del
casato, ove accanto ai sentimenti di un esasperato militarismo patriottico,
resistono, ma ancora per poco, i pregiudizi di una mentalit ipocrita e gretta,
asservita a falsi valori familiari e sociali.
Ben
diversa la scena che si offre allocchio dellattonito spettatore (II atto), il
quale, superata liniziale sorpresa, si trova poi rapidamente inserito nella
moderna realt, ove suoni, immagini, atteggiamenti e dialoghi gli appaiono
subito pi aderenti e congeniali.
La
famiglia discente del vecchio generale, non pi ricca e blasonata, trascorsi
gli antichi splendori, abbattuti definitivamente i preconcetti di classe ha
scoperto i valori della societ borghese e vive la propria esistenza libera e
consapevole.
Qualche
lampo nostalgico di passato militarismo suscita ilarit, mentre con ritmo
piacevole e brillante si alternano situazioni ridicole e a volte paradossali,
dalle quali trasuda tuttavia leterno senso di umanit.
Le
battute corrono veloci, penetranti sul filo dellironia e si susseguono della
mente dellosservatore rapide riflessioni e inevitabili raffronti.
Anche
il ritmo si adegua al testo: composto e misurato nel primo atto, sembra scivolare
tra il fruscio dei rasi e dei velluti delle dame incipriate e deliziosamente
svenevoli; poi, si sveglia, nel secondo tempo riprende vigore e quasi
incalzante e sostenuto segue i personaggi, li sorregge nelle rapide sequenze in
un turbinio di scene vivaci e comiche.
E
sempre sul tema del contrasto, appare la donna del Novecento, svelta, dinamica
e risoluta, provocante nel suo abbigliamento che...parte al contrattacco, che
riscopre il suo ruolo e conscia della sua femminilit, dominatrice della scena
e delle umane vicende, trasporta lignaro spettatore verso la sorpresa finale!
DAL
VOI AL...TU!
La
scena si svolge nel primo tempo, in una casa nobile di fine 800 (per la
precisione 1894) arredata con eleganza. prevista la comune che un uscita su
di un giardino e due entrate laterali, una a destra, laltra a sinistra che
sono laccesso alla grande casa.
Nellarredo
necessario che vi siano due poltrone ed un divano in stile. Unasta con la
bandiera italiana con lo stemma sabaudo da porsi in un angolo.
Personaggi
del I tempo
IL
NONNO, generale
IL
DUCA LEOPOLDO, diplomatico
EDMONDO,
Barone di Poggiofiorito
LA
DUCHESSA MARGHERITA, moglie di Leopoldo
HENRIETTE,
contessa De Bonis
ROSSELLA,
figlia del Duca
VALENTINA,
figlia del Duca
GIORGIO,
figlio del Duca
ENRICO,
figlio del Duca
ELEONORA,
insegnante di canto
PRISCILLA
DE RISIS
ZIA
SOFIA DE RISIS
SIGFRIDO
DELLE CONIFERE
NORINA,
la cameriera
ORTENSIA,
la cuoca
Personaggi
del II tempo
IL
NONNO
FAUSTO,
lingegnere
ELEONORA,
moglie di Fausto
RICCARDO,
figlio di Fausto
SILVIA,
figlia di Fausto
MONICA,
vicina di casa
LUCA,
vicino di casa
CRISTINA,
la colf
SABRINA,
la ragazza di Luca
STEFANIA,
la ragazza di Luca, figlia dei vicini di casa
SANDRA,
la ragazza di Luca
PAOLO,
il metallaro
GIADA
PAT
GIANLUCA,
figlio dei vicini di casa
La
scena del secondo tempo si svolge nella casa avita del diplomatico. Qualche
ritocco per la fine 900.
NONNO (Tosse
catarrosa con giacca da camera, pipa. un generale in pensione): Norina! (Tosse) Norinaaa! (Altra tosse).
NORINA: Comandi, signor Generale!
NONNO: DovՏ la popolazione di questa
casa? da qualche tempo che non riesco pi ad avvistare nessuno. Che ore sono?
NORINA: Le 17, signor Generale.
NONNO:
Le 17 e non hai ancora suonato ladunata? Presto, prendi la tromba e chiama
tutti a raccolta.
Norina prende la tromba e suona Tuu-tu-tuu.
NONNO: E questo lo chiami suonare...ti
dovrei far mettere ai ferri.
NORINA: Signor Generale, no, no le
prometto che imparer (Rivolta al pubblico)... con il piffero... (Detto con aria di sufficienza) se imparer.
NONNO: Cosa centra il piffero!!!
Signorina sa cosa dice il proverbio? I pifferi di montagna andarono per suonare
e... furono suonati!
NORINA: No, volevo dire che mi allener
con il piffero per suonare poi con la tromba.
NONNO (mugugna e fa la tosse): Chiamali tutti che tra poco cՏ la funzione.
NORINA (sospirando esce dicendo): Questa non una casa una caserma!
Il nonno si alza, si spazzola per benino, si d una
lisciata ai capelli ed armeggia intorno alla bandiera. Si inginocchia ne bacia
un lembo e poi si mette sullattenti, sfoderando la spada. Mentre fa questa
funzione, arrivano la nuora e i nipoti.
MARGHERITA:
Pap mi avete fatto chiamare. successo qualcosa? (Poich non ha risposta). Vi sentite bene? (Gli va vicino
toccandolo. Si muove con molte mossettine e nello stesso tempo tutta
imbarazzata come se avesse fatto qualcosa che non doveva fare).
NONNO: Sono ventanni e non avete
imparato che questa lora dellammainabandiera. In questa casa non cՏ pi
amor di patria. Ai miei tempi, s che cera rispetto, figli indegni ed
immeritevoli.
GIORGIO: Ma nonno, non sono ancora le
diciassette e trenta, mancano ancora dieci minuti.
ROSSELLA: Nonnino, non siate arrabbiato,
ero a prepararvi le frittelle che vi piacciono tanto!
NONNO: Bubbole! DovՏ quel pelandrone di
mio figlio, alias vostro padre?
MARGHERITA: Leopoldo fuori per lavoro,
pap. lo sapete che arrivato lambasciatore dAustria.
NONNO: Tutte le scuse son buone. Sei
pronta, Norina, che passo in rivista la truppa. (Tutti si mettono in riga
sullattenti, e il nonno passa avanti a tutti squadrandoli). Compagnia att...tenti! (Tutti scattano sugli
attenti). Ammainabandiera (Suona
lammainabandiera e Norina fa scendere la bandiera). Compagnia ri...poso! Rompete... le righe!
Tutti sbuffano.
NONNO: Signori il mio compito per questa
giornata finito. Non vi dimenticate di dire il Santo Rosario con la vostra
mamma (Esce).
VALENTINA: Ma perch doveva capitare
proprio a noi un nonno generale?
ENRICO: Noblesse oblige!!!
ROSSELLA: Come sarei nata volentieri
contadina!
GIORGIO: Lo so io il perch!
ROSSELLA: Sta zitto!
MARGHERITA: Ragazze non questa la
maniera di comportarsi; se lo sapesse vostro padre potrebbe essere molto
severo.
VALERIA: Ma mamma, questa sembra la
dependance di una caserma.
ENRICO: La chiama dependance altro che
dependance questa una vera e propria caserma e dire che mi toccher seguire
le orme del nonno. Come sono disgraziato (Si mette la testa tra le mani).
GIORGIO: Lo so bene che orme vorresti
seguire. Orme profumate e... gentili.
MARGHERITA: Giorgio... non dire
sconcerie. Mi vergogno di voi e, poi... davanti a me!!!
VALENTINA: Non cՏ niente da
scandalizzarsi, maman. chiaro che gli piacciono le donne.
MARGHERITA: Valentina!!! Ma dove hai
imparato questo linguaggio da caserma!
VALENTINA E ROSSELLA: Qui, in casa! (Si
mettono sugli attenti).
MARGHERITA: Ragazzi, siete proprio dei
discolacci. Vado a vedere se tutto in ordine per la cena. Io con questi
ragazzi non ce la faccio pi. Belli i miei tempi (Esce).
ENRICO: Mi sa che una signorina di mia
conoscenza, fa locchio troppo languido al maestro di musica.
ROSSELLA: Non te lha mai detto nessuno
di farti gli affari tuoi e poi... senti chi parla!
VALENTINA: Ma perch invece di
stuzzicarci, non ci aiutiamo a vicenda?
GIORGIO: Sei la solita saggia sorella.
La nostra Minerva, la dea... della saggezza!
ENRICO: Una volta tanto condivido ci
che ha detto una donnicciola ed anche se sono superiore... raccolgo linvito.
ROSSELLA: Che magnanimit! Solo perch
sono maschi pensano di essere chiss che cosa.
VALENTINA: Ed invece la nostra
intelligenza e la nostra capacit sono di gran lunga superiori alle vostre.
Cosa credete di avere in pi che noi non abbiamo?
GIORGIO: Care sorelle, cՏ, cՏ qualcosa
che noi abbiamo e voi no! Vero, Enrico!? Ed quello che conta!!
ROSSELLA: Screanzato, se ti sentisse la
mamma le faresti venire un colpo apoplettico.
VALERIA: Verranno i tempi in cui la
smetterete di fare i gradassi!
ENRICO: Perch non torniamo al
suggerimento della qui presente Minerva? (Indica Valentina).
GIORGIO: Ebbene, io frate non mi voglio
fare. Voglio amare, vivere, folleggiare!!
ENRICO: Allora fai il diplomatico come
pap, dato che io devo fare lufficiale come il nonno!
GIORGIO: Se io facessi il diplomatico
scoppierebbe una guerra mondiale!
VALERIA: Ma insomma, cosa vuoi fare?
GIORGIO: Sorellina, lartista!
Shakespeare, Molire, Goldoni, sono la mia passione.
ROSSELLA: Saranno di sicuro la tua
passione, se ti sentisse pap!
VALERIA: Sento delle voci, fate
silenzio.
Entra Margherita con una sua amica, bella donna
molto spiritosa e piena di fascino.
MARGHERITA: Ragazze siete ancora qui,
andate ad aiutare Norina ed Ortensia, cos imparate qualcosa.
VALERIA: Buonasera signora, con il suo
permesso (Esce).
ROSSELLA: Benvenuta signora, eseguo gli
ordini della mamma (Esce).
HENRIETTE: Sono proprio delle belle
figliole, complimenti Margherita.
GIORGIO: Al suo confronto tutto appare
spento, cara Contessa.
ENRICO: Lieti di vederla. una luce
nelle tenebre della vita.
HENRIETTE: Che poeti, che cari (Manda
occhiate languide ai due giovani) ma
come mai non li ho incontrati prima?
GIORGIO: Perch non mai venuta allora
delladunata.
HENRIETTE: Ladunata?
ENRICO: S, ogni giorno abbiamo lalza e
lammainabandiera! Prima su.... e poi gi!!
HENRIETTE: Per forza, tutte le
bandiere fanno cos!!
Margherita guarda stralunata lamica e i figli.
MARGHERITA: Ora ragazzi andate, non
disturbate pi la signora.
HENRIETTE: Oh, non disturbano, anzi! (Lancia
occhiate languide e fatali).
MARGHERITA:
Via ragazzi, il nonno vi aspetta e non bisogna farlo attendere.
GIORGIO: Riverisco signora (Le
baciano la mano ed escono).
HENRIETTE: Ma perch mi hai tenuto
nascosti questi tesori?
MARGHERITA: Trovi che siano tanto bravi?
HENRIETTE: Bravi e buoni, in tutti i
sensi!
MARGHERITA: Cosa vuoi dire? (La
guarda perplessa).
MARGHERITA (passeggia per la stanza
nervosamente e si torce le mani):
Henriette, tu sei stata sempre meno... timida di me. Aiutami (Si torce
sempre le mani) perch ho un problema
grosso. Sei lunica con la quale posso parlare di queste cose.
HENRIETTE:
Margherita, se non mi dici qual il problema, non potremo mai risolverlo. Lo
sai che vado dritto allo scopo.
MARGHERITA: Non riesco. Oh, Signore;
perdonami, mio marito...
HENRIETTE: Tuo marito...ebbene. A
proposito quando me lo presenti?
MARGHERITA: Henriette, ti sembra questo
il momento di pensare a queste cose?
HENRIETTE: Se lo conosco, pi semplice
darti dei consigli...Insomma... cosa ha fatto?!!!
MARGHERITA: uno svergognato!
HENRIETTE: Ha unamante?
MARGHERITA: Peggio...! Peggio!
HENRIETTE: sullaltra sponda?!!
MARGHERITA: Peggio!
HENRIETTE: Senti, Margherita, la mia
immaginazione ha un limite. Insomma, cosa ha fatto?
MARGHERITA: Oh! Come sono mortificata!!
(Si stropiccia le mani e si agita).
HENRIETTE: Insomma, fatti coraggio e
dimmelo. Anzi mi giro e non ti guardo (Si mette di spalle e si soffia con
aria di sufficienza).
MARGHERITA: Ebbene...
HENRIETTE (sempre girata): Ebbene?
MARGHERITA: Ebbene... mio marito (Pausa) mio marito vuole vedermi nuda!!! (E si va a
nascondere sul divano, mettendo la testa nel cuscino).
HENRIETTE: Tutto qui!
MARGHERITA: Come, tutto qui! Sono
sconvolta e tu mi dici tutto qui.
HENRIETTE: Ma tuo marito! Hai per caso
le gambe storte e pelose?
MARGHERITA (scandalizzata): Ma Henriette!
HENRIETTE: Dico, ma i figli sono tuoi o
li hai adottati?
MARGHERITA: Che vergogna, che vergogna;
aiutami Henriette. Io sono disperata (Caccia il fazzolettino per asciugarsi
le lacrime).
Entra il marito, ben vestito, elegante, raffinato.
con un amico.
LEOPOLDO: Buonasera belle signore. Enchant.
Finalmente ho il piacere di conoscere qualche amica (Lancia occhiate di
fuoco alla signora) di mia moglie!!!
Dopo ventanni!
MARGHERITA (tirando su con il naso): Ti presento al contessa Henriette De Bonis.
LEOPOLDO: Incantato, bella signora; come
ha detto! De Bonis? I cognomi spesso riflettono la bont dei contenuti, vero
Edmondo? Le presento il Barone di Poggiofiorito.
HENRIETTE: Sono lusingata signor Duca,
molto piacere signor Barone. (Disinvolta porge la mano per farsela baciare).
MARGHERITA: Noi donne ci ritiriamo di l
per lasciarvi liberi. Arrivederla signor Barone (gli porge la mano
timidamente e si avvia).
HENRIETTE: Purtroppo devo seguirla
anchio...(Margherita a questa frase si volta perplessa) Aurevoir, miei signori (Porge la mano per farsela
baciare). Spero di rivederla presto
signor Duca. (Dice dietro al ventaglio a Leopoldo).
LEOPOLDO: I miei omaggi contessa (mentre
le due donne stanno uscendo).
EDMONDO: Che splendida creatura! Ora
capisco perch tua moglie non la mostri a nessuno.
LEOPOLDO: Edmondo lo conosci il
supplizio di Tantalo che aveva lacqua a portata di mano e non la poteva bere?
EDMONDO: Ebbene?
LEOPOLDO: Ebbene s! Io sono come
Tantalo. Ho lo stesso supplizio e tra poco non so quale fine far.
EDMONDO: Questa mattina parli per
enigmi! tipico dei diplomatici?
LEOPOLDO: Hai visto mia moglie che
splendida donna? (Lamico annuisce).
Ebbene ho avuto da lei quattro figli...
EDMONDO: E...
LEOPOLDO:
Non so ancora se ha le gambe storte o dritte. Non parliamo poi del busto.
EDMONDO: Non mi dire che tutta quella
bont...(Lamico lo guarda con piglio severo). Oh chiedo scusa; non la puoi godere nel regolare
vincolo del matrimonio. Ma, avrai dato qualche occhiatina quando allattava.
LEOPOLDO:
Non ci crederai! Ero presente ad ogni poppata con la scusa di aiutarla, ma lei
si copriva con dei fazzolettini che per poco quelle povere creature non
asfissiavano.
EDMONDO: La situazione davvero
critica; ma come mai soltanto ora ti viene in mente?
LEOPOLDO:
Edmondo non ti ci mettere anche tu! Sono anni che cerco di trovare tutti gli
espedienti per poter godere delle mie... propriet; lasciamelo dire, delle mie
propriet senza venire a capo. Ora sono sullorlo del collasso nervoso.
Edmondo, io, dico io, devo vedere una caviglia, un ginocchio. pi di
ventanni che lo sospiro.
EDMONDO: A questo punto devo dire: meno
male che non mi sono sposato. Ti posso raccontare le variet di quelle che ho
visto... se ti pu essere di consolazione.
LEOPOLDO: Bellamico... io, ti confesso
la mia angoscia e tu...
EDMONDO: Ma non mi dire che non hai
fatto le corna a tua moglie?!!
LEOPOLDO: Ci ho provato, ma non ci sono
riuscito. come unossessione.
Entra Henriette.
HENRIETTE: Oh signor Duca (Molto
vezzosa) mi sono perduta nei meandri
della sua splendida casa. (Si soffia con aria civettuola).
EDMONDO: Leopoldo ti saluto; mi
aspettano al circolo e sono in ritardo.
Leopoldo
fa per accompagnarlo.
EDMONDO: Non ti scomodare, conosco la
strada. Contessa i miei omaggi. Lei una donna splendida (Le bacia la mano
ed esce).
HENRIETTE: Signor Duca, vado via
anchio, sono in ritardo (Sempre vezzosa).
LEOPOLDO: Ha qualcuno che laspetta?
Posso accompagnarla?
HENRIETTE:
No! Purtroppo sono vedova e la mia solitudine mi rende tanto triste.
LEOPOLDO: Un bel visino cos non pu
essere sciupato dalla tristezza. Quando sorride primavera! (Le bacia la
mano inguantata e gliela tiene).
Bussano alla porta.
Norina accompagna nella stanza Zia Sofia con la
nipote Priscilla e resta a guardare cosa succede. Zia Sofia ha gli occhialini;
piuttosto impettita ed arcigna. Tutta vestita di scuro e va in giro
curiosando. Con lei, la figliola succube, un po sciocchina che ride ad ogni
nonnulla.
LEOPOLDO:
Zia Sofia, come mai lei qui? Oh. CՏ anche la signorina Priscilla (Priscilla
ride a cretina e bacia il congiunto).
ZIA
SOFIA: E questa donna chi ? (Inforca locchialino per osservarla meglio).
HENRIETTE
(prima che parli Leopoldo):
Sono unamica di Margherita. Contessa De Bonis, molto lieta (D la mano a
Zia Sofia facendo un inchino).
Zia Sofia fa un mugolio senza rispondere.
LEOPOLDO:
Arrivederci contessa (Le bacia di nuovo la mano con una certa intesa). Norina accompagna la contessa e poi
da la lieta novella alla famiglia che arrivata la cara Zia Sofia con la
figliuola...!
ZIA
SOFIA: Tu non me conti giusta!
LEOPOLDO:
Cara Zia Sofia sono ormai dieci anni che il povero Zio Arcibaldo non pi.
ZIA
SOFIA: Povero sarai tu, caro nipote! Tuo zio, come ben sai era anche troppo
ricco e di conseguenza mia figlia, dico mia figlia, una ereditiera. Vero
Priscilla? Saluta il vecchio cugino!
PRISCILLA
(ridendo a cretina):
Buonasera signor cugino (e fa una risatina) dove sono i vostri figlioli? Rossella e Valentina
aspettano me, vero?
LEOPOLDO:
S! Buonasera le mie figliole aspettano proprio te. Chiss come saranno
felici...!
Entra Ortensia.
ORTENSIA:
Egregio diplomatico mi ha detto Norina di venire da Sua Eccellenza perch sono
venuti gli ospiti noiosi e sgraditi.
Zia Sofia inforca gli occhialini e si avvicina gonfia di
rabbia ad Ortensia battendo il piede.
ZIA
SOFIA: E... chi sarebbero questi ospiti noiosi e sgraditi?!!!
LEOPOLDO:
Zia Sofia, Ortensia, la nostra cuoca, stata avvisata che aspetto alcuni
diplomatici dallEuropa e sapete come sono uggiosi questi inviti di
convenienza.
Ortensia sempre l, ritta in mezzo alla stanza.
LEOPOLDO
(spazientito):
Insomma, vuole andare s o no!!! Vada, vada (arrabbiato) altrimenti mi arrabbio.
ORTENSIA:
No, no! Allora lo chiedo alla signora Duchessa (Va indietro rinculando,
inciampa in una sedia e cade. Una volta a terra incomincia a frignare).
Arrivano Margherita e Giorgio.
MARGHERITA: Ortensia, si ricomponga e
vada in cucina e non si faccia pi vedere in salotto. (Rivolta alla zia) Cara la Zia Sofia che piacere vedervi e cՏ anche la
piccola Priscilla! Come sei cresciuta, piccina e che bella figliola, vero
Giorgio? Eh! (Rivolta al pubblico).
GIORGIO: Cara Zia e cara Priscilla
buonasera (fa un saluto con la mano allaraba). I miei omaggi mammina cara, ho degli
impegni urgenti e devo andare. Saluti a tutti. (Prima che possano replicare,
esce).
PRISCILLA: Ma come andato via il mio
cuginetto preferito. Zia Margherita perch lavete lasciato andare?
LEOPOLDO: Questi figlioli ai giorni
doggi non si riesce pi a tenerli. Ai miei tempi questo non sarebbe mai
successo! Sei sempre troppo debole con questi figli.
ZIA SOFIA: Il difetto sempre nel
manico. Guardate me e poi Priscilla ed imparate come si pu riuscire a
mantenere i vecchi principi e le tradizioni di famiglia anche se sono una
povera donna sola (Prende il fazzoletto ed incomincia a frignare).
LEOPOLDO: Zia Sofia vi vado a chiamare
Pap che sar felicissimo di vedervi; coraggio, ora siete... con noi e non
avete nulla da temere (Guarda la moglie costernato ed esce).
MARGHERITA: Quando siete arrivate? Norina
me lo ha detto solo ora. Anzi ora la chiamo che vi accompagni nelle vostre
stanze (Suona il campanello).
PRISCILLA: Zia Margherita posso andare di
l a fare una sorpresa alle cuginette? (Fa la risata a cretina).
MARGHERITA: Certo, cara.
PRISCILLA: Me lo permettete mamm?!!!
ZIA SOFIA: Se la zia ha detto di s, vai
pure, cara figlia mia. (Priscilla esce tutta impettita facendo la sua solita
risatina a cretina). Che
ragazza doro. Vale tanto oro quanto pesa! Fortunato chi se la prende. Certo,
sar per me un gran dolore, ma dove la troverebbe una come lei non ti pare?
MARGHERITA: Se lo dite voi.
ZIA SOFIA: A proposito il tuo Giorgio
sempre scapolo? Sono venuta per fargli conoscere la mia Priscilla.
MARGHERITA: Se lo dite voi.
Entra
il nonno con Norina
NONNO: Mia cara Sofia, finalmente hai
risposto alla mia chiamata. (Bacia la mano che Zia Sofia porge).
ZIA SOFIA: Sempre gagliardo il nostro
nonno! Se non ci fosse lui!
NONNO: Classe di ferro la mia, quelli s
che erano tempi. Vive le guerre di indipendenza. Viva lItalia (Si mette
sugli attenti, imitato da Norina).
ZIA SOFIA (anche lei si mette sugli
attenti): Viva
lItalia!!
NORINA: Devo prendere la bandiera?
NONNO: Per ora non il caso. Mi basta il
mio tricolore (Ha una sciarpa con il tricolore sulla giacca da camera).
MARGHERITA: Norina, hai sistemato il
bagaglio delle Signore?
NORINA: Certamente signora Duchessa.
Nella stanza azzurra degli ospiti.
MARGHERITA: Chiedo scusa vado a dare le
ultime disposizioni ad Ortensia (Esce).
NONNO: Norina servi un po di rosolio
alla mia cara Sofia e poi vai di l. Ora Sofia ci facciamo un toscano...
Margherita non cՏ e neanche Leopoldo.
ZIA SOFIA: Con il rosolio ed il toscano
potremo parlare meglio dei nostri affari (Norina esce).
NONNO: Mi hai scritto e ti ho chiamata
come daccordo. Ora il nodo della nostra parentela si stringe e...
ZIA SOFIA: E... faremo i fiocchi rosa o
azzurri. Gi mi vedo nonna. Pensi che Giorgio sar felice di sposare la mia
piccola figliola? Io non lho voluta dare a nessuno. Solo a lui. casta e per
lillibatezza non se ne parla. Non cՏ ragazza pi onesta di lei. neanche la
mano nuda le hanno mai sfiorato!
NONNO: Perci mi sono rivolto a te mia
cara, perch oggi ci sono certe ragazze sfacciate, che addio famiglia,
principi, educazione. Bisogna fare le cose con oculatezza e mio figlio non
capace di far ragionare i suoi ragazzi. Questi padri moderni (Si siede).
ZIA SOFIA: Meno male che siamo qui noi. E
poi la dote di Priscilla cos cospicua che neanche una regina lavrebbe
migliore.
NONNO: Ora cominciamo a ragionare, anche
perch mio nipote non sa ancora cosa fare per lavvenire. Cos potr dedicarsi
interamente ad aiutarti nellamministrazione.
ZIA SOFIA: Il figlio maschio che ho
sempre desiderato e non ho avuto. Qua la mano, caro cugino e laccordo fatto!
Ora vado di l e lascio te a parlare con la famiglia.
Zia
Sofia esce; il nonno tira il campanello ed entra Norina.
NORINA: Comandi signor Generale, faccio
suonare la tromba?
NONNO: Norina non hai ancora imparato che
la tromba si suona due volte al giorno: al mattino e alla sera. Ma cosa avete
nel cervello voi donne?! Fa sparire i resti.
NORINA: I resti...?
NONNO: S, le cicche ed... acqua in
bocca. A proposito dovՏ mio nipote Giorgio?
NORINA: Deve essere appena rientrato.
nella biblioteca.
NONNO: Bene, bene! Avvertilo che devo
parlargli quanto prima. Entro domani deve essere a colloquio con me. Ora
accompagnami al padiglione della caccia.
NORINA: Signors, signor Generale. Prendo
il fucile?
NONNO: No il cannone. Dico, ma ti ha dato
di volta il cervello?!
NORINA: Ma nel padiglione ci sono tanti
animali.
NONNO: Ahi, le donne. Senza cervello come
sempre. (Escono).
Entra
Eleonora con fare circospetto. Si guarda intorno. Arriva Giorgio.
GIORGIO: Mia cara finalmente sei qui (Fa
per abbracciarla ma lei si ritira preoccupata).
ELEONORA: Giorgio controllati, potrebbero
vederci! (Si allontana).
GIORGIO: Ebbene? Tutti cos prenderanno
atto del mio buon gusto e della mia deliziosa scelta.
ELEONORA: Ora mi fai arrossire! Dici cose
che non pensi e speri che io ti creda. (Civettuola).
GIORGIO: Vieni qui, accanto al tuo
Giorgio e dimmi perch questi occhioni sono cos tristi (Si siede sul sof).
Eleonora
si guarda intorno e poi si siede vicino a lui. Un po distante con molta
soggezione.
GIORGIO: cos che stai vicino al tuo
Giorgino? (Si accosta a lei, cingendole le spalle).
ELEONORA: Ma Giorgio! Sei diventato un
temerario, ora non ti controlli neanche in... caserma, come dici tu!
GIORGIO: Non voglio far mica la fine di
pap, che ha avuto quattro figli dalla mia splendida maman e... non lha mai
vista!!!
ELEONORA: Allora mi vuoi dire che io sono
una sfacciata?!! (Si alza di scatto battendo il piede).
GIORGIO: Ma io ti amo, ti voglio, ti
desidero! Non me lha ordinato nessuno di farlo. E poi mica sono una donna come
maman.
ELEONORA (si allontana civettuola
nascondendosi dietro il ventaglio):
Ma lo sono io Giorgino! E tu sei stato gi troppo audace con me!
GIORGIO: Eleonora se tu mi allontani...
ELEONORA: Ebbene?!!!
GIORGIO: Ebbene, io mi arruolo nella
legione straniera!!!
ELEONORA: Se continui cos mi sa tanto
che ti ci spedir tuo nonno senza appello.
Giorgio
le va vicino, le si inginocchia davanti, le prende le mani.
GIORGIO: Eleonora. Unica ragione della
mia vita, vuoi essere per sempre la mia compagna?
ELEONORA: Sei diventato la mia
ossessione! Perch vuoi prendermi in giro? (Giorgio si alza, fa per parlare) Taci! ed ascolta: io non sono nobile,
non sono ricca, cosa posso sperare da te? Mi hai gi preso... tutto! Cosa posso
darti di pi... che non ti ho gi dato.
GIORGIO: Eleonora!
Eleonora
si allontana.
ELEONORA: Sapessi i sensi di colpa che
ho! E come mi sento ridicola (Si gira di spalle).
Giorgio
le va vicino e le circonda la vita, abbracciandola.
GIORGIO: Eleonora, piccola mia, mio primo
ed unico amore, come puoi dire queste cose? Io non faccio che pensare a te; tu
sei lunica stupenda realt della mia vita. Su lasciati guardare; asciuga
quelle lacrime, sorridimi come sai fare tu! Al diavolo il nonno, la maman e
tutto il resto! Io, sono felice solo con te.
Eleonora
si asciuga gli occhi con il fazzolettino e Giorgio labbraccia.
Entra
Margherita che vede Giorgio di spalle e poco o nulla di Eleonora.
MARGHERITA: Giorgio?? (Alla vista
della madre, la ragazza si divincola e va lontano con gli occhi bassi) Oh! mi sento male. (Sviene sul divano. I due
giovani accorrono e la sventolano con il ventaglio).
ELEONORA: Giorgio, vado via. D a
Rossella che ho avuto un contrattempo (Guarda Margherita, rivolta al
pubblico) e, che contrattempo...! E
poi torner. (Esce di scena, dicendo, che vergogna!).
MARGHERITA (rinviene e si guarda
intorno): DovՏ?
GIORGIO: Chi?
MARGHERITA: La ragazzaccia che era con
te. Tu vuoi farmi morire giovane, figlio sciagurato!!
GIORGIO: Maman forse siete un po
stanca! Volesse il cielo che avessi avuto... una ragazzaccia accanto.
MARGHERITA: Figlio! Tu neghi!!
GIORGIO: Ebbene s, maman. Ho saputo che
mi avete fatto chiamare e stavo eseguendo gli ordini.
MARGHERITA: Ma ti ho visto... Oh! mi
risento male (Sviene di nuovo).
GIORGIO: Maman, maman! (La scuote un
po).
Entra Rossella tutta agitata e vede
la scena.
ROSSELLA: Cosa hai combinato questa
volta? Maman sono qua io! Maman!!!
Margherita si riprende e si mette di
nuovo a sedere. Giorgio si dilegua in punta di piedi.
ROSSELLA: Cosa successo! Vi sentite
bene maman? (Si inginocchia vicino al divano e poi rimane cos accanto alla
mamma).
MARGHERITA: Tuo fratello uno...
ROSSELLA: giovane, maman! Perch
volete impedirgli di vivere la sua vita?
MARGHERITA: E tu lo chiami vivere, fare
quelle cosacce con una ragazza. Questa casa diventata peggio di Sodoma e
Gomorra! Quale castigo si abbatter su di essa?
ROSSELLA: Ma, maman, ormai i tempi
stanno cambiando. Volete lasciarci liberi di scegliere i nostri mariti, le
mogli e vivere la nostra vita (Margherita fa per interromperla, ma Rossella
fa cenno di lasciarla parlare).
Sempre il nonno che deve decidere per tutti. ma vi sembra una cosa giusta?
MARGHERITA: Ma che facciamo? Ora ci
ammutiniamo?!!! dove hai imparato questo linguaggio sovversivo?
ROSSELLA: Maman, se non ci aiutate voi,
siamo disperati.
MARGHERITA (la guarda perplessa e poi
labbraccia): Bambuna mia, la vita,
bisogna rispettare le tradizioni, il casato, le persone anziane che sono sagge.
sempre stato cos.
ROSSELLA: Maman, i tempi cambiano! Anche
io sono innamorata.
MARGHERITA:
Anche tu cosa? Oh, oh,oh. Mi risento male! (Fa per svenire) I miei sali...
ROSSELLA: No, maman, mi dovete aiutare.
Sigfrido un bravo ragazzo, ricco (La madre erge il busto), bello (la madre si mette sempre pi ritta), solo non nobile (la madre si affloscia di
nuovo). Ma maman, cosa me ne faccio
del titolo senza lamore? Voi, amate pap, non vero?
MARGHERITA: S certo, ma non il caso
di parlare di sconcerie. Veniamo a noi, signorina. Cosa vorreste da me?
ROSSELLA: Che mi aiutiate ad imbrogliare
il nonno!
Margherita si alza in piedi di scatto.
MARGHERITA: Figliola stai passando ogni
limite. (Batte il piede nervosamente a terra).
ROSSELLA: Maman, lo sapete che ho
ragione, fate valere la vostra intelligenza e capacit. (Esce correndo).
Entra Leopoldo che vede solo la
moglie.
LEOPOLDO:
Guarda chi si vede. La mia adorata moglie. Oggi siamo pi belle che mai.
MARGHERITA: Leopoldo non mi imbarazzate,
ho gi tanti pensieri per la testa.
LEOPOLDO: Una donna che pensa! Mon dieu!
E questa fortuna doveva capitare proprio a me. E cosa pensate mia splendida
moglie? (Si avvicina a lei). Posso
dividere i vostri pensieri?
Margherita
lo guarda perplessa e poi si va a sedere sul divano. Leopoldo si stropiccia le
mani, rivolto al pubblico, e siede vicino a lei che visibilmente imbarazzata
e si tormenta le mani.
LEOPOLDO: Ma non sciupate, s belle
manine (Gliene prende una tra le sue e comincia a baciarle il braccio). Perch mi respingi, perch mi allontani, amor mio.
(Margherita sviene).
PRISCILLA (entrando, fa la risatina a
cretina): Cuginetto avete fatto secca
la cugina (E fa unaltra risata)
Quale stata la vostra arma segreta?
LEOPOLDO:
Priscilla, vai di l con le cuginette che... meglio.
PRISCILLA (risata a cretina): Le cuginette mi hanno mandato di qua, perch hanno
detto che volevate parlarmi: sempre giacente la cugina? (risatina a
cretina).
LEOPOLDO: S, per giacere in pace ha
bisogno di aria, aria...(Le fa segno di andare).
PRISCILLA: Allora, apro le finestre? (Risata
a cretina).
LEOPOLDO: Margherita, Margherita cara,
su svegliati ci sono qua io! (Si china su di lei).
PRISCILLA: Uh che bello, che bello,
Biancaneve e il Principe. Come siete romantici (Risata a cretina). Cuginetto datele un bacio cos vediamo se rinviene.
io guardo!...
LEOPOLDO: Ma che male ho fatto per
essere cos disgraziato?
Margherita intanto rinviene e si mette seduta guardandosi
intorno in cerca di Leopoldo.
PRISCILLA: Oh, Biancaneve torna in s;
ci mancano solo gli uccellini (Solita risata a cretina).
MARGHERITA: E tu cosa ci fai qui?
LEOPOLDO: Il terzo incomodo.
PRISCILLA: Dove sta il mio piccolo
Giorgio?
MARGHERITA: Giorgio!!! Oh, santa pace,
presto, ho bisogno di parlare con Henriette, Leopoldo, mi chiamate Norina per
favore?!!
PRISCILLA: Vado io cuginetta (Risata
a cretina. Esce).
LEOPOLDO: Margherita, fatevi consigliare
da Henriette: una donna, mi sembra...
MARGHERITA: Cosa vi sembra?
LEOPOLDO: No, volevo dire sar bene che
ascoltiate i suoi consigli. (Esce).
NORINA: Mi ha fatto chiamare signora
Duchessa?
MARGHERITA: Norina, mandate a prendere
con la carrozza la Contessa De Bonis (Si siede alla scrivania e scrive un
biglietto) e fatele pervenire questo
biglietto.
NORINA: Vado signora Duchessa e faccio
partire subito Pasquale.
Margherita va su e gi per la stanza, stropicciando il
fazzolettino tra le mani. Entra Valentina.
VALENTINA: Maman ho da parlarvi.
MARGHERITA: Non ti ci mettere anche tu!
Ora non ce la farei. Vado a vedere se Ortensia ha preparato la cena per gli
ospiti.
Entra Enrico con Giorgio.
GIORGIO: Allora sorellina cosa ti ha
detto la mamma?
VALENTINA: Era agitata pi che mai, cosa
hai combinato ora?
GIORGIO: Mi ha visto con Eleonora!
ENRICO: Ah! Ora in questa casa finiranno
i vocalizzi e cominceranno le litanie.
GIORGIO: Fai lo spiritoso perch la cosa
non ti riguarda. Dammi una mano invece!
Enrico gliela tende.
ENRICO: Per questo te le posso dare
tutte e due. (Vedendo il fratello che si irrita). Via non te la prendere, lo sai che sono con te.
VALENTINA: chiss se permetter pi a
Eleonora di venirci a fare lezioni di canto. ma perch i nostri genitori non
riescono a capire che ci che conta quello che uno ha dentro e non il titolo
nobiliare.
GIORGIO: Basta avere la erre moscia (Accenna
a parlare con la erre moscia) ed
essere nobile. Non ha importanza se sei un perdigiorno.
ENRICO: Se sei nobile ti puoi permettere
anche di essere uno spiantato. Tutti ti ossequiano lo stesso; basta trovare una
fanciulla facoltosa, sempre titolata per.
GIORGIO: Io preferisco mangiare pane e
cipolla, ma vivere la mia vita e le mie scelte.
VALENTINA: E lo dici a me!! Ma ci sono
il nonno, pap ed ora anche Zia Sofia. Spero tanto di poter sposare chi amo.
GIORGIO: Illusione!
Arriva Norina.
NORINA: La Contessa De Bonis.
Entra Henriette ed i giovani appena la vedono si
alzano in piedi. Valentina accenna un inchino e i ragazzi un cortese cenno con
la testa.
GIORGIO: Contessa, una gioia poterla
rivedere.
ENRICO: sempre la benvenuta. Basta
guardarla per sentire il profumo della primavera!!
HENRIETTE: Miei cari ragazzi siete
deliziosi. Vorrei avere qualche anno di meno per potervi eleggere miei
cavalieri preferiti.
GIORGIO: Siamo a sua disposizione, non
ha da fare altro che farci presente le sue desiderata (Fa un inchino).
Entra Margherita.
MARGHERITA: Henriette, cara, finalmente
sei arrivata. Scusa lora e la fretta, sono mortificata.
HENRIETTE: La tua famiglia adorabile.
Non hai che da chiamarmi e sono da te. (Guarda civettuola i ragazzi).
GIORGIO: Contessa. (Le fa un inchino
con il capo, corrisposto dalla contessa che sorride a sua volta ed esce. La
stessa cosa fa con Enrico).
VALENTINA: Buonasera signora Contessa (Esce).
MARGHERITA: Henriette... i miei figli...
HENRIETTE: Non mi dire che anche loro
hanno desideri repressi!
MARGHERITA: Peggio, Henriette, peggio!
HENRIETTE: Insomma Margherita, il dono
della chiarezza non una tua prerogativa. Parla! (Batte nervosamente il piede
a terra).
MARGHERITA (toccando il fazzolettino
con le mani): I miei figli
vogliono...ribellarsi al nonno, al padre!
HENRIETTE: Ed allora?
MARGHERITA: Non fai che stupirmi. Io ti
dico le cose pi terribili e tu rimani imperturbabile. Ma come fai?
HENRIETTE: Ma cara, seguo i tempi che
cambiano in fretta. Hai dimenticato Baudelaire, Ibsen, George Bernard Show? Leggi, mia cara, aggiornati. Esci e frequenta i
circoli culturali e cos ti renderai conto che tutto in fermento e il mondo
cambia.
Margherita si siede affranta.
MARGHERITA: Tremo soltanto al pensiero
del fermento che ci sar in casa mia. I miei figli scalpitano e mordono il
freno. Forse frequentano gli stessi circoli di cui tu mi parli ed io non so
come fronteggiare le loro aspirazioni e la loro evidente ribellione.
HENRIETTE: Allora qual il loro
problema?
MARGHERITA: Giorgio innamorato
dellinsegnante di canto di Rossella e Valentina e Rossella... di un borghese.
HENRIETTE: E questo per te un delitto?
MARGHERITA: Ma cosa dici Henriette! Ma chi
glielo dice al nonno e al padre?
HENRIETTE: Certo la cosa non facile!
MARGHERITA: Eppoi mio suocero ha gi
preso accordi con Zia Sofia, una sua lontana parente, per far sposare Giorgio
con la di lei figlia. Vedessi che ragazza insulsa e sciocca! stata questa
constatazione che mi ha fatto aprire gli occhi. Povero il mio Giorgino!
HENRIETTE: Condivido: un baldo giovane
come lui non pu essere sacrificato.
MARGHERITA: Perci ti ho mandata a
chiamare. Ho deciso di superare i miei soliti scrupoli per il bene dei miei
figli e solo tu mi puoi aiutare.
HENRIETTE: Ebbene se non possiamo
ottenere direttamente quello che vogliamo, aggireremo lostacolo.
MARGHERITA: Come?
HENRIETTE: Vogliono il nobile. E noi
glielo faremo nobile.
MARGHERITA: Eccome?
HENRIETTE: Lo faremo diventare mio
nipote, o di qualche amico che si presta al gioco. Lascia fare a me.
Arriva Norina.
NORINA: Signora Duchessa cՏ il Barone
di Poggiofiorito, che ha urgenza di parlare con il Duca, ma il signor Duca
andato al circolo.
HENRIETTE: Che felice combinazione.
Margherita sta per parlare ed Henriette va a dirle
alcune frasi dietro il ventaglio.
MARGHERITA: Norina, fatelo entrare,
saremo liete di salutare il signor Barone.
EDMONDO: Mie care signore (Bacia le
mani alle due donne, che gliele porgono una alla volta). A cosa debbo lonore?
HENRIETTE:
Signor Barone, lei un uomo di mondo, un gentiluomo, che ha il senso
dellonore, dellamicizia, della cavalleria.
EDMONDO: Come fa a conoscermi cos bene,
mia splendida contessa? (Pavoneggiandosi).
Henriette d una piccola gomitata a Margherita ed
uno sguardo di intesa.
HENRIETTE: Il suo sguardo, i suoi modi,
tutto di lei ci induce a chiederle aiuto ed a metterci nelle sue mani.
Edmondo drizza le orecchie soddisfatto.
EDMONDO:
Non avete che da chiedere, belle signore ed in me troverete il vostro fedele...
servitore. In cosa posso esservi utile?
HENRIETTE: una questione molto
delicata e complessa. (Pausa) Voi
credete nellamore?
HENRIETTE: Eh, ehm... parecchi!
EDMONDO: Il mio amico Leopoldo vi ha
contagiato vedo, parlate per enigmi.
MARGHERITA: Forse meglio spiegare
tutto al signor Barone. Henriette pensaci tu.
HENRIETTE: Insomma Barone, bisogna far
felici due innamorati. Lei con noi?
EDMONDO: Non solo per questo. E chi
sono?
MARGHERITA: Si tratta della mia Rossella
che innamorata di un bel giovane buono, bravo e con una discreta posizione.
EDMONDO: Ed allora cosa volete di pi?
HENRIETTE: Manca il titolo nobiliare ed
il nonno ed il suo amico Leopoldo non lo prendono neanche in considerazione.
MARGHERITA (sempre stropicciando il
fazzolettino): e la mia piccola
soffre ed io non mi sento di sacrificarla.
EDMONDO. mi congratulo con voi dolci
signore, finalmente il gentil sesso parte al contrattacco. Ed io cosa dovrei
fare per coronare questo sogno damore?
HENRIETTE (civettuola): Siamo troppo sfacciate se le chiediamo di
presentarlo come suo nipote? Eppoi, giacch ci siamo, gli diamo anche qualche
titolo nobiliare?
Edmondo la guarda perplesso.
MARGHERITA: E allora? La prego, gi
Giorgio stato sacrificato da mio suocero.
EDMONDO: Ebbene avete trovato la persona
giusta, mie care signore e questa farsa mi stimola ad uscire dalla mia noia.
Quando si comincia?
Entra Zia Sofia e le due donne fanno cenno al
Barone di tacere con molta eleganza.
ZIA SOFIA: Signora, lei sempre qui? (Rivolta
ad Henriette) e... lei chi ? (Rivolta
ad Edmondo).
EDMONDO: I miei omaggi (Fa un cenno
col capo). Sono il Barone di
Poggiofiorito, amico del Duca. Saluto le signore e vi lascio alle vostre cose.
(Le due donne porgono la mano che lui bacia con galanteria mentre sta
andando via). A proposito, contessa,
mio nipote mi ha chiesto di conoscere la sua pupilla. Di nuovo arrivederci.
ZIA SOFIA: E di chi questo nipote?
MARGHERITA: Cara Zia Sofia, un ricco e
giovane nobile.
HENRIETTE: Un partito! Come dite voi!
ZIA SOFIA: Mi compiaccio per la sua
pupilla! Margherita, devo parlarti. La saluto contessa (Esce).
HENRIETTE: Margherita ci vediamo presto
e non dimenticare quello che ti dissi laltra volta a proposito di Leopoldo,
pensaci.
MARGHERITA: Non mi abbandonare. Vieni ti
accompagno (Chiacchierando tra loro escono).
NORINA: Signora Duchessa, signora
Duchessa (Guarda per la stanza e non vede nessuno; si siede affannata sul
divano, poi parlando al pubblico).
Non ne posso pi. Il Ducone, il Duca, i Duchini, le Duchessine, la Duchessa.
Come li manderei volentieri a quel paese. Vali meno di un cane, non ne parliamo
poi del cavallo. La nostra categoria non ha sesso, non ha sentimenti, non ha
stanchezza, speriamo che i tempi cambino!
Si sente la voce del nonno catarroso: Norina!
Norina! Si spengono le luci per indicare il passaggio del tempo.
NORINA: Si accomodi Signorina, vado a
chiamare le duchessine.
ELEONORA (si avvicina con
circospezione a Norina): Potete
chiamarmi Giorgio?
NORINA: Vuol dire il signor Duchino?
ELEONORA: S, proprio il signor Duchino
Giorgio. Ho da parlargli con urgenza.
NORINA: Allora le duchessine?
ELEONORA: per ora solo il Duchino,
grazie!
NORINA: Contenta lei! (Esce).
Eleonora si aggira per la stanza stropicciando tra
le mani la piccola borsetta. Ogni tanto si asciuga gli occhi con un
fazzolettino.
Entra Giorgio piuttosto sorpreso.
GIORGIO: Eleonora, come mai qui, cos
agitata? successo qualcosa?
ELEONORA: Giorgio! Oh, Signore aiutami!
Giorgio, sono disperata!
GIORGIO: Eleonora, amor mio, calmati e
dimmi cosa successo.
ELEONORA: Cosa successo?
GIORGIO:
Eleonora, spiegati una volta per tutte, altrimenti mi farai perdere la
pazienza.
ELEONORA: Ebbene...
GIORGIO: Ebbene...
ELEONORA: Aspetto un bambino!
Giorgio non ha pi parole e resta allibito.
GIORGIO: Ma come possibile? Sei
sicura? Forse pensi quello che non .
ELEONORA: Giorgio, non ho pi dubbi, ed
ora? Mio padre mi caccer di casa ed io cosa far sola con la mia creaturina? (Si
mette a piangere).
GIORGIO: Ti prego amore, non piangere.
Dammi il tempo di pensare (Le cinge le spalle con affetto). Lo sai che non ti abbandonerei mai.
ELEONORA: Ma la tua famiglia non potr
mai accettare questa piccola borghese che d lezioni di canto.
GIORGIO: I tempi per stanno cambiando.
Ora il mondo meno ipocrita e ci permetteranno di fare le nostre scelte.
ELEONORA: Giorgio, ti illudi. Noi non
abbiamo scampo. La mia creaturina andr a finire alla ruota di un brefotrofio
ed io non so ancora che cosa far per la disperazione...
GIORGIO: Basta Eleonora, non da te.
Non voglio sentirti fare queste affermazioni che mi offendono. Trover la
soluzione, stanne certa (Le cinge di nuovo le spalle). Io ti amo, amor mio. e nessuno mi separer da te e
dal frutto del nostro amore.
Entra Leopoldo chiamando fuori scena Giorgio e i
due si ricompongono.
LEOPOLDO:
Giorgio (Vede Eleonora).
Buongiorno Signorina, le mie figlie laspettano, vada pure di l.
ELEONORA: Buongiorno Eccellenza. Con il
suo permesso (Fa un inchino ed esce).
LEOPOLDO: Ho avuto limpressione che tra
te e quella signorini ci fosse del tenero.
GIORGIO: Non vi sbagliate, pap.
LEOPOLDO: bene, devi fare le tue
esperienze e se sono delle belle figliole... tanto meglio!
GIORGIO: Ma quella per me non una
signorina qualsiasi.
LEOPOLDO:
Ah! No! E chi sarebbe? Sua Maest la
divina Sissi, limperatrice dAustria?
GIORGIO: Pap, non il caso che voi mi
prendiate in giro, perch quella signorina... io, lamo.
LEOPOLDO: Stai parlando sul serio o ti
diverti come questi giovani moderni a farmi perdere le staffe?
GIORGIO: Non sono mai stato cos serio.
LEOPOLDO: Sei uno spudorato! Non solo
non hai voglia di far nulla (Giorgio vuole interromperlo, ma il padre irato,
continua). S, di far nulla. Ti sei
solo montato la testa con quelle stupide storie bohemien. Ed al casato, alla
famiglia non pensi? Sei un irresponsabile!
GIORGIO: Se mi mettete alla
disperazione, mi arruolo nella legione straniera.
LEOPOLDO: Se lo dici unaltra volta, ti
ci arruolo io. Ora ricomponiti che dovremmo festeggiare il tuo fidanzamento con
la signorina Priscilla De Risis.
GIORGIO: Pap volete la mia infelicit?
Ma come potete pensare che io possa prendere in considerazione quella sciocca.
LEOPOLDO: Giorgio, quella sciocca una
nobile ereditiera, che ti permetter di dipingere per il resto dei tuoi giorni.
GIORGIO: Ma io non lamo!...
LEOPOLDO:
Bazzecole! Un nobile non ha bisogno di amare per procreare. poi... come uomo di
mondo si regoler se ha delle passioni nascoste: ci siamo capiti? Ora ho da
fare, mi hai gi fatto perdere troppo tempo. (Esce).
Giorgio non risponde; rimane a testa bassa
disperato. Esce dalla parte opposta.
Entra Valentina con dei fiori in mano, seguita da
Rossella, che sprimaccia un po i cuscini del divano.
VALENTINA:
E cos tra poco avremo il piacere di conoscere il giovane Sigfrido.
ROSSELLA: Mi tremano le gambe
dallemozione e dalla paura. pensi che pap e il nonno si accorgeranno
dell'inganno?
VALENTINA: Lasciamo fare alla contessa.
una donna moderna e di mondo.
ROSSELLA: Speriamo bene, maman in
piena crisi!
VALENTINA: Povera maman, ha avuto tanto
coraggio a passare dalla nostra parte e seguire la contessa.
ROSSELLA: Sono ore che passeggia avanti
e indietro dilaniata dai suoi soliti scrupoli.
MARGHERITA: Ragazze tra poco arrivi il
Barone con Sigfrido. Speriamo che Henriette gli abbia insegnato tutto: sono
angosciata.
VALNTINA: Coraggio maman. Il mondo
cambia cos.
NORINA: Il Barone di Poggiofiorito con
suo nipote Sigfrido delle Conifere.
MARGHERITA: Buonasera, Barone, si
accomodi (Gli porge la mano che il Barone bacia).
EDMONDO: Le presento mio nipote,
Sigfrido.
Sigfrido cerca di vedere Rossella e mentre Margherita gli
porge la mano, si inchina e con il bastone d un colpo secco negli stinchi di
Edmondo, facendogli fare un goffo baciamano.
VALENTINA: Norina, andate a chiamare il
nonno ed il pap e dite loro che sono arrivati gli ospiti. (Si avvicina a
Rossella ed assieme fanno controscena).
MARGHERITA:
Accomodatevi. Che simpatico giovane vostro nipote Barone! Leopoldo in
biblioteca, vuole seguirmi, Barone, laspetto di l (Escono).
VALENTINA:
Rossella vado a vedere cosa fa Priscilla. Con permesso signor Sigfrido (Sigfrido
fa un cenno con la testa).
ROSSELLA:
Accomodatevi signor Sigfrido.
SIGFRIDO:
Posso darle del voi o sono troppo sfacciato? Potete chiamarmi Sigfrido o anche
Sig, come fanno gli amici (Rossella annuisce). Ed io posso chiamarvi Rossella? Che
bel nome. Sono mesi che popolate tutti i miei sogni.
ROSSELLA:
Sig! Sigfrido siete troppo audace!
SIGFRIDO:
Rossella, oggi sono venuto per...
ROSSELLA:
Per...
SIGFRIDO:
Per dichiararvi tutto il mio amore (Si inginocchia). Volete essere mia moglie?
ROSSELLA:
Ma cosa fate l? Che figura ci facciamo se viene qualcuno. Su alzatevi (Gli
d una mano).
SIGFRIDO
(la prende tra le sue braccia):
La vostra manina tra le mie. Cielo, sto sognando e per giunta ... nuda!
Rossella fa limbarazzata e cerca di ritirarla.
SIGFRIDO:
No, lasciate che io vi baci. (Gliela bacia mettendo in imbarazzo Rossella). Rossella, non avete ancora risposto
alla mia domanda, volete essere mia?
ROSSELLA:
Penso proprio di s. Ed ora cosa facciamo?
SIGFRIDO:
Siccome siamo promessi, potr tenere la vostra manina prigioniera tra le mie.
Sembra una piccola dolce colomba ed io... lo sparviero rapace.
ROSSELLA:
Come siete romantico e poeta. Sigfrido cՏ unaltra piccola colomba che si
concede al suo sparviero (Gli mette laltra mano tra le sue).
SIGFRIDO:
Ora mi mandate in estasi con tutte queste nudit a disposizione. Rossella, io
vi amo!
ROSSELLA:
Sigfrido diventate ogni momento pi audace. Mi spaventate. (Gira la testa
civettuola, facendo limbarazzata).
SIGFRIDO:
Via, mia piccola dolcissima bambina, pensate che vostro nonno si opporr al
nostro amore?
ROSSELLA:
Siamo nelle mani del Barone e della Contessa.
Entra il nonno seguito da Zia Sofia.
NONNO (fa
la tosse e Sigfrido schizza dallaltra parte della stanza, mentre Rossella si
rifugia in un angolo a testa bassa):
Cosa vedo mai! Signorina, siamo gi sulla strada della perdizione! Vergogna! E
lei giovanotto come si permette di disonorare mia nipote. Innanzi tutto, chi
lei?
ZIA
SOFIA: Che tempi! Che tempi!
SIGFRIDO:
Sigfrido delle Conifere.
NONNO:
Nobile?
SIGFRIDO:
Ehm! Sono il nipote del Barone di Poggiofiorito amico di Sua Eccellenza, suo
figlio.
NONNO: E
perch qui?
SIGFRIDO:
Sono venuto a chiedere la mano di sua nipote.
NONNO:
Lei, caro giovanotto, non conosce le regole del galateo. Non sa che doveva
parlare prima a me e a mio figlio della cosa? Cosa centra la signorina?
ZIA
SOFIA: Questi giovani doggi non hanno pi rispetto per alcuno. E lei sarebbe
il partito?
Entra Leopoldo seguito da Edmondo.
NONNO:
Tu non sei mai presente al momento opportuno, come tutti i diplomatici.
LEOPOLDO:
Ora vi spieghiamo tutto, pap.
EDMONDO:
Buonasera generale. Le presento mio nipote Sigfrido delle Conifere.
NONNO:
Sappiamo gi tutto. Suo nipote ha cercato di disonorare la mia casa. Sentiamo
cosa ha da dire a sua discolpa.
EDMONDO:
Mio nipote vuol sposare la sua graziosissima nipotina. Ed un ricco
industriale.
LEOPOLDO:
Si, pap, mi ha detto Edmondo che ha studiato in Germania e si specializzato
alla Krupp.
EDMONDO:
Germania docet, generale! E lui ha imparato cos bene che ora invece di cannoni
ha una fabbrica di ombrelli.
ZIA
SOFIA: Di ombrelli? Gi... li usiamo tutti. caro cugino la cosa pu andare.
NONNO: E
va bene, con il signor Barone definiremo i dettagli. Ora, Sofia andiamo perch
tardi. Barone (fa il saluto militare, Sigfrido altro saluto militare), abbia cura della mia bambina, senn se
la dovr vedere con me.
ZIA
SOFIA: Buonasera a tutti e auguri ai promessi (fa un cenno del capo uscendo).
LEOPOLDO:
Bene, Sigfrido tra poco entrer a far parte della nostra famiglia...Gradirei
che venisse di l nel mio studio privato per discutere insieme gli accordi sui
capitoli del matrimonio. Suo zio sar testimone.
Rossella gongola e tutti escono parlando tra loro da una
parte e Rossella esce dallaltra guardandosi le mani e baciandosele.
Entra Giorgio seguito da Priscilla. Giorgio di umor
nero e disperato.
PRISCILLA
(solita risatina):
Giorgino ti ha detto niente la mamma? (Giorgio va a sedersi sul divano e lei
gli va vicino).
Giorgino, siete arrabbiato con me?
GIORGIO:
Priscilla, ti proibisco di chiamarmi Giorgino!
PRISCILLA
(frigna): Ma cosa ti
ho fatto? Sono o non sono la tua fidanzatina?
GIORGIO:
E non datemi del tu! Cominciamo gi a mancare di rispetto!
PRISCILLA:
Giorgetto, sembra proprio che vi sia antipatica. Allora non mi amate?
GIORGIO:
Ma cosa vi siete messa in testa?
PRISCILLA
(fa una risatina cretina):
Tanti nastrini colorati: vi piacciono? Giorgiuccio non fatemi il broncio, io vi
ho sempre visto come il mio eroe, il mio principe azzurro.
GIORGIO:
Ed invece sar il vostro principe nero! Ora, Priscilla lasciatemi stare, non mi
sento troppo bene e sono di cattivo umore: scusatemi (Esce).
PRISCILLA:
Povero il mio cuginetto, mi ama cos tanto che non vuol rattristarmi con la sua
malattia. Chi pi felice di me? (Esce).
Entra Leopoldo
LEOPOLDO:
E cos anche Rossella sistemata (Tira il campanello).
NORINA:
Comandi Eccellenza!
LEOPOLDO:
Dite a mia moglie che devo parlarle.
NORINA:
Subito, Eccellenza!
LEOPOLDO
(rivolto al pubblico):
Ed ora a noi signora moglie! se non mi permettete di godere delle mie
propriet, parola donore, vi faccio le corna!
Entra Margherita con la vestaglia sulle spalle.
LEOPOLDO
(la guarda): Dove
andate moglie? Ho da parlarvi.
MARGHERITA
(imbarazzata): Sono
qui per questo.
LEOPOLDO:
Dovete sapere che io...
Margherita fa cadere la vestaglia e rimane in
pagliaccetto, calze bianche e giarrettiere.
Leopoldo nel vederla, sviene e Margherita gli corre
vicino per farlo riavere.
SECONDO ATTO
Entra Fausto nel silenzio accogliente della casa e si
siede su di una poltrone con evidente stanchezza. Ha una valigetta tipo 24
ore che posa in un angolo e dalla quale estrae un giornale. si risiede sulla
poltrona e comincia a leggerlo cercando un po di relax. Mentre sta leggendo
entra il figlio Riccardo vestito alla punk con una cassetta che infila nello
stereo alzando al massimo il volume. Fausto getta il giornale ed urla al figlio.
FAUSTO:
Riccardo, Riccardo (con voce sempre pi alta) abbassa il volume. Ti ho detto di
abbassare il volume.
Riccardo non lo sente e continua a ballare
infischiandosene per cui Fausto si alza e va lui ad abbassare il volume.
FAUSTO:
Ma mai possibile che in questa casa non si pu avere un attimo di pace? Ti
sembra questa la maniera di sentire la musica?
RICCARDO:
Pap il volume deve essere a palla (e continua a ballare) solo cos ti entra nelle orecchie, ti
scorre nelle vene e riesce dalle orecchie. un circuito chiuso!!!...
FAUSTO:
Insomma! Smettila di fare il deficiente (Lo scuote e Riccardo si ferma). Invece di farti entrare nelle orecchie
questi... suoni impossibili, va a farti entrare nella testa un po di serio
diritto civile!
RICCARDO:
Ed io perci volevo sentire un po la musica per ispirarmi. Colpa tua se non
studio! (Esce correndo perch Fausto fa per dargli un ceffone).
Fausto si risiede e ricomincia a leggere il giornale.
Entra Silvia urlando.
SILVIA:
Mamma, mamma (Urlando).
Dove avete messo tu e Cristina la mia gonna di jeans. Ma mai possibile che in
questa casa non si trova mai nulla.
Fausto la guarda avvilito da dietro il giornale. Entra
Eleonora.
ELEONORA:
Silvia, smettila di urlare comportati da persona civile. Sono stufa dei tuoi
isterismi!
SILVIA:
Paolo mi aspetta ed io non sono ancora pronta. Ho bisogno della gonna di jeans,
dovՏ?
ELEONORA:
Cristina, Cristina (E chiama urlando la cameriera).
CRISTINA:
Cosa successo? Cosa vi manca?
ELEONORA:
Hai visto la gonna di jeans di Silvia?
CRISTINA:
La minigonna? ad asciugare, lho lavata ieri.
SILVIA:
Ma chi te lha detto di lavarla. Fai sempre come ti pare ed io sono stufa,
stufa, stufa!
CRISTINA:
Figuriamoci io!
Bussano alla porta
FAUSTO:
Hanno bussato!
ELEONORA:
Ora Silvia smettila e non offendere Cristina. Vuol dire che ti metterai
unaltra cosa. (Risuonano alla porta).
FAUSTO:
La porta (Ad alta voce contemporaneamente ad Eleonora). Ribussano alla porta. E va bene, vado
io (Sta per alzarsi e si blocca la scena. Tutti i personaggi restano
immobili e Cristina sola viene avanti verso il proscenio a parlare con il
pubblico).
CRISTINA:
Beh! Non ci crederete sono passati cento anni dalla storia precedente ed io
sono la colf, la collaboratrice domestica come si dice adesso, della famiglia
discendente del diplomatico. Gli antichi splendori non ci sono pi, ma la
libert di pensiero, di parola e di essere... sono fin troppo evidenti. I
figli, gli amici, il nonno...state a guardare. Vediamo insieme cosa succede e
come si vive alla fine del novecento.
Appena terminato di parlare la scena riprende a
movimentarsi e Fausto si alza e va alla porta. Torna con Luca, suo vicino di
casa.
LUCA:
Ngiorno!
ELEONORA:
Buongiorno (Distratta).
Adesso Silvia va in camera tua: non il caso di continuare (Silvia esce
insieme a Cristina).
FAUSTO:
Caro amico, a cosa devo il dis...cio volevo dire il piacere della tua visita?
LUCA: Al
cane!
FAUSTO:
Al cane? Cosa centra il cane. Ti ha morso nei fondelli?
ELEONORA
(rivolta al pubblico):
Era ora!
LUCA: Ci
mancherebbe. Sarei gi andato dai carabinieri: Ma lora che la smetta di fare
la pip sulle gomme della mia automobile.
FAUSTO:
Eh quante storie! Te la prendi sempre con quella povera bestia, che ti sopporta
ragionevolmente.
LUCA:
Sono io che lo sopporto e per colpa sua trovo ovunque cani incontinenti! Devo
far lavare le ruote tutti i giorni!
ELEONORA:
Senti Luca, ora non esagerare. Dimmi un po come sta la tua Monica? (Rivolta
al pubblico) Passiamo da
una bestia allaltra.
LUCA:
Cosa hai detto?
ELEONORA:
Che ho tanto desiderio di scambiare quattro chiacchiere con lei.
LUCA: La
nostra famiglia la tiene sempre cos occupata. una perfezionista lo sai, e
poi...
ELEONORA
(si volta al pubblico):
E poi deve stare ad osservare quello che fanno i vicini: il suo hobby
preferito.
LUCA:
Dicevi?
ELEONORA:
Che appunto una vicina perfetta!
FAUSTO:
Senti Luca vuoi restare a pranzo con noi? Sono tornato ora.
LUCA: Ho
gi pranzato, letto il giornale...
FAUSTO (al
pubblico): Beato lui!
LUCA: Ed
ora andr a fare una corsetta in pineta. Vuoi venire con me?
FAUSTO:
Ho troppo da fare; sar per unaltra volta (Lavvia alluscita).
ELEONORA:
Salutami Monica (si siede e prende il giornale di Fausto).
Fausto
rientra
FAUSTO:
Sono al limite della sopportazione! Ora cՏ anche il cane che fa la pip! Meno
male che non si messo ad elencare i pregi dei suoi figli.
ELEONORA:
Sar, ma quando parla dei suoi gracchietti e della sua Cornelia mi si
rizzano i capelli!
FAUSTO:
Vorrei avere anchio dei gracchietti come lei!
ELEONORA:
Ora non ti ci mettere anche tu! Ringrazia il Signore di come sono i nostri
figli...
FAUSTO:
...che non hanno voglia di fare nulla e pretendono soltanto. Colpa tua che
gliele dai tutte vinte e non hai polso.
ELEONORA:
chiaro che colpa mia perch tu come padre sei inesistente. Sai solo
borbottare senza concludere ed io sono ... STUFA!!!
FAUSTO:
Figurati io! In questa casa non si pu neanche leggere il giornale in santa
pace. Lo vedi questo (Indica il giornale), il quotidiano di due giorni fa.
ELEONORA:
Perch tu leggi queste notizie passate?
FAUSTO:
Quanto sei spiritosa! (Siede sulla poltrona).
ELEONORA:
Ed allora cosa dovrei dire io che non ho neanche il tempo di guardarmi allo
specchio?
FAUSTO:
Meglio, senn, non dormiresti la notte! Ora puoi capire la causa della mia
insonnia!
ELEONORA:
Quanto sei gentile! Dove posso trovare un marito pi romantico ed innamorato di
te?
FAUSTO:
Per me non hai mai tempo. Se poi ho qualche... velleit... per carit, prima
vengono il cane, il gatto, il club Donne Domani, le assemblee, i comitati
vari, i figli e poi... il poi non cՏ mai!
ELEONORA:
Cosa vorresti? Che io stessi in adorazione davanti a te?
FAUSTO:
Tu in adorazione davanti a me? Ma neanche se piangessi in cinese, si potrebbe
realizzare una simile eventualit.
ELEONORA
(conciliante): Via su
proprio questa la bellezza del nostro rapporto! La libert di essere se
stessi e di vivere senza soffocamenti (Gli va vicino cingendogli le spalle).
FAUSTO:
Ma non dimenticare che tu hai sposato me ed io... ho bisogno di te!
ELEONORA:
Ma vuoi pranzare si o no?
FAUSTO:
Chiss se ci faranno mangiare in pace.
Entra il nonno tossicchiando, curvo e si siede sulla
poltrona, mettendosi a leggere il giornale. Entra Cristina con la tazza di
caff.
CRISTINA:
Signor Duca le ho portato il caff! Pi lo manda gi e pi lo tira su.
NONNO:
Allora preparamene tre! Se non ci fossi tu! Oggi, se ricordo bene, dovrebbe
venire la signorina Pat, o mi sbaglio?
CRISTINA:
S! Oggi il giorno del Pat. Caro il mio nonnino sempre arzillo eh?
Il nonno fa la tosse e suonano alla porta. Cristina va ad
aprire. Entra la signorina Pat.
CRISTINA:
Signorina Pat la lascio nelle mani del Duca. vado a chiamare la signora
Eleonora.
NONNO:
Non cՏ fretta, Cristina, non cՏ fretta. (Si alza tremolante appoggiato al
bastone e nel prendere la mano alla signorina e baciarla, per lequilibrio). Benvenuta, mia dolcissima signorina
Giada.
GIADA:
Si accomodi sono felice di vederla.
Entra Eleonora con una bandiera drappeggiata addosso. Il
nonno quando la vede cerca di scattare sullattenti e rimane con lo sguardo
fisso e la mano al capo in segno di saluto.
ELEONORA:
Pap. Pap. Santo cielo gli preso un coccolone!
GIADA (gli
va vicino): Signor Duca,
signor Duca cosha? Si sente male? (Gli prende il polso per sentirlo).
Il contatto fa tornare il nonno in s. Eleonora ha
poggiato la bandiera sul divano e gli va vicino.
NONNO:
Oh, la bandiera! Quanti ricordi!
ELEONORA
(riprende la bandiera):
Guarda un po, mi faccio la camicetta con il rosso o il verde, quale mi dona di
pi? (Se la drappeggia addosso. Il nonno nel rivederla riscatta sullattenti).
GIADA:
Si risente male.
ELEONORA:
Ma no! Deve essere un riflesso condizionato (Si toglie la bandiera di dosso
e il nonno si rilassa).
Visto?
GIADA:
Signor Duca perch fa cos quando vede la bandiera?
NONNO:
Quando ero piccolo, quella bandiera per il mio bisnonno era una reliquia. Ogni
giorno in casa cera lalza e lammaina bandiera.
ELEONORA:
Meno male che i tempi sono cambiati...
Entra Riccardo che quando vede la bandiera prende la
madre in braccio e le fa fare una giravolta.
RICCARDO:
Finalmente, cara la mia vecchietta! Ti sei decisa a farmi la bandiera! (Si
mette a correre per la stanza con il vessillo in mano che sventola urlando) Chi non salta uno spezzino eh! eh! Chi
non salta uno spezzino eh! eh! (Poi si ferma, guarda la bandiera ed
esclama) Ma questo
scarabocchio nel mezzo non ci vuole!
ELEONORA:
Per ora non se ne parla! Vedremo poi! (Gli toglie la bandiera di mano e
continua le prove addosso).
RICCARDO:
Queste donne sono diventate di una prepotenza inaudita! Anche ai tuoi tempi
erano cos, nonno?
NONNO:
Ai miei tempi le donne erano dolcissime come la signorina Giada e sempre
disponibili verso di noi.
RICCARDO:
Forse voi avete approfittato troppo della loro dolcezza ed ora noi ne paghiamo
le conseguenze.
GIADA:
Sar che voi non avete la delicatezza di un tempo!
RICCARDO:
De... che? Ah! I signori... erano delicati, ma poi ve lo mettevano nel...
ELEONORA:
Riccardo! Non ti permetto di essere cos scurrile!
RICCARDO:
Ah M... quante storie. Nellottocento il baciamano, il fiorellino, vi cedevano
il posto, vi facevano stornelli e serenate e poi... eravate peggio delle
schiave.
GIADA:
Ma tra i due eccessi ci sar pure la via di mezzo?
RICCARDO:
La via di che? Non esiste. Pura fantasia. Il mondo va avanti passando da un...
cesso allaltro.
NONNO (arrabbiato
e incheccando): Non
ti... ti pe... permetto di pa... parlare cos in pre... presenza di si...
signore!
RICCARDO:
Ah nonno! Le signore, come le chiami tu, a volte, sono peggiori degli
scaricatori di porto. Mi sono dovuto adeguare per sopravvivere.
NONNO:
Ohio! Ohio! Mi sento male! (Cade riverso sulla poltrona).
ELEONORA:
Riccardo, sparisci e falla finita (Riccardo va in un angolo con il piede
nervoso).
GIADA:
Via, su non se la prenda; sono giovani e i tempi sono tanto cambiati.
ELEONORA:
Andiamo di l in veranda. Un po daria ti far bene (Escono dalla comune
mentre Eleonora manda occhiatacce al figlio. Entra Silvia).
SILVIA:
Riccardo, ha telefonato Paolo? gi unora che laspetto!
RICCARDO:
Invece di Paolo ti ha cercato Gianluca. A quel che vedo ho una sorella molto
sexy.
SILVIA:
Smettila di prendermi in giro! Gli hai detto che non cero?
RICCARDO:
No! Che lo aspettavi a braccia aperte e si tenesse pronto per il tuffo...!
SILVIA:
Una volta tanto fai la persona seria! Piuttosto, hanno telefonato per te
Sabrina e Sandra. Ma quante donne hai?
RICCARDO:
Vedi il profilo? Intellettuale di sinistra. Vedi il bicipite? Rambo due. Il
labbro? tumido e sensuale per essere baciato! Cosa vuoi di pi? chiaro che
tutte le donne sono ai miei piedi!
SILVIA:
Ma ti sei guardato allo specchio, vanitoso che non sei altro! Ma Sandra sa di
Sabrina... e Sabrina sa... di Stefania?
RICCARDO:
Sei matta! Mi vuoi vedere in unaltra dimensione?
Entra Sandra.
SANDRA:
Amore, non riuscivo a trovarti. Mi avevano detto che eri in giardino. Ciao,
Silvia.
SILVIA:
Salve! Miei cari vi saluto. Linglese mi aspetta!
SANDRA:
ComՏ, biondo, alto e con gli occhi azzurri?
SILVIA:
Chi?
SANDRA:
Linglese!
SILVIA:
Hai letto nei miei sogni. Ma mi aspettano anche il greco, Pitagora, Newton. (Esce).
SANDRA:
Non sapevo che tua sorella fosse una mangiatrice di uomini! Sono di l? (Caccia
uno specchietto per controllare se il trucco a posto).
RICCARDO:
cosa preferisci il Greco o Pitagora? donna fedifraga! (Si siede sul divano).
SANDRA:
Hai il coraggio di chiamarmi frigorifero dopo quello che cՏ stato tra di
noi? (Gli mette le braccia al collo da dietro il divano).
Entra Fausto sempre con in mano il giornale.
FAUSTO:
Buonasera.
RICCARDO:
Pap questa Sandra.
FAUSTO:
Ah, cos abbiamo conosciuto anche la Sandra! Buonasera Sandra. Sei venuta per
studiare con Riccardo?
RICCARDO:
No, no. Sandra venuta a portarmi una cassetta con le musiche che ti piacciono
tanto.
SANDRA: Piacciono
anche a lei? I miei vecchi non la possono soffrire. La sente anche lei a palla?
RICCARDO:
Ora Sandra sar bene che tu vada che tardi e devo studiare. (Il padre lo
guarda incredulo; si siede a leggere il giornale mentre i due escono dalla
comune).
Entra Eleonora.
FAUSTO:
Hai visto tuo figlio?
ELEONORA:
Se solo mio, sicuramente avr fatto qualcosa di negativo.
FAUSTO:
Dimmi un po, ma la ragazza di tuo figlio non Stefania?
ELEONORA:
Ebbene?
FAUSTO:
Io lho visto abbracciato con Sandra.
ELEONORA:
Ora non ti formalizzare; si usa!
FAUSTO:
Sei sicura? Bene a sapersi.
ELEONORA:
Cosa vuoi dire?
FAUSTO:
Chi vivr, vedr!
Entra Luca con Monica dalla comune. Monica ha una vistosa
pelliccia sulle spalle.
MONICA:
Siamo passati dal giardino, perch sapevamo di trovarvi in casa. Era un bel po
che non ci vedevamo. Ho delle notizie...
ELEONORA:
Chi morto?
LUCA:
Non lo so. Tu sai di qualcuno?
ELEONORA:
Se non lo sa Monica vuol dire che godiamo tutti di buona salute.
MONICA (si
siede e si mette comoda):
Carissimi, siamo venuti a portarvi la bella notizia.
LUCA (pacca
sulla spalla a Fausto, sottolineando le parole): Il mio Gianluca ha preso trenta
allesame di Universit e siamo venuti subito a dirvelo. Non una splendida
notizia? (Altra pacca sulla spalla).
ELEONORA:
Augurissimi, che bravo, vero Fausto?
FAUSTO:
Bravissimo!
MONICA (petulante): E il vostro Riccardo? Ha fatto lesame
famoso?
FAUSTO:
Eh... eh... da una settimana e ha preso trenta e lode! (D unocchiata
dintesa alla moglie).
MONICA:
Ma ne sei sicuro? Non ne ho saputo nulla.
ELEONORA:
Ma dimmi, cՏ stata unavanzata improvvisa dei ghiacciai?
MONICA:
Ah! Ti piace? lultima pelliccia che mi ha regalato il mio ciccino! Che te
ne pare?
ELEONORA:
Ti sta cos bene che non si capisce dove finisce il pelo e cominci tu... e dove
cominci tu e finisce il pelo.
LUCA: A
proposito, perch non venite questanno a fare una crociera con noi?
FAUSTO:
E dove al Polo Nord... visto il pelo lungo? Grazie abbiamo prenotato per i mari
del sud ed gi tutto esaurito. Sar per unaltra volta.
MONICA:
Che peccato. Saremo stati cos bene insieme!
ELEONORA
(rivolta al pubblico):
EEEHH!!!!!
MONICA:
Lo sapete che la mia Stefania ora fa teatro con il vostro Riccardo? Era ora che
la mia bambina cos timida e riservata uscisse dal suo guscio.
ELEONORA:
Ah! La tua Stefania timida e riservata; figuriamoci se era... sfacciata!
LUCA: I
nostri figli sono dei gioielli. Mia moglie li serve come il prete sullaltare.
ELEONORA:
Si vede, si vede! (Sarcastica)
Cornelia colpisce ancora!
MONICA:
E chi Cornelia?
FAUSTO:
Come non conoscete Cornelia? La madre dei Gracchi?
MONICA:
No! Si sono trasferiti da poco qui? strano che non labbia saputo.
ELEONORA:
Cominci a perdere colpi, mia cara!
MONICA:
Ma non posso sapere tutto e poi, lo sai, sono molto discreta. Ora per dobbiamo
andare perch siamo attesi.
LUCA: Bye, bye! Ti
raccomando il cane! (Escono).
FAUSTO:
Non ne potevo pi, mancava poco e avrei detto quel che pensavo!
ELEONORA:
Ma tu sai perch sono andati via?
FAUSTO:
No! Perch?
ELEONORA:
Per andare a cercare Cornelia, la madre dei Gracchi!
FAUSTO:
A proposito, tuo figlio, da quel che ho sentito, fa sempre teatro. Eppure, ti
avevo detto di non incoraggiarlo...
ELEONORA:
Lo sai che il teatro la sua passione! Eppoi, tra qualche mese, avranno il
debutto!
FAUSTO:
E io da qualche parte lo butto, se non si mette a studiare come si deve!
ELEONORA:
Ma s! Lascialo... sfogare! necessario che i giovani si realizzino, cos non
avranno la nevrosi come noi adulti.
FAUSTO:
Non avr la nevrosi, ma avr la fame di sicuro... se continua cos.
ELEONORA:
Ma mai possibile che non ti stia mai bene niente. Sei diventato una palla! (Bussano
alla porta. Entra Cristina).
FAUSTO
ED ELEONORA: Andiamo, pu darsi che ci abbiano ripensato.
ELEONORA:
Cristina, di a chiunque sia venuto che noi non ci siamo; siamo partiti, stiamo
dormendo. Inventa quello che vuoi, insomma! (Escono).
CRISTINA:
Lasci fare a me!
Entra Stefania, la figlia dei vicini. Fa la donna fatale,
tacchi alti, capelli lunghi tutti da un lato; cammina un po dondolando; parla
con sussiego; ha un lungo bocchino.
STEFANIA:
Cristina, sil vous plait... mi chiami Riccardo; ho da parlamentare con lui.
CRISTINA:
Penso che stia studiando!
STEFANIA:
A questora?
CRISTINA:
Signorina, ripassa o aspetta? Se vuole prendo il lampione!
STEFANIA:
Cosa intendi dire? (D unaspirata al bocchino)
CRISTINA:
Cos mentre attende, passeggia e si... esercita meglio. (Va via).
STEFANIA:
Ma cosa avr voluto dire? (Passeggia avanti e indietro, ondeggiando).
Entra Riccardo.
RICCARDO:
QuantՏ?!
STEFANIA:
Screanzato! Mi sto immedesimando nella parte, non vedi? Come vado? (Continua
ad ondeggiare).
RICCARDO:
Benissimo! Hai una carriera assicurata. (Stefania lo guarda di traverso). Come grande star, naturalmente! Allora
stasera usciamo?
Bussano alla porta ed entra Gianluca tutto perbenino.
GIANLUCA:
Buongiorno Riccardo, Stefania, ha detto la mamma che devi venire
immediatamente.
STEFANIA:
Ciao Micione (Esce).
GIANLUCA:
Potrei salutare la signorina Silvia?
RICCARDO:
Vuoi dire mia sorella? Bisogna vedere se pu riceverti. Hai preso un
appuntamento?
GIANLUCA:
Veramente no!
RICCARDO:
Ed allora, ripassa, fai la domanda e poi di vedr.
GIANLUCA:
A proposito, come hai fatto a prendere pi di me allesame?
RICCARDO:
Quale esame?
GIANLUCA:
Quello che preparavi da sei mesi!
RICCARDO:
E chi ti avrebbe detto che ho preso pi di te?
GIANLUCA:
I tuoi genitori hanno detto ai miei che hai preso trenta e lode e... mi hanno
messo in crisi.
RICCARDO:
Ah! Ho avuto anche trenta e lode! Ma a te daranno quarantacinque, dato che
prendi sempre trenta. CՏ un disegno di legge con effetti immediati, come tutte
le leggi italiane...
GIANLUCA:
Dici davvero? Sai uno studioso attento e puntuale come me, ha bisogno delle sue
gratificazioni. (Si siede con le ginocchia unite ed i piedi divaricati e le
mani congiunte).
RICCARDO:
Senti, futuro calibro quarantacinque puoi degnarti di fare una sana partita a
pallone, domenica prossima? Ci manca il libero!
GIANLUCA:
Non posso rovinarmi i piedi con una vile sfera di cuoio. Ho da tenerli in
forma!
RICCARDO:
Giusto! Altrimenti come faresti questi preziosi... ragionamenti.
GIANLUCA:
Cosa vorresti dire?
Entra Sabrina dalla porta comune.
SABRINA:
tre ore che ti aspetto, ma si pu sapere cosa hai combinato. Ah, sei con lui!
RICCARDO:
La solita gelosa! Ma con chi vuoi che io sia; lo sai che lunica mia donna sei
tu!
Gianluca strabuzza gli occhi e sobbalza sulla sedia.
SABRINA:
Provati solo a guardare unaltra ragazza e poi questo tuo amico non ti
riconoscer pi! (con aria bellicosa).
GIANLUCA
(alzandosi sulla sedia):
Sar be... bene che va... vada: vedo che sei occupato. Buonasera; si...
signorina (Sinchina)
buo... buonasera!! (Esce).
SABRINA:
Ma di un po, quello dove lhai trovato? Sembra uscito da un libro dellOttocento.
RICCARDO:
il figlio del gazzettino o meglio della piccola vedetta lombarda nostra
vicina.
SABRINA:
Hanno solo quellimbranato?
RICCARDO:
No! Hanno anche una figlia (Lei drizza le orecchie). Ma piccola; lhanno avuta dopo tanti
anni da questo figlio.
SABRINA:
Ah! Tanto per cambiare discorso, come mai ieri sera non mi sei venuta a
prendere? Con chi sei uscito?
RICCARDO:
Sono stato in casa a studiare!
SABRINA:
Non ci credo neanche se lo vedo.
Entra Fausto.
FAUSTO:
Riccardo, Riccardo! (Da fuori scena e poi in scena. Guarda Sabrina con una
certa intenzione). E
questa signorina chi ?
SABRINA:
Piacere Sabrina! Sono la sua ragazza. Lei suo padre?!
FAUSTO:
Purtroppo! Ah! Lei la sua ragazza?
RICCARDO:
Senti pap noi dobbiamo andare: parleremo unaltra volta (Prende
sottobraccio Sabrina trascinandola verso luscita).
SABRINA:
Alt! Sotto le parole di tuo padre... si cela un messaggio di corna!
RICCARDO:
Ma una mania la tua! Pap diglielo tu (Fa strani segni dintesa) che io tutto il giorno studio e sono in
casa a sentire la musica.
FAUSTO:
Su questultimo punto, non ci sono dubbi! Mi ha gi rotto i timpani parecchio.
Ma tu sei una delle attrici... della commedia?
SABRINA:
Quale commedia? Quale attrice? (Con le mani nei fianchi minacciosa).
Entra il nonno sorretto da Cristina, mentre Riccardo fa
disperati segni al padre.
CRISTINA:
Signor Duca, si accomodi qui! Ora le porto il giornale, cos potr leggere la
cronaca in santa pace!
FAUSTO:
Un altro frustrato!
Il nonno si ferma davanti a Sabrina.
NONNO:
Che graziosa signorina! unamica di Silvia?
SABRINA:
Silvia! Ora si scoprono gli altarini (Batte il piede nervosa). E chi sarebbe questa Silvia, caro
signore?
NONNO:
Come? Mio nipote non le ha parlato delle donne della sua vita?
SABRINA
(fremente): Ah! Ci
sono anche le donne (Accentuando)
della sua vita! Tra poco, voi non avrete pi un figlio, un nipote, ma una...
poltiglia! (Cerca di afferrare Riccardo che si trincera dietro il divano).
NONNO:
Questa non una donna; una furia! Chiamate la polizia, i pompieri,
lesercito!
CRISTINA:
Signor Duca, su venga con me che ci godiamo lo spettacolo!
NONNO: E
tu lo chiami spettacolo, questo scempio! (Alza in alto il bastone per
protesta). Ahi! Ahi! Mi
sento male (Si accascia sulla poltrona).
Fausto intanto cerca di calmare Sabrina.
FAUSTO:
Signorina si calmi, cՏ un equivoco.
CRISTINA:
Signora, signora! (Grida forte).
SABRINA:
Qui, se cՏ qualcuno equivoco lui! (Punta il dito accusatore verso
Riccardo).
Entra Silvia.
SILVIA:
Mamma non cՏ; ma cosa sta succedendo?
RICCARDO:
Silvia diglielo tu a questa scalmanata che sei mia sorella e laltra donna
della mia vita, secondo il nonno, la mamma!
Sabrina incrocia le braccia e batte il piede nervosamente
a terra.
SILVIA:
E questa signorina chi ?
RICCARDO:
Sabrina... la mia ragazza.
SILVIA:
Ah! Ci conosciamo solo per telefono finalmente ho il piacere di
materializzarti. Ciao (Le d la mano). Sono sua sorella! Giuro! (Alza la mano in segno di
giuramento).
SABRINA:
Bene! Bene! Ora, Riccardo sar bene andare via. Ciao a tutti. (Si trascina
dietro Riccardo riluttante).
SILVIA:
La giusta nemesi, caro pap.
CRISTINA:
Mi sembrava di aver capito che si chiamasse Sabrina, non nemesi.
SILVIA:
Cristina, colf nemesi, vuol dire vendetta in greco!
CRISTINA:
Ha visto, signor Duca, come sono corte le donne di oggi? Va bene che io sono
ignorante, ma oggi come oggi, mi sento realizzata.
FAUSTO:
Cristina, sar opportuno che tu realizzi qualche arrosto!
CRISTINA:
Ma mi faccia finire, caro il mio ingegnere! Vede, un tempo, come ha detto il
nonno, noi serve eravamo trattate peggio degli stracci per lavare in terra
ed...
FAUSTO:
Ora contate anche troppo!
CRISTINA:
E giustamente! Siamo considerate le collaboratrici domestiche, le. Senza di
noi, voi, non potreste sopravvivere!
FAUSTO:
Non esageriamo!
NONNO:
Ha ragione! Se ripenso a poco fa, mi risento male. E poi, quando mai mia figlia
in casa. La mattina in giro per gli uffici, il pomeriggio alle riunioni
culturali, la sera a teatro o alla parrocchia: se non avessi questa creatura e
la signorina Giada sarei in balia dellonda!
SILVIA:
Ma nonnino i tempi cambiano e non ti sembra una conquista meravigliosa, per noi
donne, poter dire, pensare con la propria testa. Non siamo mica diverse da voi!
NONNO:
Sar, ma un po di femminilit non guasta mai; il nettare della vita,
ricordalo!
FAUSTO:
Condivido, pap! Ma faglielo capire a queste donne che ormai hanno lo scettro
del potere!
SILVIA:
Era ora!!
Bussano alla porta e Cristina va ad aprire.
NONNO:
Per mia cara nipotina, ricorda che ogni eccesso difetto e in medio stat
virtus.
SILVIA:
Nel mezzo la virt. Hai ragione, nonno, ma non facile tenere gli equilibri.
CՏ Paolo vestito da metallaro che aspetta di entrare.
CRISTINA:
Silvia cՏ di l una ferraglia che cerca di te!
Silvia fa una smorfia di disappunto.
FAUSTO:
Bene! Cristina, fai entrare la ferraglia. Ormai non ci meravigliamo pi di
nulla.
Cristina va a prendere Paolo e quando entra, il nonno fa
un sobbalzo sulla poltrona.
PAOLO:
Sono tre ore che aspetto. Ti decidi o no ad alzare le chiappe?
NONNO:
Oddio! Mi risento male.
PAOLO: E
questi chi sono? I tuoi vecchi?
SILVIA:
Paolo ti presento mio nonno, il mio pap, Cristina, la nostra colf.
PAOLO:
Piacere Cristina. Degli altri me ne sbatto.
Il nonno cade riverso e Cristina cerca di soccorrerlo.
mentre Fausto cerca di dire qualcosa.
FAUSTO:
Giovanotto, ma come si permette. Lei in casa mia e quindi esigo il rispetto
che mi dovuto. (Va in un angolo incrociando le braccia, minaccioso,
aspettando la reazione di Silvia).
PAOLO (rivolto
a Silvia): Ma chi
questo vecchio rincoglionito? Tuo nonno?
SILVIA:
Smettila di fare il gradasso! E datti una regolata!
PAOLO:
Senti cara... Elenuccia...
SILVIA:
E adesso cosa centra Elena...
PAOLO:
Per non dirti troietta... o vieni fuori con me o resta pure ad ammuffire con
questi barbagianni!
Entra Eleonora dalla comune canticchiando ed a vedere la
scena resta senza parole. Ha la minigonna.
PAOLO: E
questa bonazza chi ?
Fausto sta per scagliarsi contro Paolo, ma interviene la
figlia, quasi piangendo con la voce rotta.
SILVIA:
Non ti sopporto pi! Va via! Sparisci, crepa (Esce dalla parte opposta
della stanza, piangendo).
FAUSTO (fremente
di rabbia): Giovanotto,
la porta quella! Preferisci uscire con le tue gambe o vuoi che ti butti fuori
io, a pedate. (Paolo sta per dire qualcosa). Ed meglio che tu stia zitto se non vuoi portarti il mio
ricordo sul fondo schiena. Cristina, assicurati che la ferraglia sia uscita
dalla nostra casa.
Cristina laccompagna ed insieme escono.
ELEONORA:
Pap, pap! Ma cosa successo?
FAUSTO:
Finalmente ci siamo liberati dellacciaieria locale!
NONNO:
Voi volete la mia morte! DovՏ?
FAUSTO:
Stai tranquillo, pap: tutto a posto. Forse ora ritroviamo la nostra bambina
che era stata plagiata da quel disgraziato.
ELEONORA:
Ma insomma, si pu sapere come successo?
Entra Monica dalla comune.
ELEONORA:
Adesso siamo al completo!
MONICA:
Sono venuta a chiedervi uninformazione.
ELEONORA:
Cerchi Cornelia, la madre dei Gracchi!
MONICA:
Come fai a saperlo!
ELEONORA:
Ti leggo nel pensiero!
MONICA:
Desidero porgerle il benvenuto e dichiararle la mia disponibilit.
ELEONORA:
Tu la chiami disponibilit? Dipende dai punti di vista.
MONICA:
A proposito, chi era quello strano giovane che uscito poco fa? Lho visto
altre volte qui intorno.
ELEONORA:
Mi sarei meravigliata se non lavessi notato!
MONICA:
Non mi dire che tua figlia frequenta quella gentaglia.
ELEONORA:
Ma ti pare! il figlio del ferramenta che ci ha portato a vedere il
campionario dei chiodi!
MONICA:
E che devi fare coi chiodi?
FAUSTO (intervenendo
nella discussione):
Servono a me! Ho da fare un tavolino.
MONICA:
Allora ti devi rivolgere al mio Luca. Lui sa tutto!
ELEONORA:
E ti pareva?
MONICA:
Adesso vi lascio che ho da fare cena (Esce).
FAUSTO:
Se ritorna unaltra volta ne faccio polpette, ma sarebbero indigeste anche
quelle. Su, pap andiamo che comincia il TG.
ELEONORA:
Meno lo vede e meglio sta: laltra notte non ha chiuso occhio perch era in
pena per il Governo.
FAUSTO:
Con la situazione attuale linsonnia diventer la sua compagnia abituale!
NONNO:
Smettetela di dire sciocchezze! Voglio stare un poco in pace (Fausto ed
Eleonora escono).
Mentre il nonno cerca di leggere il giornale che gli
trema fra le mani, entra Giada dalla comune, si guarda intorno e poi
soddisfatta che non cՏ nessuno gli si avvicina.
GIADA:
Buonasera signor Duca!
NONNO:
Finalmente arrivata e ha fatto un uomo felice (Le bacia la mano).
GIADA:
Lei mi confonde (Si siede).
NONNO:
Signorina Giada, come andata la riunione?
GIADA:
Benino! Abbiamo deciso di fare uno spettacolo per le missioni del terzo mondo,
sensibilizzandoli cos al problema della fame.
NONNO:
Non mi parli dei giovani. Se avesse visto quello che ho visto poco fa, il suo
cuore non avrebbe retto.
GIADA:
Suvvia, non sono cos cattivi come sembrano!
NONNO:
Lei una santa! Io, lo dico sempre!
GIADA (si
alza): Signor Duca, se
lo dice ancora, ci creder davvero.
NONNO (si
alza anche lui e la guarda con intenzione): Signorina lo sa che quando la vedo, mi sento come un
se... sedicenne imbarazzato?
GIADA:
Signor Duca!!!
NONNO:
La prego, mi chiami Andrea! Sono tanti anni che ci conosciamo!
GIADA:
Ed allora lei... mi chiami pure Giada (Fa la ritrosa buffa girandosi di
spalla ed allontanandosi).
NONNO (con
una camminata ridicola le si avvicina):
Giada, piccola Giada, posso sperare che lei pensi a me?
GIADA:
Ma cosa dice, signor Duca, lei mi fa arrossire!
NONNO:
Andrea, mia cara, Andrea. Fammi felice che qui sono un guscio di noce sbattuto
dalle onde.
GIADA:
Ma le onde... cosa diranno?
NONNO:
Saranno peggio di un maremoto.
GIADA:
Vede che le vogliono bene.
NONNO:
Altro che bene. la mia pensione che sollever luragano.
GIADA:
Oh, Andrea allora... (Sempre in maniera buffa e ridicola).
NONNO: E
allora... ben vengano uragani, maremoti e cataclismi; ormai, non mi ferma pi
nessuno: o Giada... o morte! (Gli viene la tosse e comincia a tremare).
GIADA:
Andrea, Andrea (Lo scuote)
su, calmati e non mi fare spaventare.
Entra Sabrina dalla comune, sempre arrabbiata.
SABRINA:
DovՏ? DovՏ? (Gira per tutta la stanza in cerca di Riccardo).
NONNO:
Oddio! La pazza (Comincia a tremare di pi). Vieni Giada, andiamo. (Escono).
SABRINA:
Quel porco... quel figlio di... (Si porta la mano alla bocca per non
proferire la parola; passeggia nervosamente per tutta la stanza).
Entra Stefania e Sabrina si nasconde dietro una poltrona.
STEFANIA:
Micione? Orsacchiottone mio! (Guarda intorno anche lei).
Sabrina si alza con le mani sui fianchi.
SABRINA:
E chi sarebbe codesto micione?
STEFANIA:
Oh! Mi scusi non lavevo vista e lei chi ?
SABRINA:
quello che correi sapere da te!
STEFANIA:
Silvia...ehm... Silvia ha un bellissimo gatto siamese ed io la sera gli vengo a
fare le coccole.
SABRINA:
Al gatto?
STEFANIA:
Certo, al gatto; perch?
SABRINA:
Perch ho tanto limpressione che il tuo... siamese, sia Riccardo.
STEFANIA:
E se cos fosse? A te che te ne frega?
SABRINA
(si avvicina minacciosamente e Stefania arretra facendosi piccola con
Sabrina che la torreggia di sopra):
Meglio sarebbe stato che tu non fossi mai nata!
Entra Sandra con la sua aria ingenua.
SANDRA:
Buonasera a tutti. Riccardo dovՏ?
SABRINA
E STEFANIA: E questa chi ?
SANDRA:
Salve, sono Sandra! E cerco Riccardo, lavete visto?
SABRINA:
Qui cՏ qualcosa che non quadra! Ragioniamo con calma. Su sedetevi l. (Le
mette a sedere sul divano).
Tu chi sei? (Rivolta a Stefania).
STEFANIA
(si alza in piedi sullattenti):
Sono Stefania, la figlia dei vicini di casa e sono la ragazza di Riccardo!
SABRINA:
Ah, s? Seduta ora, e tu chi sei? (Rivolta a Sandra).
SANDRA (si
alza a sua volta e sempre con graziose mossettine): Sono Sandra e semplicemente la ragazza
di Riccardo! (Si risiede).
SANDRA E
STEFANIA (a Sabrina):
E tu chi sei?
SABRINA:
Sono Sabrina (Va avanti e indietro fremente di rabbia); e quel bellimbusto da strapazzo che tu
chiami micione e tu dici che il tuo ragazzo dichiara di essere il mio
uomo.
SANDRA:
Ma allora Riccardo mi faceva le corna! (Si alza facendo la nervosa anche lei).
STEFANIA:
E le faceva anche a me! Quel bast... (Siede facendo la nervosa anche lei).
Si siede Sabrina
SABRINA:
Quindi, siamo state prese in giro tutte e tre!
STEFANIA:
Se lo sapesse mamm.
SANDRA:
Qualcosa dobbiamo fare.
SABRINA:
Gi, l sedute e lasciatemi pensare! (loro si siedono e lei comincia a
passeggiare avanti e indietro).
La deve pagare cara, molto cara! Prendere in giro noi donne, cos nel ventesimo
secolo!
SANDRA:
Su, pensa tu ad una vendetta, che sei la pi... indicata!
STEFANIA:
Deve soffrire tanto. propongo di cuocerlo a fuoco lento.
SANDRA:
No, la puzza di bruciato mi d la nausea, propongo il veleno per i topi.
SABRINA:
Zitte donne ed ascoltate me. Tu! Sei andata aletto con lui? (Punta il dito
su Stefania).
STEFANIA:
Ma ti sembra questa la maniera di fare domande?
SABRINA:
Falla finita di fare la svenevole e rispondi, s o no?
STEFANIA
(si alza e si guarda intorno):
Qualche volta (Vedendo Sabrina che si agita). Anzi ora che ci penso... solo una
volta.
SABRINA:
Di recente?
STEFANIA:
Forse s!
SABRINA
(rivolta a Sandra): E
tu?
SANDRA:
Ah! Io non ho problemi, mi piace e quindi trai tu le conseguenze!
SABRINA:
Figlio di... (Si mette la mano sulla bocca).
SANDRA:
Potevi dirlo fino in fondo... perch proprio la verit.
SABRINA:
Ebbene io avrei pensato ad una vendetta raffinata.
STEFANIA:
E sarebbe...?
SABRINA:
Domani verremo qui tu (indicando Sandra) alle 14.15, tu (indicando Stefania) alle 14.30 ed io dopo.
SANDRA:
Tutte e tre?
SABRINA:
Prima verrai tu (indica Sandra)
e gli dirai che aspetti un bambino (poi confabulano, parlando piano).
SANDRA:
Cosa...! Ma non vero?
SABRINA:
Certamente! E qui sta il bello.
STEFANIA:
Non potevi trovare una vendetta migliore! Qua la mano, ci sto!
SANDRA:
Anchio (Mettono le mani luna sullaltra).
Eleonora da fuori la scena.
ELEONORA:
Cristina, Cristina!
SABRINA:
Ora andiamo prima che ci veda qualcuno! (Escono quatte, quatte mentre entra
Cristina).
CRISTINA: Signora, ah! sign ma guarda un po che
confusione. Ogni volta ho sempre da riordinare prima di andar via. (Mentre
parla riordina). Di l
cՏ il nonnino in brodo di giuggiole. Finalmente ha trovate la sua pace con il
pat e... la famiglia in crisi... pensionistica! Ve li vorrei far vedere! Ora
per tardi e vi devo lasciare. Ci vedremo domani. (Esce).
Le luci si abbassano e rialzano ed
entra Eleonora seguita da Fausto.
ELEONORA: Ma io vorrei sapere quel trullo di mio padre cosa
si messo in testa.
FAUSTO: Colpa tua! Giada brava di l. Giada brava di qua
ed ora, ci attacchiamo al tram!
ELEONORA: Ma chi lavrebbe detto che quellacqua cheta mi
faceva questo tradimento!
FAUSTO: Acqua cheta... rovina i ponti! Ora dovremo stringere
la cintola; cos imparerai a fidarti di tutti!
ELEONORA: E tu cos la smetterai di brontolare, perch non
sappiamo mai dove mettere il vecchietto!
FAUSTO:
Una cosa brontolare ed una cosa passare alle vie di fatto!
ELEONORA:
E cos Giada ci ha risolto il problema! E... non cՏ stato verso di farlo
ragionare!
FAUSTO:
Speriamo che anchio possa avere le stesse possibilit.
ELEONORA:
Cosa hai detto? (Gli tira dietro un cuscino).
FAUSTO:
Scherzavo. (Eleonora gliene tira un altro ed escono entrambi di scena).
Entra Sandra e si aggira per la stanza ed arriva Silvia.
SILVIA:
Cerchi linglese?
SANDRA:
Ciao, cerco tuo fratello!
SILVIA:
La lingua batte dove il dente duole.
SANDRA:
I miei denti stanno benissimo, volevo solo parlare con Riccardo. (Piuttosto
irritata).
SILVIA:
Ma dai, te lo chiamo subito; stavo solo scherzando.
SANDRA:
Sul mal di denti...?!
Silvia esce ed entra Riccardo.
RICCARDO:
Come mai qui, successo qualcosa?
Sandra fa cenno di s con la testa e passeggia avanti ed
indietro.
RICCARDO:
Non ti senti bene? Hai qualche problema?
SANDRA:
Riccardo, ho da dirti qualcosa di molto bello che ti far felice.
RICCARDO:
Ed allora parla. Sono tuttorecchi! Il tuo pucci pucci qui vicino a te (La
prende tra le braccia dal didietro).
SANDRA:
Caro, aspetto un bambino (Gli mette la testa sulla spalla).
Riccardo la spinge lontano.
RICCARDO:
Non possibile! Non mio! Io sono stato sempre... attento!
SANDRA:
E tu sei stato il mio unico ragazzo! Quindi, mio caro, quando ci sposiamo?
RICCARDO:
Ma... cosa dici? Ti sembra questo il momento di scherzare. Fammi raccogliere le
idee!
Da fuori si sente Stefania che chiama Riccardo.
RICCARDO:
Ah! Cacchio! Presto, presto Sandra mettiti dietro quella poltrona e non farti
vedere.
Entra Stefania.
STEFANIA:
Ciao, micione! Orsacchiottone mio, come stai?
RICCARDO:
Stefania, anche se recitiamo insieme, quante volte ti devo dire che non voglio
essere chiamato micione (Va avanti e indietro asciugandosi il sudore).
STEFANIA:
Ma non ti senti bene? Non ti ho mai visto cos agitato.
RICCARDO:
Pensa a te che meglio!
STEFANIA:
La bella notizia che ti dar ti lascer come non mai.
RICCARDO:
Ci hanno concesso il teatro?
STEFANIA:
Ma che teatro, guarda qui (Gli mostra la pancia arrotondata da
unimbottitura). Aspetto
un bimbo tutto tuo!
Riccardo si siede e si asciuga il sudore e non riesce
neanche a parlare.
STEFANIA:
Caro, quando ci sposiamo?
RICCARDO:
Ma dico, vi siete fatte tutte, questa mattina?
STEFANIA:
Ma cosa dici? Non ti capisco.
Si
sente fuori Sabrina che chiama: Riccardo!
RICCARDO:
la fine: Stefania, per favore vai dietro quella poltrona (La gira per non
far vedere a chi entra chi cՏ dietro).
Entra Sabrina.
SABRINA:
Vorrei sapere ieri sera dove sei stato!
RICCARDO:
A casa, a studiare!
SABRINA:
Oggi ti credo perch ho da darti una notizia che ti far felice!
RICCARDO:
Anche tu? Non la voglio sentire! (Si ricomincia ad asciugare il sudore).
SABRINA:
Tittolino mio (Gli va vicino).
Su, dammi le mani e guardami negli occhi.
RICCARDO:
Ti prego, non mi dire che anche tu stai aspettando un bambino!
SABRINA:
Noo! Non uno, DUE!!!
Riccardo barcolla, si mette le mani sulla testa e poi
cade riverso sul divano scivolando a terra.
Stefania e Sandra escono da dietro le poltrone e si
stringono tutte e tre le mani.
SIPARIO